ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. DI BILANCIO 9/01713/074

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 85 del 13/11/2008
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 13/11/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DAL LAGO MANUELA LEGA NORD PADANIA 13/11/2008


Stato iter:
13/11/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 13/11/2008
VEGAS GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 13/11/2008

PARERE GOVERNO IL 13/11/2008

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 13/11/2008

CONCLUSO IL 13/11/2008

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1713/74
presentato da
GIANLUCA PINI
testo di
giovedì 13 novembre 2008, seduta n.085

La Camera,
premesso che:
nel disegno di legge non sono presenti norme e disposizioni in materia di sviluppo e incremento di infrastrutture di comunicazioni;
ritenuto necessario, per favorire la crescita della competitività del nostro Paese, perseguire la concorrenza tra infrastrutture, e ciò al fine di moltiplicare la possibilità di scelta del cliente finale e consentire lo sviluppo di un ambiente multipiattaforma realmente flessibile;
il mercato italiano delle telecomunicazioni, in particolare per quanto riguarda la telefonia fissa, presenta ancora gravi criticità dal punto di vista del tasso di concorrenzialità, dal momento che la quota di mercato nelle linee a banda larga dell'ex monopolista è pari circa al 67 per cento. Inoltre, secondo quanto rilevato dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Telecom Italia detiene ancora il 95 per cento ed il 93 per cento degli accessi nei mercati ai clienti residenziali e non residenziali;
la banda larga, come spesso ricordato dal Commissario per la società dell'Informazione, Reding, ha contribuito per il 50 per cento alla crescita di produttività dell'Unione Europea;
nell'ultimo rapporto del Parlamento Europeo sulla larga banda del 21 maggio scorso, al punto 33 del capitolo relativo alle dinamiche del mercato, si sottolinea come «gli investimenti privati siano essenziali ai fini di una maggiore copertura e penetrazione della banda larga» e che «gli investitori privati devono poter trarre vantaggio dai loro investimenti se si vuole stimolare ulteriormente la dinamica concorrenziale e fornire ai consumatori servizi migliori e una maggiore innovazione e scelta»;
al successivo punto 39 del suddetto rapporto del Parlamento europeo, si sottolinea «che il ruolo principale degli Stati membri in materia di promozione della banda larga è la creazione di un ambiente in cui vi sia certezza giuridica e in grado di promuovere la concorrenza e stimolare gli investimenti», e si «ribadisce l'importanza di garantire condizioni di mercato competitive e l'esigenza che tutti gli Stati membri recepiscano e applichino il quadro regolamentare per le comunicazioni elettroniche ed assicurino la presenza di organismi di regolamentazione efficaci, indipendenti e dotati di risorse adeguate»;
le ultime rilevazioni OCSE, risalenti a dicembre 2006, collocano l'Italia al 200 posto per penetrazione della banda larga, su 30 paesi. Anche secondo il Rapporto di implementazione del quadro regolamentare della Commissione Europea, l'Italia registra una penetrazione inferiore a quella media dell'EU25 di circa 2 punti percentuali, e si colloca al 13o posto tra i venticinque paesi membri, con una penetrazione inferiore al 14 per cento;
in base ai dati dell'Osservatorio banda larga, il c.d. digital divide tocca ancora la maggior parte delle regioni italiane, a prescindere dal loro potenziale economico: il 12 per cento della popolazione italiana - circa 6 milioni di cittadini e 400.000 imprese - risiede in zone di digital divide infrastrutturale, ovvero in aree dove i collegamenti a banda larga non sono ancora disponibili. Il 9 per cento di questi, poi, si trova in aree di digital divide di non prossima soluzione sparse su tutto il territorio nazionale, comprese Lombardia, Piemonte e Veneto;
in considerazione della necessità di colmare il deficit infrastrutturale in reti di nuova generazione, il Governo ha deliberato, tra l'altro, la costituzione di un Comitato per la diffusione della banda larga sul territorio nazionale - del quale fanno parte i Ministri delle Comunicazioni, degli Affari Regionali e delle Riforme e le Innovazioni nella PA - con l'obiettivo strategico di garantire, entro la legislatura, l'accesso a tutti e ovunque alla banda larga;
tale obiettivo può essere raggiunto solo con l'impegno degli operatori privati, attraverso meccanismi di riconoscimento degli investimenti effettuati in reti di nuova generazione, nonché adottando strumenti che, operando, ad esempio, sui servizi di accesso ed interconnessione tra operatori, assicurino uno sviluppo del mercato coerente con il quadro comunitario in tema di concorrenza e non discriminazione;
nel mercato italiano dei servizi mobili, la terminazione ha costituito un fondamentale motore per gli investimenti ed ha determinato il successo dell'esperienza italiana nel GSM e nell'UMTS: attraverso meccanismi asimmetrici sui prezzi praticati tra operatori per terminare le chiamate verso clienti mobili, si è riusciti a garantire non solo la copertura degli investimenti per le - allora - nuove reti, ma anche ricavi coerenti con gli investimenti sostenuti, senza ripercussioni sul consumatore finale;

impegna il Governo

ad adottare ogni ulteriore misura idonea affinché l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nel rispetto della sua autonomia e indipendenza e delle sue competenze, possa individuare strumenti atti a garantire agli operatori un equo riconoscimento degli investimenti già effettuati nelle reti di nuova generazione, nonché definire, in vista dei necessari futuri impegni finanziari privati, piani di incentivazione agli investimenti per gli operatori attraverso modelli di remunerazione tariffaria.
9/1713/74. Pini, Dal Lago.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

accesso al mercato

concorrenza

divario digitale

elettronica

impegno delle spese

investimento

investimento privato

liberalizzazione del mercato

mercato interno

parita' di trattamento

societa' dell'informazione

societa' di servizi

sviluppo economico