Doc. XII-quinquies, N. 18

ASSEMBLEA PARLAMENTARE DELL'OSCE

Sessione Annuale di Lussemburgo

Promuovere lo sviluppo sostenibile per favorire la sicurezza: il ruolo dei parlamenti
Capitolo I – Affari politici e sicurezza
Capitolo II – Affari economici, Scienza, Tecnologia e Ambiente
Capitolo III – Democrazia, Diritti Umani e Questioni Umanitarie

Dichiarazione di Lussemburgo

Trasmessa il 24 settembre 2019

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PREAMBOLO

  Noi, parlamentari degli Stati Partecipanti dell'OSCE, ci siamo riuniti nella sessione annuale a Lussemburgo dal 4 all'8 luglio 2019 nell'ambito della dimensione parlamentare dell'OSCE per valutare gli sviluppi e le sfide relative alla sicurezza e alla cooperazione, in particolare per quanto riguarda «Promuovere lo sviluppo sostenibile per favorire la sicurezza», e proponiamo le seguenti opinioni ai Ministri dell'OSCE.
  Esprimiamo i migliori auguri al prossimo Consiglio dei Ministri dell'OSCE e sottoponiamo alla sua attenzione la dichiarazione e le raccomandazioni seguenti.

PROMUOVERE LO SVILUPPO SOSTENIBILE PER FAVORIRE LA SICUREZZA: IL RUOLO DEI PARLAMENTI

CAPITOLO I
AFFARI POLITICI E SICUREZZA

  1. Riconoscendo che la pace e lo sviluppo sostenibile procedono di pari passo, e che la precarietà della sicurezza globale richiede un rinnovato impegno da parte di tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE a favore della risoluzione dei conflitti, del controllo degli armamenti, delle misure di rafforzamento della fiducia e della sicurezza, della lotta al terrorismo e del multilateralismo,
  2. Ricordando i principi dell'OSCE, indicati nell'Atto finale di Helsinki, di uguaglianza sovrana, inammissibilità della minaccia o dell'uso della forza, inviolabilità delle frontiere, integrità territoriale degli Stati, composizione pacifica delle controversie, non ingerenza negli affari interni, cooperazione tra gli Stati e adempimento in buona fede degli obblighi assunti in virtù del diritto internazionale,
  3. Riaffermando il nostro impegno a favore dell'approccio globale alla sicurezza dell'OSCE, ivi comprese le dimensioni politico-militare, economica e ambientale e umana, che promuove la cooperazione multilaterale proficua in materia di prevenzione dei conflitti, gestione delle crisi e ricostruzione dopo il conflitto,
  4. Ribadendo l'importanza dell'OSCE quale sede di confronto essenziale per il dialogo, il dibattito e il rafforzamento della fiducia,
  5. Accogliendo favorevolmente il Piano d'azione della Presidenza slovacca dell'OSCE per prevenire, mediare e mitigare i conflitti, concentrandosi sulle persone che ne sono colpite, prevedendo un futuro più sicuro e promuovendo un efficace multilateralismo,
  6. Prendendo atto dell'approvazione al Consiglio dei Ministri dell'OSCE del 2018 svoltosi a Milano delle dichiarazioni e delle affermazioni in tal senso nella dimensione politico-militare della sicurezza, ivi compreso il processo di risoluzione del conflitto in Transnistria, il ruolo dei giovani nelle iniziative di pace e di sicurezza, la promozione di norme e buone prassi per le armi leggere e di piccolo calibro e per gli arsenali di munizioni convenzionali, nonché la sicurezza e la cooperazione nel Mediterraneo,
  7. Evidenziando l'impegno dei membri dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE a favore dell'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, che costituiscono linee guida valide per promuovere società pacifiche, giuste e inclusive scevre da paura e violenza,
  8. Sottolineando gli effetti dei conflitti sulle donne e le bambine, in particolare l'aumento della violenza sessuale, e di conseguenza, l'importanza vitale dell'integrazione di un'ottica di genere nei processi di pace, risoluzione dei conflitti, assunzione Pag. 3delle decisioni e rafforzamento delle istituzioni nel campo della sicurezza,
