ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00556

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 427 del 01/02/2011
Abbinamenti
Atto 1/00540 abbinato in data 01/02/2011
Atto 1/00544 abbinato in data 01/02/2011
Atto 1/00546 abbinato in data 01/02/2011
Atto 1/00549 abbinato in data 01/02/2011
Atto 1/00550 abbinato in data 01/02/2011
Atto 1/00552 abbinato in data 01/02/2011
Atto 1/00555 abbinato in data 01/02/2011
Firmatari
Primo firmatario: LO MONTE CARMELO
Gruppo: MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Data firma: 01/02/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 01/02/2011
LATTERI FERDINANDO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 01/02/2011
LOMBARDO ANGELO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 01/02/2011
MISITI AURELIO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 01/02/2011
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 01/02/2011


Stato iter:
01/02/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 01/02/2011
Resoconto VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 01/02/2011
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 01/02/2011
Resoconto VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 01/02/2011
Resoconto FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO
Resoconto CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI
Resoconto RAISI ENZO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA
Resoconto BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MORONI CHIARA FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
 
DICHIARAZIONE VOTO 01/02/2011
Resoconto MOSELLA DONATO RENATO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto POLIDORI CATIA INIZIATIVA RESPONSABILE (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
Resoconto CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI
Resoconto RAISI ENZO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO
Resoconto BACCINI MARIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA
Resoconto VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VIGNALI RAFFAELLO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 01/02/2011
Resoconto VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 01/02/2011

DISCUSSIONE IL 01/02/2011

VOTATO PER PARTI IL 01/02/2011

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 01/02/2011

ACCOLTO LIMITATAMENTE AL DISPOSITIVO IL 01/02/2011

PARERE GOVERNO IL 01/02/2011

APPROVATO IL 01/02/2011

CONCLUSO IL 01/02/2011

Atto Camera

Mozione 1-00556
presentata da
CARMELO LO MONTE
testo di
martedì 1 febbraio 2011, seduta n.427

