ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00409

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 351 del 13/07/2010
Abbinamenti
Atto 1/00407 abbinato in data 13/07/2010
Atto 1/00410 abbinato in data 13/07/2010
Atto 1/00411 abbinato in data 13/07/2010
Atto 1/00412 abbinato in data 13/07/2010
Atto 1/00413 abbinato in data 14/07/2010
Atto 1/00414 abbinato in data 14/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: MONAI CARLO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 12/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 12/07/2010
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 12/07/2010
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 12/07/2010


Stato iter:
14/07/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/07/2010
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/07/2010
Resoconto MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/07/2010

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/07/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/07/2010

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 14/07/2010

RITIRATO IL 14/07/2010

CONCLUSO IL 14/07/2010

Atto Camera

Mozione 1-00409
presentata da
CARLO MONAI
testo di
martedì 13 luglio 2010, seduta n.351

La Camera,

premesso che:

la Costituzione italiana, così come le altre costituzioni degli Stati di democrazia liberale, garantisce la libertà di circolazione (si veda l'articolo 16 della Costituzione, secondo cui: «Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità e di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvi gli obblighi di legge»);

l'Unione europea è nata intorno ad alcuni grandi principi ed obiettivi, fra i quali va evidenziato, nell'ottica della costruzione di un mercato concorrenziale delle merci e delle prestazioni lavorative, il principio della libera circolazione di merci e persone nel territorio degli Stati membri. Allo stesso modo, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, ora incorporata nel Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, la libertà di circolazione è garantita all'articolo 11-105 (che recita: «Ogni cittadino dell'Unione ha il diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. La libertà di circolazione e soggiorno può essere accordata, conformemente al Trattato che istituisce la Comunità europea, ai cittadini dei Paesi terzi che risiedono legalmente nel territorio di uno Stato membro»). Da questo principio derivano conseguenze giuridiche da applicarsi al settore dei trasporti e della circolazione, che riguardano il tema del diritto alla mobilità e che pongono conseguentemente in capo allo Stato l'onere di costituire le condizioni di diritto e di fatto ad esso conseguenti;

un sistema di mobilità pubblica efficiente costituisce un obiettivo strategico per la costruzione di politiche volte a promuovere sviluppo sostenibile e migliori condizioni di tutela della salute dei cittadini, nell'ottica e nel rispetto degli accordi del protocollo di Kyoto e del programma di riduzione di gas dannosi dell'Unione europea. Sotto tale profilo appare rilevante constatare che il trasporto su rotaia produce il 92 per cento in meno di anidride carbonica rispetto alle automobili e l'88 per cento in meno rispetto all'aereo;

secondo i dati del Centro studi investimenti sociali (Censis), al mese di marzo 2008, i pendolari in Italia risultano essere più di 13 milioni (pari al 22,2 per cento della popolazione). Un dato cresciuto fra il 2001 e il 2007 del 35,8 per cento, pari ad un incremento di 3,5 milioni di persone. Secondo un'indagine dell'Istituto nazionale di statistica (Istat) il treno viene utilizzato dal 14,8 per cento dei pendolari, ovvero da più di 1,9 milioni di persone, per viaggiare in ambito locale e metropolitano, come unico mezzo di trasporto o in combinazione con altri mezzi. Le difficoltà di tutte le persone che ogni giorno si spostano per raggiungere il posto di lavoro sono diventate insostenibili, poiché si sono avvantaggiati i collegamenti tra i grandi centri urbani, trascurando quelli di cui si servono i pendolari, costretti a viaggiare in treni sempre più lenti, vecchi e sporchi. Peraltro, si sono moltiplicate, negli ultimi anni, le denunce di associazioni di consumatori, comitati di pendolari e singoli utenti sulle pessime condizioni igieniche dei vagoni;

per l'Italia, e in particolare per le regioni del Mezzogiorno, è di fondamentale importanza la modernizzazione della rete ferroviaria, il cui potenziamento ed adeguamento tecnologico rappresentano obiettivi irrinunciabili;

pur tuttavia, l'attuale Governo, dal momento del suo insediamento ad oggi, non ha fatto altro, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, che ridurre progressivamente le risorse destinate al trasporto ferroviario e, in particolare, al trasporto pubblico locale, con gravi e pesanti ripercussioni nei confronti di tutti i cittadini italiani;

sebbene, infatti, il documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2008-2011, allegato infrastrutture, attribuisse al settore della mobilità un ruolo strategico nella messa a punto di un modello di crescita sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale e finanziario, con la legge finanziaria per il 2009 si determinava una riduzione di circa il 32,5 per cento delle risorse previste per le Ferrovie dello Stato, stanziando da 3.500 a 2.363 milioni di euro;

