ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00138

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 146 del 16/03/2009
Abbinamenti
Atto 1/00123 abbinato in data 17/03/2009
Atto 1/00134 abbinato in data 17/03/2009
Atto 1/00135 abbinato in data 17/03/2009
Firmatari
Primo firmatario: CICCHITTO FABRIZIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 16/03/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COTA ROBERTO LEGA NORD PADANIA 16/03/2009
LO MONTE CARMELO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA 16/03/2009
BITONCI MASSIMO LEGA NORD PADANIA 16/03/2009
BOCCHINO ITALO POPOLO DELLA LIBERTA' 16/03/2009
IANNACCONE ARTURO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA 16/03/2009
NAPOLI OSVALDO POPOLO DELLA LIBERTA' 16/03/2009
FUGATTI MAURIZIO LEGA NORD PADANIA 16/03/2009
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 16/03/2009
LORENZIN BEATRICE POPOLO DELLA LIBERTA' 16/03/2009
ZORZATO MARINO POPOLO DELLA LIBERTA' 17/03/2009
GAVA FABIO POPOLO DELLA LIBERTA' 17/03/2009
MILANATO LORENA POPOLO DELLA LIBERTA' 17/03/2009


Stato iter:
17/03/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 17/03/2009
Resoconto VEGAS GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 17/03/2009
Resoconto GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto IANNACCONE ARTURO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA
Resoconto BITONCI MASSIMO LEGA NORD PADANIA
Resoconto BRESSA GIANCLAUDIO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto NAPOLI OSVALDO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 17/03/2009

ATTO MODIFICATO IL 17/03/2009

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/03/2009

ACCOLTO IL 17/03/2009

PARERE GOVERNO IL 17/03/2009

DISCUSSIONE IL 17/03/2009

APPROVATO IL 17/03/2009

CONCLUSO IL 17/03/2009

Atto Camera

Mozione 1-00138
presentata da
FABRIZIO CICCHITTO
testo di
lunedì 16 marzo 2009, seduta n.146

