Doc. XVII, n. 14

DOCUMENTO APPROVATO
DALLA VII COMMISSIONE PERMANENTE

(CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)

nella seduta del 2 agosto 2022

A CONCLUSIONE DELL'INDAGINE CONOSCITIVA

deliberata nella seduta del 6 marzo 2019

IN MATERIA DI INNOVAZIONE DIDATTICA, ANCHE LEGATA ALL'USO DI NUOVE TECNOLOGIE

(Articolo 144, comma 3, del Regolamento della Camera dei deputati)

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  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) ha deliberato, il 6 marzo 2019, un'indagine conoscitiva in materia di innovazione didattica, anche legata all'uso di nuove tecnologie.
  Il termine di conclusione dell'indagine, inizialmente fissato al 30 novembre 2019, era stato poi prorogato al 30 marzo 2020 ma le ultime audizioni pianificate, che avrebbero dovuto svolgersi il 4 marzo 2020, furono disdette per l'emergenza dell'epidemia.
  L'esperienza della didattica a distanza resa necessaria dall'esigenza di contenimento dei contagi – che ha avuto un forte impatto sulle scuole e suscitato un acceso dibattito nel Paese – ha investito e stravolto il campo di osservazione dell'indagine conoscitiva, imponendo l'introduzione della più moderna tecnologia nella didattica e accelerando, ma in maniera molto disomogenea in aree diverse del Paese, alcune innovazioni nelle metodologie d'insegnamento. L'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione ha ritenuto pertanto inizialmente preferibile soprassedere alla prosecuzione dell'indagine, anche per capire gli effetti educativi e culturali dell'esperienza della didattica a distanza (DAD).
  In seguito, nella riunione del 28 luglio 2021, l'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi ha giudicato che, con la chiusura dell'anno scolastico, i tempi fossero maturi e ha concordato sull'opportunità di riprendere l'indagine conoscitiva e di portarla a conclusione, facendo il punto sull'impatto dalla didattica a distanza.
  Nell'agosto del 2021 è stata dunque autorizzata la ripresa dell'indagine che inizialmente avrebbe dovuto concludersi entro il 31 dicembre 2021 ma il cui termine è stato poi prorogato fino al 31 luglio 2022.
  La Commissione ha così complessivamente inteso promuovere un'attività conoscitiva approfondita sullo stato dell'innovazione digitale e didattica nella scuola italiana risultante da un lato dall'adozione di politiche nazionali quali, in primis il Piano Nazionale per la Scuola Digitale, e, dall'altro, da tante prassi provenienti «dal basso»: sperimentazioni di singole scuole e in alcuni casi singoli docenti o reti di docenti, che ogni giorno inventano un modo nuovo per rinnovare il modo di trasmettere sapere e accompagnare le giovani generazioni in un progetto di crescita.
  Il tentativo è stato quello di avere un quadro ampio e una mappatura reale delle prassi che si sono sviluppate a livello nazionale, del loro livello di penetrazione e diffusione nelle varie aree del Paese, così da allineare l'attuale modello educativo nazionale alle istanze richieste dalla società e dall'innovazione digitale, e individuare, di conseguenza, le più efficaci strategie didattiche per colmare i divari all'interno del sistema scolastico. Di rilevanza cruciale anche l'inquadramento degli strumenti e delle modalità di misurazione dell'impatto (in termini di soft-skills, competenze, processi, valore) dei modelli didattici-innovativi oggi diffusi nella scuola italiana su studenti e docenti, aprire la strada a relative strategie di sviluppo di modelli sperimentali, individuare alcuni dei modelli quali buone prassi riconoscendone la valenza nazionale e quindi valorizzarli in sede internazionale.
  Consapevole del fatto che l'innovazione didattica, non solo quella legata all'uso del digitale, è un tema fondamentale sul quale si dovranno confrontare negli anni a venire tutti gli attori del sistema scolastico pubblico e privato, italiano ed europeo, per fare fronte alle esigenze della società, la Commissione ha inteso predisporre un quadro di riferimento ufficiale ascoltando in primo luogo i rappresentanti del Ministero dell'Istruzione, dell'ISTAT, dell'INVALSI, dell'INDIRE, passando poi alle audizioni delle rappresentanze sindacali, delle associazioni di categoria, di esperti del settore, di fondazioni e associazioni, di istituti ed enti pubblici e privati che promuovono in Italia buone pratiche di innovazione didattica, a partire da quella legata all'uso del digitale.
  Poiché l'innovazione didattica si sostanzia in un insieme di innumerevoli buone pratiche, sviluppate a livello locale o nazionale, poi condivise nell'ambito di convegni, forum, incontri e progetti, una delegazione della Commissione ha visitato il Global Education & Skills Forum di Dubai, il 23-24 marzo 2019, organizzato dalla Varkey Foundation, che si configura come l'appuntamentoPag. 4 annuale del movimento che, a livello globale, cerca di condividere in modo orizzontale le buone pratiche di innovazione nella didattica valorizzando scambi e occasioni di confronto tra partecipanti di tutto il mondo e assegnando il prestigioso Global Teacher Prize, una sorta di «Premio Nobel per l'insegnamento», a cui partecipano migliaia di docenti che in ogni angolo del mondo stanno sperimentando nuove metodologie didattiche. La scuola italiana è stata in passato già protagonista, con le sue eccellenze, nel suddetto Forum, figurando come primo Paese partner ufficiale nel 2015.

