ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00567

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 438 del 23/02/2011
Abbinamenti
Atto 1/00624 abbinato in data 19/04/2011
Firmatari
Primo firmatario: PESCANTE MARIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 23/02/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 23/02/2011
MAGGIONI MARCO LEGA NORD PADANIA 23/02/2011
BUTTIGLIONE ROCCO UNIONE DI CENTRO 23/02/2011
RONCHI ANDREA FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA 23/02/2011
RAZZI ANTONIO INIZIATIVA RESPONSABILE (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE) 23/02/2011
PORCINO GAETANO ITALIA DEI VALORI 23/02/2011
PINI GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 23/02/2011
FARINONE ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 23/02/2011
FORMICHELLA NICOLA POPOLO DELLA LIBERTA' 23/02/2011
SCALIA GIUSEPPE FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA 23/02/2011
DELL'ELCE GIOVANNI POPOLO DELLA LIBERTA' 23/02/2011
FUCCI BENEDETTO FRANCESCO POPOLO DELLA LIBERTA' 23/02/2011
NICOLUCCI MASSIMO POPOLO DELLA LIBERTA' 23/02/2011
GOTTARDO ISIDORO POPOLO DELLA LIBERTA' 23/02/2011
CENTEMERO ELENA POPOLO DELLA LIBERTA' 23/02/2011
CONSIGLIO NUNZIANTE LEGA NORD PADANIA 23/02/2011
BIANCOFIORE MICHAELA POPOLO DELLA LIBERTA' 19/04/2011
FRASSINETTI PAOLA POPOLO DELLA LIBERTA' 19/04/2011


Stato iter:
19/04/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/04/2011
Resoconto PESCANTE MARIO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 11/04/2011
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
Resoconto GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 11/04/2011
Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
PARERE GOVERNO 19/04/2011
Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/04/2011
Resoconto PISICCHIO PINO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO UNIONE DI CENTRO
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto MAGGIONI MARCO LEGA NORD PADANIA
Resoconto GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PESCANTE MARIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 07/04/2011

ATTO MODIFICATO IL 11/04/2011

DISCUSSIONE IL 11/04/2011

ACCOLTO IL 11/04/2011

PARERE GOVERNO IL 11/04/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 11/04/2011

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 19/04/2011

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/04/2011

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 19/04/2011

ACCOLTO IL 19/04/2011

PARERE GOVERNO IL 19/04/2011

DISCUSSIONE IL 19/04/2011

APPROVATO IL 19/04/2011

CONCLUSO IL 19/04/2011

Atto Camera

Mozione 1-00567
presentata da
MARIO PESCANTE
testo di
mercoledì 23 febbraio 2011, seduta n.438

