ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/05626/071

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 734 del 13/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: CAPARINI DAVIDE
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 13/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI 13/12/2012


Stato iter:
13/12/2012
Fasi iter:

DICHIARATO INAMMISSIBILE IL 13/12/2012

CONCLUSO IL 13/12/2012

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/05626/071
presentato da
CAPARINI Davide
testo di
Giovedì 13 dicembre 2012, seduta n. 734

   La Camera,
   premesso che:
    si apprende la notizia che il Ministro per lo Sviluppo economico stia pensando ad un probabile aumento di un euro e cinquanta centesimi del canone Rai per il 2013, attualmente pari a 112 euro. Nel 2012 il canone era stato aumentato proprio di un euro e mezzo;
    secondo quanto dichiarato dai vertici dell'azienda, che vogliono puntare al pareggio, l'aumento sarebbe fondamentale perché porterebbe 20-25 milioni di euro in più sulle entrate di un esercizio, il 2013, che rischia un ennesimo calo della pubblicità sul già tragico 2012 (730-750 milioni per la Rai, nonostante Olimpiadi ed Europei di calcio);
    il pagamento del canone di abbonamento, istituito con il Regio decreto n. 246 del 1938 quando ancora non esisteva la TV, è dovuto per la semplice detenzione di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle diffusioni televisive, indipendentemente dai programmi ricevuti, a seguito di una sentenza della Corte costituzionale del 2002 che ha riconosciuto la sua natura sostanziale d'imposta per cui la legittimità dell'imposizione è fondata sul presupposto della capacità contributiva e non sulla possibilità dell'utente di usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo al cui finanziamento il canone è destinato;
    l'emittente pubblica si avvale dei proventi derivanti dal canone, pari a circa 1,6 miliardi di euro l'anno, per coprire i costi derivanti dall'esecuzione degli obblighi ad essa imposti per legge, ai quali va aggiunto un ulteriore miliardo di euro derivante dalla pubblicità, i cui proventi, per legge, assumono il valore di fonte accessoria;
    il 19 aprile 2012 è stato accolto un ordine del giorno (9/5109-A-R/70) presentato al decreto-legge n. 16 del 2012 in materia di semplificazioni tributarie con il quale si impegnava il Governo a valutare l'opportunità di abolire il canone di abbonamento alla televisione nonché la relativa tassa di concessione governativa definendo una forma alternativa di finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo secondo criteri di equità, efficacia ed appropriatezza oppure, in alternativa, a far si che i proventi derivanti dal versamento del canone siano versati per il 90 per cento alle regioni, in conformità a quanto stabilito dalla legge n. 42 del 2009 in materia di federalismo fiscale e ripartiti tra le emittenti locali in base al regolamento che sarà emanato dal Ministro dello sviluppo economico entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore delle legge di conversione del decreto-legge,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di intraprendente tutte le opportune iniziative volte a dare seguito all'ordine del giorno n. 9/5109-A-R/70 ed emanare il regolamento per ripartire il canone RAI tra le emittenti locali.
9/5626/71Caparini, Barbato.