  Attività svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva:

   23-24 marzo 2019: Missione a Dubai per visitare il Global Education & Skills Forum;

   11 giugno 2019: Audizione di Giovanni Biondi, presidente dell'INDIRE, e Anna Maria Ajello, presidente dell'INVALSI;

   10 luglio 2019: Audizione di Stefano Molina e di Francesca Bilotta, rappresentanti dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS);

   25 settembre 2019: Audizione di Nicola Crepax e Lorenzo Benussi, Fondazione per la Scuola Compagnia di San Paolo, di Andrea Gavosto, Fondazione Agnelli, e di Antonio Danieli, Fondazione Golinelli;

   16 ottobre 2019: Audizione di Gabriele Ferreri e Carlo Prosperi dell'Associazione Nazionale Giovani Innovatori (ANGI), di Miriam Cresta, Junior Achievement, di Alessandro Valera e Luca Solesin, Ashoka Italia, di Katia Tafner e Cristiana Clementi, Bagus Association, di Riccardo Messina e Mattia Clemente, United Network;

   23 ottobre 2019: Audizione di dirigenti scolastici (dell'Istituto comprensivo statale 12 di Bologna, dell'Istituto comprensivo di Pontecagnano S. Antonio (Salerno), dell'Istituto comprensivo di Santa Marina Policastro (Salerno) e dell'ISS Ernesto Ascione di Palermo) ed esperti (Maria Buccolo, dottore di ricerca in progettazione e valutazione dei processi formativi, Mario Caligiuri, professore ordinario di pedagogia della comunicazione, Paolo Gheda, professore aggregato di storia contemporanea, Lorenza Orlandini, esperta di service learning, e Francesca Scafuto, dottore di ricerca in psicologia della salute);

   15 gennaio 2020: audizione di Paolo Mottana, professore ordinario di filosofia dell'educazione e di ermeneutica della formazione e pratiche immaginali presso l'Università degli studi di Milano Bicocca; Michela Schenetti, professore associato di didattica generale e metodologia e didattica dell'attività motoria presso l'Università degli studi di Bologna; Gisella Langé, esperta di lingue straniere e internazionalizzazione; e Francesco 'Piersoft' Paolicelli, consulente opengov ed esperto di coding;

   29 gennaio 2020: Audizione di Lucia Balduzzi, membro del direttivo della SIPED (Società italiana di pedagogia), e di Raffaella Reali, membro della direzione della Rete nazionale «Scuole senza zaino»;

   19 maggio 2022: Audizione, in videoconferenza, di Roberto Ricci, Presidente dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI), di Stefano Versari, capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell'Istruzione, di Antonella Iunti, direttrice generale dell'Ufficio scolastico regionale della Calabria, e di Ettore Acerra, direttore generale dell'ufficio scolastico regionale della Campania;

   21 giugno 2022: Audizione, in videoconferenza, di Mirta Michilli e Alfonso Molina, rispettivamente direttore generale e direttore scientifico della Fondazione Mondo digitale; Marco De Rossi, amministratore delegato di Weschool; Massimiliano Ventimiglia, fondatore e amministratore delegato di Onde alte;

   27 giugno 2022: Audizione di Lorenzo Micheli, esperto di metodologie didattiche innovative, coordinatore del Programma Education presso il Commissariato generale dell'Italia a Expo Dubai 2020; di Antonello Giannelli, Presidente dell'AssociazionePag. 5 nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (ANP); di Antonio Piscopo, vice direttore e responsabile relazioni istituzionali, impatto ricerca e policy di Teach for Italy.