  9. Deplorando la violazione materiale da parte della Federazione Russa degli obblighi assunti in virtù del Trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces – INF) e il conseguente crollo del regime previsto dal suddetto trattato, nonché l'ulteriore deterioramento generale dell'intreccio di relazioni su cui si fonda l'architettura degli accordi sul controllo degli armamenti, e delle misure di rafforzamento della fiducia e della trasparenza, ivi compreso il Trattato sui cieli aperti, il Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa e il Documento di Vienna, che sono stati tutti indeboliti dal mancato rispetto degli impegni da parte della Russia, rendendo necessario un rinnovato impegno di tutte le parti a favore della salvaguardia di un controllo efficace degli armamenti, del disarmo e della non proliferazione,
  10. Riconoscendo gli sforzi del Copresidente del Gruppo di Minsk dell'OSCE miranti a conseguire una soluzione pacifica e duratura del conflitto del Nagorno-Karabakh, e accogliendo con favore il recente dialogo tra i leader dell'Armenia e dell'Azerbaigian finalizzato a instaurare un ambiente che contribuisca alla pace e all'adozione di misure in campo umanitario,
  11. Allarmata dal fatto che l'Ucraina è uno dei paesi più colpiti dal dramma delle mine, con quasi 2000 vittime di mine terrestri nell'Ucraina orientale dal 2014, e ricordando che le mine antiuomo violano il diritto umanitario internazionale, mettono in pericolo la vita dei civili e ostacolano la ripresa economica e lo sviluppo futuro,
  12. Ribadendo il proprio fermo sostegno a favore di una soluzione completa, pacifica e sostenibile del conflitto nella Repubblica di Moldova, fondata sulla sovranità e sull'integrità territoriale entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, sottolineando l'importanza del formato «5 2» quale unico meccanismo per conseguire una soluzione completa e sostenibile, accogliendo favorevolmente i progressi finora raggiunti ed esortando le parti ad attuare pienamente gli impegni e a continuare a portare avanti misure per migliorare la vita delle persone,
  13. Ribadendo inoltre la necessità di un ritiro completo delle forze armate e degli arsenali di munizioni della Federazione Russa dal territorio della Repubblica di Moldova e di trasformare l'attuale operazione di mantenimento della pace in una missione civile internazionale,
  14. Condannando tutte le forme di terrorismo e di violenza estremista a prescindere dalle motivazioni, e porgendo le sue sentite condoglianze alle vittime degli attentati terroristici e alle loro famiglie,
  15. Riconoscendo il ruolo essenziale dei parlamenti nel promuovere lo sviluppo sostenibile e la sicurezza approvando leggi in materia, garantendo controllo, ratificando trattati e approvando bilanci, e stabilendo programmi che diano priorità alla necessità di rispettare gli impegni internazionali in ambito politico e nel campo della sicurezza,
  16. Prendendo atto delle preoccupazioni relative alla crescente influenza della Cina nella regione dell'OSCE, in particolare relativamente alle questioni economiche e tecnologiche, e le considerazioni di sicurezza che ne derivano, e affermando che l'iniziativa della Via della Seta non è un intervento che sostiene la Cina, ma è un progetto che sostiene molti paesi dell'Asia centrale,
  17. Felicitandosi dell'importante lavoro svolto dalla Commissione Ad Hoc per la lotta al terrorismo dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE per promuovere un approccio pluridimensionale e multilaterale alla lotta al terrorismo mediante visite sul campo, partecipazione a fori internazionali e scambio di buone prassi,
  18. Sottolineando la necessità di continuare a considerare prioritaria per l'OSCE la sicurezza informatica, dato che la criminalità informatica è una delle minacce per la sicurezza internazionale che aumentano più rapidamente, e di continuare a impegnarsi per le misure di rafforzamento Pag. 4della fiducia al fine di ridurre il rischio di conflitti derivanti dall'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione,