La Camera,
considerato che:
le PMI ormai occupano un ruolo rilevante nel tessuto economico e sociale nell'ambito dell'Unione europea e la loro importanza viene posta in rilievo per il peso che esse hanno sull'occupazione, l'innovazione, la concorrenza;
da un'indagine svolta in piena crisi economica l'81,2 per cento delle piccole e medie imprese del Sud, che costituiscono la parte prevalente del tessuto economico meridionale, ha dichiarato di ritenersi coinvolto dalla stessa. Le difficoltà hanno riguardato, in particolare: la diminuzione delle vendite - l'aumento dei prezzi praticati dai fornitori - l'accesso al credito. Di riflesso, l'andamento degli investimenti delle stesse imprese ha fatto registrare una flessione del 90 per cento: in controtendenza solo l'8,5 per cento delle imprese si è dichiarata propensa ad investire. Da ciò l'abbassamento del livello di competitività delle PMI meridionali nei confronti della concorrenza nazionale ed internazionale;
la mancanza di risposte da parte dei vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni ed il ristagno degli effetti della crisi economica hanno inibito, fino ad oggi, gli investimenti delle PMI del Sud in innovazione e ricerca: solo l'8,6 per cento di queste ha introdotto delle innovazioni di processo, di prodotto ed organizzative, con prevalenza delle imprese dei servizi, rispetto a quelle operanti nel commercio, le più «prudenti» ad investire in quei settori;
sul versante degli interventi strutturali, quelli ritenuti più importanti ed urgenti da parte delle PMI meridionali sono: le agevolazioni finanziarie (per l'85 per cento delle imprese); la realizzazione o il miglioramento di infrastrutture di trasporto, quali strade e autostrade (per il 75,8 per cento), ferrovie (per il 69,0 per cento) ed aeroporti (per il 59,9) il miglioramento della sicurezza del territorio (per il 69,1 per cento);
i mutamenti verificatisi nei principali mercati nazionali ed internazionali, anche in conseguenza dell'introduzione di nuove tecnologie, hanno reso inevitabile l'adozione da parte delle imprese, anche quelle di piccola dimensione, più attente alle sfide della crescente competizione internazionale, di strategie di diversificazione, che si traducono in strutture organizzative differenziate;
di contro, le piccole imprese del Mezzogiorno non hanno ancora attivato se non in un limitato numero di casi - quei sistemi di rete o di distretto che consentono alle imprese di dimensioni similari del Centro-Nord di ottenere significativi vantaggi di produttività ed «economie di agglomerazione»;
per quanto riguarda i vantaggi connessi all'agglomerazione territoriale, è noto che operare in un territorio ben definito agevola il radicarsi, in quello stesso territorio, di un sistema di valori e regole condivise dalla comunità che agevola la cooperazione ed incrementa la competitività delle imprese;
in tale contesto occorre considerare la peculiarità del Mezzogiorno costituito da una miriade di piccole imprese produttive, artigiane e commerciali, che rappresentano il tessuto vitale e fragile di un territorio ove gli stessi fattori della produzione, come i costi energetici, i trasporti ed il sistema creditizio, costituiscono cause di diseconomia;
i fattori di contesto del Sud rendono difficoltoso l'accesso al credito anche delle imprese meritevoli, soprattutto quelle di piccola e media dimensione, che continuano a preferire come forma di finanziamento quello bancario, tralasciando quelle alternative costituite dalle risorse proprie, dal ricorso al mercato, dall'ampliamento del capitale di rischio sottoscritto da un partner finanziario, o, ancora, da una merchant bank. Infatti per quanto attiene le risorse proprie, occorre dire che al Sud le imprese, in grado di generare utili tali da riequilibrare la struttura finanziaria dell'azienda o da poter contare sull'apporto dei soci, rappresentano una quota modesta ed il ricorso ad un terzo nel capitale di rischio viene vissuto con molta riluttanza. La difficoltà di reperire risorse finanziarie poi è particolarmente sentita dalle PMI meridionali relativamente più giovani, legata anche alla scarsa cultura imprenditoriale degli intermediari finanziari che continuano a valutare l'affidabilità di un'azienda in funzione delle sue disponibilità patrimoniali, piuttosto che sulla base delle reali opportunità e capacità di fare impresa;
malgrado il quadro sopra delineato, i piccoli istituti di credito possono essere considerati gli attori della crescita economica locale;
quanto fino ad ora esposto risulta ancora più grave se si considera il livello della stretta creditizia che il sistema bancario sta attuando anche dopo l'accordo Basilea 3, nonostante il forte sostegno assicurato dal Governo a favore delle banche, a discapito del sistema imprenditoriale italiano ed in particolare di quello del Centro-Sud, circostanza che determina un aggravio della già precaria e sofferente condizione dell'imprenditoria meridionale, rese più inique da un'ulteriore riduzione (se non addirittura in una richiesta di rientro) del credito elargito ed in un aggravio del già marcato differenziale del costo del denaro tra Sud e Nord del Paese;
appare proiettata in un futuro incerto e poco definito la stessa previsione della Banca del Mezzogiorno che, ai sensi dell'articolo 2, comma 169, della Legge finanziaria 2010, ha tra i suoi fini istituzionali la promozione, in particolare, del credito alla piccole e medie imprese;
