ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04307/191

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 477 del 24/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: PALOMBA FEDERICO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 25/05/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 25/05/2011
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 25/05/2011
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 25/05/2011
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 25/05/2011
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 25/05/2011


Stato iter:
25/05/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/05/2011
Resoconto PALOMBA FEDERICO ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/05/2011
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
PARERE GOVERNO 25/05/2011
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/05/2011

INVITO AL RITIRO IL 25/05/2011

PARERE GOVERNO IL 25/05/2011

NON ACCOLTO IL 25/05/2011

PARERE GOVERNO IL 25/05/2011

RESPINTO IL 25/05/2011

CONCLUSO IL 25/05/2011

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4307/191
presentato da
FEDERICO PALOMBA
testo di
mercoledì 25 maggio 2011, seduta n.478

La Camera,
premesso che,
il 15 e 16 maggio scorsi, 877.982 cittadini sardi, si sono pronunciati sul referendum consultivo regionale sul nucleare. I cittadini dell'isola dovevano esprimere la loro volontà in merito al quesito: «sei contrario all'installazione in Sardegna di centrali nucleari e siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate e preesistenti?»;
il risultato del referendum consultivo è stato nettissimo. il «no al nucleare» ha stravinto con una percentuale del 97,14 per cento. Un vero e proprio plebiscito che spazza via la stagione nucleare, e manda un segnale chiaro al Governo;
contro la costruzione delle centrali nucleari si erano pronunciati tutti i partiti e tutte le forze sociali;
dopo il voto sardo, e a scrutini ormai conclusi, lo stesso Governatore della regione, Ugo Cappellacci, ha sottolineato come «la scelta espressa in maniera così compatta dalla Sardegna non è stata presa sull'onda dell'isteria per il disastro nucleare di Fukushima. Quella antinucleare è una convinzione radicata»;
la nettissima contrarietà al nucleare espressa in questi giorni dai cittadini sardi, è solo l'ultima di una lunga sequenza di posizioni assolutamente contrarie a qualunque ipotesi di istallazioni nucleari espresse dalla gran parte delle regioni italiane;
già nei mesi scorsi, quasi tutte le regioni, hanno detto «no» al piano nucleare, sull'onda dei ricorsi alla Corte costituzionale presentati da 11 amministrazioni (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise e Toscana), che hanno rilevato profili di incostituzionalità nelle procedure previste per la definizione dei siti e per i processi autorizzativi delle centrali. In Sicilia l'Assemblea regionale ha detto «no» al nucleare con un ordine del giorno, approvato all'unanimità, con l'appoggio anche del presidente Raffaele Lombardo;
in questo contesto, va rammentata la dichiarazione dello stesso Sottosegretario allo sviluppo economico, Stefano Saglia, che aveva dichiarato («Corriere della Sera» del 12 febbraio scorso) che: «è chiaro che nessuna centrale nucleare si farà contro la volontà della regione, è una cosa che non accadrà mai». Peraltro una dichiarazione certamente vincolante per il Governo, e che non è mai stata smentita o ridimensionata nelle settimane successive;
quanto suesposto mostra chiaramente che non vi è alcuno spazio per un ritorno alla politica nucleare;
il Governo invece, si è solo preso una «pausa di riflessione», ma di fatto continua a non voler rinunciare all'avventura nucleare;
l'intento sostanziale del Governo - esplicitato anche in provvedimenti legislativi all'esame del Parlamento - è infatti quello di far approvare una sospensione della scelta nucleare, facendola invece passare per una formale abrogazione delle norme approvate dal Governo che hanno reintrodotto la produzione di energia nucleare in Italia;
il Governo quindi, pur ponendo uno «stop» sulla scelta del nucleare, evidenzia chiaramente che non intende fare un passo indietro definitivo, ma che mantiene ferma la volontà di riprendere in futuro la via dell'atomo;
a conferma di questi reali intendimenti del Governo, basta ricordare che lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, il 26 aprile scorso in occasione del vertice italo-francese, aveva dichiarato che continuerà sulla via del nucleare. Secondo il Presidente del Consiglio dei ministri infatti: «siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare è il futuro per tutto il mondo. È un destino ineluttabile (...)». E ancora: «la moratoria serve per avere il tempo necessario affinché la situazione giapponese si chiarisca e nel giro di 1-2 anni l'opinione pubblica sia abbastanza consapevole da tornare al nucleare. (...)». Quanto accaduto in Giappone, sempre secondo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, «ha spaventato ulteriormente i cittadini italiani e se fossimo andati oggi al referendum, il nucleare non sarebbe stato possibile per molti anni»;
l'obiettivo esplicito del Governo è quindi quello di tentare di annullare il quesito referendario del 12 e 13 giugno prossimi, dove gli italiani saranno chiamati a votare per il referendum promosso dall'Italia dei Valori contro il nucleare, per abrogare definitivamente proprio la normativa che consente la realizzazione di centrali nucleari sul nostro territorio nazionale,

impegna il Governo

a prendere atto che i cittadini italiani non vogliono più sentir parlare di una nuova avventura nucleare nel nostro Paese, e nel rispetto della loro volontà, chiudere in maniera definitiva ogni ipotesi di ritorno del nucleare in Italia.
9/4307/191. Palomba, Di Pietro, Borghesi, Evangelisti, Piffari, Cimadoro.