Atto Camera
Mozione 1-00363
presentata da
IGNAZIO MESSINA
testo di
martedì 11 maggio 2010, seduta n.319
La Camera,
premesso che:
l'Italia sostiene con convinzione lo sviluppo del partenariato euromediterraneo;
il Mediterraneo è sempre stato un asse strategico per la costruzione di uno spazio di sicurezza, pace e prosperità e acquisirne consapevolezza dovrebbe indurre tutti a farne un «mare di pace», nel quale non trovino spazio le minacce estremistiche, fonte di instabilità e di insicurezza, ma si consolidino i valori del dialogo, della tolleranza e della convivenza;
in attivazione delle sue politiche per la regione euromediterranea, l'Unione europea ha predisposto una serie di strumenti e di programmi: il partenariato euromediterraneo e il programma Meda; il programma Ecip per le piccole e medie imprese; il programma Meda-Democrazia per la promozione dei diritti dell'uomo; il programma Life-Paesi terzi ed altri;
il partenariato euromediterraneo è nato con la Dichiarazione di Barcellona, adottata il 28 novembre 1995 dai 15 Ministri degli affari esteri dell'Unione europea e da quelli dei 12 partner mediterranei beneficiari dei programmi Meda: Algeria, Cipro, Egitto, Stato di Israele, Giordania, Libano, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia, Territori di Gaza e della Cisgiordania. Si tratta di un importante patto politico tra l'Unione europea e i Paesi del bacino mediterraneo, per sviluppare verso la sponda sud le relazioni dell'Unione europea;
l'Italia ha tenuto a battesimo l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), che si distingue come la realtà istituzionale più viva ed operante dell'Unione per il Mediterraneo, riconosciuta quale istituzione del «processo di Barcellona» nella conferenza ministeriale svoltasi a Napoli a conclusione dell'ultimo semestre di presidenza italiano dell'Unione europea, nel dicembre 2003;
il Parlamento italiano, peraltro, aveva avviato sin dal 1996, parallelamente al Parlamento europeo, una serie di iniziative volte a sviluppare la cooperazione tra i Parlamenti degli Stati interessati, come, ad esempio, il Forum euromediterraneo delle donne parlamentari;
il Parlamento italiano, durante la sessione plenaria del 13 e 14 marzo 2010, che ha avuto luogo ad Amman, ha assunto la presidenza di turno dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), che manterrà fino al marzo del 2011;
il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) è stato istituito come unità autonoma nell'ambito della Banca europea per gli investimenti (BEI) dal Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002. Si tratta di un fondo finanziario euromediterraneo di investimenti, integrato da un accordo di partenariato. Già nella sede dello stesso Consiglio era stata presa in considerazione la costituzione della Banca euromediterranea;
il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) riunisce l'intera gamma di servizi forniti dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) per sostenere lo sviluppo economico dei Paesi partner del Mediterraneo ed ha investito 10 miliardi di euro tra ottobre 2002 e dicembre 2009. Nel quadro della politica europea di vicinato e dell'Unione per il Mediterraneo, il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) incoraggia la modernizzazione e l'apertura delle economie dei Paesi partner del Mediterraneo. Le attività si concentrano su due settori prioritari: il sostegno al settore privato e la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti;
già nella sede del Consiglio europeo del marzo 2002 era stata presa in considerazione la costituzione della Banca euromediterranea;
nelle dichiarazioni istituzionali dell'epoca emerse la convinzione che la Banca euromediterranea dovesse essere una filiale della Banca europea per gli investimenti (BEI) e dovesse servire per finanziare progetti di sviluppo nei Paesi dell'Africa del nord, dell'area balcanica e nell'Europa meridionale. Il progetto trovava, comunque, la perplessità di numerosi Stati europei, timorosi che si creasse un'istituzione ridondante;
la riunione dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), tenutasi a Tunisi il 29-30 gennaio 2010, è stata dedicata alla discussione sulla trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea di sviluppo, cui sovrintende un gruppo tecnico formato da parlamentari di Tunisia, Giordania, Italia e del Parlamento europeo, ed ha riaffermato che la Banca euromediterranea di sviluppo non sarà una banca indipendente, ma rimarrà comunque una filiale della Banca europea per gli investimenti (BEI);
anche la terza sessione dei lavori dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) del marzo 2010 ad Amman è stata dedicata alla trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) nella Banca euromediterranea;
le raccomandazioni conclusive adottate dal Comitato economico, degli affari finanziari, sociali ed educativi dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) contengono i punti 19 e 20, che riguardano specificamente questa iniziativa. Tali punti, accompagnati da note esplicative, rappresentano un compromesso sulle considerazioni emerse nel corso del dibattito sulla potenziale trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) nella Banca euromediterranea;
il punto 19) afferma che va sostenuto il bisogno di avere uno strumento veramente efficace per rafforzare gli investimenti e la cooperazione nella regione euromediterranea;
il punto 20) afferma che vanno realizzate analisi esaustive, con l'obiettivo di identificare il meccanismo più efficiente per supportare l'Unione nei progetti per il Mediterraneo, fra i quali uno potrebbe essere rappresentato proprio dalla Banca euromediterranea;
