ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00284

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 250 del 19/11/2009
Abbinamenti
Atto 1/00271 abbinato in data 24/11/2009
Atto 1/00279 abbinato in data 24/11/2009
Atto 1/00280 abbinato in data 24/11/2009
Firmatari
Primo firmatario: FLUVI ALBERTO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/11/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRANCESCHINI DARIO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
BERSANI PIER LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
LETTA ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
BARETTA PIER PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
CECCUZZI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
CESARIO BRUNO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
D'ANTONI SERGIO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
DE MICHELI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
FOGLIARDI GIAMPAOLO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
GASBARRA ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
GRAZIANO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
MARCHIGNOLI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
PICCOLO SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
PIZZETTI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
SPOSETTI UGO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
STRIZZOLO IVANO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
BOCCIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
CALVISI GIULIO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
CAPODICASA ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
DUILIO LINO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
GENOVESE FRANCANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
MARCHI MAINO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
MARINI CESARE PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
NANNICINI ROLANDO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
ORLANDO ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
VANNUCCI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
VENTURA MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
CODURELLI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
GATTI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
RAMPI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009
MADIA MARIA ANNA PARTITO DEMOCRATICO 19/11/2009


Stato iter:
24/11/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 24/11/2009
Resoconto MOLGORA DANIELE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 24/11/2009
Resoconto PEZZOTTA SAVINO UNIONE DI CENTRO
Resoconto CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI
Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA
Resoconto CECCUZZI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 24/11/2009
Resoconto QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/11/2009

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 24/11/2009

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 24/11/2009

PARERE GOVERNO IL 24/11/2009

DISCUSSIONE IL 24/11/2009

VOTATO PER PARTI IL 24/11/2009

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 24/11/2009

CONCLUSO IL 24/11/2009

Atto Camera

Mozione 1-00284
presentata da
ALBERTO FLUVI
testo di
giovedì 19 novembre 2009, seduta n.250

