ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00705

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 513 del 06/09/2011
Abbinamenti
Atto 1/00702 abbinato in data 06/09/2011
Atto 1/00706 abbinato in data 06/09/2011
Atto 1/00707 abbinato in data 06/09/2011
Atto 1/00708 abbinato in data 06/09/2011
Atto 1/00709 abbinato in data 06/09/2011
Atto 1/00710 abbinato in data 07/09/2011
Firmatari
Primo firmatario: EVANGELISTI FABIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 05/09/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ORLANDO LEOLUCA ITALIA DEI VALORI 05/09/2011
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 05/09/2011
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 05/09/2011
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 05/09/2011


Stato iter:
07/09/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/09/2011
Resoconto EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO GOVERNO 06/09/2011
Resoconto MANTICA ALFREDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/09/2011

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/09/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 06/09/2011

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 07/09/2011

RITIRATO IL 07/09/2011

CONCLUSO IL 07/09/2011

Atto Camera

Mozione 1-00705
presentata da
FABIO EVANGELISTI
testo di
martedì 6 settembre 2011, seduta n.513

La Camera,

premesso che:

una siccità e una carestia, come non si ricordavano da oltre 60 anni, stanno mettendo in grave pericolo la vita di circa 12 milioni di persone e le zone più duramente colpite sono la Somalia, l'Etiopia, il Kenya, l'Uganda, la Repubblica di Gibuti, l'Eritrea, mentre fortemente a rischio sono il neo nato Sud Sudan e la Tanzania;

la commissaria dell'Unione europea agli aiuti umanitari, Kristalina Georgieva, di ritorno da una missione in Kenya e Somalia, ha comunicato che in sede europea è stato già deciso di sbloccare da subito 27,8 milioni di euro (seguiranno altri 60 milioni, disponibili in un secondo tempo e che si aggiungeranno agli oltre 70 milioni di euro già stanziati);

anche il Programma alimentare mondiale (Pam) ha già provveduto a un primo invio di aiuti, partito dal Kenya per Mogadiscio, per portare, tra l'altro, 10 tonnellate di razioni alimentari ricche di proteine e calorie per i bambini sotto i cinque anni e ovviamente altri aerei partiranno nei prossimi giorni;

secondo le previsioni delle Nazioni Unite, entro la fine di agosto 2011, il numero di affamati in Kenya passerà dagli attuali 2 milioni e 442.000 a tre milioni e mezzo;

l'emergenza umanitaria nel Corno d'Africa è stata al centro di una riunione dei Paesi donatori, tenutasi a fine luglio 2011 a Nairobi, in Kenya. Un appuntamento deciso a Roma nella sede dell'Organizzazione per l'agricoltura e l'alimentazione (Fao) dove i rappresentanti dei 191 Paesi membri della Fao, le agenzie umanitarie e le organizzazioni non governative, convocati dalla presidenza francese di turno del G20 il 25 luglio 2011, hanno proposto le soluzioni più adatte per far fronte alla crisi del Corno d'Africa, anche se forte è stato il rammarico del presidente della Fao, Jacques Diouf, quando ha affermato: «Reagiamo solo quando c'è un'emergenza» e ha poi chiesto un «aiuto massiccio e urgente» che, alla vigilia del vertice, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, aveva quantificato in 1,6 miliardi di dollari;

gli impegni concreti, però, sono rimasti nel vago o ben al di sotto del necessario. Infatti, secondo l'ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu, per coprire i bisogni del Kenya, della Somalia, dell'Etiopia e di Gibuti - valutati in 1,9 miliardi di dollari per il 2011 - mancano ancora 1,14 miliardi di dollari;

secondo molte organizzazioni non governative, invece, si è trattato di una conferenza «inesistente per lo scarso impegno delle economie più ricche e potenti», fumo negli occhi, secondo alcuni analisti africani, in quanto il business degli aiuti, hanno affermato, perpetua la dipendenza dei Paesi che non hanno risorse appetibili ai grandi capitali internazionali e che, invece, necessiterebbero di un piano di rilancio durevole dell'agricoltura locale;

ad aggravare la situazione ci sono state anche impreviste difficoltà logistiche a far arrivare gli aiuti umanitari, soprattutto in Somalia: un primo velivolo dell'agenzia dell'Onu con 14 tonnellate di viveri ad alto valore nutrizionale sarebbe dovuto partire negli stessi giorni del vertice Fao da Nairobi, ma, per non meglio precisati problemi di dogana, il volo è stato rinviato ai giorni successivi. Altri aerei sarebbero dovuti partire successivamente per Mogadiscio, per la città etiope di Dolo e quella keniota di Wajir, lungo la frontiera con la Somalia;

