ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02206/048

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 141 del 26/02/2009
Firmatari
Primo firmatario: COMPAGNON ANGELO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO
Data firma: 26/02/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2009


Stato iter:
26/02/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 26/02/2009
Resoconto MENIA ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/02/2009
Resoconto COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO
Fasi iter:

ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 26/02/2009

PARERE GOVERNO IL 26/02/2009

DISCUSSIONE IL 26/02/2009

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 26/02/2009

CONCLUSO IL 26/02/2009

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/2206/48
presentato da
ANGELO COMPAGNON
testo di
giovedì 26 febbraio 2009, seduta n.141

La Camera,
premesso che:
nei giorni scorsi è stata celebrata la giornata mondiale delle zone umide, in occasione della firma della Convenzione Internazionale sulle Zone Umide, il 2 febbraio 1971 a Ramsar, in Iran;
stagni, laghi, paludi, ma anche cave di torba, ghiaia o di argilla sono tutte aree definite come «zone umide»: si tratta di 1.828 siti riconosciuti al mondo per un totale di 169 milioni di ettari, un patrimonio di cui, secondo il Wwf, il 60 per cento, nel mondo, è andato distrutto nell'ultimo secolo;
in Italia le zone umide sono 50, la più grande zona umida è quella delle Valli residue del comprensorio di Comacchio in Emilia Romagna, con 13.500 ettari, seguita dalle Saline di Margherita di Savoia in Puglia (3.871 ettari) e dallo Stagno di Cabras in Sardegna (3.575 ettari);
le zone umide svolgono un'azione da «regolatori» naturali di fenomeni come le piene dei fiumi, sono una sorta di «depuratore» e costituiscono uno degli habitat più importanti per la biodiversità, in quanto salvano il clima immagazzinando metano e carbonio, molto più delle foreste e per l'Italia rappresentano un corridoio migratorio;
in Italia dei circa 3 milioni di ettari originari, all'inizio del ventesimo secolo ne restavano 1,3 milioni fino a precipitare ai 300.000 ettari nel 1991. Oggi ne sopravvivono appena lo 0,2 per cento, tra aree interne e marittime e quelle che ancora rimangono sono minacciate da scarichi industriali e urbanizzazione;
dall'analisi di un recente studio di 305 zone umide minori naturali e artificiali censite in cinque regioni campione, rappresentative a livello nazionale (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lazio, Sardegna e Sicilia) emerge una situazione di minaccia,

impegna il Governo

ad adottare urgenti e concreti provvedimenti affinché vengano tutelate le zone umide italiane più a rischio e a rafforzare i controlli su tali aree che spesso sono diventate la meta preferita per interramenti e discariche abusive.
9/2206/48. Compagnon.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

deposito dei rifiuti

protezione dell'ambiente

zona umida