La Camera,
premesso che:
si registrano numerose e crescenti violazioni del regime linguistico dell'Unione europea, in contrasto con il principio di non discriminazione in base alla nazionalità e quindi alla lingua, di cui all'articolo 18 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e in violazione del regolamento del Consiglio n. 1 del 1958;
è, infatti, crescente il ricorso, sia nelle prassi interne delle istituzioni dell'Unione europea sia nella disciplina di specifici istituti giuridici, ad inglese, francese e tedesco quali lingue di lavoro o di comunicazione con gli Stati membri e i loro cittadini;
tali pratiche determinano un'ingiustificata discriminazione a vantaggio dei membri e dei funzionari delle istituzioni dell'Unione europea provenienti dai Paesi aventi quale lingua madre inglese, francese e tedesco e dei relativi cittadini ed imprese e a danno di quelli provenienti dagli altri Stati membri;
l'affermazione del trilinguismo appare, inoltre, suscettibile di incidere negativamente sul ruolo dell'Italia nel processo di integrazione europea e sulla competitività del sistema produttivo italiano, che è costretto a sostenere costi di traduzione ulteriori rispetto alle imprese dei Paesi che utilizzano una delle tre lingue in questione;
relativamente al funzionamento interno delle strutture amministrative delle istituzioni europee, le esigenze di riduzione dei costi di traduzione e di semplificazione possono giustificare il ricorso ad una o due lingue veicolari, quali l'inglese e, in alcuni ambiti, il francese;
il ricorso ad inglese, francese e tedesco appare, invece, del tutto ingiustificato anche sul piano pratico, essendo esso fonte di costi di traduzione e interpretariato non necessari ad assicurare l'efficace funzionamento delle istituzioni dell'Unione europea;
tali costi sono, peraltro, interamente a carico del bilancio dell'Unione europea, finanziato da tutti gli Stati membri, configurando un ulteriore elemento di iniquità;
è di particolare gravità in questo contesto la trasmissione alle amministrazioni dei Parlamenti nazionali di comunicazioni dell'amministrazione del Parlamento europeo redatte in inglese, francese e tedesco. L'uso di tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea, oltre a rispondere a precisi obblighi imposti dal Trattato, è un presupposto imprescindibile per sviluppare ulteriormente, su un piano di parità, le relazioni tra le istituzioni dell'Unione europea ed i Parlamenti nazionali, nonché per consolidare la cooperazione interparlamentare;
anche nell'attività amministrativa e di documentazione del Parlamento europeo è, peraltro, crescente il ricorso di fatto alle tre lingue sopra indicate, a fronte di una prassi consolidata che prevedeva per evidenti esigenze di semplificazione e contenimento dei costi l'utilizzo delle lingue veicolari inglese e francese. Persino il sito intranet del Parlamento europeo include dal 2009 quali lingue di navigazione l'inglese, il francese e il tedesco;
la Camera ha in più occasioni, da ultimo nella risoluzione Pescante ed altri (n. 6-00043), approvata il 13 luglio 2010, impegnato il Governo ad opporsi ai tentativi di imporre inglese, francese e tedesco quali «lingue di lavoro» di altre istituzioni ed organi dell'Unione europea;
con documento finale approvato il 22 dicembre 2010, la Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati ha espresso una valutazione fermamente contraria sulla proposta di regolamento relativa al regime di traduzione del brevetto dell'Unione europea (COM(2010)350 def), in quanto essa prevede che il brevetto unico sia richiesto e rilasciato esclusivamente in inglese, francese o tedesco;
l'illegittimità del trilinguismo è stata, per alcuni profili, riconosciuta nella sentenza resa nella causa T-205/07, il 3 febbraio 2011, dal tribunale dell'Unione europea, che, accogliendo un ricorso dell'Italia, ha annullato un invito a manifestare interesse per la costituzione di un elenco di candidati ai fini dell'assunzione di agenti contrattuali delle istituzioni europee, pubblicato dall'Ufficio di selezione del personale dell'Unione europea (Epso) nelle lingue tedesca, inglese e francese. La sentenza ha, infatti, dichiarato che la pubblicazione dell'invito nelle sole tre lingue in questione costituisce una discriminazione fondata sulla lingua tra i potenziali candidati, contraria al diritto dell'Unione europea;
occorre che l'Italia elabori una strategia organica e coerente per la tutela e la promozione della lingua italiana nell'Unione europea, nonché in altre organizzazioni internazionali e sovranazionali;
a questo scopo è necessario ed urgente che i membri italiani delle istituzioni ed organi dell'Unione europea contrastino con forza ogni tentativo di violazione del regime linguistico previsto dai Trattati,
impegna il Governo:
a contrastare con intransigenza ogni tentativo di violazione del regime linguistico delle istituzioni dell'Unione europea e di marginalizzazione della lingua italiana, ricorrendo, ove necessario, anche agli strumenti giurisdizionali disponibili;
a definire, in stretto raccordo con le Camere, una strategia organica per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea;
ad opporsi, in particolare, al tentativo di affermare il ricorso alle sole lingue inglese, francese e tedesco nel funzionamento, anche al solo livello amministrativo, di ogni istituzione ed organo dell'Unione europea e a valutare l'opportunità di utilizzare un criterio oggettivo che, limitando le lingue di lavoro entro un numero massimo di sei, tenga conto del numero effettivo di parlanti all'interno dell'Unione europea;
a sostenere, nei casi in cui le esigenze di riduzione dei costi e di miglior funzionamento delle strutture amministrative delle istituzioni ed organi dell'Unione europea lo giustifichino ed il criterio precedentemente esposto non venga recepito, il ricorso, oltre alla lingua della presidenza di turno, alla sola lingua inglese, in quanto lingua veicolare di gran lunga più diffusa a livello europeo e globale, ed eventualmente alla lingua francese, se compatibile con le predette esigenze;
a concordare, con altri Paesi che sarebbero gravemente penalizzati, al pari dell'Italia, dall'adozione del trilinguismo, tutte le iniziative appropriate per assicurare il rispetto del principio della pari dignità delle lingue ufficiali dell'Unione europea.
(1-00567)
«Pescante, Gozi, Maggioni, Buttiglione, Ronchi, Razzi, Porcino, Pini, Farinone, Formichella, Scalia, Dell'Elce, Fucci, Nicolucci, Gottardo, Centemero, Consiglio, Biancofiore, Frassinetti».