ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00230

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 215 del 16/09/2009
Abbinamenti
Atto 1/00260 abbinato in data 13/11/2009
Atto 1/00266 abbinato in data 13/11/2009
Atto 1/00275 abbinato in data 13/11/2009
Atto 6/00035 abbinato in data 24/11/2009
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 16/09/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
FORMISANO ANIELLO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
MISITI AURELIO SALVATORE ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
ORLANDO LEOLUCA ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
PALADINI GIOVANNI ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
PALAGIANO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
PALOMBA FEDERICO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
PORCINO GAETANO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
PISICCHIO PINO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
RAZZI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
SCILIPOTI DOMENICO ITALIA DEI VALORI 16/09/2009
ZAZZERA PIERFELICE ITALIA DEI VALORI 16/09/2009


Stato iter:
24/11/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/11/2009
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/11/2009
Resoconto DAL LAGO MANUELA LEGA NORD PADANIA
 
PARERE GOVERNO 24/11/2009
Resoconto PALMA NITTO FRANCESCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 24/11/2009
Resoconto PEZZOTTA SAVINO UNIONE DI CENTRO
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
Resoconto TOUADI JEAN LEONARD PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto DUSSIN LUCIANO LEGA NORD PADANIA
Resoconto GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ZACCARIA ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BONIVER MARGHERITA POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/11/2009

DISCUSSIONE IL 13/11/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/11/2009

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/11/2009

NON ACCOLTO IL 24/11/2009

PARERE GOVERNO IL 24/11/2009

DISCUSSIONE IL 24/11/2009

RESPINTO IL 24/11/2009

CONCLUSO IL 24/11/2009

Atto Camera

Mozione 1-00230
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
testo di
mercoledì 16 settembre 2009, seduta n.215

La Camera,

premesso che:

secondo dati diffusi da Fortress Europe, osservatorio sulle vittime dell'emigrazione e rassegna stampa che dal 1988 fa memoria delle vittime delle frontiere europee, dall'inizio di maggio i respingimenti di cui si ha notizia sono stati circa 1.216 (i dati sono riscontrabili sul sito http://fortresseurope.blogspot.com);

è il 7 maggio 2009 quando le autorità italiane danno inizio ai primi respingimenti: 238 rifugiati e migranti, tra i quali anche 41 donne, di cui 3 in stato di gravidanza, soccorsi in acque internazionali dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di finanza italiane, vengono ricondotti in Libia; molti di questi migranti arrivati a bordo dei barconi non potevano essere respinti perché provenivano da aree dove sono in atto guerre e persecuzioni, come ad esempio la Somalia, uno dei cinque paesi meno sviluppati del mondo, nella cui capitale si stanno da tempo intensificando i combattimenti tra estremisti islamici di al-Shabab e le forze del GUN, la coalizione di unità nazionale. Solo nella regione di Mogadiscio si registrano dal 7 maggio a oggi più di 100 morti e 46.000 profughi;

altri episodi di respingimenti collettivi in Libia (paese che, va ricordato, non ha aderito alla Convenzione di Ginevra del 1951 e che quindi non dispone ancora di un sistema di protezione e non risulta ancora in grado di fornire alcuna garanzia che le persone, anche quelle bisognose di protezione internazionale, non vengano rimpatriate nei loro Paesi di origine) si sono succeduti in questi ultimi mesi senza che siano state accertate né l'identità né la nazionalità dei rifugiati, azione fondamentale per stabilire se potevano ottenere lo status di rifugiato politico o di richiedente asilo;

tali decisioni urtano palesemente contro l'articolo 19 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea che recita: «Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti.» e le disposizioni della Convenzione di Ginevra che impongono il «non refoulement» degli aventi diritto all'asilo politico, che in pratica sono quasi il 30 per cento dei migranti che partono dalla Libia;

risulta che tutti questi rifugiati e migranti provengono anche da vari paesi dell'Africa sub-sahariana, ma nessuno dal Maghreb: la maggioranza dalla Nigeria, che nel 2008 ha rappresentato il gruppo più numeroso di richiedenti asilo in Italia; altri dalla Costa d'Avorio, dal Ghana e dal Mali;

risulta inoltre che tutti i naufraghi, a tutt'oggi, vengono trattenuti nel centro di Duisha, vicino Tripoli, che però non prevede la presenza di donne, per le quali è previsto il trasferimento al centro di Zawia, a 40 Km dalla capitale;