anche per le organizzazioni umanitarie si è reso impossibile l'accesso al Paese per l'opposizione dei miliziani di Al Shabaab, attualmente in aperta guerra con il Governo federale transitorio, anche se alla fine hanno acconsentito all'accesso delle stesse; la Somalia è il Paese più colpito e minacciato: un terzo della popolazione, circa 2,85 milioni di persone hanno bisogno urgente di aiuti umanitari. Diversi fattori hanno contribuito a rendere tale situazione ancora più precaria e pesante: una guerra ventennale che, come conseguenza, ha procurato il più massiccio esodo di profughi al mondo; la peggiore siccità degli ultimi 60 anni, in conseguenza della quale si è verificato il crollo della produzione agricola; l'aumento dei prezzi dei generi alimentari che ha reso costose le già poche provviste a disposizione; infine, la crisi economica mondiale che fatto collateralmente diminuire i fondi destinati alle organizzazioni umanitarie, anche perché si tratta di un Paese dove infuria la guerra, dove vige una situazione di anarchia e di conflitto da 20 anni, dove, oggi, ogni giorno più di tremila somali affluiscono dalle frontiere del Paese verso l'Etiopia e il Kenya;

gli aiuti della comunità internazionale si stanno concentrando comunque nei campi profughi al confine con il Kenya, in particolare il campo di Dadaab, il campo profughi più grande del mondo in territorio kenyota, quotidianamente alimentato da gente che arriva dal sud Somalia; in Etiopia, in particolare, sono 4,5 milioni le persone in stato di bisogno, soprattutto a Sud-Est, ma anche in altre zona più a Ovest, nelle diocesi di Soddo Osanna e Awassa. Inoltre, stanno arrivando centinaia di profughi dalla Somalia che si concentrano soprattutto nel campo di Dolo Odo, in Etiopia meridionale;

il nostro Paese si è attivato facendo partire un cargo della cooperazione italiana dal deposito umanitario delle Nazioni Unite a Brindisi con arrivo a Nairobi; a bordo del velivolo sono state imbarcate oltre 40 tonnellate di generi alimentari, quali riso, mais, olio vegetale, farina, zucchero, legumi e latte a lunga conservazione per contribuire a sostenere le oltre 440 mila persone presenti nei sovraffollati campi di Dadaab, stante la difficoltà di poter raggiungere direttamente i territori somali;

la comunità internazionale, però, continua ad avere difficoltà - nonostante le buone intenzioni - ad avviare il ponte aereo di aiuti alimentari del Programma alimentare mondiale per la Somalia, mentre le derrate alimentari ferme in Kenya dovrebbero essere depositate sulle piste dell'aeroporto di Mogadiscio e prese in consegna dagli uomini del fragile Governo di transizione somalo;

il 2 agosto 2011 si è svolta, presso la Commissione affari esteri del Senato l'audizione del vice direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, Amir Abdulla, che ha riferito sul massiccio intervento di emergenza dell'agenzia nella regione del Corno d'Africa. L'audizione ha coinciso con l'annuncio di un impegno dell'Italia per 3,5 milioni di euro alle operazioni del Programma alimentare mondiale in quell'enorme regione;

anche la III Commissione (affari esteri) della Camera dei deputati si è espressa sulla grave situazione in atto nel Corno d'Africa attraverso l'approvazione unanime di una risoluzione che riflette quanto già espresso in premessa;

anche il Papa è intervenuto chiedendo una mobilitazione internazionale che affronti immediatamente questa tragica emergenza umanitaria; in Kenya, oltre 3,2 milioni di persone sono colpite dalla carestia, soprattutto nel nord del Paese,
impegna il Governo:
ad adottare tutte le iniziative utili al rafforzamento dei processi di pace, soprattutto nella regione somala, e ad affrontare la grave carestia che interessa l'area con aiuti umanitari ancora più consistenti, nella direzione di quanto evidenziato in sede Fao;

a contribuire, tenendo presente che la siccità e la carestia nel Corno d'Africa rappresentano un problema endogeno e una condizione che si ripete tutti gli anni, alla realizzazione di progetti di sostegno all'agricoltura e ai sistemi di irrigazione, in grado di aiutare l'aumento della produzione e di diversificare il sostentamento con altre attività.

(1-00705)
«Evangelisti, Leoluca Orlando, Donadi, Borghesi, Di Stanislao».