ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01857/028

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 93 del 26/11/2008
Firmatari
Primo firmatario: IANNARILLI ANTONELLO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 26/11/2008


Stato iter:
26/11/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 26/11/2008
MANTOVANO ALFREDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 26/11/2008

PARERE GOVERNO IL 26/11/2008

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 26/11/2008

CONCLUSO IL 26/11/2008

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1857/28
presentato da
ANTONELLO IANNARILLI
testo di
mercoledì 26 novembre 2008, seduta n.093

La Camera,
premesso che:
il presente decreto-legge contiene una serie di misure per incrementare la disponibilità, ricettiva dei centri di identificazione ed espulsione per immigrati.
Tali misure si iscrivono nel quadro della necessità di far fronte all'intensificarsi del fenomeno dell'immigrazione clandestina e si inquadrano nell'ambito di una serie di misure adottate a tale riguardo dal Governo, tra le quali in primo luogo l'estensione dello stato di emergenza all'intero territorio nazionale e delle conseguenti misure amministrative;
il complesso di tali misure non può che essere adottato contemperando le esigenze dettate dall'emergenza con quelle delle caratteristiche e delle vocazioni dei territori;
dal 1o ottobre 2008 oltre 100 extracomunitari originari di vari stati africani risultano ospitati in località Altipiani di Arcinazzo, in un centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) provvisorio allestito presso l'hotel «Il Caminetto» di Trevi nel Lazio (Frosinone), struttura alberghiera situata al centro della predetta località turistica;
il centro di accoglienza è gestito in regime di convenzione dalla arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, con sede in Roma, piazza S. Giovanni in Laterano, stipulata con il Ministero dell'interno, con l'assenso del sindaco del comune di Trevi nel Lazio, nel cui territorio ricade una parte della località degli Altipiani di Arcinazzo;
il centro di accoglienza provvisorio è stato istituito ai sensi dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 settembre 2008, emanata in conseguenza della sopra ricordata dichiarazione dello stato di emergenza, che consente al capo del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, anche avvalendosi dei prefetti territorialmente competenti, di adottare tutti gli interventi necessari all'allestimento, all'ampliamento della disponibilità ricettiva, al miglioramento e alla manutenzione dei centri di accoglienza per richiedenti asilo di cui all'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 16 settembre 2004, n. 303 (articolo 1);
la questione ha formato oggetto di una interpellanza urgente presentata dai deputati Iannarilli, Cesa ed altri, cui il Governo ha risposto - ad avviso degli esponenti in modo non sufficientemente rassicurante - alla Camera dei deputati in data 23 ottobre scorso. L'apertura del centro ha provocato una mobilitazione generale e massiccia sia da parte della popolazione residente degli operatori commerciali e delle centinaia di proprietari di seconde case su tutto il comprensorio montano. I cittadini si sono costituiti in comitato spontaneo ed hanno esposto le loro doglianze al prefetto di Frosinone. Tale mobilitazione non è rivolta evidentemente contro le singole persone degli immigrati, che giungono in Italia da situazioni di indubbio disagio e sofferenza, e che come tali meritano aiuto e comprensione ma contro una scelta illogica di politica del territorio che penalizza drammaticamente - soprattutto per le proporzioni dell'iniziativa - una piccola realtà a spiccata vocazione turistica come quella degli Altipiani di Arcinazzo;
il numero degli ospiti extracomunitari ha quasi raddoppiato la popolazione residente: il centro, infatti - con una popolazione di circa 100 immigrati - impatta su un abitato con una popolazione stabile di circa due-trecento persone, alterando fortemente l'equilibrio demografico e sociale del territorio. È ben vero che l'intervento - come è stato sostenuto dal Governo alla Camera - risponde ad una logica emergenziale e come tale non può tenere conto pienamente dei parametri che sono fissati dalla legge in relazione al rapporto numerico tra popolazione residente ed immigrati da ospitare. L'emergenza, tuttavia, deve essere per sua natura limitata nel tempo e non deve essere tale da creare una nuova e diversa emergenza per la popolazione locale. Ciò senza contare che le dimensioni dell'abitato e della popolazione stabile non sono minimamente in grado di creare una qualsivoglia prospettiva di integrazione permanente o quantomeno di lunga durata per gli immigrati ospitati nel centro;