la portavoce della sezione italiana dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l'Unhcr, Laura Boldrini, ha ricordato che il principio di non respingimento vale anche in acque internazionali e non conosce limitazione geografica, ed è contenuto anche nella normativa europea e nell'ordinamento giuridico italiano;

tra i respinti in Libia il 7 maggio 2009 vi sono 24 persone, per la maggior parte somali ed eritrei, che hanno richiesto allo Studio Lana Lagostena Bassi di Roma, di presentare ricorso contro il Governo italiano presso la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo;

il 15 maggio, il rappresentante in Italia dell'Unhcr, Laurens Jolles, ha incontrato il ministro dell'interno italiano per discutere delle implicazioni derivanti dalla politica dei respingimenti di migranti e richiedenti asilo verso la Libia attuata recentemente dal nostro Governo con la richiesta di riammettere queste persone sul territorio italiano sottolineando che «dal punto di vista del diritto internazionale, l'Italia è responsabile per le conseguenze del respingimento»; il Ministro dell'interno ha poi confermato la propria intenzione di mantenere questa linea affermando: «Andiamo avanti con i respingimenti, del problema si faccia carico l'Unione europea»;

l'Unhcr ha inoltre sottolineato che «il 75 per cento circa dei 36.000 migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2008 - due su tre - ha presentato domanda d'asilo, sul posto o successivamente, mentre il tasso di riconoscimento di una qualche forma di protezione (status di rifugiato o protezione sussidiaria/umanitaria) delle persone arrivate via mare è stato di circa il 50 per cento. Nel 2008, la maggior parte delle persone arrivate via mare che ha ottenuto protezione internazionale proviene da Somalia, Eritrea, Iraq, Afghanistan e Costa d'Avorio»;

l'Unione forense per la tutela dei diritti dell'uomo ha ricordato che basterebbe organizzare le navi italiane per poter accogliere le domande d'asilo, nel solco della proposta del CIR per una legge organica sul diritto di asilo e la protezione sussidiaria avanzata nel 2006;

l'ultimo respingimento deciso dal Governo italiano nei confronti di un gruppo di migranti somali, intercettati alla fine d'agosto, su un gommone al largo delle coste siciliane, si è lasciato alle spalle una scia di polemiche e proteste, a cominciare da una lettera inviata dalla Commissione dell'Unione europea tanto all'Italia quanto a Malta, con la quale si chiedono «chiarimenti» sulla vicenda che ha visto coinvolti i due Paesi;

l'articolo 4 del IV protocollo della «Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali», vieta espressamente le espulsioni collettive;

i respingimenti, ancorché occorsi in acque internazionali, riguardano migranti fatti salire a bordo di unità marittime italiane, che in base all'articolo 4 del codice di navigazione sono sotto la giurisdizione dello Stato italiano e quindi sotto il Testo unico sull'immigrazione (all'articolo 10, comma 4) come modificato dalla cosiddetta legge Bossi-Fini, che vieta il respingimento in frontiera «nei casi previsti dalle disposizioni vigenti che disciplinano l'asilo politico, il riconoscimento dello status di rifugiato ovvero l'adozione di misure di protezione temporanea per motivi umanitari»;

l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha in questi giorni denunciato le politiche nei confronti degli immigrati, adottate anche dall'Italia, «abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale»,
impegna il Governo:
ad attuare una rigorosa politica di contrasto all'immigrazione clandestina colpendo soprattutto le organizzazioni criminali che gestiscono questa inaccettabile tratta di esseri umani;

a non proseguire la pratica dei respingimenti indiscriminati e collettivi degli emigranti più volte compiuti dalla Guardia di Finanza che si è trovata a soccorrere in mare, e successivamente trasferire in Libia, oltre un migliaio di extracomunitari negli ultimi mesi;

a rispettare le normative internazionali relative al diritto di quanti si trovano nella condizione di chiedere asilo politico perché provenienti da Paesi in guerra, come è stato abbondantemente accertato per quanti fuggono soprattutto dalla guerra civile in Somalia.

(1-00230)
«Di Pietro, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Messina, Misiti, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Pisicchio, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

asilo politico

Carta dei diritti dell'uomo

carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea

diritti umani

guerra

Libia

migrante

paese meno sviluppato

protezione delle liberta'

Somalia