ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00539

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 423 del 25/01/2011
Abbinamenti
Atto 1/00512 abbinato in data 25/01/2011
Atto 1/00532 abbinato in data 25/01/2011
Atto 1/00534 abbinato in data 25/01/2011
Atto 1/00538 abbinato in data 25/01/2011
Firmatari
Primo firmatario: CALGARO MARCO
Gruppo: MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Data firma: 25/01/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TABACCI BRUNO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 25/01/2011
MOSELLA DONATO RENATO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 25/01/2011
PISICCHIO PINO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 25/01/2011
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 25/01/2011


Stato iter:
25/01/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 25/01/2011
Resoconto CARFAGNA MARIA ROSARIA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (PARI OPPORTUNITA')
 
DICHIARAZIONE VOTO 25/01/2011
Resoconto CALGARO MARCO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto POLIDORI CATIA INIZIATIVA RESPONSABILE (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
Resoconto MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI
Resoconto NAPOLI ANGELA FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto BINETTI PAOLA UNIONE DI CENTRO
Resoconto RIVOLTA ERICA LEGA NORD PADANIA
Resoconto AMICI SESA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LORENZIN BEATRICE POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI
Resoconto MUSSOLINI ALESSANDRA POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/01/2011

ACCOLTO IL 25/01/2011

PARERE GOVERNO IL 25/01/2011

DISCUSSIONE IL 25/01/2011

APPROVATO IL 25/01/2011

CONCLUSO IL 25/01/2011

Atto Camera

Mozione 1-00539
presentata da
MARCO CALGARO
testo di
martedì 25 gennaio 2011, seduta n.423

La Camera,

premesso che:

la violenza contro le donne è un fenomeno molto diffuso che non accenna a diminuire e tende, al contrario, a manifestarsi sotto diverse forme e modi: nella quotidianità, nella vita domestica e in circostanze particolari quali il cosiddetto «stupro di guerra»;


il gruppo di esperti che ha lavorato per il Consiglio d'Europa in occasione del Council of Europe - Group of specialists for combatting violence against women, Final Report of Activities, (Strasbourg, 1997), ha individuato alcune caratteristiche essenziali del fenomeno;


il citato rapporto informa preliminarmente che alcune forme di violenza, quali ad esempio lo stupro, la violenza domestica e l'incesto, si riscontrano in molte culture, mentre altre, quali le mutilazioni genitali e gli omicidi a causa della dote, sono tipiche di alcuni particolari contesti;


generalmente, la violenza usata contro le donne appare come un insieme di diverse tipologie di violenza: nel caso della violenza domestica, ad esempio, vengono di frequente esercitate insieme la violenza fisica, quella psicologica, quella sessuale e quella economica;


i dati sul fenomeno sono impressionanti: nel mondo sono 135 milioni le donne e le bambine che hanno subito mutilazioni genitali; 2 milioni le bambine che ogni anno subiscono mutilazioni genitali; in Francia sono 91 le donne che ogni anno muoiono assassinate dal proprio marito o compagno; l'80 per cento dei rifugiati e sfollati presenti nel mondo è rappresentato da donne sole o con i propri figli e queste donne sono spesso soggette ad ogni genere di molestia e violenza perpetrate nono solo durante il percorso verso il campo profughi ma anche nel campo stesso;


il femminicidio è la prima causa di morte delle donne in Europa e nel mondo; circa 60 milioni di donne sono sparite dalle statistiche demografiche perché vittime delle loro stesse famiglie, uccise deliberatamente o per negligenza, soltanto perché di sesso femminile;


dall'ultimo rapporto Eures-Ansa sull'omicidio volontario in Italia, si evidenzia come negli ultimi anni gli omicidi di donne abbiano subito un sostanziale aumento, passando dal 15,3 per cento del totale nel periodo 1992-1994 al 23,8 per cento del biennio 2007-2008;


in particolare, nel 2008 in un caso su quattro (il 24,1 per cento) la vittima è stata una donna, dato inferiore solo a quello del 2006 quando furono uccise 181 donne, pari al 29,4 per cento del totale;


nel Nord, dove prevalgono gli omicidi in famiglia, si è registrata la quota più alta di vittime di sesso femminile: 70, pari al 47,6 per cento delle 147 uccise nel 2008 in Italia, a fronte del 29,9 per cento al Sud (44 vittime) e del 22,4 per cento al Centro (33 vittime);


il rapporto Eures-Ansa sull'omicidio volontario in Italia mostra che il 70,7 per cento di omicidi aventi come vittime donne nel 2008 è avvenuto all'interno della famiglia: le donne più colpite sembrano essere le anziane (36 vittime, pari al 24,5 per cento del totale), con numerosi omicidi di coppia o pietatis causa, ma si è registrato un alto numero di vittime anche tra le giovani donne, uccise prevalentemente all'interno di rapporti di coppia, per ragioni passionali: il 21,8 per cento delle vittime di sesso femminile ha infatti tra i 25 e i 34 anni (32 vittime);


