ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04612/069

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 518 del 14/09/2011
Firmatari
Primo firmatario: CAMBURSANO RENATO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 14/09/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 14/09/2011


Stato iter:
14/09/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 14/09/2011
GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 14/09/2011
QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO
OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

ACCOLTO IL 14/09/2011

PARERE GOVERNO IL 14/09/2011

DISCUSSIONE IL 14/09/2011

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 14/09/2011

CONCLUSO IL 14/09/2011

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4612/69
presentato da
RENATO CAMBURSANO
testo di
mercoledì 14 settembre 2011, seduta n.518

La Camera,
premesso che:
nel nostro Paese, l'evasione fiscale è in crescita, come ha certificato l'Istat che ha stimato che nel 2008 sarebbero più di 250 miliardi di redditi non dichiarati e le imposte evase ammonterebbero a 100 miliardi. Nel frattempo però queste cifre sono salite rispettivamente a quota 270 e 120;
l'Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza negli ultimi anni hanno affinato la loro sinergia: hanno una trentina di banche dati a disposizione, le operazioni di controllo vengono pianificate insieme all'inizio di ogni anno. Tuttavia, secondo la Dbgeo, una banca dati dell'Agenzia delle entrate, a livello nazionale ci sarebbe una differenza del 38,41 per cento fra il reddito dichiarato e il reddito presunto degli italiani che non sono lavoratori dipendenti o pensionati;
uno degli strumenti maggiormente utilizzati, soprattutto per i detentori di beni di grande valore o patrimoni di centinaia di migliaia di euro, per eludere e/o evadere le imposte è quello della costituzione di «società di comodo» e il ricorso ai «trust»;
il provvedimento al nostro esame all'articolo 2, commi 36-quinquies-36-duodecies, reca norme in materia di società di comodo disponendo, da una parte, una maggiorazione di 10,5 punti percentuali sull'imposta sul reddito delle società (IRES) e, dall'altra, estendendo l'applicazione della maggiorazione alle società che presentano dichiarazioni in perdita fiscale per tre periodi d'imposta consecutivi;
tali disposizioni avrebbero dovuto porre fine alle società di comodo ed invece si sono limitate ad intervenire su quelle che abbiano denunciato perdite persistenti;
in realtà, norme per colpire le società di comodo esistono già (vedi i commi 128 e 129, articolo 1, della legge n. 244 del 2007 - Finanziaria 2008): per esempio, chi intesta la propria barca a una società controllata da se stesso o dai propri familiari potrà recuperare l'Iva versata ai fornitori solo se paga un noleggio superiore a soglie prefissate;
questa forma di elusione fiscale è diffusissima. Sarebbero oltre 4 mila le società che hanno come attività il «noleggio di imbarcazioni da diporto senza equipaggio». E gran parte di queste affittano la barca ai propri soci;
i controlli hanno però fin qui dato risultati scarsi. Poche decine di contestazioni per un valore complessivo nell'ordine dei milioni di euro;
all'articolo 1 , della legge n. 244 del 2007 (Finanziaria 2008), il comma 128, lettera d), amplia i casi di esenzione dalla normativa antielusiva di contrasto delle società di comodo. Si prevede, infatti, che essa non si applichi, tra gli altri casi, a quello delle società che risultino congrue e coerenti ai fini degli studi di settore;
tale esclusione, di fatto, invita molti contribuenti disonesti a falsificare le dichiarazioni dei redditi al fine di eludere le norme di contrasto all'utilizzo delle società di comodo. Su circa 900 mila posizioni di soggetti non congrui e non adeguati, meno del 5 per cento dei contribuenti può concretamente rischiare di essere invitato al contraddittorio. Ad esempio, nel corso dell'anno 2007, gli accertamenti sugli studi di settore sono stati appena 40.388 (dati Confartigianato) per un importo mediamente accertato pari a 3.519 euro;
ancora più difficile appare la caccia al trust, una formula giuridica anglosassone, che consente di schermare il reale proprietario di un bene designando un intestatario giuridico e un beneficiario economico;
tra gli strumenti che facilitano l'elusione delle imposte il trust conosce un grosso successo. Ne fa uso chi vuole proteggere i propri beni dalle pretese dei creditori o, in caso di separazione, dalle richieste della ex moglie. Ma il trust, a quanto pare, funziona benissimo anche per mettersi al riparo dal fisco. Non si contano i beni di lusso (ville, barche, auto) intestati, per esempio, a strutture fiduciarie con sede nelle isole britanniche del Canale. Anche in questo caso negli ultimi anni le norme e i controlli si sono fatti più stringenti, ma la stessa moltiplicazione dei professionisti del trust appare una implicita conferma che gran parte degli evasori è più che convinta di farla franca;
se davvero si vuole combattere il fenomeno delle società «filtro» , basterebbe obbligare tutte le società a rilevare l'identità dei dominus, delle persone fisiche che le controllano. Sarebbe una svolta nella lotta all'evasione fiscale e anche per la repressione della criminalità organizzata,

impegna il Governo

a prendere le opportune iniziative anche legislative, ferme restando le prerogative del Parlamento, al fine di:
eliminare la congruità agli studi di settore dalle fattispecie per le quali una società non viene classificata come società di comodo;
rendere trasparenti i veri proprietari di beni intestati a società di comodo prevedendo che i beni, le cui indicazioni vengano omesse o formulate con riferimento a persone fisiche i cui redditi risultino palesemente squilibrati rispetto al valore dei medesimi, siano sottoposti a confisca.
9/4612/69. Cambursano, Borghesi.