Doc. XVIII, N. 22

X COMMISSIONE (ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

DOCUMENTO FINALE, A NORMA DELL'ARTICOLO 127 DEL REGOLAMENTO SU:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Individuare e affrontare le barriere al mercato unico (COM(2020)93 final)

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Piano d'azione a lungo termine per una migliore attuazione e applicazione delle norme del mercato unico (COM(2020)94 final)

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una nuova strategia industriale per l'Europa (COM(2020)102 final)

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una strategia per le PMI per un'Europa sostenibile e digitale (COM(2020)103 final))

Approvato il 5 agosto 2020

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  La X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo);
     esaminate, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, le Comunicazioni della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni: Individuare e affrontare le barriere al mercato unico (COM(2020)93); Piano d'azione a lungo termine per una migliore attuazione e applicazione delle norme del mercato unico (COM(2020)94); Una nuova strategia industriale per l'Europa (COM(2020)102); Una strategia per le PMI per un'Europa sostenibile e digitale (COM(2020)103);
  premesso che:
    il pacchetto in esame costituisce una delle iniziative più significative fra quelle poste in essere nei primi mesi di attività della nuova Commissione europea la quale opportunamente attribuisce carattere prioritario all'obiettivo di adottare un complesso di misure dirette a sostenere e rafforzare la competitività dell'industria europea;
     tale obiettivo risulta particolarmente urgente nel contesto attuale, contrassegnato dall'impatto gravissimo, sul piano economico e sociale, della pandemia da Covid-19. L'interruzione delle attività economiche e produttive derivanti dai lockdown rischia, infatti, di comportare la chiusura definitiva di una serie di imprese con l'effetto di determinare la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro a livello continentale;
     le previsioni successivamente aggiornate sull'impatto della pandemia evidenziano un quadro contrassegnato da un costante aggravamento della crisi, da una drammatica contrazione del PIL dei Paesi europei a fronte di una ripresa già avviatasi in alcune delle economie emergenti, a partire dalla Cina, che negli scorsi anni hanno condotto una concorrenza durissima e talora sleale che ha posto in seria difficoltà i sistemi manifatturieri europei;
     l'approccio trasversale e organico prospettato dal pacchetto posto in essere dalla Commissione europea appare, quindi, particolarmente apprezzabile, in primo luogo perché testimonia l'accresciuta consapevolezza, a livello europeo, della gravità della condizione in cui versa il settore manifatturiero che già a seguito della crisi esplosa nel 2008 ha registrato una contrazione del fatturato e delle unità produttive di poco inferiore al 20%. L'obiettivo di promuovere una rinascita industriale in Europa, da tempo affermato nei documenti delle Istituzioni europee, non aveva fino ad oggi trovato una compiuta traduzione in termini concreti se non per singole questioni;
     l'approccio proposto con i documenti in esame merita apprezzamento anche laddove prefigura l'adozione di un complesso di interventi coerenti da assumere contestualmente su più fronti e prospetta misure di vario genere che investono l'assetto normativo, i profili organizzativi e amministrativi, gli strumenti di incentivazione e, più in generale, la realizzazione di un contesto fortemente orientato a valorizzare le potenzialità dell'industria europea;
