Legislatura: 16Seduta di annuncio: 360 del 28/07/2010
Primo firmatario: BOCCIA FRANCESCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 28/07/2010 D'ANTONI SERGIO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 28/07/2010 MARINI CESARE PARTITO DEMOCRATICO 28/07/2010 VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 28/07/2010 OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 28/07/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 28/07/2010 CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
ACCOLTO IL 28/07/2010
PARERE GOVERNO IL 28/07/2010
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 28/07/2010
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 29/07/2010
RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 29/07/2010
CONCLUSO IL 29/07/2010
La Camera,
premesso che:
la crisi economica e finanziaria internazionale che ormai da ormai due anni investe pesantemente l'economia nazionale si sta riflettendo con particolare intensità nelle regioni del Mezzogiorno, dove si registrano evidenti difficoltà nel settore-produttivo, significativi e preoccupanti incrementi del tasso di disoccupazione e conseguenti ricadute sul livello dei redditi da lavoro delle famiglie,
gli effetti della crisi internazionale sul Mezzogiorno sono stati aggravati nel corso della legislatura in corso dall'azione dell'esecutivo che ha provveduto a smantellare, in modo sistematico, le politiche economiche e fiscali che fino al 2008 hanno costituito un punto di sostegno reale per tutti i settori produttivi presenti sul territorio;
il principale strumento finanziario per gli interventi nel Mezzogiorno, ovvero il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) è stato praticamente azzerato nel breve volgere di due anni, e da ultimo con gli interventi previsti dal decreto legge in esame, ed una parte consistente delle risorse finanziarie sono state reindirizzate per esplicita scelta dell'esecutivo verso finalità diverse da quelle originariamente previste e programmate;
per effetto di tali interventi, lo strumento generale di governo finalizzato alla realizzazione di interventi strutturali ed infrastrutturali nelle aree sottoutilizzate, con risorse addizionali rispetto a quelle comunitarie, ha perso l'originaria finalità: quella di sviluppare una politica nazionale regionale coerente con i principi e le regole di politica comunitaria;
dallo svuotamento del FAS e dal taglio di risorse alla missione 028 - Politiche di sviluppo e riequilibrio operato con il decreto-legge al nostro esame, consegue lo smantellamento di quanto programmato nel Quadro Strategico nazionale 2007-2013 ed un forte indebolimento delle risorse aggiuntive disponibili per le politiche di sviluppo, ivi comprese quelle destinate ad accrescere il capitale sociale dell'area nei settori dell'istruzione, dell'assistenza per l'infanzia e per gli anziani, dei rifiuti urbani e dei servizi idrici;
il miglioramento e il potenziamento della dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno, in termini di reti e nodi, di plurimodalità e di logistica, e soprattutto di grandi assi di collegamento, sono la precondizione essenziale per lo sviluppo economico dell'area. Tuttavia, al di là di annunci reiterati su infrastrutture di dubbia fattibilità e utilità come il Ponte sullo Stretto di Messina, l'esecutivo non ha ancora provveduto a stanziare risorse adeguate alla realizzazione e al completamento di infrastrutture ferroviarie, stradali e portuali necessarie allo sviluppo del Mezzogiorno;
dall'inizio della legislatura il tema delle infrastrutture è stato affrontato prevalentemente con le modalità del varo di programmi e l'apertura di numerosi cantieri, disperdendo in numerose iniziative ingenti risorse che al contrario potrebbero essere utilizzate per migliorare, in tempi brevi e certi, le infrastrutture esistenti e per portare a termine quelle già avviate o prossime ad entrare in funzione;
ad aggravare la situazione, amplificando i tempi previsti per la realizzazione delle opere, intervengono poi anche fattori di governo delle iniziative. Gli obiettivi di infrastrutturazione dei piani approvati dal Cipe non sempre coincidono con le esigenze di sviluppo territoriale delle regioni e degli enti locali. Il mancato coordinamento degli interventi tra le regioni e il governo, anche per integrare risorse che l'unione europea assegna ai due differenti livelli di governo, è un elemento che crea ritardi e confusione, nelle iniziative di infrastrutturazione del Mezzogiorno,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di ristabilire le originarie dotazioni finanziarie per il Mezzogiorno, a partire dal FAS, confermando la destinazione dell'85 per cento di tali risorse alle aree meridionali anche in ossequio delle disposizioni contenute nell'articolo 119 comma 5 della Costituzione;
a sbloccare le risorse FAS destinate ai piani di sviluppo e di investimento regionali, impegnando le Regioni a partecipare a progetti e programmi di carattere sovra regionale la cui cabina di regia sia coordinata e condivisa;
a ripristinare il corretto metodo di programmazione del QSN e delle risorse destinate alle politiche di sviluppo e coesione garantendo l'effettiva aggiuntività a carico del bilancio dello Stato, così come previsto dall'articolo 15 del Regolamento CEE a 1083/2006 per il periodo 2007-2013, informando periodicamente il Parlamento, provvedendo, fra l'altro, a rimuovere i tagli alla missione 028 Sviluppo e coesione territoriale del Ministero dello sviluppo economico, adottati con il provvedimento al nostro esame;
ad istituire un'apposita cabina di regia, come previsto dall'articolo 1, comma 864, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), con la partecipazione del Governo e delle Regioni finalizzata ad individuare gli interventi nel settore delle infrastrutture e trasporti di maggiore rilevanza per lo sviluppo del Mezzogiorno.
9/3638/271.(Testo modificato nel corso della seduta)Boccia, Villecco Calipari, D'Antoni, Cesare Marini, Vico, Oliverio.
EUROVOC :investimento regionale
Mezzogiorno
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politica regionale
protezione dell'infanzia
retribuzione del lavoro
sviluppo regionale