ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00145

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 157 del 01/04/2009
Abbinamenti
Atto 1/00109 abbinato in data 08/04/2009
Atto 1/00143 abbinato in data 08/04/2009
Atto 1/00144 abbinato in data 08/04/2009
Firmatari
Primo firmatario: FLUVI ALBERTO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/04/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'ANTONI SERGIO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
CECCUZZI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
DE MICHELI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
FOGLIARDI GIAMPAOLO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
GASBARRA ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
GRAZIANO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
LOSACCO ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
MARCHIGNOLI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
PIZZETTI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
RIA LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
SPOSETTI UGO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009
STRIZZOLO IVANO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2009


Stato iter:
08/04/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 08/04/2009
Resoconto COSENTINO NICOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 08/04/2009
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto VIETTI MICHELE GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO
Resoconto FLUVI ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BERNARDO MAURIZIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 07/04/2009

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/04/2009

NON ACCOLTO IL 08/04/2009

PARERE GOVERNO IL 08/04/2009

DISCUSSIONE IL 08/04/2009

APPROVATO IL 08/04/2009

CONCLUSO IL 08/04/2009

Atto Camera

Mozione 1-00145
presentata da
ALBERTO FLUVI
testo di
mercoledì 1 aprile 2009, seduta n.157

La Camera,
premesso che:
la crisi finanziaria ha avuto origine nell'economia reale, in particolare, nella drammatica sperequazione nella distribuzione del reddito e del conseguente colossale aumento dell'indebitamento delle famiglie dei Paesi anglosassoni
a sua volta la crisi finanziaria ha amplificato nei mesi scorsi, la crisi dell'economia reale, mentre ora gli effetti negativi di quest'ultima retroagiscono sul sistema creditizio e finanziario. Il risanamento della finanza a livello globale è condizione necessaria per il risanamento delle attività economiche;
le autorità economiche e monetarie hanno agito per contenere il diffondersi della crisi finanziaria e contrastarne gli effetti sull'economia reale, scaricando in larga misura sui contribuenti, anziché sugli azionisti i costi degli interventi. Le banche centrali delle economie avanzate hanno fornito, con interventi senza precedenti per dimensione e per intensità del coordinamento internazionale, ampia liquidità al sistema finanziario; i Governi hanno introdotto o rafforzato le garanzie sui depositi e i titoli bancari e sono intervenuti a ricapitalizzare le istituzioni finanziarie;
tali interventi hanno impedito il collasso del sistema, senza però riuscire a portare chiarezza sui bilanci di quelle banche che più hanno investito in titoli «tossici», rimane anzi incertezza sulla dimensione e sulla distribuzione delle perdite nei bilanci di quelle che erano le più grandi banche mondiali;
è presumibile che la recessione deteriorerà gli attivi bancari;
alla forte decelerazione dei finanziamenti, che ha indotto a parlare di credit crunch, contribuiscono, da un lato, una cautela e restrizioni, a volte ingiustificabili, delle banche insieme con l'oggettivo deterioramento della qualità dei finanziamenti; dall'altro, la diffusamente rilevata caduta dell'attività produttiva e le incertezze sul futuro dell'economia;
sono necessarie, nel campo finanziario, misure a livello globale, ma ciò non esime i singoli Stati dal fare la propria parte sia con iniziative proposte nelle istituzioni internazionali, sia con concrete politiche e strategie nei diversi Paesi;
il 25 febbraio 2009 il gruppo ad alto livello sulla vigilanza finanziaria nell'Unione europea (cosiddetto «gruppo de La Rosière») ha adottato una relazione, in merito alla quale la Commissione europea ha espresso una condivisione, in cui si riconosce che, sebbene i problemi legati alla crisi in atto non possano essere risolti semplicemente con una maggiore regolamentazione, una profonda revisione dell'approccio regolamentare in materia di mercati finanziari, a livello comunitario ed internazionale, sia una condizione imprescindibile per scongiurare il ripetersi di una crisi sistemica di straordinaria portata come quella attuale. A tal fine la relazione:
