ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01972/049

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 114 del 14/01/2009
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 14/01/2009


Stato iter:
14/01/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 14/01/2009
Resoconto BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI
 
PARERE GOVERNO 14/01/2009
Resoconto CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 14/01/2009
Resoconto BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto STUCCHI GIACOMO LEGA NORD PADANIA
Resoconto BARETTA PIER PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 14/01/2009

NON ACCOLTO IL 14/01/2009

PARERE GOVERNO IL 14/01/2009

DISCUSSIONE IL 14/01/2009

RESPINTO IL 14/01/2009

CONCLUSO IL 14/01/2009

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1972/49
presentato da
FRANCESCO BARBATO
testo di
mercoledì 14 gennaio 2009, seduta n.114

La Camera,
premesso che:
la recente approfondita indagine della Corte dei Conti sugli effetti del condono fiscale 2003-2004 voluto dal secondo Governo Berlusconi conferma autorevolmente quanto già era stato denunciato dall'opposizione: la politica dei condoni ha prodotto gravi danni alla finanza pubblica e ha aggravato l'iniquità del prelievo fiscale, avvantaggiando ulteriormente gli evasori e di fatto aumentando l'onere per i contribuenti onesti;
l'indagine ha confermato il carattere lassista delle norme grazie alle quali molti evasori hanno potuto beneficiare degli effetti favorevoli della sanatoria senza in realtà pagare neppure le somme, ampiamente scontate rispetto a quanto originariamente dovuto, che si erano impegnati a versare con la dichiarazione di condono;
il buco è stato stimato in 5,2 miliardi di euro, pari al 20 per cento delle entrate a suo tempo annunciate;
particolarmente rilevante è risultato il mancato gettito relativo alla sanatoria degli omessi versamenti (3,5 miliardi di euro);
ma la vicenda del mancato pagamento delle rate successive alla prima non è che il più evidente tra i guasti determinati dalla legge 289 del 2002: basti ricordare le dichiarazioni riservate, la possibilità di mantenere il credito IVA anche in presenza di fatture false, la rottamazione dei ruoli, nonché lo «scudo fiscale» che ha consentito gravi aggiramenti della normativa senza peraltro raggiungere risultati significativi in termini di effettiva regolarizzazione dei capitali all'estero;
a ciò si aggiunga, come puntualmente rilevato nella relazione della Corte, la grave distrazione di risorse amministrative, tenuto conto che per oltre due anni l'Agenzia delle entrate è stata in gran parte distolta dal suo compito istituzionale di contrasto all'evasione per gestire la farraginosa legislazione del condono;
le affermazioni di numerosi esponenti dell'attuale maggioranza sembrano testimoniare, sul tema del rigore fiscale, una vistosa inversione di rotta rispetto al passato. Tuttavia, la flessione del gettito tributario che già si registra a pochi mesi dall'inizio della legislatura, solo in parte riferibile alla sopravvenuta crisi economica, mostra una preoccupante ripresa dell'evasione indotta anche dall'eliminazione delle più importanti misure di contrasto che erano state adottate dal Governo Prodi;
il comma 7 dell'articolo 32 del provvedimento al nostro esame contiene disposizioni in deroga alla disciplina ordinaria della riscossione tramite ruolo, al fine di facilitare il recupero delle somme dovute dai soggetti che hanno usufruito delle definizioni agevolate disposte dalla legge finanziaria 2003 (legge n. 289 del 2002) e che, tuttavia, hanno omesso di effettuare i relativi versamenti;
nei loro confronti, sono introdotte disposizioni volte a facilitarne l'aggressione del patrimonio immobiliare. Viene infatti abbassato a cinquemila euro (anziché ottomila, come previsto dalla disciplina generale in tema di espropriazione) il limite di importo al di sotto del quale l'agente non può procedere all'espropriazione immobiliare;
ma la stessa relazione tecnica stima che da tali norme di recupero possa derivare un incremento dei volumi di riscossione per un ammontare pari a soli 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011, svelando così l'inadeguatezza delle norme adottate,

impegna il Governo

a prendere le opportune iniziative, anche legislative, fatte salve le prerogative del Parlamento, affinché il non pagamento, entro una scadenza inderogabile, di quanto concordato in sede di adesione alle modalità dei condoni fiscali faccia venir meno l'efficacia del condono e delle sanatorie di cui alla citata legge n. 289 del 2002.
9/1972/49. Barbato.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2002 0289

EUROVOC :

capitali esteri

condono fiscale

economia pubblica

espropriazione

finanze pubbliche

IVA

proprieta' immobiliare

reato economico

termine di pagamento