Legislatura: 16Seduta di annuncio: 511 del 02/08/2011
Primo firmatario: ROSATO ETTORE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/08/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma GIACOMELLI ANTONELLO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 02/08/2011 Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
ACCOLTO IL 02/08/2011
PARERE GOVERNO IL 02/08/2011
RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 02/08/2011
CONCLUSO IL 02/08/2011
La Camera,
premesso che:
vi è forte preoccupazione e angoscia per quanto sta avvenendo in Libia, in un momento in cui è assai difficile prevedere con esattezza l'evoluzione della grave situazione che sta vivendo il popolo libico;
gli ultimi avvenimenti sono particolarmente allarmanti anche alla luce del fatto che l'Italia rappresenta non solo il Paese della sponda nord del Mediterraneo più vicino alla Libia, collocandosi a poche miglia di distanza da questo Paese, ma anche il primo partner commerciale dei vicini libici, con un volume d'affari assai rilevante e tale da coinvolgere non solo grandi imprese come l'Eni, ma anche una gran numero di piccole e medie imprese italiane, specie nel settore delle infrastrutture, che proprio perché di dimensioni ridotte sono particolarmente vulnerabili a fronte degli avvenimenti in corso, con pesanti conseguenze anche in termini occupazionali per centinaia di lavoratori italiani;
a causa della grave crisi di regime, infatti, numerose imprese italiane, pubbliche e private, si trovano di fatto nell'impossibilità di esigere i loro crediti nei confronti di imprese di Stato libiche e/o autorità statali libiche, anche per gli effetti della risoluzione delle Nazioni Unite che ha bloccato tutte le risorse finanziarie collegate a Gheddafi e alla sua famiglia;
pertanto una tale situazione rischia di avere delle conseguenze esiziali per i bilanci delle medesime imprese e per i livelli occupazionali degli addetti a causa dell'interruzione nel flusso del credito dovuto all'incertezza ed instabilità della situazione;
in questi anni molte imprese sono state spinte ad investire in Libia anche per i rafforzati rapporti istituzionali e politici che si sono creati tra il nostro Governo e Gheddafi;
gli investimenti e i depositi collocati in Italia e direttamente riconducibili a fondi sovrani libici o ad altre autorità comunque riconducibili alla nazione libica sono ingenti e rilevanti e il Governo dopo una mappatura puntuale e dettagliata, avrebbe dovuto disporre il blocco;
il Governo italiano ha recentemente promosso presso il Ministero degli affari esteri l'attivazione di un tavolo-Tunisia, al quale hanno partecipato lo stesso ministro tunisino per lo sviluppo economico, e le aziende e le regioni italiane, proprio allo scopo di portare sviluppo e crescita in Tunisia, cercando al tempo stesso di sostenere in un difficile momento le imprese italiane impegnate in loco,
impegna il Governo
ad attivare immediatamente un tavolo di concertazione con le aziende italiane interessate e le loro associazioni di categoria che sia effettivamente efficace considerato che, diversamente da quello già istituito con la Tunisia, la situazione politica in Libia è molto diversa;
ad attivare urgentemente tutti gli strumenti economici e assicurativi, anche normativi ove necessario, per garantire le imprese italiane, con particolare riguardo a quelle medio piccole, operanti da anni in Libia;
a considerare, nel rispetto delle convenzioni stipulate e del diritto internazionale pubblico e privato, - utilizzando anche il lavoro di ricognizione che il Ministero degli affari esteri e Confindustria stanno svolgendo - e in attesa di una ridefinizione dei rapporti con un nuovo auspicabile Governo libico, le partecipazioni e i depositi indicati nella premessa come risorse vincolabili a favore del sistema bancario a garanzia dei crediti maturati ed esigibili dalle nostre imprese.
9/4551/23.Rosato, Giacomelli.