ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00503

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 399 del 22/11/2010
Abbinamenti
Atto 1/00436 abbinato in data 22/11/2010
Atto 1/00441 abbinato in data 22/11/2010
Atto 1/00496 abbinato in data 22/11/2010
Atto 1/00504 abbinato in data 22/11/2010
Firmatari
Primo firmatario: LO MONTE CARMELO
Gruppo: MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Data firma: 22/11/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 22/11/2010
LATTERI FERDINANDO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 22/11/2010
LOMBARDO ANGELO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 22/11/2010
MISITI AURELIO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 22/11/2010
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 22/11/2010


Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 22/11/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 22/11/2010

Atto Camera

Mozione 1-00503
presentata da
CARMELO LO MONTE
testo di
lunedì 22 novembre 2010, seduta n.399

La Camera,

premesso che:

la missione del servizio pubblico generale radiotelevisivo, così come previsto nel contratto nazionale di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai, trova fondamento nei principi posti dalla Costituzione e dall'Unione europea con la «direttiva tv senza frontiere» del 1989, e successive modificazioni, con il IX Protocollo sulla televisione pubblica allegato al Trattato di Amsterdam del 1993, con la Comunicazione della Commissione europea relativa all'applicazione delle norme sugli aiuti di Stato al servizio pubblico di radiodiffusione;

tale mission è disciplinata dalla normativa nazionale legislativa e regolamentare in conformità ai predetti principi. In particolare, gli obblighi di servizio pubblico risultano definiti per il triennio 2010-2012 dall'insieme di tali fonti: dalla legge 31 luglio 1997, n. 249, dalla legge 3 maggio 2004, n. 112, dal testo unico e dal contratto di servizio, in coerenza con le linee guida emanate, d'intesa con il Ministero dello sviluppo economico, dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con delibera 614/09/CONS, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 614/09/CONS 26 novembre 2009, 614/09/CONS;

mentre in precedenza il contratto di servizio era vincolato ai contenuti individuati nella convenzione accessiva alla concessione, di cui era strumento negoziale integrativo, nell'attuale sistema normativo esso è vincolato direttamente dalla legge che ha puntualmente definito l'articolazione dei contenuti minimi del servizio pubblico, riservando alle linee guida approvate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, d'intesa con il Ministero dello sviluppo economico, il compito di fissare gli ulteriori obblighi del servizio pubblico generale radiotelevisivo, in relazione allo sviluppo dei mercati, al progresso tecnologico e alle mutate esigenze culturali, nazionali e locali;

tale procedimento fa sì che il contratto di servizio, pur essendo un atto paritetico tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai, debba essere inquadrato nel contesto di disposizioni precettive che lo vincolano;

del resto, la connotazione «pubblicistica» del contratto di servizio è in sintonia con la norma di cui all'articolo 1, comma 6, lettera b), n. 10, non abrogata dal Testo Unico, la quale stabilisce che la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi esprime parere obbligatorio entro trenta giorni «sul contratto di servizio con la concessionaria del servizio pubblico»;

secondo il quadro normativo vigente, inoltre, la potestà di rivolgere indirizzi alla società concessionaria del servizio pubblico è attribuita alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, mentre compete all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni accertare la mancata osservanza da parte della Rai degli indirizzi impartiti dalla predetta Commissione parlamentare. In riferimento alla materia della comunicazione politica e dell'informazione, il riparto di funzioni tra la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è confermato dalla legge 22 febbraio 2000, n. 28, sulla «par condicio»;

gli obiettivi del servizio pubblico, fissati dalla legge, possono essere ricondotti a tre grandi categorie: il mantenimento della coesione sociale, cui corrisponde il compito della massima diffusione sul territorio e della continuità nell'erogazione del servizio; la promozione culturale, che attiene al sostegno e alla difesa delle culture nazionali e della diversità culturale, cui corrisponde il compito della produzione di programmi distinti per contenuti e diretti a soddisfare le esigenze della totalità degli utenti; l'innovazione tecnologica, che attiene al ruolo del servizio pubblico nei nuovi media, sia allo scopo di contenere fenomeni di emarginazione sociale (il cosiddetto digital divide), sia per consentire l'introduzione e lo sviluppo di nuove tecnologie;

