ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01386/131

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 40 del 22/07/2008
Firmatari
Primo firmatario: MESSINA IGNAZIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 22/07/2008


Stato iter:
23/07/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/07/2008
Resoconto MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI
 
DICHIARAZIONE VOTO 23/07/2008
Resoconto MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI
 
PARERE GOVERNO 23/07/2008
VEGAS GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/07/2008

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 22/07/2008

ACCOLTO IL 23/07/2008

PARERE GOVERNO IL 23/07/2008

DISCUSSIONE IL 23/07/2008

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 23/07/2008

CONCLUSO IL 23/07/2008

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1386/131
presentato da
IGNAZIO MESSINA
testo di
mercoledì 23 luglio 2008, seduta n.041

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame ha istituito la Banca del Mezzogiorno, ovvero un Istituto bancario che ha la funzione di raccogliere denaro al Sud e reinvestirlo localmente come facevano il vecchio Banco di Napoli e il Banco di Sicilia;
si parte dall'assunto che le aeree depresse necessitino di un nucleo imprenditoriale stabile che ponga le basi dello sviluppo. Ovviamente per fare impresa sono necessari i capitali. Il Ministero dell'economia ritiene che questo denaro debba essere reperito proprio in queste aeree, per essere certi che venga impiegato in quelle aeree, fecondando così il tessuto economico locale;
la storia del meridione italiano, non manca di esempi importanti di istituti bancari meridionali, con una chiara connotazione territoriale;
nel nostro Paese non manca la propensione al risparmio, anzi, quest'ultima è abbastanza marcata da farne quasi un elemento caratteristico ed in alcune fasi patologico;
non pare coerente fondare una politica di sviluppo sul risparmio, almeno non esclusivamente; contemporaneamente appare necessario anche riflettere sul modo di concepire il risparmio, nell'ambito di un sistema Paese considerandolo anche e soprattutto in funzione della sua produttività;
il risparmio può essere una molla di sviluppo, anche molto importante; certo le modalità della sua gestione devono essere progressive, fondate anche sul coraggio di chi lo gestisce, sulla capacità di considerare il risparmio come fonte di investimento: proprio la mancanza di coraggio e la scarsa propensione all'investimento sono due delle principali caratteristiche del nostro sistema di risparmio che spesso declina verso forme di semplice ed immediata speculazione, principale fonte questa di ristagno;
tutte le caratteristiche del nostro sistema bancario si acutizzano proprio nelle aree meridionali del paese; i difetti le mancanze del nostro sistema bancario, il suo carattere spesso familiaristico privo di iniziativa è una delle ragioni costanti della questione meridionale;
appare difficile ipotizzare sviluppo pensando di fondarlo sul risparmio; è quasi un controsenso pensare ad un simile meccanismo proprio nel sud del nostro Paese, dove come detto la gestione del risparmio ha sempre avuto una forte inclinazione alla speculazione, principale fonte di ristagno;
manca, non è certo questione di oggi, nel nostro meridione quella cultura di impresa che ha cambiato nel XVIII secolo la storia dell'Europa;
le radici di questa mancanza affondano a loro volta nel passato, come qualcuno ricordava, e, non dovremmo dimenticarlo, il meridione d'Italia ha conosciuto la controriforma senza conoscere né avvertire gli effetti della riforma, ha vissuto per anni la permanenza di vecchi modelli feudali e baronali, scoprendo con enorme ritardo gli effetti della rivoluzione industriale, non ha conosciuto per tempo quel ricambio della classe dirigente che avrebbe fatto nel XIX secolo della borghesia la classe dominante del panorama europeo, non ha vissuto l'affermazione della fabbrica che come luogo nuovo della produzione avrebbe dato vita ad un nuovo mondo, ed ad un nuovo epocale confronto; la questione meridionale è intrinsecamente questione paradossale, il suo paradosso, consiste nella sua attualità, nell'attualità della mancanza nel sud d'Italia di una classe imprenditoriale e ancora di più di un idea e dunque di un sistema di impresa che sia parte integrante del confronto con il moderno;
non pare coerente rispetto a tutto ciò pensare di poter rilanciare lo sviluppo e l'impresa attraverso il risparmio, tra l'altro di natura statale;
sarà, come sempre, lo Stato a fondare la Banca. E i principali partecipanti saranno le Regioni, le varie Camere di Commercio, i Comuni e gli Enti Locali. Soltanto in un secondo momento si prevede l'apertura ai privati che dovrebbero diventare i principali azionisti di questo nuovo soggetto bancario;
nel decreto in esame si prevede che il Ministero dell'economia e delle finanze conferisca come forma di partecipazione una quota iniziale di capitale sociale pari a 5 milioni di euro. Tale conferimento dovrà rientrare nelle casse dello Stato entro cinque anni dall'entrata in funzione della Banca. Contemporaneamente, lo Stato rimetterà alla Banca tutte le azioni in suo possesso, tranne una. In altre parole, non si tratterà di un vero e proprio conferimento, ma di un prestito iniziale;
sui 5 milioni iniziali, si prevede di recuperarne 2,5 dall'accantonamento in favore del Ministero dei Beni Culturali e altri 2,5 da un fondo relativo al Ministero della Salute,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare le adeguate iniziative al fine di privatizzare in tempi rapidi la Banca del Mezzogiorno, affinché l'Istituto bancario sia a totale partecipazione di capitale privato senza alcun genere di sostegno o aiuto economico pubblico, vincolandolo all'iniziativa d'impresa locale e predisponendolo all'investimento e non alla semplice speculazione.
9/1386/131. Messina.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aiuto di Stato

banca

capitali speculativi

classe dirigente

crescita dell'impresa

cultura dell'organizzazione

istituto di credito

Mezzogiorno

risparmio

sistema bancario

storia dell'Europa