a) suggerisce di concentrarsi, nell'adeguamento della regolamentazione, sulle principali criticità emerse (conflitti di interesse per le società di rating, per le società di consulenze e placement dei titoli, gestione di bolle finanziarie, attività finanziaria ombra, poche regolate o totalmente «autoregolate», pratiche regolamentari e contabili che hanno aggravato la tendenza prociclica, scarsi incentivi per migliorare la gestione e la trasparenza, assenza di coordinamento internazionale nella definizione di norme e standard, nonché debolezza del raccordo tra attività di regolazione e di vigilanza, regole contabili per la valutazione degli asset di bilancio);
b) sottolinea l'inadeguatezza in tale contesto delle misure di autoregolamentazione adottate dal settore privato, che potranno essere prese in considerazione solo come integrazione e completamento delle norme pubbliche e a condizione che le autorità di vigilanza ne controllino l'attuazione;
c) raccomanda, tuttavia, di evitare un eccesso di regolamentazione, in quanto suscettibile di provocare un rallentamento dell'innovazione finanziaria, compromettendo la crescita economica;
d) suggerisce l'adozione di misure volte al monitoraggio e denuncia alle autorità europee di fenomeni con intenti di protezionismo finanziario; un'azione di contrasto della recessione molto più decisa, da condurre con interventi ampi e incisivi per stimolare la domanda pubblica e privata, riverbererebbe i suoi riflessi positivi anche sulla domanda di credito e sulla qualità degli asset degli intermediari finanziari;
d'altra parte, restituire fiducia nelle istituzioni finanziarie e ristabilire il funzionamento del sistema del credito è indispensabile, insieme con il sostegno alla domanda proveniente dalle politiche monetarie e fiscali, per rilanciare la crescita;
il credito delle banche italiane ha decelerato nettamente: a gennaio 2009 il tasso di crescita su tre mesi dei prestiti erogati al settore privato è sceso al 2,3 per cento su base annua, dall'8,6 di settembre 2008. Il rallentamento ha interessato tutte le categorie di debitori: per le imprese il tasso di crescita su tre mesi è stato a gennaio 2009 pari al 5,5 per cento, circa tre punti in meno che a settembre 2008, e ha riguardato, in particolare, i prestiti alle imprese con meno di 20 addetti e all'industria manifatturiera; per le famiglie la crescita era del 3,3 per cento a gennaio 2009, contro il 4,7 di settembre 2008; per quanto riguarda i mutui per l'acquisto di abitazioni, che costituiscono il 68 per cento del credito alle famiglie consumatrici, nel quarto trimestre dell'anno le nuove erogazioni di prestiti si sono ridotte del 20 per cento rispetto allo stesso periodo del 2007;
le principali banche italiane hanno sofferto perdite più contenute rispetto a quelle di altri Paesi, grazie a una scarsa esposizione ai titoli tossici, al forte radicamento nell'attività bancaria tradizionale, alla prudenza del quadro regolamentare e di supervisione, al minor grado di indebitamento dei loro clienti;
in questo contesto, l'intervento pubblico per la patrimonializzazione delle banche costituisce un primo passo, al quale dovranno seguirne altri in materia di concessione di garanzie pubbliche per la raccolta bancaria e medio-lungo termine in attuazione dei decreti-legge n. 155 del 2008 e n. 157 del 2008, nonché in tema di fiscalità delle banche (ad esempio, il ripristino della deducibilità delle perdite su crediti allo 0,4 per cento) e, soprattutto, dei fondi comuni d'investimento, al fine di impedire svantaggi competitivi nei confronti degli intermediari di altri Paesi europei;
la crisi ha cambiato la percezione del sistema bancario da parte dei consumatori italiani. Basti pensare che è raddoppiata la percentuale dei clienti pronta a cambiare la banca di riferimento: si tratta di un fatto positivo, che potrebbe attivare un circuito virtuoso in grado di portare le banche a migliorare la propria offerta e, di conseguenza, ad un innalzamento medio della qualità fornita;
la necessità di affermare trasparenza e vantaggi per i consumatori sui mutui immobiliari e sulla commissione di massimo scoperto è da tempo al centro dell'iniziativa politica e parlamentare del Partito democratico, in linea con le indicazioni dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, concretizzatasi con innumerevoli e puntuali proposte che il Governo ha successivamente accolto, sebbene in maniera incompleta e insufficiente;
è solo grazie ad un emendamento presentato da parlamentari esponenti del Partito democratico al decreto-legge n. 185 del 2008 che nel nostro ordinamento sono state introdotte sanzioni, apprezzate dal Governatore della Banca d'Italia nell'ultima audizione in Commissione finanze, verso gli intermediari che ostacolino la portabilità del mutuo - introdotta nel 2007 dal cosiddetto «decreto Bersani» - da una banca all'altra, destinandone i proventi al finanziamento del fondo per le famiglie in difficoltà al pagamento della rata del mutuo e del quale è atteso, a breve, il regolamento di gestione. Ed ancora in virtù dell'iniziativa del Partito democratico nel 2009 i contribuenti titolari di un mutuo prima casa potranno elevare la detraibilità degli interessi passivi fino a 4.000 euro. Una soglia che, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, deve essere ancora aumentata,
impegna il Governo:

