ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00453

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 383 del 14/10/2010
Abbinamenti
Atto 1/00361 abbinato in data 18/10/2010
Atto 1/00367 abbinato in data 18/10/2010
Atto 1/00371 abbinato in data 18/10/2010
Atto 1/00394 abbinato in data 18/10/2010
Atto 1/00455 abbinato in data 18/10/2010
Atto 1/00456 abbinato in data 18/10/2010
Atto 1/00459 abbinato in data 19/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: MOSELLA DONATO RENATO
Gruppo: MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Data firma: 14/10/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CALGARO MARCO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 14/10/2010
TABACCI BRUNO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 14/10/2010
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 14/10/2010


Stato iter:
19/10/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 18/10/2010
Resoconto MOSELLA DONATO RENATO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 18/10/2010
Resoconto LO MORO DORIS PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TOUADI JEAN LEONARD PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/10/2010

DISCUSSIONE IL 18/10/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 18/10/2010

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/10/2010

RITIRATO IL 19/10/2010

CONCLUSO IL 19/10/2010

Atto Camera

Mozione 1-00453
presentata da
DONATO RENATO MOSELLA
testo di
giovedì 14 ottobre 2010, seduta n.383

La Camera,

premesso che:

i minori stranieri, anche se entrati clandestinamente in Italia, sono titolari di tutti i diritti riconosciuti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, dalla quale emerge chiaramente che in tutte le decisioni riguardanti i minori deve prevalere il «superiore interesse del minore»;

nel corso degli ultimi dieci anni, la presenza dei minori senza famiglia nelle varie forme di spostamenti umani è divenuta un fenomeno comune delle migrazioni a livello mondiale, cosicché non solo il loro numero è aumentato, ma essi rappresentano in molti Paesi di destinazione una parte importante della popolazione alla ricerca di protezione e asilo;

secondo il primo rapporto annuale di Save the children, nel corso del 2008 sono giunti sulle coste del Sud d'Italia 2.124 minori stranieri non accompagnati; tuttavia, si tratta di un trend in aumento, dal momento che nel 2007 ne erano arrivati 1.700; tra il mese di maggio 2008 e il mese di febbraio 2009 i soli minori stranieri arrivati via mare a Lampedusa sono stati 2.294, di cui 1.994 non accompagnati; al 30 settembre 2009 la banca dati del Comitato per i minori stranieri, la principale fonte informativa sulla presenza dei minori stranieri non accompagnati sul territorio, contava 6.587 minori; di questi ben il 77 per cento (5.091) risultava essere non identificato, cioè senza un documento di riconoscimento; i minori provengono da 77 diversi Paesi, in prevalenza africani; per lo più dal Marocco, dall'Egitto, dall'Albania, dall'Afghanistan, dalla Palestina, dalla Somalia, dall'Eritrea, dalla Nigeria e dalla Repubblica serba; si registra un aumento esponenziale del flusso dei minori provenienti dall'Afghanistan in fuga dalla guerra, dal 2006 al 2008 (+170 per cento), e di quelli egiziani, mentre sono diminuiti i minori marocchini, albanesi e palestinesi;

la crescente presenza sul territorio dei minori stranieri non accompagnati è ulteriormente testimoniata anche dall'Anci, che nell'ultimo rapporto sui minori stranieri non accompagnati, pubblicato nel 2009 (terzo rapporto Anci sull'argomento) ha registrato una dimensione quantitativa simile a quella rilevata nel rapporto precedente: 7.216 i minori presi in carico/contattati; 4.176 i minori inseriti accolti in prima/pronta accoglienza; 3.841 quelli accolti in seconda accoglienza, mentre i cambiamenti significativi, come sopra accennato, hanno riguardato la distribuzione per Paesi di provenienza;

tutto ciò determina un aumento dei minori soli nelle zone di frontiera o nelle aree di primo arrivo, come Veneto, Marche, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Sicilia. Si tratta di regioni che nel 2008 risultavano di fatto interessate dal 50,5 per cento dei minori contattati presi in carico in Italia, dal 42 per cento dei minori collocati in prima e pronta accoglienza e dal 60 per cento dei minori accolti in strutture di seconda accoglienza;

