ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00644

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 481 del 06/06/2011
Abbinamenti
Atto 1/00631 abbinato in data 06/06/2011
Atto 1/00646 abbinato in data 06/06/2011
Atto 1/00648 abbinato in data 06/06/2011
Firmatari
Primo firmatario: REGUZZONI MARCO GIOVANNI
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 06/06/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CROSIO JONNY LEGA NORD PADANIA 06/06/2011
MOLTENI NICOLA LEGA NORD PADANIA 06/06/2011
GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD PADANIA 06/06/2011
DOZZO GIANPAOLO LEGA NORD PADANIA 06/06/2011
RIVOLTA ERICA LEGA NORD PADANIA 06/06/2011
D'AMICO CLAUDIO LEGA NORD PADANIA 06/06/2011
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD PADANIA 06/06/2011
MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA 06/06/2011
FUGATTI MAURIZIO LEGA NORD PADANIA 06/06/2011


Stato iter:
07/06/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/06/2011
Resoconto FUGATTI MAURIZIO LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 06/06/2011
Resoconto PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO GOVERNO 07/06/2011
Resoconto CESARIO BRUNO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 07/06/2011
Resoconto PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Resoconto NARDUCCI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PEZZOTTA SAVINO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Resoconto MARANTELLI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MOLTENI NICOLA LEGA NORD PADANIA
Resoconto BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ZACCHERA MARCO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto VENTUCCI COSIMO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 07/06/2011
Resoconto CESARIO BRUNO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/06/2011

DISCUSSIONE IL 06/06/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 06/06/2011

DISCUSSIONE IL 07/06/2011

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 07/06/2011

VOTATO PER PARTI IL 07/06/2011

ACCOLTO IL 07/06/2011

PARERE GOVERNO IL 07/06/2011

APPROVATO IL 07/06/2011

CONCLUSO IL 07/06/2011

Atto Camera

Mozione 1-00644
presentata da
MARCO GIOVANNI REGUZZONI
testo di
lunedì 6 giugno 2011, seduta n.481