il rafforzamento della specializzazione produttiva ed il miglioramento della capacità di penetrazione sono indispensabili in mercati che non hanno più ambiti spaziali nazionali o europei, ma mondiali. Si preferisce creare alleanza e joint-venture, si delocalizza sia per contenere i costi di produzione, che per essere presenti sui mercati esteri, alla ricerca di un rafforzamento della competitività che può derivare da un processo di rigenerazione di quel capitale sociale locale, che nel tempo si è logorato. Si rende pertanto necessario porre in essere un processo di crescita che, a differenza di quanto avvenuto nel passato, non si realizzi attraverso un aumento della dimensione in senso verticale, ma orizzontale dell'impresa;
è ormai consolidato che la globalizzazione della competizione internazionale impone strutture snelle ed un più facile approccio a mercati diversamente posizionati da un punto di vista geografico e tecnologico. Molteplici studi evidenziano, inoltre, che le imprese operanti in «cluster» sono più competitive ed hanno maggiori possibilità di crescita rispetto ad imprese che operano in contesti isolati;
senza incidere sul bilancio pubblico, è possibile promuovere l'accesso al credito attraverso un'ottimizzazione dei processi, degli strumenti e delle risorse europee disponibili. Essa opererà come istituzione finanziaria di secondo livello, attraverso una rete di banche sul territorio che diverranno socie nonché utilizzando la rete degli sportelli di Poste Italiane. Con questa iniziativa si intende promuovere la responsabilità imprenditoriale e la cultura di mercato nelle PMI beneficiarie, abbandonando la logica dei contributi a fondo perduto. L'accesso ai finanziamenti si baserà infatti sulla valutazione del merito di credito da parte di istituzioni finanziarie, permettendo la selezione di imprese sane, efficienti e con prospettive di crescita;
di particolare rilevanza è anche la funzione antiusura svolta dai Confidi, nel gestire degli appositi fondi che permettono alle piccole imprese di rientrare nel canali legali del credito;
una recente ricerca dell'istituto «SRM-Studi e ricerche per il Mezzogiorno» evidenzia come i confidi meridionali siano molto meno efficienti rispetto a quelli centro settentrionali e che solo un numero limitatissimo di essi riuscirà a divertire intermediario finanziario a tutti gli effetti,
impegna il Governo:
compatibilmente con gli equilibri di bilancio a favorire l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese meridionali allocando le scarse risorse disponibili nei settori a più alto potenziale di domanda;
a favorire la crescita dimensionale media delle imprese meridionali, attraverso la creazione di reti e distretti d'impresa, la diffusione di consorzi per la ricerca e l'export, l'innovazione di prodotto, di processo e organizzativa, ed il rafforzamento della sinergia tra imprese;
a favorire l'accesso al credito alle imprese del Mezzogiorno, dando piena ed immediata attuazione al Piano per il Sud e rafforzando il sistema delle forme di garanzia collettiva dei fidi, quest'ultima anche come azione di contrasto al ricorso a forme alternative ed illegali di finanziamento, come l'usura, con conseguente riduzione del peso della criminalità sul sistema imprenditoriale, anche studiando la possibilità, a tal fine, di uno specifico fondo rivolto agli enti territoriali, regioni ed enti locali, ricadenti nelle aree dell'Obiettivo convergenza del regolamento (CE) n. 1083/2006, finalizzato all'attivazione, anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria, come i consorzi di garanzia collettiva dei fidi, atti ad assistere le imprese , con funzioni di accompagnamento al mercato, e di intermediazione informativa e formativa finalizzata;
ad assumere ogni iniziativa di competenza al fine di evitare che l'applicazione dell'accordo Basilea 3 penalizzi l'accesso al credito per piccole e medie imprese, nonché per le famiglie;
ad assumere iniziative volte a potenziare il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, dando piena attuazione all'articolo 11 del decreto-legge n. 185 del 2008, consentendo al Fondo di garantire non solo i singoli crediti ma portafogli di crediti, estendendo l'applicazione delle procedure automatiche di ammissione alla garanzia per le aziende che rispettino determinati parametri economico-finanziari, e rendendo più efficiente il rapporto con i Confidi;
a migliorare i tempi relativi al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, tempi particolarmente elevati soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese del Sud;
ad introdurre a regime, nell'ambito della riforma fiscale, forme di fiscalità di vantaggio per le piccole e medie imprese del Mezzogiorno, al fine di costituire reali condizioni di attrattività fondate sulla totale automaticità e su procedure che minimizzino i rischi connessi a scelte discrezionali;
ad assumere iniziative finalizzate ad azioni di miglioramento delle condizioni di sicurezza dei territori in cui si svolgono la vita civile e l'attività economica delle imprese meridionali, anche attraverso la lotta al racket e all'usura, piaghe assai diffuse nel tessuto della piccola e media impresa ove frequente è il ricorso al finanziamento esterno.
(1-00556) «Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Misiti, Brugger».