per quanto riguarda le politiche adottate si può osservare lo sforzo delle amministrazioni nell'accogliere e collocare in luoghi sicuri i minori stranieri non accompagnati, uno sforzo che coinvolge non solo i comuni metropolitani, che confermano un forte impegno nella presa in carico dei minori soli (42 su 45 comuni oltre i 100.000 abitanti hanno accolto oltre il 50 per cento dei minori stranieri non accompagnati nel 2008), ma sempre di più anche i comuni con popolazione compresa tra i 5.000 e i 60.000 abitanti, che, nel biennio considerato, registrano variazioni di aumento prossime al 200 per cento. Rispetto al 2006 viene, quindi, rilevata una variazione positiva relativa ai minori che si fermano almeno un mese in prima accoglienza (dal 34,5 per cento nel 2006 al 52,6 per cento nel 2008), così come, contestualmente, diminuiscono i minori che fuggono dalle strutture, passando dal 62 per cento nel 2006 al 40 per cento sul totale degli accolti nell'ultimo anno di riferimento. Aumentano anche i minori affidati, dal 7 per cento nel 2006 al 9,9 per cento sul totale degli accolti in prima accoglienza nel 2008, così come incrementa il numero di coloro che in seconda accoglienza risultano titolari di permesso di soggiorno (dal 32,5 per cento nel 2006 al 42,8 per cento nel 2008); si osserva, tuttavia, che non mancano gli aspetti negativi: solo per il 36 per cento dei minori accolti in seconda accoglienza è stata aperta la tutela, così come, rispetto al 2006, i minori che rimangono per almeno un mese in seconda accoglienza diminuiscono e gli irreperibili aumentano. Questo dato è fortemente condizionato e determinato dalla realtà siciliana, nella quale i minori che rimangono sono solo 6 su 10 e quelli che fuggono sono la metà degli accolti in seconda accoglienza; a tal proposito, il programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati, avviato nel 2008, si è posto l'obiettivo generale di dar vita ad un sistema coordinato a livello centrale ma diffuso sull'intero territorio nazionale, diretto a incentivare, tra i comuni, modalità standardizzate di presa in carico e integrazione dei minori stranieri non accompagnati, con particolare riguardo alla fase di pronta accoglienza;

nei primi undici mesi del 2009 si osservava che dei 7.988 minori stranieri non accompagnati, ben 3.000 hanno incontrato un ostacolo nel proprio percorso di integrazione, rappresentato dalla nuova normativa sulla sicurezza entrata in vigore nell'agosto del 2009, in materia di conversione del permesso di soggiorno; a tal proposito, Save the children Italia ha osservato che: «in base al dettato normativo previsto dalla leggi sulla sicurezza, i criteri più severi per la conversione del permesso di soggiorno, che prevedono la permanenza di almeno tre anni sul territorio italiano prima del conseguimento della maggiore età e aver seguito un percorso di integrazione sociale di almeno due anni presso un ente riconosciuto, stanno già facendo sentire i loro effetti, riducendo, di fatto, la già esigua gamma di possibilità che questi minori, per la maggior parte adolescenti di 16 e 17 anni, hanno di compiere un percorso di accoglienza, regolarizzazione e integrazione»;

sul totale dei minori stranieri non accompagnati presenti in Italia al 15 novembre 2009, Save the children Italia ha distinto tre diversi gruppi:

a) 2.503 sono i ragazzi ancora minorenni che sono stati segnalati per la prima volta nei primi mesi del 2009 e che rischiano in larga parte di subire le restrizioni della nuova legge, soprattutto in tema di conversione del permesso di soggiorno alla maggiore età. Tra questi, infatti, ben 1.900 non riusciranno a maturare i requisiti temporali richiesti dalla normativa in vigore, in particolare i tre anni di permanenza sul territorio nazionale, pur avendo già avviato un percorso di integrazione. Si stima, infatti, anche in base al trend degli anni precedenti, che circa il 75 per cento delle nuove segnalazioni riguardi minori tra i 16 e i 17 anni e che, pertanto, prima del compimento della maggiore età al massimo siano in Italia da due anni;

b) altri 926 minori sono stati segnalati e sono divenuti maggiorenni nel 2009: anche per circa 500 di loro si stima non sarà possibile avere la conversione del permesso di soggiorno alla maggiore età. Il resto, pari a meno del 50 per cento, potrebbe essere riuscito a convertire il proprio permesso di soggiorno prima dell'entrata in vigore della legge n. 94 del 2009;

c) 4.559 minori, invece, segnalati negli anni precedenti e divenuti maggiorenni nel 2009, subiranno solo in minima parte gli effetti della legge n. 94 del 2009, in tema di conversione del permesso di soggiorno alla maggiore età. L'80 per cento di loro, infatti, è riuscito a convertire il permesso di soggiorno subito dopo essere diventato maggiorenne e prima dell'entrata in vigore della legge in questione. Di fatto, comunque, circa 900 neomaggiorenni, pur avendo sostenuto un percorso di integrazione molto lungo, non hanno maturato i requisiti temporali richiesti dalla nuova normativa;

