Legislatura: 16Seduta di annuncio: 608 del 21/03/2012
Primo firmatario: BERTOLINI ISABELLA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 22/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma STRACQUADANIO GIORGIO CLELIO POPOLO DELLA LIBERTA' 22/03/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 22/03/2012 DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 22/03/2012
ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 22/03/2012
PARERE GOVERNO IL 22/03/2012
RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 22/03/2012
CONCLUSO IL 22/03/2012
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame ha come obiettivo di promuovere le condizioni per la ripresa economica del Paese attraverso la rimozione di quegli ostacoli che caratterizzano storicamente il sistema sociale ed economico italiano e che si sostanziano in norme protezionistiche o, comunque, di ostacolo allo sviluppo delle iniziative imprenditoriali;
il provvedimento intende rivedere il quadro normativo, eliminando gli ostacoli ingiustificati all'accesso al mercato e le rendite di posizione esistenti, ampliando le opportunità di lavoro e rafforzando le prospettive di mobilità e di promozione sociale;
tra le numerose norme nel testo volte a rilanciare lo sviluppo non è stata, purtroppo, affrontata la questione della tassa di concessione governativa che grava sui contratti di abbonamento delle utenze telefoniche;
non è ammissibile che gli utenti di telefonia siano ancora tenuti al pagamento della tassa di concessione governativa;
la «tassa di concessione governativa» deve essere corrisposta dagli intestatari di un abbonamento di telefonia mobile allo Stato nella misura di 5,16 euro mensili se privati e di 12,91 euro se business (ma in tale caso la tassa è deducibile per l'80 per cento);
introdotta dal decreto del Presidente della Repubblica n. 641 del 1972, recante «Disciplina delle tasse sulle concessioni governative», ed estesa nel 1995 ai telefoni cellulari in abbonamento, considerati «beni di lusso», è stata abrogata nel 2003 dal Codice delle comunicazioni elettroniche che, in osservanza alle direttive comunitarie, ha liberalizzato il mercato;
in effetti nel 2007 il Governo si era impegnato ad abolire la tassa ma, considerato anche il gettito 750 milioni di euro annuì che essa fruttava, la decisione fu rimandata a tempo indeterminato;
nel gennaio 2011 sono state emesse due sentenze dalla Commissione tributaria regionale del Veneto che hanno stabilito che gli enti locali non sono tenuti al pagamento della tassa, e anzi che essa è illegittima, aprendo la strada alla possibile richiesta di esenzione degli utenti nonché al rimborso di quanto illegittimamente pagato;
in Italia vi sono più di 70 milioni di utenze di telefonia mobile, di cui circa il 90 per cento rappresentato da carte ricaricabili e solo il 10 per cento da contratti di abbonamento,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di adottare un provvedimento al fine di abrogare la tassa di concessione governativa sui contratti di abbonamento telefonico.
9/5025/198.(Testo modificato nel corso della seduta) Bertolini, Stracquadanio.