ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04086/056

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 440 del 25/02/2011
Firmatari
Primo firmatario: ORLANDO LEOLUCA
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 25/02/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI 25/02/2011
PALAGIANO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 25/02/2011


Stato iter:
25/02/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 25/02/2011
GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 25/02/2011

PARERE GOVERNO IL 25/02/2011

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 25/02/2011

CONCLUSO IL 25/02/2011

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4086/56
presentato da
LEOLUCA ORLANDO
testo di
venerdì 25 febbraio 2011, seduta n.440

La Camera,
premesso che:
il comma 32 dell'articolo 81 del decreto-legge n. 112 del 2008, aveva istituito la «carta acquisti finalizzata all'acquisto di tali beni e servizi», ossia la cosiddetta social card, che secondo il Governo, avrebbe dovuto sostenere il potere d'acquisto delle fasce più deboli della popolazione;
in realtà, a consuntivo, detta carta acquisti si è rivelata un fallimento, uno strumento sbagliato, di valore insufficiente, e utilizzabile solo da pochi rispetto ai tanti che vivono situazioni di povertà;
i risultati sono stati: un numero di richieste molto inferiore al numero dei beneficiari previsto, disfunzioni di tipo organizzativo che hanno aumentato il disagio degli utilizzatori della carta;
inoltre, dei circa un milione e 300 mila cittadini aventi diritto previsti dal Governo, circa 520 mila avevano fatto richiesta per la social card, e di questi solo circa il 60 per cento hanno ottenuto la tessera. A ciò si aggiunga che circa il 40 per cento delle tessere assegnate sono risultate scoperte al momento del loro utilizzo, mettendo così in una situazione di imbarazzo i cittadini indigenti;
con l'articolo 2, comma 46, del decreto-legge in esame, preso atto del precedente fallimento, si prevede una nuova formula per la diffusione della carta acquisti: l'articolo prevede l'avvio di un anno di sperimentazione in favore degli enti caritativi operanti nei comuni con più di 250 mila abitanti, al fine di acquisire elementi di valutazione per una successiva proroga del programma carta acquisti - di cui all'articolo 32 citato - finalizzato all'acquisto di beni e servizi (generi alimentari, bollette energetiche, fornitura di gas da privati) per i cittadini che versano in condizione di maggior disagio economico;
un successivo decreto del Ministero del lavoro stabilirà le modalità di selezione degli enti destinatari delle carte acquisti e le caratteristiche delle persone a cui gli enti rilasceranno le carte;
i criteri stabiliti lasciano fuori la stragrande maggioranza dei comuni italiani che non arrivano a 250.000 abitanti e, inoltre, la scelta dell'assegnazione diretta agli enti, oltre che lesiva dell'autonomia dei comuni, non appare la più idonea, a fronte della conoscenza che le amministrazioni locali possiedono con riguardo alle esigenze e alle caratteristiche delle situazioni di disagio;
dal testo risulta un unico criterio di selezione per la scelta degli enti destinatari della carta acquisti - lo svolgimento di attività di distribuzione di pasti - che non può essere considerato esaustivo con riguardo alle attività di assistenza e, in particolare, non appare consona - né rispetto alle competenze e all'autonomia degli enti locali, né con riguardo all'applicazione della norma istitutiva della social card - la scelta di rilasciare direttamente agli enti caritativi le carte acquisti, che a loro volta saranno distribuite, a loro discrezione, agli utenti bisognosi, pur trattandosi di una misura di natura quasi filantropica, modesta sotto il profilo economico - circa 40 euro al mese - e limitata ad alcune categorie di beneficiari - «poveri» al di sopra dei 65 anni e al di sotto dei 3 anni - è l'unico strumento nazionale che conferisce diritti esigibili a chi è privo di risorse,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di assegnare ai comuni medesimi un ruolo di primo piano nella funzione di indirizzo e di programmazione relativamente agli interventi sociali nel territorio;
a valutare la possibilità di allargare, anche in forma graduale, i vigenti requisiti per gli aventi diritto alla carta acquisti che risultano, in forza dei limiti anagrafici e dei criteri adottati, numericamente, molto al di sotto del numero reale di soggetti e nuclei indigenti;
a valutare la possibilità, infine, di prevedere un valore economico diversificato della carta acquisti, calibrato a seconda dello stato di necessità dei beneficiari.
9/4086/56. Leoluca Orlando, Mura, Palagiano.