ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01891/019

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 96 del 02/12/2008
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/12/2008


Stato iter:
03/12/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 02/12/2008
Resoconto BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 03/12/2008
GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 03/12/2008
Resoconto BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 03/12/2008
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 02/12/2008

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 02/12/2008

INVITO AL RITIRO IL 03/12/2008

PARERE GOVERNO IL 03/12/2008

DISCUSSIONE IL 03/12/2008

NON ACCOLTO IL 03/12/2008

PARERE GOVERNO IL 03/12/2008

RESPINTO IL 03/12/2008

CONCLUSO IL 03/12/2008

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1891/19
presentato da
RITA BERNARDINI
testo di
mercoledì 3 dicembre 2008, seduta n.097

La Camera,
premesso che:
il numero elevato e in costante crescita della popolazione detenuta, che oggi sfiora le 60.000 presenze, produce un sovraffollamento insostenibile delle strutture penitenziarie, capaci di ospitarne in condizioni critiche circa 43.000. Com'è facile immaginare, questo dato ha effetti dirompenti, tra l'altro, proprio sulle condizioni di salute dei reclusi;
la domanda di salute in carcere è in costante crescita: si è passati da oltre 25.500 detenuti del 1990 ai 55.000 del giugno 2008 (tra cui 2410 donne, ossia il 4,4 per cento); ma se si considera il turn over degli arrestati e dei dimessi è evidente come l'offerta dei servizi sanitari coinvolga numeri vicini al doppio di quelli citati;
da un recente rapporto sulla sanità penitenziaria predisposto dalla Commissione giustizia del Senato risulta che appena il 20 per cento dei detenuti risulta sano, mentre il 38 per cento di essi si trova in condizioni di salute mediocri, il 37 per cento in condizioni scadenti ed il 4 per cento in condizioni gravi e con alto indice di co-morbosità, vale a dire più criticità ed handicap in uno stesso paziente;
solo per limitarsi alle cinque patologie maggiormente diffuse, ben il 21 per cento dei detenuti è tossicodipendente, il 15 per cento ha problemi di masticazione, altrettanti soffrono di depressione e di altri disturbi psichiatrici, il 13 per cento soffre di malattie osteo-articolari e il 10 per cento di malattie al fegato; oltre al fatto che la stessa tossicodipendenza è spesso associata a Aids, epatite C e disturbi mentali;
la situazione drammatica della medicina penitenziaria è testimoniata dal fatto che l'organico dei sanitari, a fronte di una morbosità così elevata, continua ad essere ridotto all'osso in quanto composto da appena 15 medici, 183 infermieri e 5 assistenti sociali, per la metà part-time, senza considerare che solo 15 istituti di pena dispongono di propri centri per diagnosi e terapia e che gli ospedali con reparti speciali per il ricovero dei reclusi sono rarissimi;
l'attuale insufficienza di risorse, di strumenti e di mezzi svilisce pertanto i servizi e la professionalità degli operatori sanitari operanti all'interno degli istituti di pena, oltre ovviamente a pregiudicare le attività di trattamento, cura e assistenza degli stessi detenuti;
paradossalmente questo quadro sconfortante sembra essersi aggravato a seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008 recante modalità e criteri per il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria, posto che: a) non risulta ancora essere stato costituito il Comitato paritetico previsto all'articolo 5, comma 2, del predetto DPCM nonché il Tavolo di Consultazione previsto nelle linee di indirizzo dello stesso DPCM; la stessa Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome, presso la quale il DPCM prevede siano costituiti i medesimi organismi, è ancora in attesa di ricevere i nominativi dei referenti del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali per poterli convocare; b) non risultano ancora essere state trasferite alle regioni le risorse finanziarie per l'anno 2008, trasferimento previsto dall'articolo 6 del DPCM 1o aprile 2008; la proposta di riparto, che dovrà essere esaminata nella Conferenza Stato-Regioni, è infatti attualmente ferma presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze;
l'applicazione del DPCM citato, comportando il trasferimento, a partire dal 1o ottobre 2008, della competenza della sanità penitenziaria dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, richiede pertanto una seria e radicale riorganizzazione del servizio, riorganizzazione da attuare al piú presto, previo passaggio delle risorse stanziate per il servizio sanitario penitenziario (84 milioni nel 2008) presso il Fondo sanitario nazionale e, quindi, previa ripartizione degli stessi tra le Regioni e da queste alle Asl, che hanno competenza territoriale sugli istituti;
nonostante il passaggio delle competenze al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria, non risultano ancora essere stati definiti modelli operativi adeguati all'assistenza in carcere, ciò anche considerato il fatto che le stesse regioni sono ben lungi dall'essere attrezzate in modo da poter essere in grado di fornire i servizi medici nei penitenziari, così come peraltro ancora dubbia risulta la gestione dei relativi contratti di lavoro e ruoli professionali;
peraltro è innegabile che, rispetto al passato, il potenziamento ed il miglioramento della medicina penitenziaria richieda medici ed infermieri qualificati professionalmente, motivati economicamente e rafforzati nella loro dignità professionale, obiettivi tutti raggiungibili attraverso il giusto e doveroso riconoscimento della legittima esistenza della medicina penitenziaria quale settore della medicina dotato di una sua specificità al pari dei servizi tossicodipendenze, della psichiatria, della cardiologia e della medicina legale;
da questo punto di vista occorre pertanto evitare il rischio che la medicina penitenziaria, inserita all'interno del S.S.N., possa perdere la sua specifica identità; al contrario, sarà indispensabile utilizzare questo passaggio di competenze dal Ministero della giustizia al S.S.N. per cercare di valorizzare il patrimonio di conoscenze, competenze ed esperienze specifiche dei medici e degli infermieri che operano da tanto tempo all'interno delle strutture penitenziarie;
in sede di approvazione del disegno di legge Finanziaria, il Governo ha già accolto un ordine del giorno, che impegna a valutare l'opportunità di adottare provvedimenti volti a consentire l'assunzione di personale sanitario all'interno delle strutture penitenziarie nonché adeguati stanziamenti di bilancio per l'amministrazione penitenziaria, tali da garantire la funzionalità dei servizi relativi all'assistenza sanitaria ai detenuti,