La Camera,
premesso che:
il patto di stabilità per gli enti locali (regioni, province e comuni sopra i 5.000 abitanti) ha lo scopo di coordinare la finanza degli enti locali con quella dello Stato, al fine di ottemperare al patto di stabilità europeo;
in base al patto di stabilità europeo, gli Stati membri che, soddisfacendo tutti i cosiddetti parametri di Maastricht, hanno deciso di adottare l'euro, devono continuare a rispettare quelli correlati alla finanza pubblica, ossia un deficit pubblico non superiore al 3 per cento del prodotto interno lordo e un debito pubblico al di sotto del 60 per cento del prodotto interno lordo (o, comunque, un debito pubblico che dia segnali di rientro);
da più parti si è sottolineato il fatto che il meccanismo rigido e quasi automatico del patto di stabilità rischia di riflettersi in termini negativi sui tassi di sviluppo del Paese e di agire in termini prociclici. È, invece, indispensabile, soprattutto in un periodo di crisi economica come l'attuale, adottare politiche anticicliche finalizzate a contrastare il decremento dello sviluppo;
a tal fine si deve valutare l'opportunità, per quanto concerne l'Italia, di rimodulare internamente i vincoli del patto di stabilità, che valgono rigidamente per i saldi di finanza pubblica statale, al fine di premiare gli enti più virtuosi e non comprimere eccessivamente gli investimenti, che possono avere non solo funzione anticiclica, ma costituire un'importante massa d'urto, tenendo anche conto del fatto che, a differenza dei pur essenziali interventi infrastrutturali di grande rilievo, essi rappresentano somme immediatamente spendibili e quindi hanno un impatto immediato;
il patto di stabilità interno per gli enti locali relativo agli anni 2009-2011, introdotto con il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, al fine di evitare eccessive correzioni nell'ambito della struttura dei conti di tali enti, non poteva che muoversi, nelle grandi linee, se non in armonia con il contenuto del precedente patto di stabilità e quindi ha mantenuto il meccanismo della competenza mista - competenza per la spesa corrente e cassa per quella in conto capitale - per la definizione dei saldi-obietttivo della manovra;
tale sistema, per quanto concerne la spesa per investimenti, rischia di danneggiarla a vantaggio della spesa corrente e, d'altro canto, non è idoneo a garantire flussi adeguati ai pagamenti in relazione all'effettivo realizzarsi della spesa in conto capitale;
malgrado le modifiche e le innovazioni introdotte sia nel citato decreto-legge n. 112 del 2008, sia nella legge finanziaria per il 2009, risultano comunque difficoltà ad incrementare la spesa per investimenti e quindi è opportuna un'ulteriore revisione in materia;
a tale proposito, il comma 8 dell'articolo 77-bis del già citato decreto-legge n. 112 del 2008, pur avendo la finalità di consentire incrementi della spesa di investimento, con copertura riferita ad entrate di carattere straordinario, ha dato luogo ad interpretazioni difformi (si veda quella data dalla sezione regionale lombarda della Corte dei conti, interpellata dal sindaco di Varese) e, in particolare, la sua applicazione rigida contenuta nella circolare in materia della Ragioneria generale dello Stato ha lasciato insoddisfatti molti enti locali;
una maggiore autonomia di spesa, soprattutto per investimenti degli enti locali, è in linea con i nuovi principi del federalismo fiscale che la Camera dei deputati si accinge a discutere e ad approvare;
per risolvere alcune situazioni di crisi di specifici comuni italiani, il Governo è dovuto intervenire con specifiche dotazioni finanziarie, che si sono dovute porre al di fuori dei meccanismi del patto di stabilità, creando un certo grado di malcontento, soprattutto da parte degli enti locali più virtuosi;
gli stretti vincoli del patto di stabilità per il triennio 2009-2011 non consentono alle amministrazioni locali di utilizzare i residui passivi relativi alla spesa in conto capitale per portare a termine opere già programmate, nonché regolare i pagamenti alle imprese fornitrici, che sono in grave difficoltà per mancanza di liquidità;
gli enti locali potrebbero essere «costretti» a contrarre non solo i pagamenti alle aziende fornitrici, ma anche l'erogazione di servizi sociali essenziali, pur di rispettare il patto di stabilità per il triennio 2009-2011 ed evitare le applicazioni di sanzioni amministrative;
per un efficace rilancio degli investimenti, anche ai fini anticongiunturali, è necessario che queste risorse, già in possesso degli enti locali, possano essere almeno in parte utilizzate al fine di effettuare investimenti necessari in infrastrutture, scuole, manutenzioni ordinarie e straordinarie, ritenute essenziali per l'erogazione dei servizi ai cittadini,
impegna il Governo:
ad adottare iniziative normative volte a rivedere i criteri su cui si basa la disciplina del patto di stabilità (calcolo del saldo finanziario e principio della competenza mista, nonché riferimento ad un solo anno per il calcolo dei saldi-obiettivo), introdotta dal Governo Prodi, per renderla più idonea all'adozione di politiche dinamiche della spesa, atte a premiare gli enti virtuosi e a selezionare positivamente le tipologie di spesa più adeguate a promuovere lo sviluppo economico del Paese, nonché per tenere anche conto delle variazioni demografiche dei comuni;
a definire gli interventi da adottare per ovviare alla grave situazione in cui versano gli enti locali, assumendo, nei tempi utili alla predisposizione dei bilanci di previsione per il 2010, iniziative normative urgenti di riordino della finanza locale volte a garantire l'autonomia finanziaria di tali enti nel quadro della concreta attuazione del federalismo fiscale;
a operare, sin da subito, con un'immediata iniziativa normativa, per poter ampliare il più possibile, ferme restando le compatibilità finanziarie complessive, gli attuali vincoli del patto di stabilità interno, al fine di incentivare la spesa di investimento degli enti locali virtuosi;
ad adottare iniziative normative volte a superare, d'intesa con le associazioni delle autonomie locali, le criticità derivanti dall'applicazione del comma 8 dell'articolo 77-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, anche tenendo conto dei bilanci approvati;
a valutare l'adozione di strumenti che consentano, in tale quadro, la liquidazione della maggiore quantità possibile di crediti maturati dalle piccole e medie imprese nei confronti dei comuni, eventualmente mediante l'intervento della Cassa depositi e prestiti oppure mediante il rilascio di forme di garanzia dello Stato, al fine di sopperire alla grave mancanza di liquidità delle piccole e medie imprese.
(1-00138) «Cicchitto, Cota, Lo Monte, Bitonci, Bocchino, Iannaccone, Osvaldo Napoli, Fugatti, Baldelli, Lorenzin, Zorzato, Gava, Milanato».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DL 1998 0112

EUROVOC :

amministrazione locale

competenza mista

debito pubblico

economia pubblica

ente locale

finanze pubbliche

paese partecipante

patto di stabilita'

piccole e medie imprese

prodotto interno lordo

promozione degli investimenti