APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 15/07/2009
APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 12/11/2009
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/11/2009
DISCUSSIONE IL 13/11/2009
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/11/2009
ATTO MODIFICATO IL 16/11/2009
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/11/2009
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 24/11/2009
ACCOLTO IL 24/11/2009
PARERE GOVERNO IL 24/11/2009
DISCUSSIONE IL 24/11/2009
APPROVATO IL 24/11/2009
CONCLUSO IL 24/11/2009
Atto Camera
Mozione 1-00222
presentata da
LUCIANO CIOCCHETTI
testo di
lunedì 13 luglio 2009, seduta n.201
La Camera,
premesso che:
le rappresentative italiane dei principali sport di squadra (calcio, pallacanestro, pallavolo, eccetera) non stanno mantenendo le aspettative dei numerosissimi tifosi che seguono con passione e con sacrifici anche economici le prestazioni dei nostri atleti;
a fronte di un palmares e di una storia soprattutto in ambito calcistico, che ha vista la nostra nazionale costituire un punto di riferimento ed i nostri giocatori affermarsi in tutto il mondo, le ultime prestazioni delle rappresentative italiane fanno registrare una fase di stallo, evidenziando le difficoltà degli «azzurri» di essere all'altezza della nostra storia;
la difficoltà delle squadre nazionali a rimanere competitive non può che essere ricondotta alla presenza sempre più diffusa nelle squadre di calcio, di basket e di pallavolo di atleti provenienti da federazioni straniere che costituiscono, in alcuni casi, addirittura la totalità dei giocatori titolari, riducendo, pertanto, la possibilità per gli atleti provenienti dalle serie nazionali minori di emergere e di imporsi a livello di prima squadra;
tale situazione è amplificata dai risultati e dai rendimenti offerti da nazionali di altri Paesi, anche meno ricchi, che magari si affacciano timidamente alle prime manifestazioni internazionali o in cui la popolarità degli stessi sport tra i cittadini è inferiore rispetto al nostro Paese;
ciò è sicuramente dovuto agli effetti della sentenza emessa dalla Corte di giustizia delle Comunità europee in data 15 dicembre 1995 (cosiddetta sentenza Bosman), che ha dichiarato incompatibili con il diritto comunitario le norme sportive che limitavano il numero di calciatori stranieri, cittadini di Stati membri dell'Unione europea, che ciascuna squadra può impiegare nelle competizioni sportive;
la stessa «sentenza Bosman» sottolinea, al paragrafo 106 che, «considerata la notevole importanza sociale dell'attività sportiva e, specialmente, del gioco del calcio nella comunità, si deve riconoscere la legittimità degli scopi consistenti nel garantire la conservazione di un equilibrio fra le società, preservando una certa parità di possibilità e l'incertezza dei risultati, e nell'incentivare l'ingaggio e la formazione dei giovani calciatori»;
il testo dell'articolo 124 del Trattato di Lisbona, ratificato dal nostro Paese ex lege n. 130 del 2008 stabilisce che «l'Unione contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale e educativa»;
a tal fine la valorizzazione e la tutela dei vivai giovanili costituisce presupposto indispensabile, da un lato, per assicurare la funzione sociale ed educativa dell'attività sportiva e, dall'altro, per salvaguardare la scuola tecnico-sportiva nazionale, elemento specifico e caratterizzante del patrimonio sportivo nazionale, inteso come complesso di conoscenze ed esperienze applicate alle singole discipline ed espressione della tradizione e della cultura dello sport nazionale;
la formazione, lo sviluppo e la tutela dei vivai giovanili rappresenta un fattore di educazione e di integrazione sociale e interculturale tra giovani di qualsiasi provenienza geografica;
il Coni ha previsto che, negli sport di squadra, almeno il cinquanta per cento dei giocatori iscritti nel referto arbitrale siano di formazione italiana, vale a dire si siano formati nell'ambito dei vivai nazionali, a prescindere dalla loro nazionalità (atleti cosiddetti «local trained» o «home grown players»);
che una limitazione come quella stabilita dal Coni non risulta essere in contrasto con le norme del Trattato UE, dal momento che non è in alcun modo fondata sulla nazionalità dell'atleta;
è giunto il momento di rilanciare il «made in Italy» anche nel settore dello sport, valorizzando quelle società e quelle associazioni sportive, sia professionistiche che dilettantistiche, che prestano una particolare attenzione alla formazione giovanile promuovendo i vivai giovanili ed il concetto di formazione sportiva nazionale,
impegna il Governo
ad attivarsi presso le istituzioni europee affinché vengano adottate misure volte a tutelare i vivai giovanili mettendoli nelle condizioni di tornare ad essere il centro motore del movimento sportivo;
a prevedere forme di incentivo, anche di tipo fiscale, in favore di quelle società o associazioni sportive che investono nelle formazioni giovanili al fine di tutelare e favorire, in prospettiva, la competitività delle nazionali maggiori dei principali sport di squadra;
a valutare l'opportunità di predisporre iniziative volte a valorizzare l'importanza e la specialità della formazione di giocatori all'interno delle società e delle associazioni sportive (i cosiddetti «local trained» o «home grown players»).
(1-00222) «Ciocchetti, Dionisi, Anna Teresa Formisano, Cera, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Galletti, Occhiuto, Libè, De Poli, Rao».