L'Assemblea Parlamentare dell'OSCE:
  19. Esorta gli Stati partecipanti a ridurre tutte le forme di violenza e a ridurre notevolmente i flussi illeciti finanziari e di armi, in conformità all'Obiettivo di sviluppo sostenibile 16;
  20. Richiede la piena attuazione del Piano d'azione dell'OSCE del 2004 sulla Promozione della parità di genere e della Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e delle altre risoluzioni associate, e invita vivamente gli Stati partecipanti dell'OSCE a individuare le priorità, assegnare le risorse necessarie e impegnarsi nell'azione di governo per promuovere una proficua partecipazione, alla soluzione delle controversie internazionali e al consolidamento della pace dopo il conflitto, di un'ampia gamma di donne con diverse esperienze di vita, ivi comprese donne appartenenti a minoranze razziali, donne con disabilità e donne con redditi bassi;
  21. Incoraggia i leader dell'Armenia e dell'Azerbaigian a intensificare il dialogo nel contesto della mediazione diretta dal Copresidente del Gruppo di Minsk e ad assumere misure specifiche tangibili per giungere ad una soluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh sulla base dei principi fondamentali dell'Atto finale di Helsinki, ivi compresi,in particolare, l'astensione dall'uso o dalla minaccia della forza, e il rispetto per l'integrità territoriale e la parità dei diritti e l'autodeterminazione dei popoli;
  22. È favorevole all'intensificazione di colloqui orientati ai risultati condotti nell'ambito dei formati concordati per la risoluzione dei conflitti, e invita le parti coinvolte nel conflitto a condurre i negoziati in buona fede, senza pregiudiziali, al fine di conseguire una pace completa e duratura, nel pieno rispetto della sovranità, dell'integrità territoriale e dell'inviolabilità dei confini riconosciuti a livello internazionale di Georgia, Ucraina, Azerbaigian e Repubblica di Moldova;
  23. Incoraggia l'OSCE a continuare a impegnarsi con le parti coinvolte nel conflitto sulle misure di rafforzamento della fiducia, in particolare in campo umanitario, nonché a sincronizzarle con i processi politici;
  24. Chiede la cessazione delle ostilità militari nell'Ucraina orientale, il completo ritiro delle armi di grosso calibro da entrambe le parti, una fine immediata all'impiego di mine terrestri e maggiori investimenti sulle iniziative di sminamento, la fine dell'occupazione della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli, il ritiro delle forze militari russe dal territorio ucraino, e una soluzione globale del conflitto basata sulla piena attuazione degli accordi di Minsk, in particolare degli obblighi previsti dagli accordi di Minsk che non sono stati adempiuti dalla Federazione Russa;
  25. Richiede il ritorno in sicurezza, dignità e senza impedimenti degli sfollati interni e dei rifugiati provenienti da zone di conflitto, ai loro luoghi di origine, conformemente all'Atto finale di Helsinki, alla Carta delle Nazioni Unite e ai documenti, ai principi e agli impegni in materia dell'OSCE e dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE, e tenendo conto dell'impatto specifico di genere sulla possibilità per una data persona di rientrare nel proprio paese in condizioni di sicurezza;
  26. Esorta l'OSCE e i suoi Stati partecipanti a prestare particolare attenzione alla situazione lungo il confine tra l'Irlanda del Nord e l'Irlanda, in particolare alla luce dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea e all'importanza di salvaguardare l'accordo del Venerdì Santo, che tutela la continuazione della pace sull'isola d'Irlanda;
  27. Invita tutti gli Stati partecipanti a impegnarsi nuovamente a favore della salvaguardia di un efficace controllo internazionale degli armamenti, della non proliferazione e del disarmo;Pag. 5
  28. Sollecita gli Stati partecipanti a firmare il Trattato sul divieto delle armi nucleari del 2017, il primo accordo internazionale giuridicamente vincolante che prevede un divieto globale delle armi nucleari, il cui obiettivo è la loro eliminazione totale;
  29. Esorta gli Stati partecipanti a sostenere i negoziati internazionali per vietare le armi letali autonome al fine di creare norme internazionali giuridicamente vincolanti;
  30. Esorta i parlamenti a perseguire le priorità di bilancio a sostegno dei trattati, nonché dei meccanismi e delle iniziative di non proliferazione e disarmo nucleare, e a promuovere la riduzione della minaccia nucleare e il disarmo come priorità nelle nuclear posture reviews e nelle politiche nazionali;
  31. Invita i parlamenti a istituire e rafforzare gli organi parlamentari di controllo dei servizi di sicurezza e di informazione, sia pubblici che privati, ed esorta gli Stati partecipanti dell'OSCE a garantire che tutti i servizi di sicurezza e di informazione rispettino lo stato di diritto, che i reati commessi dai funzionari dei servizi di sicurezza e di informazione siano perseguiti, e che le norme e i principi indicati dal Codice di condotta relativo agli aspetti politico-militari della sicurezza siano pienamente attuati;
  32. Invita vivamente i parlamenti a tenersi al corrente dei problemi di sicurezza relativi alla tecnologia, e chiede ai parlamenti di astenersi dall'uso dell'intelligenza artificiale in situazioni nelle quali tale uso possa comportare rischi;
  33. Esorta l'OSCE e i suoi Stati partecipanti a controllare le conseguenze per la sicurezza che possono derivare dalla crescente influenza della Cina, sia in relazione alle questioni economiche sia a quelle tecnologiche, nella regione dell'OSCE;
  34. Chiede ai parlamenti e ai governi di rispondere efficacemente alle sfide derivanti dal ritorno e dal reinsediamento dei combattenti terroristi stranieri (foreign terrorist fighters-FTF), anche condividendo informazioni al riguardo, promuovendo una scuola inclusiva e servizi sociali specializzati per contrastare la diffusione dell'estremismo violento, e mettendo a punto risposte attente alle questioni di genere e sensibili alle problematiche di età che riflettano i diversi ruoli delle donne e dei bambini che sono combattenti terroristi stranieri e dei familiari di combattenti terroristi stranieri e attuando pienamente gli obblighi internazionali derivanti dalle Risoluzioni 2178 e 2396 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla creazione del sistema di informazione anticipato sui passeggeri (APIS), del codice di prenotazione (PNR) e dei sistemi biometrici;
  35. Invita vivamente l'OSCE a portare avanti le riforme interne per garantire la sua autosufficienza e prevenire gli abusi della regola del consenso in modo che non venga utilizzata per bloccare riunioni chiave o per chiudere gli uffici sul terreno, valutando anche la possibilità di adottare una procedura del consenso modificata per le questioni tecniche e pratiche.