  L'interruzione anticipata della legislatura, con lo scioglimento delle Camere e l'indizione delle elezioni per il 25 settembre 2022, non ha consentito alla VII Commissione di redigere una relazione articolata e dettagliata che, partendo dalle audizioni, potesse fare un bilancio dello stato dell'innovazione didattica e digitale nelle scuole italiane e formulare, come inizialmente previsto, proposte di riforma e di miglioramento del sistema di istruzione, nell'interesse di studentesse e studenti e della loro capacità di crescere maggiormente preparati per stare al mondo.
  E tuttavia, la VII Commissione ha inteso evidenziare 5 punti che ritiene possano costituire la base di approfondimento e lavoro ulteriore per la prossima legislatura, su temi che saranno sempre più rilevanti per il futuro del Paese.

  Questi 5 punti sono:

   1. La necessità di recuperare una visione sana dell'apporto che le tecnologie possono dare alla scuola italiana e, in generale, al nostro sistema di istruzione. I limiti, in molti casi particolarmente vistosi, hanno indotto in più casi a far ritenere che la didattica della pandemia fosse la conseguenza del digitale applicato alla scuola, invece che pressoché il suo opposto. La DAD ha (di)mostrato come ancora sia inadeguata l'infrastruttura digitale, quanto forti siano i divari territoriali, quanto le disuguaglianze di partenza incidano sul futuro di ragazze e ragazzi, quanto bisogno ci sia di alfabetizzazione digitale. La scuola è presenza e non può essere sostituita da una connessione remota in permanenza. Ma la tecnologia, e più concretamente l'integrazione della tecnologia in nuovi modelli didattici, può aiutare molto a fare la scuola 'aumentata', ad aumentare l'accesso a saperi, esperienze, persone, mondi che altrimenti resterebbero inaccessibili o sconosciuti. Se usata con cognizione e intelligenza, può aiutare docenti e studenti a diventare più capaci;

   2. L'innovazione che il digitale consente a scuola non può essere confinato ad un solo insegnamento, perché è metodo e strumento, e deve integrare ogni attività didattica ed extra-didattica. Allo stesso tempo, un'attenzione particolare va riservato all'insegnamento dell'uso critico degli strumenti digitali, per crescere nuove generazioni di ragazze e ragazzi consapevoli delle opportunità ma anche dei rischi che le tecnologie emergenti comportano;

   3. Un sistema di istruzione così connesso e interconnesso ogni giorno produce – estrae – una mole significativa di dati. Trattandosi per lo più di minori, è necessario assicurarsi che ci sia un livello adeguato di protezione e tutela dei dati personali di alunni e docenti;

   4. L'innovazione didattica e digitale può essere un potente strumento per ripensare e aumentare la capacità della scuola, assieme al sistema universitario e di altri attori della società – da fondazioni ad associazioni, da imprese a realtà del terzo settore o del privato sociale – di contribuire a quello sforzo complessivo e collettivo che va sotto il nome di orientamento. Sia in termini di accesso all'informazione sia, a maggior ragione, rispetto a quello che l'orientamento deve sempre più diventare: sperimentazione in prima persona, partecipazione a esperienze laboratoriali, possibilità di esplorare i confini della propria curiosità per conoscere il mondo e di conseguenze se stessi;

   5. Infine, la formazione dei docenti. Non c'è possibilità di innovazione didattica che esca dal campo d'azione di pochi per farsi normalità di tanti, senza un ripensamento complessivo della formazione dei docenti italiani. Che deve farsi ambizione collettiva del corpo insegnante e diventare un passaggio regolare degli anni lavorativi di chiunque insegni in una scuola italiana; e che va ripensata mettendo la migliore innovazione di cui il Paese dispone a disposizione di chi ha in carico la crescita delle nuove generazioni.