ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00022

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 29 del 07/07/2008
Abbinamenti
Atto 1/00007 abbinato in data 07/07/2008
Atto 1/00020 abbinato in data 07/07/2008
Atto 1/00021 abbinato in data 07/07/2008
Firmatari
Primo firmatario: FORMISANO ANNA TERESA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO
Data firma: 07/07/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VIETTI MICHELE GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO 07/07/2008
VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO 07/07/2008
PEZZOTTA SAVINO UNIONE DI CENTRO 07/07/2008
RUGGERI SALVATORE UNIONE DI CENTRO 07/07/2008
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO 07/07/2008
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO 07/07/2008
NARO GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO 07/07/2008


Stato iter:
08/07/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 07/07/2008
Resoconto POLIDORI CATIA POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO GOVERNO 07/07/2008
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
PARERE GOVERNO 08/07/2008
Resoconto ROMANI PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 08/07/2008
Resoconto FORMISANO ANIELLO ITALIA DEI VALORI
Resoconto POLLEDRI MASSIMO LEGA NORD PADANIA
Resoconto VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto RAISI ENZO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO GOVERNO 08/07/2008
Resoconto ROMANI PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 07/07/2008

DISCUSSIONE IL 07/07/2008

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 07/07/2008

DISCUSSIONE IL 08/07/2008

ACCOLTO IL 08/07/2008

PARERE GOVERNO IL 08/07/2008

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 08/07/2008

DISCUSSIONE IL 08/07/2008

APPROVATO IL 08/07/2008

CONCLUSO IL 08/07/2008

Atto Camera

Mozione 1-00022
presentata da
ANNA TERESA FORMISANO
testo di
lunedì 7 luglio 2008, seduta n.029

La Camera,
premesso che:
gli articoli 153 e 95 del Trattato che istituisce la Comunità europea puntano a tutelare gli interessi, la salute e la sicurezza dei consumatori tramite la promozione dell'apertura, dell'equità e della trasparenza del mercato interno;
la protezione dei consumatori, presupponendo norme commerciali trasparenti e coerenti, dovrebbe includere soprattutto l'indicazione di origine dei prodotti;
mentre alcuni tra i maggiori partner europei, come Stati Uniti, Canada e Giappone, hanno già introdotto il marchio di origine obbligatorio, in Europa non esiste alcuna norma che impone di indicare l'origine dei prodotti;
la proposta di regolamento del Consiglio, adottata dalla Commissione europea il 16 dicembre 2005, relativa all'indicazione del Paese di origine di taluni prodotti importati da Paesi terzi, infatti, dovrà essere esaminata in sede di codecisione dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri dell'Unione europea;
il testo prevede l'introduzione di un sistema di marchio di origine obbligatorio per un certo numero di settori ed è applicabile esclusivamente alle merci importate che riporteranno, all'atto dell'importazione, il marchio «fabbricato in», con l'indicazione del loro Paese di origine, che potrà essere redatto in una qualsiasi delle lingue ufficiali dell'Unione europea, in maniera tale da risultare facilmente comprensibile per i clienti finali dello Stato membro in cui le merci saranno commercializzate;
oltre alla citata proposta di regolamento, è da ricordare l'approvazione di una risoluzione del Parlamento europeo del luglio 2006 favorevole all'introduzione nell'Unione europea di un sistema obbligatorio di indicazione del Paese di origine per una serie di prodotti importati;
purtroppo gli ostacoli all'introduzione in Europa del marchio d'origine provengono dall'opposizione di una robusta minoranza di blocco, guidata da Gran Bretagna, Germania e Paesi scandinavi, che hanno delocalizzato le loro produzioni nei Paesi a basso costo di manodopera e che non vogliono che i loro prodotti rechino il marchio del Paese in cui sono stati effettivamente realizzati;
il marchio d'origine consentirebbe, invece, ai consumatori europei di essere pienamente consapevoli del Paese d'origine dei prodotti che acquistano e, quindi, in grado di identificare tali prodotti e le norme sociali, ambientali e di sicurezza generalmente associate a tale Paese;
la crescente concorrenza di Paesi con economie emergenti, inoltre, che oltre al basso costo della manodopera possono sfruttare anche il vuoto legislativo in campo ambientale e sociale, riduce la competitività delle imprese italiane, gravate da oneri aggiuntivi connessi al rispetto di standard elevati in materia di tutela del lavoro e dell'ambiente;
a questa concorrenza asimmetrica, capace di creare turbative nei mercati internazionali, Paesi come la Cina uniscono un pesante sistema di contraffazione dei marchi;
oggi circa i due terzi dei prodotti contraffatti proviene, infatti, dalla Cina, seguita dalla Corea, dalla Thailandia e da Taiwan, mentre la quota restante proviene dal bacino mediterraneo, con in testa, purtroppo, proprio l'Italia;
secondo i dati dell'Oecd e della International chamber of commerce, «la contraffazione rappresenta tra il 5 ed il 7 per cento del commercio mondiale, con punte anche di oltre il 10 per cento per taluni prodotti (circa 250 miliardi di euro all'anno), ed è già responsabile della perdita di oltre 200 mila posti di lavoro in Europa» e «si sta espandendo dai prodotti della moda ad un'infinità di altri prodotti industriali, ivi inclusi quelli per la casa, con grave rischio per la salute dei consumatori»; «colpisce la produzione industriale ed artistica europea», «minaccia gli investimenti e l'innovazione », «ha conseguenze potenzialmente disastrose per le piccole imprese»;
purtroppo la contraffazione si sta estendendo anche al settore agroalimentare e rappresenta una minaccia sempre più preoccupante per le imprese, i consumatori e l'economia nel nostro Paese, mettendo drammaticamente in evidenza quanto la tutela e la protezione dei marchi di origine sia importante e quanto sia strategico affrontare i mercati internazionali con un piano finalizzato alla difesa delle produzioni nazionali di alta qualità;
la diffusione delle contraffazioni e delle frodi commerciali, in tutti i settori possibili, oltre a penalizzare le imprese europee, che tentano con mille sacrifici di restare in competizione sul mercato, con pesanti ricadute sul piano occupazionale, e creare seri rischi per la salute dei cittadini, determina un pesante danno erariale di cui i Governi dovrebbero tener conto,
impegna il Governo:
ad adottare le iniziative legislative più opportune, nel rispetto della normativa comunitaria, al fine di tutelare il diritto dei consumatori a una corretta informazione in ordine ai prodotti per i quali l'ideazione, il disegno, la progettazione, la lavorazione e il confezionamento sono compiuti interamente sul territorio ita liano, utilizzando materie prime anche di importazione, ma semilavorati grezzi realizzati interamente in Italia;
ad adottare nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio ogni utile iniziativa che possa assicurare scambi commerciali sulla base della reciprocità nel rispetto delle più elementari norme sociali di sicurezza personale ed ambientale.
(1-00022) «Anna Teresa Formisano, Vietti, Volontè, Pezzotta, Ruggeri, Ciccanti, Compagnon, Naro».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

contraffazione

costi salariali

importazione

importazione comunitaria

marcatura

prodotto originario

protezione del consumatore

rischio sanitario

soppressione di posti di lavoro

traffico illecito

trattato CE