ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01762/006

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 91 del 24/11/2008
Firmatari
Primo firmatario: FAVIA DAVID
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 24/11/2008


Stato iter:
24/11/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 24/11/2008
CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 24/11/2008

ACCOLTO IL 24/11/2008

PARERE GOVERNO IL 24/11/2008

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 24/11/2008

CONCLUSO IL 24/11/2008

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1762/6
presentato da
DAVID FAVIA
testo di
lunedì 24 novembre 2008, seduta n.091

La Camera,
premesso che:
la crisi del sistema del credito rischia di avere pesanti ripercussioni sui bilanci familiari e sull'economia del nostro Paese; vanno perciò tutelati al meglio i risparmi delle famiglie;
i depositi bancari sono tutelati da uno specifico meccanismo di garanzia, l'assicurazione dei depositi, che in Italia prende il nome di Fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD);
il FITD non dispone tecnicamente delle risorse necessarie per effettuare i suoi interventi. La liquidità può solo essere richiamata «al bisogno» dalle banche aderenti. Ciò pone dei problemi circa la capacità finanziaria del Fondo rispetto a impegni di natura eccezionale quali quelli richiesti da una crisi bancaria sistemica;
il Governo ha infatti inserito nel decreto-legge in esame (cosiddetto «decreto salva-banche») una norma che stabilisce che «ad integrazione e in aggiunta agli interventi dei sistemi di garanzia dei depositanti (...) il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato a rilasciare la garanzia statale a favore dei depositanti delle banche italiane;
la dotazione di risorse del FITD è di tipo virtuale: ciò significa che le banche consorziate non sono tenute ad effettuare dei versamenti annuali dando vita ad una massa fiduciaria direttamente gestita dagli organi del Fondo (come ad esempio accade negli USA, modalità di contribuzione ex ante), bensì si impegnano a versare «su chiamata», qualora si renda necessario l'intervento del FITD (modalità di contribuzione ex post);
oltre ad un problema di credibilità, di fronte ad una crisi sistemica, di uno schema di contribuzione così congeniato, si aggiunge anche la mancanza di equità nella distribuzione dei costi di risoluzione delle crisi che discende da un sistema basato sulla virtualità dei fondi disponibili. Con un meccanismo di contribuzione ex post, cioè di ripartizione delle perdite ex post, le banche che richiedono l'intervento del Fondo non partecipano mai al costo dell'intervento medesimo;
ciò aggrava il rischio di comportamenti azzardati da parte delle banche: una strategia prudente è infatti sempre «ripagata» dalla certezza di far parte del novero delle banche che si dovrà ripartire l'onere del fallimento delle altre istituzioni; una strategia rischiosa può comportare, nella migliore delle ipotesi, di incrementare la propria redditività, e quindi avere maggiori disponibilità in eccesso rispetto agli impegni eventualmente richiesti dal Fondo e, nella peggiore delle ipotesi, di non dover intervenire affatto, in quanto destinatarie del sostegno;
molti risparmiatori che hanno sottoscritto «Obbligazioni a basso rischio e a basso rendimento» della lista pubblicata dal consorzio «Patti chiari» che fa riferimento all'Associazione bancaria italiana (ABI), hanno subito pesanti perdite in quanto tali obbligazioni erano in realtà ad alto rischio, come nel caso delle obbligazioni della Lehman Brothers,

impegna il Governo

ferme restando le prerogative del Parlamento:
ad una revisione del funzionamento del FITD, anche prevedendo l'istituzione di un sistema di contribuzione effettivo (ex ante) agganciato al livello di rischio assunto da ciascuna banca, a decorrere dalla data in cui viene meno la garanzia statale a favore dei depositanti delle banche italiane.
9/1762/6. (Testo modificato nel corso della seduta)Favia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

banca

conseguenza economica

deposito bancario

garanzia

garanzia di credito

obbligazione

recessione economica

stoccaggio