con l'articolo 25 del decreto-legge n. 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009, è stato istituto un fondo per gli investimenti del gruppo Ferrovie dello Stato, con una dotazione pari a 960 milioni di euro per il 2009, ed è stata autorizzata una spesa pari a 480 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. Pur tuttavia, tale strategia di potenziamento del trasporto ferroviario, oltre ad essere stata contraddetta da successivi interventi normativi, non è stata in alcun modo capace di contribuire a risolvere in modo efficace le annose problematiche che affliggono il trasporto ferroviario del nostro Paese. Successivamente, infatti, con la legge finanziaria e con quella di bilancio per il 2010, non solo non si è intervenuti a potenziare il sistema ferroviario nel suo complesso, ma sono stati addirittura prosciugati gran parte degli stanziamenti precedentemente previsti per lo sviluppo del trasporto, in particolare del trasporto pubblico locale e della sicurezza;

in particolare, nell'ambito della legge di bilancio 2010, e segnatamente nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, missione n. 13 - diritto alla mobilità, è stato possibile rilevare:

a) la soppressione del capitolo 1351 (fondo per il finanziamento dei servizi pubblici di viaggiatori e merci sulla media e lunga percorrenza), già privo di stanziamenti per il 2009, sul quale l'articolo 2, comma 252, della legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria per il 2008) aveva stanziato, per il 2008, 104 milioni di euro;

b) la soppressione del capitolo 7120 (fondo per gli investimenti del gruppo Ferrovie dello Stato), che recava, nelle previsioni assestate per il 2009, uno stanziamento di 960 milioni di euro, in attuazione dell'articolo 25, comma 1, del decreto-legge n. 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009, il quale concedeva un finanziamento per il 2009 al gruppo Ferrovie dello Stato per investimenti;

c) riduzioni finanziarie che incidono sul capitolo 1325 (sovvenzioni per l'esercizio di ferrovie), con uno stanziamento di 11,6 milioni di euro, ridotto di 1,2 milioni di euro rispetto all'assestamento 2009;

d) riduzioni finanziarie che incidono sul capitolo 7141 (contributi per capitale e interessi per l'ammortamento dei mutui garantiti dallo Stato che le ferrovie in regime di concessione e in gestione commissariale governativa possono contrarre per la realizzazione degli investimenti), con uno stanziamento di 356,3 milioni di euro e una riduzione di 11,4 milioni di euro rispetto all'assestamento 2009;

e) riduzioni finanziarie che incidono sul capitolo 7254 (fondo per promuovere lo sviluppo del trasporto pubblico locale), con uno stanziamento di 110 milioni di euro, ridotto di 20 milioni di euro rispetto all'assestamento 2009, ai sensi dell'articolo 1, comma 304, della legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria per il 2008), la legge finanziaria varata dal precedente Governo Prodi, che aveva istituito il fondo, dotandolo di 113 milioni di euro per il 2008, 130 per il 2009 e 100 per il 2010 e rinviando, per gli anni successivi, alla legge finanziaria;

f) riduzioni finanziarie che incidono sul capitolo 7403 (concorso dello Stato alla spesa per la realizzazione di sistemi di trasporto rapido di massa a guida vincolata e di tranvie veloci nelle aree urbane), con uno stanziamento di 202,9 milioni di euro, ridotto di 56,6 milioni di euro rispetto al dato assestato 2009;

g) riduzioni finanziarie che incidono sul capitolo 7404 (contributi per capitale ed interessi per l'ammortamento dei mutui garantiti dallo Stato contratti per la realizzazione di sistemi ferroviari passanti, di collegamenti ferroviari con aree aeroportuali, espositive ed universitarie, di sistemi di trasporto rapido di massa e di programmi urbani integrati), con uno stanziamento di 81,1 milioni di euro, ridotto di 48,3 milioni di euro rispetto al dato assestato 2009;

h) il mancato rifinanziamento del capitolo 7251 (fondo per l'acquisto di veicoli adibiti al miglioramento dei servizi offerti per il trasporto pubblico locale), che prevedeva uno stanziamento di 100 milioni di euro nello stato di previsione assestato per il 2009 ed è poi stato completamente privato di finanziamenti per il 2010, per l'esaurimento degli effetti della norma (articolo 1, comma 1031, della legge n. 269 del 2006, legge finanziaria per il 2007), che ne aveva previsto il finanziamento per il triennio 2007-2009;