il ruolo del servizio pubblico è espressamente riconosciuto dal Trattato CE, in particolare all'articolo 16 e all'articolo 86, e dal Protocollo di Amsterdam, ad esso allegato, secondo il quale «il sistema di radiodiffusione pubblica negli Stati membri è direttamente collegato alle esigenze democratiche, sociali e culturali di ogni società, nonché all'esigenza di preservare il pluralismo dei mezzi di comunicazione»;

così l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha individuato i nove compiti prioritari del servizio pubblico: fornire ai cittadini una programmazione equilibrata e di qualità; rappresentare l'Italia in tutte le sue articolazioni territoriali, sociali e culturali; promuovere l'educazione e l'attitudine mentale all'apprendimento e alla valutazione; stimolare l'interesse per la cultura e la creatività, anche valorizzando il patrimonio artistico nazionale; garantire la fruizione gratuita dei contenuti di qualità; promuovere la conoscenza dell'Italia nel mondo e una non superficiale conoscenza del contesto internazionale in Italia; promuovere la diffusione dei principi costituzionali e la consapevolezza dei diritti di cittadinanza e la crescita del senso di appartenenza dei cittadini italiani all'Unione europea; rispecchiare la diversità culturale e multietnica nell'ottica dell'integrazione e della coesione sociale; estendere al maggior numero di cittadini i benefici delle nuove tecnologie, in un contesto innovativo e concorrenziale;

in tale contesto la Rai, pur muovendo da una regolamentazione legislativa comune a tutte le emittenti e a tutti i fornitori di contenuti, che considera l'attività di informazione radiotelevisiva come un servizio di interesse generale, è soggetta ad un concetto di pluralismo più stringente, in considerazione dei particolari obblighi connessi alla prestazione di un pubblico servizio sostenuto da risorse pubbliche e del vasto numero di soggetti raggiunti dalle sue trasmissioni;

ciò esige un'applicazione attenta della deontologia professionale del giornalista, la cui funzione viene oggi accresciuta per la necessità di approfondire e mettere a fuoco l'informazione, coniugando il principio di libertà con quello di responsabilità, nel rispetto della dignità della persona, rendendo imprescindibile la funzione di garanzia della qualità dell'informazione da parte dei giornalisti del servizio pubblico radiotelevisivo;

alla luce di quanto riportato sopra, non risulta, allo stato attuale, che l'informazione della Rai risponda, sia in termini qualitativi che quantitativi, ai criteri di imparzialità, completezza, correttezza e lealtà richiesti alla concessionaria del servizio pubblico. Questo sia per quanto concerne il dibattito politico-istituzionale, sia per quanto riguarda la rappresentazione delle varie realtà sociali del Paese;

in particolare, la principale testata giornalistica della Rai, il Tg1, anziché esporre in modo plurale le diverse posizioni, sembra prendere parte, ad avviso dei sottoscrittori del presente atto di indirizzo, in modo pressoché esplicito al dibattito politico ed istituzionale, assumendo di fatto quasi il ruolo di soggetto politico,
impegna il Governo:

a garantire, quale controparte del contratto nazionale di servizio, l'indipendenza del servizio pubblico attraverso il rispetto dei principi di obiettività, completezza, imparzialità, lealtà dell'informazione;

a recepire, nell'ambito del contratto di servizio la richiesta che il servizio pubblico radiotelevisivo rappresenti tutte le realtà, in particolare quelle realtà socio-territoriali che fino ad ora sono state in minor misura considerate, come il Meridione d'Italia o altre zone del Paese che sono espressione di una minoranza linguistica o etnoculturale;

a mettere in atto ogni iniziativa affinché venga assicurato un elevato livello qualitativo dell'informazione che tenga conto della pluralità delle diverse opinioni, che garantisca il rispetto della dignità umana e che contribuisca ad uno sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale, recependo, nello schema di contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai per il triennio 2010-2012, le indicazioni contenute nel parere della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi del 9 giugno 2010, per quanto attiene alla definizione degli indicatori di verifica della qualità dell'informazione, anche al fine di garantire la verità dei fatti e il diritto del cittadino ad essere informato correttamente;

a predisporre ogni iniziativa affinché venga salvaguardato nei palinsesti dell'informazione il pluralismo politico.

(1-00503)
«Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Misiti, Brugger».