La Camera,
premesso che:
a partire dal 2008 il manifestarsi della crisi economica internazionale ha evidenziato i forti elementi di fragilità e ingovernabilità della dimensione finanziaria che ha portato a sforzi significativi, tuttora in atto, per rendere più trasparenti i mercati dei servizi bancari e finanziari a livello globale;
già nel vertice G20 di Londra del 2 aprile 2009 era stato deciso di porre fine sostanzialmente all'istituto del segreto bancario, autorizzando l'Ocse a pubblicare l'elenco dei cosiddetti paradisi fiscali e mettendo conseguentemente a punto una serie di sanzioni mirate;
la Svizzera è risultata inclusa nella cosiddetta «lista grigia», quale Paese che ha formalmente accettato di collaborare nel rispetto delle regole di trasparenza finanziaria dell'Ocse, ma che poi nella sostanza sembra non avere concretamente attuato le misure richieste;
nel medesimo contesto di crisi finanziaria il nostro Paese, per favorire al massimo il rientro di capitali italiani depositati all'estero, ha messo a punto nel 2009 la normativa comunemente nota come «scudo fiscale», che tuttavia all'atto della sua concreta applicazione ha presentato alcuni punti problematici, in particolare per quel che riguarda i lavoratori frontalieri;
a ciò si sono aggiunti alcuni provvedimenti amministrativi che sono stati interpretati come lesivi da parte della Confederazione elvetica, ed in particolare dai Cantoni confinanti con lo Stato italiano, quale lo Stato del Canton Ticino: il cosiddetto fisco velox e alcune ispezioni selettive alle filiali italiane di istituti bancari svizzeri, oltre a quelle che ai firmatari del presente atto di indirizzo appaiono improvvide dichiarazioni di esponenti di Governo che hanno paragonato la piazza finanziaria di Lugano a paradisi fiscali come le isole Cayman, passi che hanno causato tensioni nei rapporti diplomatici tra i due Paesi, culminati con la convocazione dell'ambasciatore italiano a Berna da parte del Ministro degli esteri svizzero per esprimere sorpresa per le azioni compiute;
successivamente tali provvedimenti sono stati mitigati e sia l'Agenzia delle entrate che esponenti di Governo hanno chiaramente affermato la volontà di non penalizzare in alcun modo i lavoratori frontalieri, adottando tutti i provvedimenti necessari ad un'applicazione corretta dello «scudo» a questa particolare categoria di lavoratori;
il dialogo Italia-Svizzera contempla oggi la necessità di una revisione della convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni, sulla base dell'evoluzione dei modelli Ocse in materia. La Convenzione oggi in vigore, risalente al 1978, contiene l'esplicito divieto di scambiare tra le due amministrazioni fiscali informazioni suscettibili di rivelare segreti bancari, industriali o professionali. A livello bancario, ad oggi, questa clausola non potrebbe essere più rinnovata;
per la Confederazione elvetica la revisione del trattato sulle doppie imposizioni viene inserito in un più vasto quadro di rapporti bilaterali, che rimettono in discussione anche l'accordo tra l'Italia e la Svizzera relativo alla imposizione dei lavoratori frontalieri ed alla compensazione finanziaria a favore dei comuni italiani di confine, firmato a Roma il 3 ottobre 1974. L'accordo prevede che l'imposizione sui redditi dei lavoratori italiani frontalieri maturati in Svizzera sia in parte versata dalla stessa Confederazione elvetica ai comuni italiani di confine, quale compensazione delle spese sostenute dai comuni italiani in relazione alla residenza dei frontalieri sul loro territorio;
tale compensazione è oggi assestata al 38,8 per cento dell'ammontare lordo delle imposte sulle remunerazioni dei frontalieri italiani, tra le più alte riconosciute dalla Svizzera a fronte di ristorni molto inferiori previsti da analoghi accordi bilaterali con Austria e Germania;
ad oggi sono più di 50.000 i lavoratori italiani che ogni giorno si recano in Svizzera per svolgere la propria attività lavorativa, partendo dai comuni di frontiera della Lombardia e del Piemonte, apportando un contributo indispensabile all'economia elvetica, in particolare quella del Canton Ticino; si osserva, in particolare, che anche negli ultimi due anni di crisi internazionale questo trend è cresciuto di almeno 2000 unità, segno che l'apporto delle professionalità italiane, spesso di alto livello di specializzazione, è sostanziale per il dinamismo dell'economia Svizzera;
la lingua, la storia, i costumi, le radici culturali hanno accomunato nei secoli gli abitanti del Canton Ticino con quelli delle province del Verbano Cusio Ossola, di Como, di Varese e di Sondrio, generando un'area omogenea che travalica i confini amministrativi tra Svizzera ed Italia. Ciò implica che il deterioramento delle relazioni fra Italia e Svizzera si ripercuote direttamente ed in modo preponderante sulle comunità locali transfrontaliere lombarde, piemontesi e ticinesi, oltre che dei cantoni Vallese e Grigioni;
i rapporti economici tra i due Stati non si riducono esclusivamente al fenomeno del frontalierato, ma sono fatti di rapporti economici, sociali e commerciali fitti, quotidiani e di rapporti fiduciari ormai consolidati con il sistema bancario elvetico; in quest'ottica, inoltre, conformemente a quanto stabilito dalla convenzione di Madrid del 1980 sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività ed autorità territoriali, è stata costituita la comunità di lavoro Regio Insubrica, formata dagli enti locali e dalle autonomie delle province padane e del Canton Ticino;
dopo le recenti elezioni cantonali del Ticino, seppure i toni in campagna elettorale siano stati particolarmente accesi, come è pienamente legittimo in un sistema democratico in cui vigono libertà di espressione e di opinione, nessun atto concreto e nessuna dichiarazione di intenti lascia intendere la volontà di penalizzare concretamente i lavoratori frontalieri da parte di autorità elvetiche, e anzi all'indomani dei risultati elettorali l'ufficio presidenziale della comunità di lavoro Regio Insubrica ha adottato formalmente una dichiarazione contenente l'impegno ad un dialogo franco e costruttivo, in uno spirito di comprensione e collaborazione reciproca e alla ricerca di soluzioni condivise, a testimonianza di come il dialogo tra le comunità locali sia continuo, positivo e attento molto più di quanto non avvenga tra le rispettive capitali;
oggi la Svizzera, che ha un prodotto interno lordo pro capite tra i più alti d'Europa e un'economia fiorente e solida, è Paese membro degli accordi di Schengen sulla libera circolazione ed è allineata alla normativa comunitaria in base agli accordi bilaterali con l'Unione europea, non può subire un trattamento finanziario penalizzante da parte di uno dei suoi partner più stretti ed affini come l'Italia;
ad oggi permangono dubbi e sospetti fra le parti interessate a causa dell'assenza di congrue iniziative diplomatiche volte a ricondurre le relazioni tra Stato italiano e Confederazione elvetica nell'alveo degli storici ottimi e proficui rapporti bilaterali,
impegna il Governo:
ad intraprendere le necessarie iniziative con il Governo della Confederazione elvetica al fine di riaprire un proficuo dialogo sulle tematiche fiscali a tutela delle migliaia di lavoratori frontalieri che ogni giorno si recano in Svizzera per lavorare onestamente, costituendo per la Svizzera una ricchezza;
a riprendere al più presto il negoziato sulla nuova convenzione fiscale per evitare la doppia imposizione sul reddito e sulla sostanza, formulando e discutendo in quella sede le legittime richieste d'interesse del nostro Paese;
a porre in essere tutte le iniziative per la ridefinizione tra Italia e Svizzera in materia di lavoro transfrontaliero, fermo restante la validità degli accordi in materia di ristorni fiscali ai comuni di frontiera, adeguandola alle giuste esigenze di reciprocità;
ad adoperarsi, nelle opportune sedi internazionali, affinché la Confederazione elvetica possa essere esclusa dalla cosiddetta black list in relazione al concreto rispetto delle regole sulla trasparenza finanziaria.
(1-00644) «Reguzzoni, Crosio, Nicola Molteni, Giancarlo Giorgetti, Dozzo, Rivolta, D'Amico, Simonetti, Montagnoli».