     l'esperienza del nostro Continente e, in particolare, dei Paesi che hanno una più accentuata vocazione manifatturiera, a partire da Germania, Italia e Francia, dimostra che l'industria è un fattore imprescindibile di progresso e di sviluppo tecnologico, specie laddove, come nel caso italiano, essa è fortemente radicata nelle filiere produttive legate ai territori e inserita in catene di valore fortemente integrate a livello transfrontaliero;
     una risposta comune, che non rimetta alle iniziative dei singoli Stati membri la responsabilità di fronteggiare e correggere Pag. 3i fattori di criticità che incidono negativamente sulla tenuta e le prospettive di crescita dell'industria europea, è dunque indispensabile, tanto più per l'Italia dove si registra una maggiore concentrazione industriale proprio nelle regioni settentrionali più duramente colpite dalla pandemia le quali sono strettamente integrate con le economie dei maggiori partners, a partire dalla Germania;
     merita altresì apprezzamento il dato di partenza da cui prende le mosse la Commissione europea, vale a dire la necessità di rilanciare il mercato unico valorizzandone appieno le potenzialità per quanto concerne il contributo che esso può fornire per accrescere la produttività, ampliare le opportunità offerte ai consumatori, aumentare le occasioni di investimento e accrescere la crescita dell'occupazione a livello continentale;
     in tale senso, appaiono pienamente condivisibili le iniziative preannunciate per un sistematico monitoraggio delle normative poste in essere dai Paesi membri per la verifica della loro coerenza con la disciplina europea in modo da evidenziare per tempo eventuali discrasie che possano pregiudicare, in primo luogo ai danni dei consumatori, il pieno dispiegamento della potenzialità del mercato unico, così come per il rafforzamento degli strumenti e delle procedure di raccordo tra Stati membri e Commissione europea per prevenire eventuali contenziosi e conflitti;
     merita altresì pieno apprezzamento lo sforzo preannunciato dalla Commissione europea di inserire il rilancio dell'industria manifatturiera nell'ambito dello scenario più generale del Green deal che costituisce un'occasione strategica fondamentale per promuovere l'innovazione tecnologica e l'aggiornamento dei processi produttivi in chiave di compatibilità ambientale. Ciò appare tanto più indispensabile per le piccole e medie imprese, chiamate ad uno sforzo aggiuntivo per sostenere gli oneri connessi alla conversione e che vanno quindi supportate allo scopo di consentire loro di collocarsi alla frontiera tecnologica;
     nella stessa logica va sostenuto l'impegno della Commissione a privilegiare lo sforzo di riconversione di alcuni dei comparti che si contraddistinguono per l'elevata intensità energetica e per il forte impatto ambientale, a partire dall'acciaio relativamente al quale la Commissione europea preannuncia la presentazione di una specifica strategia per la produzione a zero emissioni;
     altrettanto meritoria appare l'attenzione prestata dalla Commissione europea per promuovere l'evoluzione in senso digitale dell'industria continentale e per sostenere lo sviluppo di settori all'avanguardia sotto questo profilo attraverso il sostegno a una più stretta sinergia dei comparti cosiddetti Dual use in cui gli obiettivi civili, della difesa, della sicurezza e dello spazio possono convivere con reciproco vantaggio;
     preso atto del parere espresso dalla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
     rilevata la necessità che il presente documento sia trasmesso al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico

impegna il Governo ad adoperarsi affinché, in sede di negoziato nelle sedi europee, siano rappresentate le seguenti questioni:

    a) seguire puntualmente, con la massima attenzione e capacità propositiva, i progressi che saranno realizzati a livello europeo per quanto concerne la valorizzazione del mercato unico come strumento fondamentale per la ripresa e la crescita dell'industria europea, con particolare riguardo alle iniziative preannunciate per assicurare una corretta e coerente applicazione delle regole in materia, mediante l'istituzione di apposita task force (SMET) specificamente incaricata di rafforzare la cooperazione tra la Commissione europea e gli Stati membri e il rafforzamento del sistema SOLVIT;
     b) sostenere la proposta di valorizzare tutti gli strumenti e le procedure di Pag. 4precontenzioso in materia di mercato unico e aiuti di Stato, a partire dal pieno recupero di Eu-pilot ai fini di un preventivo scambio di valutazioni tra le amministrazioni nazionali e i competenti uffici della Commissione europea;
     c) sollecitare sistematicamente tutte le amministrazioni, nazionali e locali, per avvalersi delle opportunità di dialogo strutturato con la Commissione europea nella definizione di misure e interventi normativi che possano comportare violazioni alla disciplina europea in materia di mercato unico, concorrenza e aiuti di Stato, attenendosi con il massimo rigore al principio del divieto di gold plating che in passato non ha trovato sistematica attuazione nel nostro Paese laddove il recepimento della disciplina europea ha spesso comportato un aggravamento degli adempimenti posti a carico degli operatori economici e delle imprese manifatturiere;
     d) concorrere attivamente all'approfondito riesame che la Commissione europea intende avviare sulle regole in materia di aiuti di Stato, facendo valere le specificità dell'industria nazionale la quale, più ancora che in qualunque altro Paese europeo, si contraddistingue per la netta prevalenza di imprese di piccola e media dimensione e per il numero limitato di imprese in grado di giocare un ruolo decisivo negli scenari globali. In questo senso alla luce dell'attuale situazione anche l'innalzamento del livello del regime «de minimis», particolarmente rilevante per le PMI, andrebbe accuratamente considerato indirizzandolo anche sulle reti d'impresa che spesso sono parte integrante di distretti produttivi;
     e) sostenere nell'ambito del rafforzamento del mercato unico politiche di tutela dei consumatori con forme più avanzate di tracciabilità dei prodotti e di più efficace tutela delle indicazioni di provenienza (made in);
     f) sostenere la creazione di nuovi progetti industriali europei ambiziosi e innovativi, coerenti con l'attuale revisione delle linee guida per «importanti progetti di comune interesse europeo» (IPCEI), anche al fine di favorire l'emergere di gruppi europei capaci di sostenere la sfida globale in settori industriali strategici – a partire anche dalla riconversione green dell'industria comunitaria nei suoi settori storici di impegno – creando contemporaneamente le condizioni per una piena partecipazione delle PMI a tale sforzo e avviando inoltre una revisione delle regole sugli aiuti di Stato per gli IPCEI;
     g) attivarsi per sostenere con adeguati stanziamenti, nell'ambito del prossimo Quadro finanziario pluriennale, i programmi specificamente finalizzati alle piccole e medie imprese per promuoverne l'innovazione tecnologica, la conversione in vista della neutralità climatica e la digitalizzazione. Contestualmente, occorre assicurare la piena coerenza fra le strategie poste in essere a livello europeo e le politiche perseguite a livello nazionale;
     h) sollecitare la Commissione a creare un mercato unico europeo digitale e dei dati, promuovendo lo scambio di dati tra le imprese e le istituzioni pubbliche; a sviluppare ed elaborare dati sul territorio europeo, con particolare riferimento ai dati di organismi pubblici; a creare un migliore sistema fiscale digitale in cui i profitti siano tassati dove le imprese hanno un'interazione significativa con gli utenti;
     i) supportare il progetto europeo per la costruzione di Gaia X, un'infrastruttura di open data basata su una rete di servizi diversi con condizioni quadro e strutture di supporto comuni al servizio di utenti e fornitori;
     j) velocizzare i tempi di realizzazione di una rete digitale nel nostro Paese in grado di assicurare elevate prestazioni in modo da disporre di una infrastruttura che possa offrire al sistema delle imprese condizioni pari a quelle dei maggiori concorrenti, recuperando il ritardo che tuttora contraddistingue il nostro Paese, come documentato dalla ricognizione annuale condotta dalla Commissione europea attraverso l'indicatore DES;Pag. 5
     k) sostenere e supportare il sistema industriale, che già attualmente in Italia garantisce la parte preponderante della spesa per la ricerca e l'innovazione, per accedere ai programmi più significativi adottati a livello europeo a questo fine, a partire Orizzonte 2020, InvestEU e Fondo per l'innovazione, anche favorendo una più stretta integrazione tra mondo della ricerca, sistemi universitari e imprese produttive, in particolare valorizzando il ruolo che allo scopo può essere svolto dai distretti attraverso l'individuazione di cluster specificamente finalizzati allo scopo;
