ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00624

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 465 del 18/04/2011
Abbinamenti
Atto 1/00567 abbinato in data 19/04/2011
Firmatari
Primo firmatario: TABACCI BRUNO
Gruppo: MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Data firma: 18/04/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MOSELLA DONATO RENATO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 18/04/2011
PISICCHIO PINO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 18/04/2011
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 18/04/2011


Stato iter:
19/04/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 19/04/2011
Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/04/2011
Resoconto PISICCHIO PINO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO UNIONE DI CENTRO
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto MAGGIONI MARCO LEGA NORD PADANIA
Resoconto GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PESCANTE MARIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/04/2011

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 19/04/2011

ACCOLTO IL 19/04/2011

PARERE GOVERNO IL 19/04/2011

DISCUSSIONE IL 19/04/2011

APPROVATO IL 19/04/2011

CONCLUSO IL 19/04/2011

Atto Camera

Mozione 1-00624
presentata da
BRUNO TABACCI
testo di
lunedì 18 aprile 2011, seduta n.465

La Camera,
premesso che:
l'Italia è emblematicamente rappresentata, per sempre, dal titolo del discorso pronunciato da Alcide de Gasperi il 21 aprile 1954 a Parigi, alla conferenza parlamentare europea, intitolato «la nostra patria Europa»;
il popolo italiano si riconosce nel dovere di essere «tutti ugualmente preoccupati del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra patria Europa»;
in questo momento critico per il dramma mediterraneo che investe l'Europa nella sua interezza per il tramite dell'Italia e degli altri paesi rivieraschi, la patria Europa deve richiamare la consapevolezza del suo patrimonio spirituale e morale, giacché l'Unione «si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà e si basa sui principi di democrazia e dello Stato di diritto», come è affermato nel preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
purtuttavia, nella gestione burocratica si ravvisano problematiche insidiose alle quali contrapporre tempestivamente misure che siano l'espressione più autentica dello spirito europeo;
nell'Unione europea 23 lingue diverse detengono, con pari dignità, il crisma dell'ufficialità e testimoniano, nella loro equiordinazione, la condivisione, la legittimazione dei principi, dei doveri, dei sentimenti di unità dei diritti fondamentali che precedono e superano, nel riconoscerli e rispettarli, i confini degli Stati;
nel contesto delle cosiddette «lingue di lavoro», cioè quelle utilizzate comunemente nella circolazione dei documenti di lavoro, è andata formandosi una supremazia di fatto dell'inglese e del francese e più di recente, e in parte minore, della lingua tedesca;
alle esigenze di funzionamento possono associarsi non già giustificazioni ma sospetti di una supremazia politica;
il Parlamento europeo, com'è noto, si avvale di un numero cospicuo di interpreti, intorno alle 4000 unità, con un costo di quasi 1 miliardo di euro all'anno;
la traduzione, com'è altrettanto noto, talvolta induce involontarie questioni di interpretazione dei documenti ufficiali della comunità, forieri di conseguenze di diritto giurisdizionale che intaccano i principi di unità;
la questione dell'uso delle lingue di lavoro è risalente nel tempo e dunque porta con sé la pesantezza dei problemi irrisolti;
di volta in volta, sono state avanzate proposte di rendere la lingua inglese, ovvero l'esperanto, ovvero il latino, l'unica lingua di lavoro dell'Unione europea;
si deve convenire sul fatto che è arrivato il momento di definire la questione nell'interesse dello spirito comunitario, anche alla luce di certe intempestive e contestate prese di distanza dalla logica europeista, sia di tipo tattico, sia di tipo politico, le une e le altre da fronteggiare in campo aperto, al cospetto dell'opinione pubblica del nostro Paese e di tutti paesi d'Europa,
impegna il Governo
a non aprire un fronte dell'intransigenza che costituisca campo di battaglia tra le diverse lingue europee e che rischierebbe di far soccombere l'idea di Europa come patria comune;
a collocare la lingua italiana e la sua promozione nel quadro di una strategia internazionale che ambisca alla tutela del patrimonio linguistico secondo lo spirito della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
a ricercare soluzioni nel campo del regime linguistico dell'Unione europea basate sul principio della non discriminazione, anche sotto un profilo economico, per i cittadini e le imprese;
ad impegnarsi in favore di proposte inclusive e condivise, radicate in un autentico spirito europeistico;
a valorizzare in tale contesto le radici linguistiche latine, mettendo a disposizione di ogni paese il patrimonio di storia e di conoscenza che, tipicamente, appartengono alla tradizione italiana;
ad ispirarsi con spirito costruttivo ai valori contenuti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea per ricercare adeguate soluzioni in materia di regime linguistico europeo.
(1-00624) «Tabacci, Mosella, Pisicchio, Brugger».