CAPITOLO II

AFFARI ECONOMICI, SCIENZA, TECNOLOGIA E AMBIENTE

  36. Ricordando che nell'Atto finale di Helsinki del 1975, gli Stati partecipanti hanno riconosciuto che «gli sforzi per sviluppare la cooperazione nei campi del commercio, dell'industria, della scienza e della tecnica, dell'ambiente e in altri settori dell'attività economica contribuiscono al rafforzamento della pace e della sicurezza in Europa e in tutto il mondo»,
  37. Sottolineando il ruolo essenziale dei parlamenti nazionali nel definire proposte legislative al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, i diritti umani – ivi compresi i diritti economici e sociali – e la sicurezza, e di attuare gli impegni dell'OSCE nella dimensione economica e ambientale,
  38. Accogliendo favorevolmente la priorità assegnata dalla Presidenza slovacca Pag. 6alla promozione dello sviluppo sostenibile e alla gestione di una maggiore connettività e sicurezza informatica,
  39. Riconoscendo che il rapido processo di digitalizzazione che è in corso in tutta la regione dell'OSCE sta generando cambiamenti sostanziali in ogni ambito della vita e ha molte ripercussioni sulla sicurezza e offre opportunità di cooperazione trasfrontaliera e di rafforzamento della fiducia anche nella dimensione economica e ambientale,
  40. Rilevando che la Decisione del Consiglio dei Ministri N. 5/18 sullo Sviluppo del capitale umano nell'era digitale, approvata al XXV Consiglio dei Ministri dell'OSCE, invitava gli Stati partecipanti a esaminare ulteriormente le opportunità e le sfide associate alle nuove forme di lavoro derivanti dalla trasformazione digitale dell'economia,
  41. Osservando inoltre che la Decisione N. 8/17 del Consiglio dei Ministri dell'OSCE sulla Promozione della partecipazione economica nella regione dell'OSCE, approvata al XXIV Consiglio dei Ministri dell'OSCE, richiedeva il rafforzamento della cooperazione nelle attività economiche che promuovono uno sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile,
  42. Ricordando la Dichiarazione di Berlino del 2018 dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE, che sottolineava che i rapidi progressi della digitalizzazione stanno provocando cambiamenti fondamentali in tutti gli aspetti della vita e sottolineando il ruolo dei parlamentari nella modernizzazione della legislazione nazionale e internazionale e la flessibilità legislativa per adattarsi a un ordine mondiale in continuo cambiamento,
  43. Riconoscendo l'importanza del ruolo delle tecnologie nuove ed esponenziali, dell'economia digitale, dell'intelligenza artificiale e della scienza nel risolvere i problemi ambientali e nel favorire il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile grazie all'impiego massiccio di «tecnologie abilitanti»,
  44. Prendendo atto del Rapporto sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile del 2018, che ha riscontrato che i conflitti e i cambiamenti climatici sono i fattori più incisivi che determinano che un numero crescente di persone sia afflitta da fame e sfollamento forzato, oltre a limitare i progressi verso un accesso universale a servizi di base quali acqua e impianti igienico-sanitari,
  45. Ricordando l'adozione dei Principi guida delle Nazioni Unite sullo sfollamento interno nonché la Dichiarazione di New York dell'ONU sui rifugiati e i migranti, approvata nel 2016, che mira a tutelare i diritti umani di tutti i rifugiati e i migranti e che ha dato slancio ai negoziati per l'adozione, nel 2018, di un global compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare nonché un global compact per i rifugiati,
  46. Ricordando l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e i suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile che prevedono piani d'azione per raggiungere 169 obiettivi per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e assicurare pace e prosperità, con l'obiettivo ultimo di migliorare in modo sostenibile la vita per le generazioni attuali e future,
  47. Considerando che la mancanza di prospettive economiche e sociali insita nell'elevata disoccupazione tra i gruppi più vulnerabili, soprattutto tra i giovani, alimenta la criminalità organizzata e la tratta degli esseri umani,
  48. Sottolineando che la parità di genere è essenziale per lo sviluppo sostenibile e la pace, e riconoscendo che l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile afferma che «il raggiungimento del pieno potenziale umano e dello sviluppo sostenibile» presuppone che le donne e le bambine «abbiano pari accesso a un'istruzione di qualità, alle risorse economiche e alla partecipazione alla vita politica, nonché opportunità pari a quelle degli uomini e dei bambini in termini di occupazione, incarichi direttivi e decisionali a tutti i livelli»,
  49. Ricordando la Dichiarazione di Berlino del 2018 dell'Assemblea Parlamentare Pag. 7dell'OSCE, che esortava i parlamenti ad approvare leggi per definire politiche di lotta alla corruzione o per ampliarle, ivi compresa la trasparenza in materia di proprietà effettiva, e per promuovere le buone prassi per assicurare un mercato veramente libero e competitivo, nonché consentire una crescita economica sostenibile ed ecocompatibile,
  50. Ricordando la necessità di una maggiore cooperazione tra i governi e i parlamenti nazionali, riconoscendo le buone prassi e la competenza dell'ODIHR, in particolare per quanto riguarda le politiche di lotta alla corruzione, la trasparenza, l'efficacia della legislazione e la digitalizzazione dell'amministrazione pubblica,
  51. Riconoscendo che il cambiamento climatico di origine antropica sconvolge le condizioni atmosferiche, ha effetti sulle economie nazionali e si sconta con la perdita di vite umane, oltre a incidere sulle comunità in vari paesi in tutto il mondo,
  52. Riconoscendo che l'aumento dell'acidificazione degli oceani dovuta alle maggiori emissioni di CO2, abbinata ai cambiamenti dei livelli di ossigeno negli oceani derivante dal loro riscaldamento, può avere effetti negativi sugli ecosistemi marini e minacciare le catene alimentari,
  53. Prendendo atto del rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici dell'ONU, pubblicato nel mese di ottobre del 2018, che ha avvisato i governi che ormai restano solo 12 anni di tempo per intervenire in modo audace per combattere i cambiamenti climatici prima che si realizzino gli effetti più devastanti, e accogliendo favorevolmente le misure prese a Parigi dalla Conferenza dell'ONU sui cambiamenti climatici (COP21) e la convocazione a New York il 23 settembre del Vertice ONU del 2019 sul Clima per verificare i progressi realizzati,
  54. Sottolineando gli effetti sproporzionati dei cambiamenti climatici sulle donne e sulle bambine, e la conseguente necessità di attuare politiche climatiche attente alle questioni di genere e di promuovere la leadership e la partecipazione delle donne alla definizione di politiche e programmi per combattere i cambiamenti climatici,
  55. Riconoscendo che unitamente alla sicurezza alimentare, la sicurezza delle risorse idriche è una questione di portata sempre più ampia nella regione dell'OSCE, con alcune regioni in particolare che sono specialmente soggette a crisi idriche, soprattutto nelle regioni afflitte da carenza idrica,
  56. Ricordando la Dichiarazione di Berlino del 2018 dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE, che ha sottolineato l'importanza della sicurezza energetica quale fattore essenziale per la crescita economica e la stabilità e ha dato il proprio appoggio alle iniziative regionali per l'interconnessione delle reti energetiche e agli altri progetti infrastrutturali che migliorano la sicurezza energetica,

