ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00109

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 126 del 04/02/2009
Abbinamenti
Atto 1/00143 abbinato in data 30/03/2009
Atto 1/00144 abbinato in data 08/04/2009
Atto 1/00145 abbinato in data 08/04/2009
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 04/02/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 04/02/2009
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 30/03/2009


Stato iter:
08/04/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/03/2009
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 30/03/2009
Resoconto CECCUZZI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 08/04/2009
Resoconto COSENTINO NICOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 08/04/2009
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto VIETTI MICHELE GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO
Resoconto FLUVI ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BERNARDO MAURIZIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 30/03/2009

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 30/03/2009

DISCUSSIONE IL 30/03/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 30/03/2009

ATTO MODIFICATO IL 31/03/2009

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/04/2009

NON ACCOLTO IL 08/04/2009

PARERE GOVERNO IL 08/04/2009

DISCUSSIONE IL 08/04/2009

RESPINTO IL 08/04/2009

CONCLUSO IL 08/04/2009

Atto Camera

Mozione 1-00109
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
testo di
mercoledì 4 febbraio 2009, seduta n.126

La Camera,
premesso che:
in data 2 febbraio 2009, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha inviato una sua segnalazione (AS496) al Parlamento, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alla Banca d'Italia e alla Consob in merito alla governance degli istituti di credito e delle assicurazioni del nostro Paese, anche alla luce dell'indagine conoscitiva (IC36) «La corporate governance di banche e assicurazioni», conclusa dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato in data 23 dicembre 2008;
nell'attuale fase di crisi del settore finanziario, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato condivide che priorità improrogabile del Governo e di tutte le istituzioni sia quella di predisporre misure che portino a risolvere la crisi, riducano al minimo gli effetti di quest'ultima sull'economia reale e ripristinino la fiducia nel corretto funzionamento dei mercati finanziari, ma nel contempo ritiene che la crisi in corso - diversamente da quanto da più parti sostenuto - richieda interventi in grado di affrontare alcune distorsioni del mercato e del settore del credito, così da assicurare nel futuro il recupero della reputazione collettiva e individuale del sistema bancario, oggi fortemente compromessa e causa della sfiducia diffusa sia dal lato della domanda - risparmiatori/investitori - sia dal lato dell'offerta a livello di sistema interbancario;
la capacità di rinnovamento non può che partire dall'affrontare temi solo apparentemente poco urgenti, ed invece centrali, come gli assetti di governance che presentano diversi profili critici:
a) l'ampia diffusione di legami azionari e personali fra concorrenti, soprattutto laddove creano nuclei stabili e intrecci non chiari tra soggetti finanziati e soggetti finanziatori;
b) la scarsa trasparenza nell'operato di alcuni centrali azionisti (si veda il ruolo essenziale ma non sempre chiaro delle fondazioni);
c) il mancato adeguamento della normativa sulle banche cooperative - in specie delle banche popolari quotate - la cui operatività concreta è oramai largamente assimilabile alle società per azioni;
questi profili critici erano stati più volti segnalati dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, in particolare:
a) in seguito alle indagini conoscitive IC32 (gennaio 2006), riguardante i prezzi alla clientela dei servizi bancari, e IC25 (novembre 2004), relativa agli ostacoli alla mobilità della clientela nell'ambito dei servizi di intermediazione finanziaria;
b) con la segnalazione del 28 maggio 2007 (Ostacoli allo sviluppo concorrenziale dei mercati dei servizi bancari per la clientela retail);
c) con frequenti audizioni parlamentari, tra le quali si ricordano quelle del 10 ottobre 2006 sull'attuazione della legge n. 262 del 2005, recante «disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari», e del 10 luglio 2007, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'evoluzione del sistema creditizio italiano;
nonostante le anomalie del sistema evidenziate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, l'autoregolamentazione collettiva e individuale non ha trovato rapidamente la forza di una spontanea reazione, sia pure a livello di intento, e poiché è mancata tale reazione spontanea del sistema finanziario, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato chiede ora che il progettato intervento pubblico a sostegno delle banche sia inserito in un quadro di misure finalizzate a eliminare i conflitti di ruolo, a riformare assetti di governance ormai superati, a garantire la nozione di indipendenza e a introdurre maggiore trasparenza nel ruolo degli azionisti;
in base ai cosiddetti «decreti anticrisi» recentemente emanati (decreti-legge n. 155, 157 e 185 del 2008), sono stati predisposti una pluralità di strumenti volti a iniettare, in presenza di specifici presupposti, capitale pubblico nelle banche:
a) l'entrata dello Stato nel capitale di banche in crisi attraverso la sottoscrizione o prestazione di garanzie per gli aumenti di capitale;
b) la prestazione di garanzie da parte dello Stato a passività delle banche;
c) le forme di finanziamento da parte della Banca d'Italia (cosiddetta emergency liquidity assistance);
d) la sottoscrizione da parte dello Stato di obbligazioni speciali bancarie convertibili, in talune circostanze, in azioni ordinarie;