secondo lo studio di Save the children, pertanto, la percentuale di minori stranieri non accompagnati, che vede dissolversi la possibilità di un percorso in Italia a causa delle recenti norme, potrà variare a seconda di un'interpretazione più o meno restrittiva delle disposizioni normative in fase attuativa; in presenza di interpretazioni restrittive, infatti, il numero dei neomaggiorenni che diverranno invisibili per le istituzioni e, conseguentemente, irregolari e imputabili del reato di ingresso e soggiorno illegale, assoggettabili a trattenimento fino a sei mesi e non più regolarizzabili, è destinato ad aumentare; ciò determina il senso di sfiducia nella regolarizzazione, il disincentivo all'integrazione e l'aumento degli allontanamenti dalle comunità di accoglienza; il rischio più grande, tuttavia, è che i ragazzi siano esposti alle conseguenze spesso drammatiche del mercato del lavoro irregolare o, ancor peggio, inseriti negli ambienti criminali;

l'analisi effettuata da Save the children mostra, infine, che i criteri utilizzati dalla legge n. 94 del 2009, relativi alla permanenza di almeno tre anni sul territorio italiano prima del conseguimento della maggiore età per la conversione del permesso di soggiorno e all'aver seguito un percorso di integrazione sociale di almeno due anni presso un ente riconosciuto, potrebbero essere causa di un abbassamento dell'età dei minori migranti, che, sulla scia delle restrizioni normative adottate, potrebbero spingersi ad intraprendere percorsi migratori in tenera età, col rischio di essere esposti al terribile fenomeno della tratta e della criminalità organizzata;

il 6 maggio 2010 la Commissione europea ha adottato un piano d'azione al fine di garantire una maggiore protezione dei minori non accompagnati che arrivano nell'Unione europea, comprendente norme comuni sulla tutela e la rappresentanza legale, con lo scopo di assicurare che le autorità competenti a decidere del futuro di questi bambini e ragazzi si pronuncino nel più breve tempo possibile, preferibilmente entro i sei mesi; si prevede che gli Stati membri dovranno anzitutto rintracciare le famiglie e seguire il reinserimento del minore nella società di origine, ma dovranno anche trovare possibili soluzioni alternative, anche attraverso il riconoscimento dello status di protezione internazionale o provvedendo al reinsediamento nell'Unione europea;

secondo Eurostat, nel 2009 hanno fatto domanda di asilo in 22 Stati membri (escludendo la Repubblica ceca, la Danimarca, la Francia, la Polonia e la Romania) ben 10.960 minori non accompagnati, il che indica un aumento del 13 per cento rispetto al 2008, quando le domande erano state 9.695; il piano dell'Unione europea è fondato su tre linee guida essenziali: prevenzione della tratta e della migrazione a rischio, accoglienza e garanzie procedurali nell'Unione europea e ricerca di soluzioni durature,
impegna il Governo:
ad adottare iniziative normative finalizzate a garantire ai minori stranieri non accompagnati una standardizzazione degli interventi, al fine di ottenere, sia a livello nazionale che in alcune aree critiche del Paese, il passaggio da un'azione di tipo emergenziale ad una più strutturata, incisiva e definitiva;

a promuovere la definizione di elevati standard di accoglienza e protezione, avendo come obiettivo primario il rispetto del principio del superiore interesse del minore;

a promuovere una normativa che sia indirizzata alla ricerca delle famiglie dei minori che arrivano da soli ed eventualmente a garantire condizioni di rimpatrio dirette al ricongiungimento familiare;

ad assumere iniziative normative che abbiano lo scopo fondamentale di assicurare l'integrazione e l'inclusione di migliaia di bambini e ragazzi in una comunità italiana che consenta loro di vivere in maniera dignitosa e serena, che rappresenta anche la ragione per cui molti di loro hanno affrontato viaggi disperati fuggendo da guerre, conflitti religiosi e fame;

a promuovere una riforma normativa in grado di garantire la possibilità di permanenza in Italia dei minori stranieri non accompagnati, qualora ciò corrisponda al loro superiore interesse e di favorirne l'integrazione, anche dopo il compimento della maggiore età;

a fornire i chiarimenti necessari alle autorità competenti al fine di una corretta attuazione della legge n. 94 del 2009.

(1-00453)
«Mosella, Calgaro, Tabacci, Brugger».