L'Assemblea Parlamentare dell'OSCE:
  57. Esorta i parlamenti nazionali a definire proposte legislative al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile e la sicurezza e ad attuare gli impegni dell'OSCE nella dimensione economica e ambientale, in particolare prevenendo e combattendo la corruzione, il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, gestendo le migrazioni, sviluppando il capitale umano, riducendo il rischio di catastrofi e combattendo la criminalità organizzata;
  58. Ribadisce l'importanza della Dichiarazione di Berlino del 2018 dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE, che invita gli Stati partecipanti dell'OSCE ad attuare e ampliare politiche che promuovano la buona gestione dell'ambiente, in modo da rivolgere una rinnovata attenzione allo sviluppo e alla diffusione di energia rinnovabile e sostenibile con il fine ultimo di raggiungere l'efficienza energetica attraverso fonti energetiche pulite;
  59. Rinnova il suo appello a tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE affinché raddoppino gli sforzi per individuare e ricercare soluzioni globali alle sfide ambientali ed economiche comuni, ivi comprese la Pag. 8sicurezza alimentare e idrica, i cambiamenti climatici, la sicurezza energetica, le migrazioni, la tratta degli esseri umani e una migliore gestione e controllo delle istituzioni finanziarie;
  60. Chiede agli Stati partecipanti dell'OSCE di prendere in esame le misure necessarie a livello nazionale e locale per migliorare la cartografia delle reti energetiche e idriche e aumentarne la protezione contro le calamità naturali o antropiche e incoraggia gli Stati partecipanti dell'OSCE a condividere le buone prassi per il rafforzamento della sicurezza intrinseca ed estrinseca delle reti energetiche nella regione dell'OSCE;
  61. Esorta i parlamenti e i governi degli Stati partecipanti dell'OSCE ad agevolare la ratifica dell'Accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici, adempiendo così agli obblighi assunti in virtù dell'Accordo, e a rafforzare i loro INDC (Intended Nationally Determined Contributions – contributi promessi stabiliti a livello nazionale) al fine di limitare l'uso dei combustibili fossili quali petrolio, carbone e gas naturale, sostituendoli con fonti di energia più pulite aumentando nel contempo l'efficienza energetica;
  62. Raccomanda agli Stati partecipanti dell'OSCE di attuare politiche quali i sistemi di limitazione e scambio (cap-and-trade schemes) e le carbon tax che attribuiscono un prezzo alle emissioni di CO2 sia per il danno ambientale che questo inquinamento sta provocando sia per sfruttare incentivi economici ad abbandonare i combustibili fossili a favore di energia pulita;
  63. Riconosce che le temperature nella regione artica stiano aumentando ad un ritmo doppio rispetto a quello mondiale, ed esorta pertanto gli Stati partecipanti dell'OSCE a considerare i cambiamenti climatici un problema fondamentale per l'Artico e a prendere misure di mitigazione mantenendo uno spirito di cooperazione nel Grande Nord e concentrandosi sullo sviluppo sostenibile e pacifico nell'Artico;
  64. Chiede agli Stati partecipanti e ai Partner per la Cooperazione dell'OSCE di rafforzare il coordinamento a livello locale, nazionale e internazionale, anche mediante una migliore cooperazione con istituzioni come INTERPOL ed EUROPOL nella lotta alla corruzione, al riciclaggio di denaro, al finanziamento del terrorismo, al traffico di droga e alla tratta di esseri umani, e sottolinea che problemi quali la corruzione e il riciclaggio di denaro rappresentano una minaccia per la sicurezza e la legittimità della società;
  65. Accoglie favorevolmente l'approvazione nel dicembre 2018 del Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare e del Global Compact per i rifugiati;
  66. Esorta l'OSCE a impegnarsi, insieme ai paesi della regione e ai Partner per la cooperazione, per tutelare i migranti e mettere a loro disposizione delle strutture e dei servizi che tengano conto della differenza di genere dopo il loro arrivo in Europa;
  67. Chiede agli Stati partecipanti e ai Partner per la cooperazione dell'OSCE di creare nei rispettivi paesi le condizioni necessarie a garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti e a combattere la discriminazione, l'intolleranza e la xenofobia nei confronti dei migranti e delle loro famiglie;
  68. Incoraggia i parlamenti degli Stati partecipanti dell'OSCE a migliorare i contesti normativi in materia di migrazione al fine di migliorare l'efficacia della cooperazione internazionale, promuovere l'integrazione, favorire la mobilità dei lavoratori, affrontando i fattori che determinano la migrazione, quali la povertà e i conflitti, creando canali di migrazione regolare, promuovendo opportunità di istruzione e tutelando il diritto alla vita familiare;