impegna il Governo:

a dare completa ed immediata attuazione al DPCM 1o aprile 2008, recante modalità e criteri per il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria, a partire della immediata costituzione, presso la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome, sia del Comitato paritetico sia del Tavolo di Consultazione, organismi entrambi previsti nel predetto decreto e necessari per dare allo stesso omogeneità di applicazione operativa;
ad indicare senza ulteriori indugi i nominativi dei referenti del ministero così come previsto dal citato DPCM 1o aprile 2008, ciò al fine di consentire alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome, di poterli convocare al più presto;
a dare avvio alla proposta di riparto tra le Regioni delle risorse stanziate per il servizio sanitario penitenziario, proposta che deve essere poi esaminata nella Conferenza Stato-Regioni , con ciò sbloccando l'iter del trasferimento dei predetti stanziamenti alle Regioni medesime ex articolo 6 del DPCM 1o aprile 2008;
ad adottare le necessarie iniziative che, nel passaggio delle competenze della medicina penitenziaria al S.S.N., valorizzino le esperienze e le competenze specifiche dei medici e degli infermieri operanti all'interno delle strutture penitenziarie, ciò magari anche attraverso l'esplicito riconoscimento della medicina penitenziaria quale branca medica autonoma al pari delle altre già esistenti.
9/1891/19. Bernardini.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aumento della popolazione

bene strumentale

contratto di lavoro

detenuto

disponibilita' monetarie

medicina

prestazione di servizi

servizio sanitario

servizio sanitario nazionale

stabilimento penitenziario

tossicomania