ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01386/084

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 40 del 22/07/2008
Firmatari
Primo firmatario: GOISIS PAOLA
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 22/07/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD PADANIA 23/07/2008


Stato iter:
23/07/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/07/2008
Resoconto GOISIS PAOLA LEGA NORD PADANIA
 
PARERE GOVERNO 23/07/2008
VEGAS GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/07/2008

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 22/07/2008

ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 23/07/2008

PARERE GOVERNO IL 23/07/2008

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 23/07/2008

CONCLUSO IL 23/07/2008

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1386/84
presentato da
PAOLA GOISIS
testo di
mercoledì 23 luglio 2008, seduta n.041

La Camera,
premesso che:
il crescente fenomeno dell'immigrazione ha modificato sensibilmente il modello organizzativo del sistema scolastico italiano;
l'elevata presenza di alunni stranieri nelle singole classi della scuola dell'obbligo determina difficoltà oggettive d'insegnamento per i docenti e di apprendimento per gli studenti;
il diverso grado di alfabetizzazione linguistica si rivela quindi un ostacolo per gli studenti stranieri che devono affrontare lo studio e gli insegnamenti previsti nei programmi scolastici, e per gli alunni italiani che assistono a una «penalizzante riduzione dell'offerta didattica», a causa dei rallentamenti degli insegnamenti, dovuti alle specifiche esigenze di apprendimento degli studenti stranieri;
tale situazione è ancora più evidente nelle classi che vedono la presenza di studenti provenienti da diversi Paesi, le cui specifiche esigenze personali sono anche caratterizzate dalle diversità culturali del Paese di origine, tanto da indurre gli insegnanti ad essere più tolleranti e meno rigorosi in merito alle valutazioni volte a stabilire i livelli di competenza acquisiti dagli alunni stranieri e italiani sulle singole discipline;
i dati forniti dal Ministero dell'istruzione, mostrano una crescita degli alunni stranieri pari a circa 500.000 unità, con un'incidenza del 5 per cento rispetto alla popolazione scolastica complessiva;
rispetto alle nazionalità di provenienza di questi studenti, si confermano ai primi posti i gruppi provenienti dai Paesi dell'Est europeo, per esempio la Romania che, nell'arco di soli due anni, è passata dal 9,7 per cento al 12,4 per cento (52,821 alunni), ma anche l'Ucraina e la Moldavia; l'Albania e il Marocco, pur avendo avuto una leggera flessione, continuano ad attestarsi ai primi posti nella classifica delle cittadinanze, rispettivamente con circa 70 mila e 60 mila presenze;
la disomogenea distribuzione territoriale di alunni con cittadinanza non italiana, molto concentrata al centro-nord e scarsa al Sud e nelle isole, interessa circa 37.000 punti di erogazione del servizio scolastico, rispetto ai 57.000 presenti in ambito nazionale. È evidente il divario esistente tra i primi e i secondi, determinato dalla necessità per i primi di adeguare gli aspetti organizzativi e didattici all'attività di integrazione degli alunni stranieri;
la più elevata consistenza di alunni stranieri si trova nella scuola primaria e secondaria di I grado;
l'area del Paese con l'incidenza più elevata di presenze si conferma il nord-est che, rispetto agli anni scolastici precedenti è in crescita, raggiungendo l'8,4 per cento, il nord-ovest è al 7,8 per cento, il centro al 6,4 per cento, il sud all'1,2 per cento e le isole all'1,0 per cento; la maggiore concentrazione a livello regionale si registra in Emilia Romagna con una percentuale del 9,5 per cento;
le scuole si trovano ad affrontare molte sfide: dall'insegnamento della lingua italiana ai bambini emigrati a percorso scolastico già iniziato, alla concentrazione di alunni stranieri in poche scuole, che crea una fuga dei bambini italiani, per la preoccupazione dei genitori di un abbassamento del livello di istruzione;
le scuole si trovano ad affrontare in maniera discrezionale tale problema, cercando di applicare una didattica improntata alla pedagogia interculturale, dal momento che il Ministro della pubblica istruzione si limita a emanare circolari e linee guida, la cui applicazione è lasciata all'iniziativa dei singoli istituti scolastici, in possesso di esigue risorse per attuare interventi strutturali nell'insegnamento, tra cui, per esempio, la riforma dei curricula che non dovrebbero contemplare esclusivamente l'insegnamento, pur fondamentale, dell'italiano o la presenza del mediatore nei casi difficili da gestire, ma consentire di realizzare un autentico arricchimento interculturale, basato anche sullo studio delle tradizioni popolari della comunità di nuova appartenenza del bambino straniero;
le disposizioni ministeriali eludono, per certi versi, uno dei principi fondamentali dell'accoglienza, che presuppone «l'inserimento» dello studente straniero nei «canali dell'integrazione». Al riguardo è sufficiente citare l'S.O.S lanciato da alcune scuole del quartiere San Salvario di Torino, che hanno denunciato la «fuga degli scolari italiani dalle classi multietniche», con la conseguenza di non poter formare alcune classi prime con bambini italiani, (che sono almeno un centinaio in età da debutto alle elementari), o addirittura di averne persa qualcuna, a vantaggio del numero di iscrizioni alle scuole paritarie;
nei quartieri delle città, caratterizzate dalla concentrazione abitativa di famiglie straniere, l'utenza italiana nella scuola dell'obbligo si è assottigliata, diventando inaspettatamente «omogeneamente non italiana», vista la «fuga silenziosa» dei bambini italiani, a causa dei pregiudizi delle famiglie sul carente livello di didattica;
secondo un sondaggio svolto dall'Istituto Demos, il 27 per cento di veneti e friulani chiede aule separate per gli studenti stranieri, la cui media nazionale è del 18,3 per cento. L'indagine evidenzia che nel nord-est le percentuali dei bambini che frequentano il primo e il secondo ciclo della scuola dell'obbligo si attestano all'11 e al 9 per cento, a fronte del 7 per cento della media nazionale. In alcune città del Veneto, quali Vicenza e Treviso, la percentuale di alunni stranieri oscilla tra il 12 e il 16 per cento, fino a superare, in alcune realtà, il 44 per cento;
in merito alle iscrizioni alla scuola dell'obbligo, il precedente Governo ha suggerito di promuovere patti con gli enti locali per distribuire gli alunni stranieri sul territorio, senza però attuare una valutazione oggettiva sul livello occupazionale: difficilmente le scuole dei quartieri ad alta densità di immigrazione accettano di cedere ad altre scuole vicine studenti stranieri, sapendo di non poterli sostituire con altrettanti studenti italiani, rischiando di dover addirittura licenziare alcuni insegnanti,