i) il mancato rifinanziamento del capitolo 7252 (fondo per il finanziamento di interventi volti ad elevare il livello di sicurezza nei trasporti pubblici locali ed il loro sviluppo), con uno stanziamento di 50 milioni di euro nello stato di previsione assestato per il 2009, che è poi stato completamente privato di finanziamenti per il 2010;

l) riduzioni finanziarie che incidono sul capitolo 1711 (concorso statale nel pagamento degli interessi dei mutui contratti dai comuni impegnati nella ricostruzione dei sistemi ferroviari passanti), che autorizza spese per 3 milioni di euro, con una riduzione di 19,7 rispetto al dato assestato 2009;

la manovra di finanza pubblica di cui al decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, attualmente all'esame del Senato della Repubblica, prevede, inoltre, un taglio di circa 3,5 miliardi di euro per il trasporto pubblico locale in Italia;

le ferrovie regionali e locali servono 5.000 comuni per un totale di 5 miliardi di viaggiatori l'anno e, con 12.000 addetti, vantano 3.651 chilometri di linea e 160 milioni di cittadini trasportati;

il risultato diretto ed indiretto dei provvedimenti normativi promossi dall'attuale Governo si concreta nel depauperamento rilevante di tutti i servizi di trasporto ferroviario, con il contestuale rischio di aumenti rilevanti delle tariffe e di ripercussioni sul fronte occupazionale delle aziende e dei settori indotti, per non parlare di quello relativo all'incidentalità e delle emissioni di anidride carbonica;

appare quanto mai urgente stanziare adeguati finanziamenti per il potenziamento del trasporto ferroviario nel nostro Paese e ciò può avvenire anche attraverso la destinazione delle risorse attualmente previste per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina;

la Corte dei conti - sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato - ha approvato nell'adunanza del secondo collegio, in data 15 dicembre 2009, una relazione concernente gli «Esiti dei finanziamenti per il ponte sullo Stretto di Messina». La spesa per il ponte sullo Stretto di Messina, «risultante dall'importo previsto nel progetto preliminare approvato nel 2003 - si legge nella nota della Corte dei conti - ammonterebbe a 4,68 miliardi di euro, ma nell'Allegato Infrastrutture al Dpef 2009/2013, l'importo per il ponte sullo Stretto di Messina, compreso tra gli interventi della Legge obiettivo da cantierare nel prossimo triennio, è indicato in 6,1 miliardi di euro». Lo stesso importo «è indicato nell'Allegato Infrastrutture al Dpef 2010/2013». Al dicembre 2009 - secondo la suprema magistratura contabile - l'onere complessivo dell'investimento è indicato in euro 6.349.802.000, cui far fronte per la quota di 2,5 miliardi di euro (pari al 40 per cento del costo totale dell'investimento) con risorse pubbliche, in parte proprie della società Stretto di Messina s.p.a. (per 1,2 miliardi di euro), e con contributi in conto impianti assegnati dalla legge n. 102 del 2009 (1,3 miliardi di euro) e, per la parte rimanente del 60 per cento, mediante finanziamenti da reperire sui mercati internazionali,
impegna il Governo:
a porre in essere ogni atto di competenza finalizzato a stanziare adeguati finanziamenti per il potenziamento ed il rilancio del trasporto ferroviario regionale, interregionale e locale su tutto il territorio nazionale, con particolare riguardo alle aree del Mezzogiorno, destinando a tale scopo tutte le risorse stanziate e da stanziare per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina;

ad assumere iniziative volte a ripristinare le risorse stanziate dal precedente Governo Prodi, durante la XV legislatura, a favore del trasporto pubblico locale e di massa;

a reperire adeguate risorse finalizzate all'acquisto di nuovi treni per pendolari, per il servizio pubblico locale, per il rinnovo dei contratti di servizio e per gli investimenti necessari a garantire la sicurezza ed il rinnovamento del parco mezzi ferroviario, nel quadro di un'equilibrata distribuzione tra i vari ambiti territoriali del Paese;

ad accertare, per quanto di competenza, l'effettiva rispondenza del servizio di trasporto ferroviario nelle regioni del Mezzogiorno a quelli che dovrebbero essere gli standard moderni rispondenti a requisiti di sicurezza, efficienza e qualità, garantendo i necessari interventi di infrastrutturazione per il miglioramento della mobilità delle persone e delle merci in tutto il territorio nazionale.

(1-00409)
«Monai, Donadi, Borghesi, Evangelisti».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

libera circolazione delle merci

libera circolazione delle persone

politica dei trasporti

politica sanitaria

protezione del consumatore

rete ferroviaria

societa' d'investimento

trasporto ferroviario

trasporto pubblico