  69. Sostiene il Forum economico e ambientale dell'OSCE e la tematica scelta per il 2019 «Promuovere il progresso economico e la sicurezza nella regione dell'OSCE mediante la cooperazione energetica, le nuove tecnologie, il buon governo e la connettività nell'era digitale»;Pag. 9
  70. Ribadisce il sostegno dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE all'Ufficio del Coordinatore delle attività economiche e ambientali dell'OSCE (OCEEA), e accoglie favorevolmente le priorità dell'Ufficio per il 2019, in particolare, prevenzione e lotta alla corruzione, al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo; connettività; migrazioni e gestione ambientale; sviluppo del capitale umano e partecipazione economica; gestione delle risorse idriche; riduzione del rischio di calamità; valutazione dei rischi potenziali alla sicurezza derivanti dai cambiamenti climatici nonché sicurezza energetica ed energia sostenibile;
  71. Incoraggia gli Stati partecipanti dell'OSCE e i loro parlamenti a realizzare, oltre alle strutture scolastiche di base che trasmettono valori universali, sistemi educativi professionali non discriminatori e di qualità che siano concepite proprio per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, al fine di porre rimedio alla disoccupazione giovanile;
  72. Accoglie favorevolmente i programmi dell'OCEEA di assistere l'entrante Presidenza albanese dell'OSCE nel 2020 a preparare il XXVIII Forum economico e ambientale dell'OSCE;
  73. Ribadisce l'importanza di un approccio pluridimensionale alla sicurezza alimentare e idrica, che comprenda tutti quegli ambiti della scienza e della tecnologia che possono avere un impatto apprezzabile;
  74. Invita l'OSCE, l'Assemblea Parlamentare dell'OSCE e gli Stati partecipanti a varare politiche e programmi per aumentare l'iscrizione di ragazze e bambine a corsi di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) al fine di promuovere l'innovazione, garantendo che i progressi in questi ambiti si giovino di una gamma di punti di vista diversi, e riducendo al minimo i pregiudizi nelle tecnologie nuove e in quelle già esistenti;
  75. Osserva le attività che sono in corso dell'iniziativa della Via della Seta che mira a promuovere la cooperazione tra gli Stati partecipanti – un'iniziativa che è utile a conseguire sicurezza, stabilità e prosperità per gli Stati partecipanti dell'OSCE;
  76. Sottolinea che i progetti infrastrutturali dovrebbero essere pianificati e attuati in modo da contribuire alla sostenibilità ambientale e ad una maggiore uguaglianza, e sottolinea il potenziale della connettività nel promuovere la democrazia e i diritti umani;
  77. Riconosce che il rapido processo di digitalizzazione che sta attraversando tutta la regione dell'OSCE sta provocando cambiamenti sostanziali in tutti gli ambiti della vita e ha molte ripercussioni sulla sicurezza, anche nella dimensione economica e del lavoro e in quella ambientale, e invita i parlamenti nazionali a tenersi aggiornati sugli sviluppi in questo campo e a rispondere adeguatamente con leggi in materia nelle quali gli esseri umani restino al centro del processo di digitalizzazione, e la tecnologia sia impiegata per migliorare le condizioni di benessere economico, di accesso e di lavoro;
  78. Sottolinea che la corruzione rappresenta una minaccia globale per la pace e la sicurezza, e chiede ai parlamenti degli Stati partecipanti dell'OSCE di definire ulteriori leggi preventive anti-corruzione al fine di eliminare un grande ostacolo allo sviluppo sostenibile;
  79. Invita i parlamenti degli Stati partecipanti dell'OSCE a prendere in considerazione la necessità di aggiornare la legislazione nazionale nel campo della scienza e della tecnologia al fine di risolvere gli impatti negativi dei cambiamenti climatici sull'ambiente;
  80. Invita i parlamenti e i governi degli Stati Stati partecipanti dell'OSCE a prendere delle misure, anche approvando nuove leggi, per promuovere e favorire un comportamento responsabile, sostenibile e trasparente delle imprese nei confronti dei cittadini, delle comunità, del territorio e dell'ambiente, dei beni e delle attività sociali e culturali, delle associazioni e degli Pag. 10altri soggetti interessati, in particolare promuovendo leggi per creare e promuovere imprese che perseguano – accanto al profitto – uno o più obiettivi che presentino vantaggi sociali o ambientali;
  81. Invita i parlamenti e i governi degli Stati partecipanti dell'OSCE a promuovere valutazioni d'impatto per le imprese che operano in ambito ambientale, sociale e pubblico e a favorire la creazione e l'uso diffuso di indicatori adattati in funzione degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