impegna il Governo:

nell'ambito degli interventi volti a modificare l'organizzazione delle classi, anche in deroga ai parametri previsti dal decreto ministeriale del 24 luglio 1998, n. 331, a valutare l'opportunità di rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell'obbligo, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione, disciplinate dalle singole regioni interessate, così come previsto dal terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione, provvedendo all'istituzione di classi di inserimento temporaneo, che consentano agli studenti stranieri che presentano un livello di alfabetizzazione della lingua italiana molto basso, di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, nonché gli insegnamenti di base previsti dai vigenti programmi scolastici, preparatori e propedeutici all'ingresso nelle classi permanenti;
ad attuare la riforma dei curricula - di cui all'articolo 64 del provvedimento in esame - prevedendo attività didattiche e linguistiche di maggiore integrazione interculturale con la nuova comunità territoriale di «nuova appartenenza» dello studente straniero;
a formare ed assegnare alle predette «classi d'inserimento temporaneo» una quota del personale docente in soprannumero che si intende assorbire, al fine di creare da un lato un «progetto ponte d'integrazione» per l'inserimento definitivo degli studenti stranieri nelle classi con bambini italiani, dall'altro lato di evitare le cosiddette «fughe multietniche» dei bambini italiani dalle scuole del quartiere di residenza.
9/1386/84. Goisis, Caparini.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

studente straniero