     l) promuovere nel campo della ricerca e innovazione industriale i partenariati pubblici-privati (es. Regioni-PMI) per incoraggiare innovazioni e sperimentazioni anche con il coinvolgimento di soggetti già attivi sul territorio rafforzando gli ecosistemi industriali dell'innovazione in particolare i DIH (Digital Innovation Hub), la rete EEN (European Enterprise Network co-finanziato nell'ambito del Programma COSME 2014-2020) e i cluster tecnologici. Valutare inoltre la possibilità di utilizzare i fondi europei per cofinanziare, attraverso schemi nazionali, gli investimenti in R&I (soprattutto delle PMI), in modo complementare agli strumenti tradizionali dei bandi europei basati sui grant.
     m) sollecitare la Commissione a porre in essere una forte strategia volta a favorire il rientro in Europa, e quindi nei diversi paesi come l'Italia, delle aziende che negli scorsi anni hanno delocalizzato la produzione fuori dai confini dell'Unione accompagnando in Italia questo percorso con le opportune misure nazionali. Attivarsi, inoltre, affinché siano messi in campo a livello comunitario posizioni rigide e severe riguardo alla concorrenza globale sleale e per il blocco delle acquisizioni predatorie da parte di soggetti esterni all'Unione;
     n) evidenziare che, per sostenere una transizione giusta dal punto di vista ambientale, servono strumenti importanti per facilitarla e conseguire obiettivi climatici ambiziosi – che ne affrontino al contempo le ripercussioni sul piano sociale – quali il Just Transition Fund, operando, nel contempo, perché l'applicazione di tale fondo si basi su criteri plurimi in modo da evitare paradossali penalizzazioni per i paesi che, come l'Italia, hanno già svolto molte attività sul piano della decarbonizzazione;
     o) evidenziare come il prevalente richiamo nella strategia europea di programmi di sviluppo delle energie rinnovabili basati sull’offshore non sia congruente con la maggior parte dei pieni energetici e climatici (PNIEC) degli stati membri in cui prevalgono gli sviluppi del solare;
     p) evidenziare come nell'ambito della transizione verso la neutralità climatica con una nuova mobilità «sostenibile e intelligente» una strategia complessiva di settore dovrà considerare non solo lo sviluppo di nuove piattaforme comunitarie per le nuove tecnologie di motorizzazioni e per l'uso avanzato dell'auto (auto elettrica, batterie, guida assistita ecc.) ma dovrà parallelamente prevedere anche un forte impegno per lo sviluppo di nuove tecnologie nel settore dei carburanti innovativi (elettricità, biometano, idrogeno);
     q) sostenere le specifiche peculiarità dell'industria nazionale operante nel campo della difesa, della sicurezza e dello spazio, nell'ambito dei programmi europei PESCO che sono in corso di attuazione, posto che tali programmi comportano lo stanziamento di ingenti risorse per la cui ripartizione è indispensabile evitare il rischio di una concentrazione a vantaggio di alcuni partner;
     r) cogliere l'opportunità offerta dalla Commissione europea con la previsione di un piano specifico per il rafforzamento del comparto farmaceutico in Europa, anche alla luce dell'emergenza Covid-19, per far valere le capacità dell'industria nazionale del settore che si caratterizza per un elevato dinamismo che le ha consentito di collocarsi, per fatturato, in una posizione di primazia;
     s) proseguire il lavoro avviato sulle sei catene del valore strategiche assicurando Pag. 6il cofinanziamento nazionale ai progetti già avviati e a quelli in fase di avvio per non pregiudicare la possibilità del sistema Paese di partecipare attivamente ai progetti di punta a livello europeo;
     t) cogliere tutte le opportunità offerte dalla strategia sull'Unione dei mercati dei capitali per fornire al sistema delle imprese, e in particolare alle piccole e medie imprese, un più agevole accesso a fonti di finanziamento alternative al credito bancario e realizzare coerenti politiche, anche sotto il profilo fiscale, dirette a incentivare la patrimonializzazione delle imprese ed eventualmente la loro aggregazione promuovendone la crescita dimensionale;
     u) conseguirne la piena attuazione interna della disciplina sui ritardi di pagamento utilizzando strumenti di monitoraggio e di applicazione rafforzati e valutando la fattibilità di meccanismi alternativi di risoluzione/mediazione per le PMI per assicurare una rapida risoluzione delle controversie sui pagamenti nelle transazioni commerciali;
     v) porre in essere politiche tese a cogliere e valorizzare le differenze fra micro, piccole e medie imprese, sostenendo l'impulso positivo determinato dal principio del Think Small First;
     w) favorire l'attuazione del Green Public Procurement (GPP) con particolare riguardo agli aspetti di semplificazione;
     x) sul tema della proprietà intellettuale nelle policy per la politica industriale, lavorare all'ampia armonizzazione della normativa europea perseguendo i più alti standard di protezione con particolare attenzione al Sistema Brevettuale Unitario.

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