CAPITOLO III
DEMOCRAZIA, DIRITTI UMANI E QUESTIONI UMANITARIE

  82. Considerando che fino ad oggi il ruolo dei parlamenti nazionali nel promuovere i principi di Helsinki non è stato sfruttato completamente,
  83. Riconoscendo l'immenso potenziale di miglioramento di un ulteriore utilizzo della capacità dei parlamenti nazionali di contribuire alla tutela dei diritti umani,
  84. Riconoscendo il ruolo chiave svolto dai parlamenti nazionali, sia mediante la diplomazia parlamentare sia attraverso il controllo parlamentare, nelle iniziative di promozione dello sviluppo sostenibile per favorire la sicurezza nella regione dell'OSCE,
  85. Ricordando che, dopo oltre settant'anni dall'approvazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, la lotta a favore del rispetto e della promozione dei diritti umani continua,
  86. Ricordando inoltre che tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE nell'Atto finale di Helsinki hanno riconosciuto che il rispetto dei diritti umani è una questione decisiva per la sicurezza nelle società stabili,
  87. Affermando la necessità di un rinnovato impegno a favore dei principi di Helsinki,
  88. Deplorando la minore importanza attribuita ai diritti umani nella politica estera di alcuni Stati partecipanti dell'OSCE,
  89. Preoccupata dal fatto che in molti Stati partecipanti si stia diffondendo una tendenza all'aumento dell'autoritarismo e all'impunità per le violazioni dei diritti umani, provocando sofferenze indicibili e minacciando la pace e la stabilità internazionali,
  90. Deplorando l'assenza dell'attuazione degli impegni in materia di diritti umani nelle decisioni del Consiglio dei Ministri e nelle Risoluzioni dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE riguardanti tali diritti,
  91. Profondamente turbata dal continuo aumento del populismo in tutta la regione dell'OSCE, spesso basato sulla criminalizzazione delle persone appartenenti a minoranze nazionali e sull'imprudente diffusione di messaggi falsi, in particolare riguardanti i migranti,
  92. Preoccupata dalla discriminazione e dall'ostilità continua, e che si aggrava in alcuni paesi, nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersex (LGBTI) nella regione dell'OSCE, riconoscendo che i loro diritti, ivi compresa l'eliminazione di ogni discriminazione nei loro confronti, il diritto di riunirsi pacificamente e il diritto alla vita di famiglia, sono diritti umani inscindibili, e sottolineando che l'Assemblea Parlamentare dell'OSCE sostiene senza riserve i diritti delle persone LGBTI,
  93. Riconoscendo che le gravi preoccupazioni per la sicurezza possano a volte rendere necessaria la dichiarazione dello stato d'emergenza, ma osservando anche che la tutela della sicurezza nazionale può servire da pretesto per dichiarare uno stato di emergenza che si ripercuote sui diritti umani,
  94. Deplorando che, anche dopo la revoca dello stato d'emergenza, i principi democratici, nonché le libertà fondamentali e i diritti umani, non siano ripristinati,
  95. Riconoscendo che stabilità e sicurezza costanti di tutti gli Stati partecipanti Pag. 11dell'OSCE si fondano primariamente sui bambini e sui giovani di oggi e che tali gruppi vulnerabili richiedono una tutela particolare,
  96. Convinta della necessità di dare priorità ancora una volta alla tutela dei bambini in questo trentesimo anniversario della Convenzione dei diritti del fanciullo,
  97. Riconoscendo che gli Stati partecipanti hanno la responsabilità primaria di tutelare la popolazione dal genocidio e dalle atrocità, e l'obbligo, conformemente al diritto internazionale consuetudinario e convenzionale, di garantire che chi ha commesso atti di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra sia chiamato a risponderne e che le vittime abbiano diritto a mezzi di ricorso efficaci,
  98. Accogliendo favorevolmente il recente riconoscimento del genocidio armeno da parte della Camera dei Deputati italiana, nonché l'istituzione da parte della Francia del 24 aprile come giornata della memoria del genocidio armeno, quali misure che promuovono la consapevolezza e contribuiscono all'eliminazione di tali atrocità, e invitando altri parlamenti nazionali a fare altrettanto,