dal punto di vista amministrativo il territorio della località - che si sviluppa, senza soluzioni di continuità, in un vasto pianoro circondato dai monti dell'Appennino - ricade nei confini di tre comuni, uno della provincia di Roma (Arcinazzo Romano) e due della provincia di Frosinone (Trevi nel Lazio e Piglio), i cui nuclei urbani principali sono tutti e tre a distanza di alcuni chilometri dalla località turistica. I confini tra i tre comuni, all'interno dell'abitato degli Altipiani non sono minimamente percepibili, in quanto coincidono con semplici strade urbane. Alla luce di tale configurazione territoriale il centro di accoglienza si situa lontano dal nucleo principale del comune che nominalmente lo ospita e al centro di un abitato che insiste nel territorio di altri due comuni (in sostanza a poche decine di metri dal territorio dei medesimi) che non hanno minimamente partecipato alla decisione e ne subiranno tuttavia tutte le possibili conseguenze negative, in particolare quella relativa alla sicura riduzione del flusso turistico;
l'istituzione del centro di accoglienza rischia, infatti, di produrre gravi conseguenze sull'equilibrio socio-economico della località, che trae la sua principale se non unica fonte dì sussistenza dal turismo. Tutta l'economia della zona ruota attorno al turismo, soprattutto estivo (d'estate gli abitanti arrivano a 25.000). L'insediamento urbano è costituito principalmente, se non esclusivamente da attivitàdi natura turistica quali alberghi, ristoranti, strutture ricreative e sportive e negozi. Tali strutture commerciali sono rivolte altresì a soddisfare le esigenze di una cospicua popolazione di proprietari di seconde case, il cui sviluppo è evidentemente collegato proprio alle caratteristiche del paesaggio e dell'ambiente proprie di un centro di villeggiatura. La preminente vocazione turistica del territorio è stata espressamente riconosciuta fin dal 1983 con delibera della giunta regionale del Lazio. È dunque del tutto evidente che un centro di accoglienza siffatto rappresenta oggettivamente un disincentivo per turisti e vacanzieri e dunque indebolisce drammaticamente il tessuto socio-economico locale;
il soggiorno all'interno della struttura ricettiva per un numero così elevato di persone e per un periodo di tempo significativo richiede che gli standards di sicurezza e di igiene del centro di accoglienza siano perfettamente conformi alle leggi e a tutta la normativa prevista in materia. La struttura in premessa, come è ben noto agli abitanti degli Altipiani di Arcinazzo, da diversi anni non subisce interventi né di tipo strutturale, né alcun tipo di adeguamento per quanto attiene alle norme sulla sicurezza. Secondo quanto risulta agli esponenti, a seguito di una specifica verifica, il competente comando dei Vigili del Fuoco ha riscontrato numerosi profili di inadeguatezza e di non conformità della struttura ai parametri fissati dalla normativa vigente,

impegna il Governo:

a non incrementare, salve situazioni di eccezionale emergenza, il numero degli immigrati ospitati presso la località degli Altipiani di Arcinazzo né presso l'albergo «Il Caminetto», né presso altre strutture alberghiere ricadenti nel territorio della predetta località;
a ribadire la temporaneità del centro di accoglienza provvisorio degli Altipiani di Arcinazzo, a valutare la possibilità - perdurando la situazione di emergenza che ne ha determinato l'istituzione - di trasferirlo, sempre nello stesso territorio, in località e strutture che risultino più idonee all'accoglienza - e comunque a garantirne lo smantellamento in tempi brevi, in vista della prossima stagione turistica.
9/1857/28.Iannarilli.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

ARCINAZZO ROMANO, ROMA - Prov, LAZIO

EUROVOC :

amministrazione locale

attrezzatura sociale

comune

diritti civici

habitat urbano

infrastruttura turistica

migrante

norma di sicurezza

regione montana

residenza secondaria

stato d'emergenza

zona urbana