ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04909/020

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 585 del 14/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: VANNUCCI MASSIMO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 14/02/2012


Stato iter:
14/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 14/02/2012
Resoconto SEVERINO DI BENEDETTO PAOLA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 14/02/2012

PARERE GOVERNO IL 14/02/2012

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 14/02/2012

CONCLUSO IL 14/02/2012

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4909/20
presentato da
MASSIMO VANNUCCI
testo di
martedì 14 febbraio 2012, seduta n.585

La Camera,
premesso che:
con il provvedimento in esame si interviene su molti aspetti del sistema penitenziario;
il provvedimento è coerente con il principio di rieducazione e con l'obiettivo di reinserimento sociale ed economico dei detenuti;
l'educazione al lavoro, la formazione, l'apprendimento di un mestiere sono condizioni essenziali per il raggiungimento dell'obiettivo del reinserimento;
il Parlamento ha ricevuto la relazione del Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta, relativa allo svolgimento da parte dei detenuti di attività lavorative e corsi di formazione professionale per qualifiche richiesta da esigenze territoriali legge 22 giugno 2000 n. 193 articolo 5 comma 3 - anno 2011, trasmessa dal Ministro il 28 dicembre 2011;
l'ordinamento penitenziario prevede all'articolo 20 che negli istituti penitenziari deve essere favorita in ogni modo la destinazione dei detenuti e degli internati al lavoro e la loro partecipazione a corsi di formazione professionale, allo scopo di favorire il loro reinserimento sociale nel rispetto dell'articolo 27 del dettato costituzionale che stabilisce che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato;
lo stesso ordinamento indica all'articolo 17 che la finalità del reinserimento socio-lavorativo dei condannati e degli internati deve essere perseguita anche sollecitando ed organizzando la partecipazione di privati e di istituzioni o associazioni pubbliche o private all'opera rieducativa;
presso 39 istituti penitenziari della Repubblica (un quinto del totale) sono attive colonie e stabilimenti agricoli, dotati di impianti e attrezzature specifiche finalizzati alla formazione professionale dei reclusi nel settore dell'agricoltura (e nei settori connessi) e al loro inserimento lavorativo presso imprese e società cooperative del settore;
gli impianti predisposti negli istituti si sono dimostrati in molti casi strumento di intervento efficace al perseguimento delle finalità dell'ordinamento penitenziario, permettendo un regolare svolgimento delle attività didattiche e pratico-operative in condizioni di sicurezza e di funzionalità e garantendo gli spazi, le strutture logistiche e le strumentazioni tecniche necessarie al completamento dei cicli didattici;
dette iniziative hanno ottenuto tangibili risultati offrendo nel tempo una collocazione lavorativa per numerosi detenuti inseriti all'interno dei programmi rieducativi, con l'evidente vantaggio di un drastico abbattimento del pericolo di ricaduta in condotte criminose degli interessati;
la realtà agricola presenta caratteristiche che possono diventare, se ben organizzate, una vera e propria risorsa per le politiche di inclusione e di assistenza. L'agricoltura può erogare infatti, oltre ai propri prodotti, anche servizi relazionali e sociali che possono contribuire a migliorare la qualità della vita di alcune fasce marginali della popolazione, quali sono le persone sottoposte ad esecuzione penale;
che il trattamento riabilitativo e la responsabilizzazione di tali fasce marginali di popolazione trova maggiore incentivo in un impegno lavorativo quale quello agricolo, in cui la persona ha un rapporto diretto con il «prodotto» del proprio lavoro e la verifica del risultato è immediata, contrariamente a quanto avviene con lavori ripetitivi ed automatici;
significative sono le esperienze che si registrano nella regione Marche con punti di eccellenza nel carcere di Macerata Feltria (PU) e Barcaglione di Ancona per i quali l'attività degli stabilimenti agricoli presenta bilanci ampiamente positivi anche dal punto di vista economico;
la mancata assegnazione di fondi sul capitolo di spesa n. 7361 articolo 2, (escludendo le poche risorse stanziate per il mantenimento degli allevamenti) rischia di azzerare, oltre a qualsiasi progetto di sviluppo futuro, gli stabilimenti agricoli penitenziari nel loro insieme. Verrebbero così cancellate realtà produttive efficienti, dotate delle strutture e delle strumentazioni tecniche, dei mezzi meccanici e delle utensilerie necessarie alla conduzione delle proprie attività; andrebbero perdute le reti di relazioni pazientemente costituite e consolidate dalle direzioni nel corso degli anni, fatte di scambi di informazioni e di protocolli d'intesa con amministrazioni comunali, provinciali e regionali, comunità montane, mondo dell'imprenditoria, delle cooperative sociali e delle università; andrebbe perduto anche il patrimonio di migliaia di cittadini delle comunità esterne che hanno imparato ad avvalersi degli istituti di pena in quanto risorsa per il territorio;
la mancanza di finanziamenti, oltre a prefigurare un inevitabile danno erariale derivante, in assenza di detenuti preposti alla gestione e alle manutenzioni ordinarie delle fattorie, dalla svalutazione e il deperimento delle piante dei vivai, del deterioramento delle strutture, dalle mancate entrate derivanti dalle vendite e dalla incuria e la conseguente improduttività delle coltivazioni, si dimostra quindi un pessimo investimento anche sul piano umano, oltre che della sicurezza,

impegna il Governo

nell'ambito dei fondi disponibili assegnati all'Amministrazione penitenziaria a prevedere le risorse sufficienti affinché rimangano operative le colonie e gli stabilimenti agricoli presenti in numerosi istituti penitenziari italiani evitando che si crei un considerevole danno erariale e non si persegua fino in fondo l'obiettivo primario della detenzione ai fini della riabilitazione e del reinserimento.
9/4909/20. Vannucci.