Doc. XII-quinquies, N. 26

ASSEMBLEA PARLAMENTARE DELL'OSCE

Sessione Annuale di Lussemburgo

Risoluzione su «Le buone prassi per gli stati relative alle società militari e di sicurezza private»

Trasmessa il 24 settembre 2019

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RISOLUZIONE SU «LE BUONE PRASSI PER GLI STATI RELATIVE ALLE SOCIETÀ MILITARI E DI SICUREZZA PRIVATE»

  1. Osservando che dall'inizio degli anni ’90, il ruolo dello Stato nel garantire la sicurezza è cambiato, dato che alcuni compiti tradizionali di pubblica sicurezza sono ormai delegati a società militari e di sicurezza private sia a livello nazionale che a livello internazionale,

  2. Ricordando il Codice di condotta dell'OSCE del 1994 relativo agli aspetti politico-militari della sicurezza, basato sul documento FSC.DEL/29/15, documento normativo essenziale che disciplina il ruolo delle forze armate e delle forze di sicurezza nelle società democratiche,

  3. Accogliendo favorevolmente l'avvio di un dialogo strutturato sulle sfide e i rischi attuali e futuri per la sicurezza nella regione dell'OSCE, come previsto dal documento MC.DOC/4/16,

  4. Sottolineando che gli Stati che hanno contratti di appalto con le società militari e di sicurezza private sono comunque tenuti a rispettare gli obblighi che hanno assunto in virtù del diritto internazionale,

  5. Tenendo presente che gli Stati hanno l'obbligo di garantire, con la legislazione nazionale, che le società militari e di sicurezza private che operano sul loro o dal loro territorio agiscano conformemente al diritto umanitario internazionale, al diritto dei diritti umani e al diritto internazionale consuetudinario,

  6. Sottolineando che esiste il documento di Montreux sugli obblighi giuridici internazionali e le buone prassi per gli Stati relative alle operazioni delle società militari e di sicurezza private durante i conflitti armati,

  7. Prendendo atto con soddisfazione che l'OSCE e alcuni Stati partecipanti hanno adottato il Documento di Montreux,

  8. Osservando la recente definizione di iniziative internazionali innovative, che vedono la partecipazione di una pluralità di soggetti, al fine di garantire che il settore della sicurezza privata rispetti gli obblighi internazionali in materia di diritti umani e diritto umanitario, come l'Associazione del Codice di condotta internazionale,

  9. Preoccupata dal fatto che il settore della sicurezza privata non sia sistematicamente sottoposto a controlli democratici adeguati a livello nazionale,

  10. Reiterando la preoccupazione espressa nella sua Dichiarazione di Baku del 2014, secondo la quale l'assenza di un contesto normativo specifico per le società militari private e le società di sicurezza private nonché l'assenza di controllo parlamentare su queste società limitino il ruolo più indispensabile dei parlamenti,

  11. Preoccupata per il ruolo di mandatari svolto dalle società militari private nei conflitti sempre più aspri nella regione dell'OSCE,

L'Assemblea Parlamentare dell'OSCE:

  12. Invita gli Stati partecipanti a esaminare la questione delle società militari e di sicurezza private nell'ambito di un dialogo strutturato poiché si tratta di una sfida e di un rischio importanti per la sicurezza nella regione dell'OSCE;

  13. Chiede agli Stati partecipanti di fornire volontariamente informazioni sulle Pag. 3società militari e di sicurezza private nell'ambito dello scambio di informazioni sul Codice di condotta relativo agli aspetti politico-militari della sicurezza;

  14. Invita gli Stati partecipanti a onorare gli obblighi assunti in virtù del diritto internazionale, anche nei casi in cui diano in appalto lo svolgimento di determinate attività alle società militari e di sicurezza private;

  15. Ricorda agli Stati partecipanti che il loro diritto di dare in appalto alcune attività alle società militari e di sicurezza private è soggetto a determinati vincoli, in particolare per quanto riguarda la sorveglianza dei campi di prigionieri di guerra e dei luoghi d'internamento di civili;

  16. Invita vivamente i parlamenti a provvedere alla stesura di leggi che disciplinino efficacemente le attività delle società di sicurezza private sulla base delle norme internazionali in vigore;

  17. Chiede ai parlamenti di rafforzare i loro poteri in materia di privatizzazione dei servizi di sicurezza, controllo democratico e regolamentazione del settore della sicurezza privata;
  18. Raccomanda ai parlamenti degli Stati partecipanti che ancora non sostengono il Documento di Montreux di farlo conoscere e di incoraggiare i rispettivi governi a prevederne l'adozione.