Atto Camera
Mozione 1-00195
presentata da
LUISA CAPITANIO SANTOLINI
testo di
martedì 23 giugno 2009, seduta n.191
La Camera,
premesso che:
la Commissione europea ha tracciato la roadmap per combattere la «disparità» tra gli uomini e le donne, a casa e sul lavoro, entro il 2010, prevedendo la revisione dell'intera legislazione comunitaria sull'eguaglianza dei sessi;
il conseguimento degli obiettivi fissati dalla tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010 (COM(2006)0092) in seno all'Unione europea costituisce una condizione essenziale per un'efficace integrazione della dimensione legata alle differenze basate sul sesso nella cooperazione allo sviluppo;
tra i settori prioritari di azione della roadmap si segnalano la pari rappresentanza nel processo decisionale, l'eliminazione degli stereotipi sessisti e la promozione della parità tra i sessi nelle politiche esterne e di sviluppo dell'Unione europea;
tra gli obiettivi principali indicati nella decisione n. 771/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, che ha indetto il 2007 «Anno europeo delle pari opportunità per tutti», si segnala quello della tutela del diritto alla parità e alla non discriminazione, indipendentemente dal sesso;
tuttavia, nonostante le istituzioni dell'Unione europea abbiano attribuito sempre più importanza all'integrazione della donna e all'emancipazione femminile, resta ancora molto da fare per mettere in pratica gli impegni politici e per garantire finanziamenti adeguati;
la particolare congiuntura che stiamo vivendo e le sfide che ci attendono sia in campo economico che sociale richiedono uno sforzo comune da parte di uomini e donne ed in tale ottica, come richiamato dalla Dichiarazione di Beijing, «un maggior potere alle donne e la loro piena partecipazione, su base paritaria, in tutti settori della società, inclusa la partecipazione nei processi decisionali e l'accesso al potere, sono fondamentali per conseguire eguaglianza, sviluppo e pace»;
la riunione del mese di luglio 2009 del G8 costituisce l'occasione per la riaffermazione dei principi della Dichiarazione di Beijing e degli obiettivi fissati alla Conferenza mondiale sui diritti umani del 2005 in tema di parità sessuale ed eliminazione di ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti delle bambine;
nel mondo esiste ancora una disomogeneità di situazioni, spesso anche molto accentuate, riguardante lo stato delle misure per la promozione e la protezione delle donne, per cui è dovere delle nazioni più avanzate in tale campo sollecitare l'adozione di provvedimenti che assicurino l'empowerment delle donne, quale unica chiave di volta per sconfiggere ogni forma di violenza e discriminazione;
le condizioni socio-economiche sono il principale ostacolo che i Paesi in via di sviluppo incontrano nel garantire un processo di rivendicazione dei diritti delle donne, ed ecco perché l'inserimento di tale tema nell'agenda del prossimo vertice mondiale costituisce una rilevante opportunità;
l'empowerment delle donne accelera il conseguimento di tutti gli altri obiettivi di sviluppo del millennio per quanto riguarda la riduzione della povertà e il miglioramento degli indicatori demografici, sociali ed economici;
i programmi di cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea e dei suoi Stati membri potrebbero essere integrati con misure volte ad eliminare ogni discriminazione basata sul sesso e l'empowerment delle donne, quale strumento principale per rafforzare i diritti umani e combattere la povertà;
è opportuno valutare la possibilità di condizionare l'erogazione degli aiuti allo sviluppo alla garanzia di standard minimi relativi alla condizione delle donne e all'attuazione di politiche anti-discriminatorie, soprattutto perché nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo tali politiche o non sono contemplate o non hanno una priorità,
impegna il Governo:
a considerare la parità tra donne e uomini un diritto fondamentale e una condizione necessaria per il conseguimento degli obiettivi di crescita, occupazione e coesione sociale;
ad intensificare gli sforzi per l'applicazione della risoluzione delle Nazioni Unite n. 1325 del 2000 su «Women peace and security»;
ad accelerare e rafforzare l'integrazione delle donne in tutte le politiche, in particolare negli ambiti identificati dalla tabella di marcia della Commissione europea;
a monitorare a livello nazionale e regionale l'effettiva implementazione delle politiche volte ad eliminare ogni discriminazione basata sul sesso;
ad adottare misure atte a consentire alle donne di poter raggiungere posizioni apicali nel mondo della politica, dell'economia e della finanza;
a prevedere maggiori risorse finanziarie per assicurare un'effettiva attivazione di tali politiche;
in occasione del prossimo vertice del G8:
a) a sensibilizzare gli Stati partecipanti a favorire l'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nn. 1325 del 2000 e 1820 del 2008 sulle donne, la pace e la sicurezza, attraverso la conseguente adozione di piani d'azione nazionali;
b) a sollecitare gli Stati membri a fornire aiuti e assistenza tecnica ai Paesi terzi che intendano sviluppare strategie nazionali per l'attuazione delle risoluzioni sopra menzionate;
c) a considerare la parità tra donne e uomini elemento chiave di tutti i partenariati e tutte le strategie di sviluppo nazionali;
d) a sostenere, presso i partner del G8, l'importanza di programmi e politiche che agevolino nei Paesi in via di sviluppo l'istruzione delle donne, della loro salute, della loro emancipazione e della lotta contro la mutilazione genitale femminile;
e) a favorire la partecipazione delle donne alla vita economica e politica, al processo decisionale, alla prevenzione e alla soluzione dei conflitti, nonché ai processi di pace e di ricostruzione.
(1-00195)
«Capitanio Santolini, Anna Teresa Formisano, Buttiglione, Vietti, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Naro, Occhiuto, Libè».