le note esplicative precisano che la proposta di trasformare il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) nella Banca di sviluppo euromediterraneo, quale ramo della Banca europea per gli investimenti (BEI), nella quale la stessa Banca europea per gli investimenti finanzierebbe il 51 per cento del capitale della Banca, mentre il restante 49 per cento sarebbe investito dai partner delle regioni nord e sud del Mediterraneo, ha raccolto le seguenti osservazioni:
a) la trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in una banca potrebbe portare ad una diminuzione dei fondi destinati ai progetti, in quanto parte dei fondi sarebbe usato nei costi amministrativi della banca;
b) il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) costituisce un reale valore aggiunto e non ci sarebbe ragione per cambiare la sua struttura o il suo funzionamento. È stata espressa l'opinione che il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato dovrebbe essere mantenuto nella sua attuale forma come meccanismo finanziario per finanziare i progetti di cooperazione euromediterranei, specialmente nella cornice della politica europea di vicinato (European neighborhood policy);
c) la maggioranza dei Paesi del Mediterraneo hanno convenuto sull'importanza di un meccanismo finanziario efficace per finanziare i progetti su cui si è raggiunto un accordo nella cornice dell'Unione per il Mediterraneo e che la costituzione della Banca euromediterranea costituisce una priorità;
d) la maggior parte dei membri sono abbastanza d'accordo sul costituire la Banca, come espressamente chiede l'Italia, quale meccanismo separato dal Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP);
e) la costituzione della Banca euromediterranea necessita di uno studio approfondito. In questo senso, si è in attesa di conoscere i risultati dello studio che sta conducendo il gruppo di lavoro costituito dal Presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, per valutare la costituzione della Banca: i benefici attesi e la distribuzione del capitale azionario, che avrà peso nei processi decisionali della Banca;
appare condivisibile la perplessità di quegli Stati europei che sin dall'inizio si sono dichiarati timorosi che la fondazione di una Banca euromediterranea possa risolversi nella creazione di un'istituzione ridondante;
andrebbe evitata la nascita di tutte quello sovrastrutture che la costituzione di una banca comporta, con inutile dispendio di risorse pubbliche;
sarebbe invece da perseguire, efficacemente, l'idea della creazione di una Banca euromediterranea non come entità autonoma, bensì come una filiale specializzata euromediterranea della Banca europea per gli investimenti (BEI), da questa dipendente come ramo d'impresa;
la filiale, per qualificare la sua specializzazione, dovrebbe essere dotata di un efficiente ufficio studi e consulenza;
la filiale dovrebbe promuovere la realizzazione di grandi progetti, pubblici o privati, per lo sviluppo dei Paesi dell'Africa del nord, dell'area balcanica e dell'Europa meridionale, come, ad esempio, la costruzione delle reti idriche, delle strade, delle infrastrutture e la concessione del credito alle medie e piccole imprese che operano nel bacino mediterraneo, in una logica di collaborazione e sinergia progettuale;
il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) non dovrebbe essere scisso dalla filiale euromediterranea, ma andrebbero individuati meccanismi che consentano l'interdipendenza tra Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato e la filiale;
la sede della filiale dovrebbe essere collocata in un grande centro con valenza economica, che sia facilmente accessibile, specie in Italia, per esempio a Bari, Napoli o Palermo;
la filiale specializzata per l'area euromediterranea non deve essere condizionata dalla politica nella sua operatività, ritenendo che ad essa vada riservato il compito di dettare gli indirizzi generali della filiale, nel rispetto delle regole poste dall'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI),
impegna il Governo:
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché nell'ambito della Banca europea per gli investimenti (BEI) venga creata una filiale specializzata per l'area euromediterranea, che potrebbe essere denominata «Filiale euromediterranea», dotata della necessaria autonomia operativa, evitando soluzioni diverse che potrebbero dare luogo ad un'istituzione ridondante con inutile dispendio di risorse pubbliche;
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché la Filiale euromediterranea, per qualificare la sua specializzazione, sia dotata di un adeguato ed efficiente ufficio studi e consulenza e abbia tra i suoi obiettivi principali la realizzazione di grandi progetti, pubblici o privati, per lo sviluppo dei Paesi dell'Africa del nord, dell'area balcanica e dell'Europa meridionale e la concessione del credito alle medie e piccole imprese che operano nel bacino mediterraneo, in una logica di collaborazione e sinergia progettuale;
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) e la Filiale euromediterranea della Banca europea per gli investimenti (BEI) siano interdipendenti pur nel riconoscimento di una loro distinzione;
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché l'Italia sia scelta per ospitare la sede della Filiale, preferibilmente ubicandola in grandi città come Bari, Napoli o Palermo;
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché la Filiale sia dotata di strumenti e meccanismi che impediscano condizionamenti operativi da parte della politica, alla quale andrebbe riservato il solo compito di dettare gli indirizzi generali della filiale.
(1-00363)
«Messina, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Di Pietro, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Mura, Monai, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Porcino, Piffari, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».