La Camera,
premesso che:
nel 2009 la recessione conseguente alla crisi finanziaria internazionale ha colpito l'Italia più di ogni altro Paese al mondo, esclusi soltanto Giappone e Germania;
tale situazione non è ascrivibile soltanto alla posizione strutturale dell'economia nazionale, fortemente esposta alla contrazione del commercio mondiale, ma anche all'insufficiente e colpevolmente ritardataria politica anticiclica messa in atto dal Governo: nel 2008, infatti, il contributo strutturale del saldo di bilancio è stato positivo per quasi mezzo punto di prodotto interno lordo. La politica economica interna, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, si è mossa in modo da aggravare la crisi e non da contrastarla;
la linea minimalista del Governo e l'assenza di una strategia non sono, però, privi di effetti concreti, perché operano una selezione non indolore, che ha colpito e continuerà a colpire soprattutto il mondo del lavoro, con il rischio di mettere in crisi la coesione sociale e il mondo produttivo e di far sì che un numero crescente di cittadini non si senta più rappresentato dalla descrizione ottimistica di chi governa;
uno snodo fondamentale è rappresentato dalla riduzione del reddito disponibile delle famiglie, dall'insufficiente dinamica di salari, stipendi e pensioni, dalla perdita del posto di lavoro da parte di molte persone, gran parte delle quali prive di un'adeguata copertura sociale ed assicurativa, a causa dell'incompletezza del nostro sistema di welfare nei confronti di alcuni settori produttivi, così come di alcune tipologie di contratto di lavoro;
oltre 14 milioni di lavoratori, secondo recenti indagini, guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese. Nei dati dell'ultima indagine dell'Istat sulla condizione economica delle famiglie si evidenziava che:
a) il 14,6 per cento arriva con grande difficoltà a fine mese;
b) il 28,4 per cento non riesce a far fronte a una spesa imprevista;
c) il 9,3 per cento è in arretrato nel pagamento delle bollette;
d) il 10,4 per cento non riscalda adeguatamente la casa;
e) il 4,2 per cento non ha soldi per le spese alimentari;
f) il 10,4 per cento non ha soldi per le spese mediche;
g) il 16,4 per cento non ha soldi per le spese per l'abbigliamento;
tra il 1992 e il 2007, in Italia, su una crescita complessiva, pur modesta, di 17 punti percentuali, soltanto due sono andati a vantaggio del lavoro. Questa emergenza salariale ha richiamato più volte l'esigenza di una nuova politica dei redditi che impegnasse Governo e parti sociali: tuttavia, nei vari provvedimenti economici varati nel corso della XVI legislatura, l'attuale Governo non ha preso in considerazione, nonostante le promesse elettorali, il problema dell'innalzamento del potere d'acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, frutto di un sempre più accentuato squilibrio nella distribuzione della ricchezza, a tutto scapito del fattore lavoro e dei percettori di redditi fissi - così come evidenziato più volte dalla Banca d'Italia - che rappresenta un inaccettabile elemento di iniquità e una delle cause dell'intrinseca debolezza del sistema economico e produttivo, stante l'ormai conclamata e prolungata debolezza della domanda interna;
il Governo continua a perseverare nell'errore, attendendo soltanto un'inversione del ciclo, lasciando che la crisi in corso produca i suoi effetti: prova ne è il disegno di legge finanziaria all'esame del Parlamento, che ai firmatari del presente atto di indirizzo appare del tutto privo di qualunque misura in grado di sostenere i redditi e, per questa via, sostenere la domanda interna;
infatti, se è necessario guardare, in questa fase, all'andamento della domanda mondiale e, quindi, all'andamento delle nostre esportazioni, è altrettanto necessario rendersi conto che non è possibile, per il rilancio della nostra economia, fare affidamento soltanto sulle esportazioni. Anzi, nel nuovo modello di sviluppo che dovremo costruire dopo la crisi avremo bisogno di maggiore domanda interna, per sviluppare la quale è inevitabile affrontare alcuni temi;
il primo tema è quello della riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro e da pensione e, soprattutto, su quelli medio-bassi, ossia quelli che più subiscono il costo della recessione e, allo stesso tempo, sostenendo i quali la manovra sarebbe più efficace, perché i bassi redditi hanno una propensione al consumo elevata. In tale contesto, è necessario anche riconoscere un adeguato sgravio fiscale legato ai carichi familiari;
il secondo tema riguarda gli ammortizzatori sociali, in merito ai quali bisogna prevedere sia per prolungarne l'estensione, ma anche per varare una vera e sistematica riforma che estenda in modo universale la copertura assicurativa dal rischio di disoccupazione, per evitare che la crisi e l'aumento della disoccupazione si ripercuotano in modo drammatico sulle condizioni sociali di vasti strati di famiglie e, quindi, sulla loro capacità di consumo;
queste misure hanno il vantaggio di agire su entrambi i lati, della domanda e dell'offerta: incrementano la domanda perché sono rivolti alle famiglie con la più alta propensione al consumo e incrementano l'offerta perché inducono le persone a lavorare di più, senza aumentare il costo del lavoro per le imprese. E poiché queste misure potrebbero ridurre l'economia sommersa, avrebbero effetti limitati sulla finanza pubblica,
impegna il Governo:
a sostenere la domanda interna mediante la riduzione delle imposte gravanti sui redditi da lavoro e da pensione, a partire da quelli medio-bassi, da realizzarsi innalzando le detrazioni fiscali, un incentivo finanziario riconosciuto in modo automatico in grado di raggiungere una vasta platea di cittadini, e riconoscendo la detrazione già nel 2009, attraverso la corresponsione dello sgravio in un'unica soluzione in corrispondenza del pagamento della tredicesima mensilità, altresì riconoscendo una misura equivalente ai lavoratori precari e parasubordinati;
a valutare, compatibilmente con le risorse disponibili, un incremento dell'importo degli assegni familiari e delle detrazioni fiscali per carichi familiari e, in prospettiva, a riformare gli strumenti di sostegno per le famiglie, prevedendo un meccanismo che, unificando gli attuali strumenti e riconoscendo trattamenti di importo significativamente superiore a quelli attuali, attribuisca una dote fiscale per ciascun figlio minore;
a valutare ulteriori misure volte ad assicurare forme di congruo sostegno del reddito per tutti quei lavoratori attualmente esclusi dall'accesso agli strumenti previsti dal sistema di ammortizzatori sociali e che hanno perso il posto in conseguenza della recessione economica;
a valutare, compatibilmente con le risorse disponibili, una misura straordinaria volta a riconoscere un aumento dei periodi di cassa integrazione ordinaria, tale da consentire alle imprese di superare la grave fase recessiva, senza disperdere il patrimonio di competenze professionali del proprio personale dipendente;
a valutare degli adeguamenti degli attuali assegni pensionistici al tasso di inflazione reale e ad avviare un confronto con le parti sociali;
a procedere, con il coinvolgimento delle parti sociali, al varo di un disegno organico di riforma in senso universalistico degli ammortizzatori sociali, con l'obiettivo di creare uno strumento indirizzato al sostegno del reddito delle persone che passano dallo stato di occupazione allo stato di disoccupazione e al reinserimento lavorativo dei soggetti disoccupati, senza distinzione di qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa e tipologia di contratti di lavoro, integrato con le politiche attive del lavoro.
(1-00284) «Fluvi, Franceschini, Bersani, Letta, Baretta, Damiano, Causi, Carella, Ceccuzzi, Cesario, D'Antoni, De Micheli, Fogliardi, Gasbarra, Graziano, Marchignoli, Piccolo, Pizzetti, Sposetti, Strizzolo, Boccia, Calvisi, Capodicasa, Duilio, Genovese, Marchi, Cesare Marini, Misiani, Nannicini, Andrea Orlando, Rubinato, Vannucci, Ventura, Bellanova, Codurelli, Gatti, Rampi, Madia».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

coesione economica e sociale

detrazione fiscale

dimensioni dell'impresa

disoccupazione

parita' retributiva

parti sociali

retribuzione del lavoro

rilancio economico

soppressione di posti di lavoro

sostegno di famiglia