Legislatura: 16Seduta di annuncio: 360 del 28/07/2010
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 28/07/2010 FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 28/07/2010 MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 28/07/2010 TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 28/07/2010 ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 28/07/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 28/07/2010 CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
ACCOLTO IL 28/07/2010
PARERE GOVERNO IL 28/07/2010
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 28/07/2010
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 29/07/2010
RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 29/07/2010
CONCLUSO IL 29/07/2010
La Camera,
premesso che:
attualmente i detenuti ospitati nei 206 istituti di pena italiani sono circa 69.000, a fronte di una capienza regolamentare di 43.087 posti e «tollerabile» di 64.237; siamo, dunque, ampiamente oltre la soglia massima di tolleranza;
il dato relativo al pesante sovraffollamento delle strutture penitenziarie è reso ancor più drammatico dalla carenza degli organici degli agenti di polizia penitenziaria e del personale civile (educatori, psicologi e assistenti sociali);
di fronte ad una tanto grave situazione, i tempi effettivi di realizzazione e le fonti di finanziamento del cosiddetto «Piano Carceri» approvato il 12 gennaio 2010 non risultano essere adeguati, atteso che della somma necessaria al suo completamento, ossia 1 miliardo e 600 milioni di euro, attualmente sarebbero disponibili solo 250 milioni, ai quali la legge finanziaria 2010 ha aggiunto un finanziamento di soli 500 milioni di euro, per un importo complessivo che, quindi, non raggiunge la metà delle ipotizzate necessità di investimento;
la costruzione di 18 nuovi istituti di pena flessibili (di prima accoglienza o destinati a detenuti con pene lievi) e di 47 nuovi padiglioni all'interno delle strutture già esistenti sarà destinata a non avere alcuna utilità e/o efficacia concreta se non sarà presto accompagnata da un notevole aumento degli organici della polizia penitenziaria e del personale civile;
i tagli alle risorse destinate alla giustizia conseguenti alla cosiddetta finanziaria triennale dell'estate 2008 (decreto-legge 112/2008, convertito nella legge 133/2008), stanno causando esiziali difficoltà di gestione ed efficienza amministrativa in tutti gli istituti penitenziari, difficoltà che, in taluni casi, raggiungono punte di vera e propria «emergenza umanitaria», in palese contraddizione con i diritti costituzionalmente garantiti;
nel comparto giustizia, nell'ultimo triennio, i tagli ammontano a circa 140 milioni di euro, il che ha provocato pesanti ripercussioni anche sui fondi necessari a pagare la benzina dei mezzi per la traduzione dei detenuti o su quelli destinati alla manutenzione degli istituti di pena e alle missioni del personale penitenziario;
in particolare, per quanto riguarda le risorse destinate al solo settore dell'Amministrazione Penitenziaria, il presente provvedimento prevede tagli per complessivi 18 milioni e 600.000 mila euro; poco meno della metà di questi tagli, ovvero 7 milioni e 400.000 mila euro, riguarda le spese di mantenimento, assistenza e rieducazione dei detenuti, con effetti deleteri sulle mercedi e sul lavoro dei custoditi, il che non farà altro che aggravare nei prossimi mesi la mancanza di attività quali lo studio ed il lavoro all'interno delle carceri;
è evidente che se le carceri continueranno ad essere considerate il luogo in cui riversare tutti gli esclusi sociali e i soggetti deboli della società, l'aumento della popolazione detenuta risulterà essere sempre più inversamente proporzionale alle risorse disponibili e alla presenza del personale di polizia penitenziaria, degli educatori, degli psicologi e degli assistenti sociali, il tutto all'interno di un sistema carcerario che per nulla garantisce il rispetto del dettato costituzionale,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di affrontare concretamente, mediante una mirata e lungimirante programmazione, la grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena, da un lato evitando il susseguirsi di interventi normativi settoriali in campo penale che non fanno altro che acuire le problematiche connesse all'elevato numero dei detenuti e, dall'altro, riducendo l'attuale popolazione carceraria e, quindi, i costi necessari alla sua amministrazione e gestione, ampliando la tipologia delle misure alternative attualmente previste mediante l'introduzione dell'istituto della messa alla prova e dei patti per il reinserimento e la sicurezza sociale e riducendo l'area dell'illecito penale relativamente a comportamenti di scarso disvalore sociale mediante un effettivo ampliamento ed una concreta differenziazione delle tipologie sanzionatorie, affiancando alla pena detentiva altre pene interdittive non privative delle libertà personali;
ad adottare ulteriori iniziative volte a rivedere il Piano Carceri approvato dal Governo il 12 gennaio 2010 investendo una quota-parte delle risorse ad esso destinate:
a) nel sostegno del vigente (e scarsamente utilizzato) sistema delle misure alternative alla pena detentiva mediante un meccanismo di co-finanziamento dei progetti finalizzati al reinserimento sociale dei detenuti e degli internati;
b) nella realizzazione di programmi di riabilitazione e reinserimento sociale dei condannati mediante l'utilizzo effettivo dei fondi della Cassa delle Ammende a ciò vincolati;
c) nell'attuazione del diritto allo studio e al lavoro in carcere;
ad adottare ulteriori iniziative al fine di ripristinare nel corso della prossima manovra finanziaria i tagli previsti a carico dell'Amministrazione Penitenziaria nel corso degli ultimi tre anni.
9/3638/298.(Testo modificato nel corso della seduta)Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.
EUROVOC :amministrazione penitenziaria
detenuto
personale carcerario
personale civile
reinserimento sociale
sistema di finanziamento
stabilimento penitenziario
utilizzazione degli aiuti