a dare piena attuazione alle misure contenute nei decreti-legge n. 155 del 2008 e n. 157 del 2008, in particolare alla prestazione di garanzie pubbliche per:
a) la raccolta bancaria a medio e medio-lungo termine al fine di consentire un adeguato sostegno all'economia reale;
b) il credito bancario verso le imprese;
a individuare i provvedimenti necessari a sostenere il credito all'esportazione;
al fine di migliorare la tutela dei risparmiatori, l'integrità dei mercati, anche alla luce della recente crisi, ad adottare iniziative per modificare, integrare e coordinare la disciplina del codice civile, del testo unico della finanza, del testo unico bancario e del codice delle assicurazioni, allo scopo di rafforzare i presidi di governo societario e di aumentarne la trasparenza nelle società quotate, nelle banche e negli altri intermediari finanziari e nelle società di assicurazione, adottando, tra l'altro, iniziative per l'attribuzione alle autorità di vigilanza di specifici poteri in materia di definizione di procedure interne per il contenimento dei conflitti di interesse (ivi incluso ruolo e compiti dei comitati di controllo, ove previsti), definizione e valutazione dei compiti e dei requisiti degli amministratori indipendenti e delle modalità per la loro elezione e revoca;
a predisporre interventi volti a coordinare meglio le differenti discipline in materia di governo societario e dei sistemi di controllo e a renderle più efficienti, procedendo alle opportune semplificazioni, laddove la stratificazione delle norme abbia portato a duplicazioni di controlli con oneri non giustificati;
ad adottare iniziative per evitare ingerenze politico-amministrative nella materia del credito, quali si potrebbero verificare, realizzando una sorta di amministrativizzazione di questo comparto, a livello territoriale, con il progettato ruolo per i prefetti nella concessione dei finanziamenti bancari, prevenendo, a livello internazionale e interno, il formarsi di sistemi bancari-ombra ed esponendo in Parlamento le linee che in queste materie saranno sostenute nei diversi vertici internazionali, con riferimento al legai standard, alla governance globale e alle politiche di impulso fiscale;
a predisporre interventi, coordinati in sede europea, in tutti i settori nei quali è possibile creare gli anticorpi per le crisi finanziarie, tutelando il risparmio e rendendo il credito funzionale allo sviluppo dell'economia, nella salvaguardia dell'autonomia delle scelte dei banchieri, agendo in tema di paradisi fiscali, concorrenza fiscale hedge fund, società di rating, società di consulenza e placement di titoli, distribuzione bancaria di prodotti finanziari, riciclaggio del denaro sporco, non con provvedimenti protezionistici, ma incidendo su piramidi societarie, scatole cinesi, conflitti di interesse e incompatibilità;
a fornire stimoli ulteriori alla concorrenza, rafforzando ulteriormente quelle misure volte a ampliare le condizioni di scelta di famiglie e imprese in favore degli istituti e dei prodotti creditizi a più alta efficienza, economicità, trasparenza e adattabilità alle esigenze della clientela.
(1-00145) «Fluvi, D'Antoni, Ceccuzzi, Carella, Causi, De Micheli, Fogliardi, Gasbarra, Graziano, Losacco, Marchignoli, Pizzetti, Sposetti, Strizzolo».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

banca

credito

crisi monetaria

erogazione di prestito

fiscalita'

garanzia di credito

gestione contabile

gestione d'impresa

impresa privata

recessione economica