dai dati forniti dall'Istat sul fenomeno della violenza fisica e sessuale contro le donne, risalenti al 2006, emerge un quadro drammatico: le donne vittime di violenza sono 6.743.000, pari al 31,9 per cento; il 23,7 per cento ha subito violenze sessuali (5 milioni); il 18,8 per cento ha subito violenze fisiche (3.961.000); il 4,8 per cento ha subito stupri o tentati stupri (1 milione); il 18,8 per cento ha subito comportamenti persecutori (stalking) (2.770.000; 7.134.000 hanno subito violenza psicologica;


le donne subiscono violenze sia dai partner che da altri uomini: amici, parenti, datori e colleghi di lavoro, conoscenti e sconosciuti; il 21 per cento delle vittime ha subito la violenza sia in famiglia che fuori, il 22,6 per cento solo dal partner, il 56,4 per cento solo da altri uomini non partner; un terzo delle vittime subisce atti di violenza sia fisica che sessuale; inoltre, le vittime hanno subito, nella maggioranza dei casi, più episodi di violenza; la violenza ripetuta avviene più frequentemente da parte del partner (il 67,1 per cento contro il 52,9 per cento); un altro dato significativo riguarda i diversi autori della violenza da cui emerge che il rischio di subire uno stupro, piuttosto che un tentativo di stupro, è tanto più elevato quanto più è stretta la relazione tra autore e vittima; i partner, attuali ed ex, sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate e di alcuni tipi di violenza sessuale; il 69,7 per cento degli stupri, infatti, è opera di partner, il 55,5 per cento degli ex partner, il 14,3 per cento del partner attuale, il 17,4 per cento di un conoscente; solo il 6,2 per cento è stato opera di estranei;


tuttavia, il dato di gran lunga più impressionante è relativo alla circostanza per cui, nella quasi totalità dei casi, le violenze non sono denunciate; il fenomeno raggiunge livelli elevatissimi pari a circa il 96 per cento delle violenze da un non partner e il 93 per cento di quelle da partner; per gli stupri si arriva al 91,6 per cento e per i tentati stupri al 94,2 per cento;


a livello regionale alcuni dati vengono forniti dal Coordinamento dei centri antiviolenza e delle Case delle donne della regione Emilia-Romagna sulla base del progetto «Osservatorio regionale sulla violenza alle donne» in Emilia-Romagna: dal 1° gennaio 2010 al 31 ottobre 2010 sono state 2.277 le donne vittime di violenza accolte nei centri antiviolenza aderenti al Coordinamento dell'Emilia-Romagna; sul totale delle donne accolte, 1.461 sono di nazionalità italiana e 809 di nazionalità straniera. Nelle case rifugio per donne vittime di violenza sono state ospitate 101 donne e altrettanti minori, per un totale di 202 ospiti; rispetto allo scorso anno i dati sono stabili;


i centri antiviolenza e le case di accoglienza per donne maltrattate o violate svolgono un ruolo essenziale di sostegno e di primo intervento, oltre a garantire visibilità alla violenza al fine di far emergere il fenomeno nella sua estesa drammaticità e portata;


per far emergere dall'ombra questa drammatica situazione, il 25 novembre viene celebrata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita con la risoluzione n. 54/134 dalle Nazioni Unite nel 1999 al fine di sensibilizzare Governi, istituzioni e società civile; la data non è casuale: l'Onu, infatti, ha scelto questo giorno per commemorare la tragica vicenda delle tre sorelle Mirabal violentate, pugnalate e strangolate il 25 novembre del 1960, per ordine del dittatore Trujillo;


a fronte di un fenomeno che non sembra voler diminuire e segna, al contrario, un aumento delle richieste di aiuto e di gravità dei casi, occorre osservare che le risorse a sostegno dei centri antiviolenza rischiano di subire i tagli dovuti alla crisi; un adeguato sostegno a favore di chi aiuta le vittime è il primo atto di responsabilità sociale da parte dei governi locali e dal Governo nazionale,
impegna il Governo:

ad adottare ogni azione necessaria a sensibilizzare l'opinione pubblica, con particolare riferimento ai giovani, circa il drammatico fenomeno della violenza contro le donne;


a stanziare risorse e a promuovere iniziative dirette a garantire un adeguato sostegno e potenziamento dei centri antiviolenza e delle strutture di supporto a favore di donne maltrattate o violate;


a costruire un progetto educativo che, lungo tutto il percorso scolastico, preveda una complessiva educazione e formazione al rispetto della dignità di ogni persona umana in ogni situazione economica, sociale, psichica e fisica, ed in ogni momento della sua vita, con particolare riguardo alle situazioni di maggiore debolezza come la nascita, l'infanzia e l'età avanzata e grandissima attenzione all'uguaglianza e pari dignità tra i sessi;


a predisporre ogni azione possibile volta a prevenire casi di violenza nei confronti delle donne.

(1-00539)
«Calgaro, Tabacci, Mosella, Pisicchio, Brugger».