i cosiddetti «decreti anticrisi» che introducono questi strumenti necessitano poi di successiva attuazione per il tramite di decreti del Ministero dell'economia e delle finanze, nonché della specifica applicazione caso per caso, anche sulla base di protocolli da stipulare con le banche interessate. Parrebbe, dunque, opportuno - secondo l'Autorità garante della concorrenza e del mercato - che l'intervento pubblico sia inserito, alla luce della specifica realtà italiana, nell'ambito di misure volte a realizzare radicali cambiamenti nella governance e non solo;
per quanto concerne la governance degli istituti di credito l'Autorità garante della concorrenza e del mercato propone:
a) di investire la struttura stessa del sistema bancario/finanziario, eliminando i conflitti di ruolo/incarico e garantendo la trasparenza nel ruolo degli azionisti/finanziatori rispetto ai soggetti finanziati;
b) sempre nella prospettiva di rendere chiaro e ridurre il fenomeno dei legami azionari, un intervento regolatorio che riduca la soglia del 2 per cento, oltre la quale devono essere dichiarate le partecipazioni rilevanti;
c) di rivedere radicalmente la normativa sull'amministratore indipendente, che oggi consente il verificarsi di situazioni non limpide, nelle quali il medesimo soggetto assomma cariche diverse in società concorrenti;
occorrono - secondo l'Autorità garante della concorrenza e del mercato - interventi normativi sulle fondazioni bancarie:
a) le fondazioni devono rendere chiaro il processo decisionale sulle modalità con le quali esercitano i diritti di voto nelle società partecipate e devono definire i criteri in base ai quali selezionano i candidati da proporre per le cariche degli organi di governo delle società partecipate, anche alla luce dell'esigenza di non candidare soggetti caratterizzati da conflitto di ruoli;
b) è indispensabile che la nomina degli stessi organi di governance delle fondazioni e la gestione del patrimonio siano ispirate a criteri oggettivi e trasparenti. Anche la trasparenza sui criteri di gestione del patrimonio e la completezza informativa rendono auspicabili interventi normativi, eventualmente di settore;
occorre avviare anche una riforma delle banche popolari; i diversi disegni di legge presentati in Parlamento possono costituire un utile punto di partenza per un tempestivo intervento normativo: le banche popolari quotate sono infatti sempre più assimilabili a società per azioni e, quindi, ormai prive di quelle caratteristiche che ne giustificavano la forma assunta e le specificità in termini, ad esempio, di voto capitario, di clausola di gradimento, di limiti al possesso di partecipazioni azionarie e all'uso delle deleghe. Occorre, dunque, un intervento normativo che adegui il regime legale vigente, che rischia di essere solo uno strumento per evitare cambiamenti efficienti negli assetti azionari e di governo societario, alla realtà attuale;
ma l'Autorità garante della concorrenza e del mercato propone anche misure a favore della clientela degli istituti di credito e, in particolare:
a) che gli interventi normativi sulla materia dei mutui immobiliari (rinegoziazione/portabilità) siano attuati in modo da consentire ai clienti di confrontare agevolmente le diverse opzioni e scegliere quella più competitiva in termini di miglior prezzo (vale a dire, in termini di minore tasso applicabile), anche al fine di evitare effetti distorsivi sugli spread;
b) di introdurre un chiaro ed unico indicatore sintetico che riunisca le diverse voci di spesa a carico del cliente che vada in scoperto. La clientela avrebbe un'immediata e chiara percezione del prezzo complessivo dei servizi bancari, necessaria per confrontare tra loro le diverse offerte presenti sul mercato e per rapportare il prezzo rispetto al livello dei tassi individuati come usurari. Occorre un chiarimento legislativo che dia un'indicazione precisa e tassativa dei criteri di calcolo del tasso usurario e interventi regolatori che esplicitino un indicatore sintetico di tutte le voci di spesa a carico dei clienti finali, comprensivo delle commissioni di massimo scoperto. In un'ottica concorrenziale si tratta di una misura che appare necessaria non solo per il cliente/consumatore finale, ma anche per il cliente/piccola e media impresa;
il 25 marzo 2009 è stato sottoscritto dal ministero dell'economia e delle finanze e dall'Associazione bancaria italiana un accordo quadro, che, di fatto, rinvia a forme di autoregolamentazione la soluzione di parte delle criticità segnalate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato,
impegna il Governo:
ad assumere le opportune iniziative, anche legislative, ferme restando le prerogative del Parlamento, superando le carenze dello stesso accordo quadro sottoscritto il 25 marzo 2009 dal ministero dell'economia e delle finanze e dall'Associazione bancaria italiana, al fine del pieno inserimento delle regole suggerite dalla citata segnalazione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, relative alla governance degli istituti di credito, all'effettiva portabilità dei mutui immobiliari per la prima casa di abitazione, all'introduzione di un chiaro ed unico indicatore sintetico che riunisca le diverse voci di spesa a carico del cliente che vada in scoperto;
ferme restando le prerogative del Parlamento, ad assumere le opportune iniziative anche legislative, al fine di - secondo le indicazioni dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato - riformare le fondazioni bancarie e riformare le banche popolari quotate.
(1-00109) «Di Pietro, Donadi, Borghesi».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

attivita' bancaria

banca

banca popolare

clientela

concorrenza

gestione d'impresa

governance

istituto di credito

legislazione antitrust

ostacolo allo sviluppo

politica della concorrenza

recessione economica

sviluppo economico