  99. Ricordando il genocidio dei Rom da parte della Germania nazista e delle potenze dell'Asse, e commemorando il settantacinquesimo anniversario, della distruzione, il 2-3 agosto 1944, del «campo delle famiglie zingare» ad Auschwitz, dove erano internati i Rom,
  100. Preoccupata dal fatto che i Rom e i Sinti e gli autoctoni continuano ad essere oggetto di razzismo e violenze dettate da pregiudizi nella regione dell'OSCE, e osservando che le donne e le bambine Rom e Sinti e le donne e le bambine autoctone sono particolarmente esposte a diverse forme di discriminazione oltre che a violenze e molestie,
  101. Consapevole del fatto che in un'epoca di migrazioni senza precedenti, i sistemi nazionali e internazionali che garantiscono il rispetto e la tutela dei migranti sono più importanti che mai,
  102. Osservando con preoccupazione le gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Cecenia, in particolare anche nei confronti delle persone LGBTI,
  103. Profondamente preoccupata dal fatto che i giornalisti continuano a rischiare persecuzioni, quali omicidi mirati, carcerazione, rapimenti e violenza fisica e psicologica in tutta la regione dell'OSCE e nel mondo intero,
  104. Accogliendo favorevolmente l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dell'OSCE a dicembre 2018 della Decisione 3/18 sulla Sicurezza dei giornalisti,
  105. Condannando l'abuso continuo motivato da ragioni politiche da parte di alcuni Stati partecipanti, in particolare della Federazione Russa, delle banche dati e dei meccanismi di INTERPOL, ivi compresi gli avvisi di ricerca in rosso e le diffusioni, per vessare oltre i loro confini avversari politici, giornalisti, membri della società civile e donne e uomini d'affari,
  106. Allarmata dal fatto che in alcuni Stati partecipanti dell'OSCE che hanno abolito la pena di morte, alcuni alti funzionari pubblici ne sostengano la reintroduzione,
  107. Profondamente turbata dal fatto che le donne nella regione dell'OSCE continuino a subire violenze di genere, che spesso non sono denunciate e raramente si concludono con una condanna qualora denunciate, favorendo così l'omertà oltre che l'impunità per gli autori di tali reati,
  108. Riconoscendo che le donne e le bambine non sono solo vittime ma anche agenti essenziali del cambiamento e leader di movimenti che mirano a porre fine alla violenza di genere e a promuovere la parità tra i sessi in ogni ambito della vita, in particolare nell'assunzione di decisioni, e che la loro leadership, i loro punti di vista e la loro partecipazione sono essenziali per prevenire e porre rimedio alla violenza di genere e a tutte le forme di disparità tra i sessi,Pag. 12
  109. Accogliendo favorevolmente l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dell'OSCE nel dicembre 2018 della Decisione 4/18 sulla Prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne quale misura importante nel contrasto alla violenza di genere nella regione dell'OSCE,
  110. Profondamente preoccupata dal perdurare di fenomeni come i matrimoni forzati e in età infantile nella regione dell'OSCE,
  111. Accogliendo favorevolmente l'attività svolta dalle istituzioni e dalle missioni dell'OSCE sul terreno per sostenere gli Stati partecipanti nell'adempimento dei loro obblighi,
  112. Encomiando il controllo giuridico di leggi e progetti di legge elaborati dall'ODIHR (Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani) dell'OSCE quale strumento per assistere gli Stati partecipanti ad adempiere gli impegni assunti nel quadro dell'OSCE e a portare avanti le riforme,
  113. Riconoscendo che la democrazia parlamentare può contribuire alla promozione dell'attuazione degli impegni degli Stati partecipanti nel campo della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto, riconoscendo altresì nel contempo che il ruolo primario per la verifica del rispetto degli impegni da parte degli Stati spetta ai parlamenti nazionali,

L'Assemblea Parlamentare dell'OSCE:
  114. Esorta tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE ad attribuire alla promozione e alla tutela dei diritti umani un ruolo centrale nell'agenda sia della politica interna che della politica estera, ed esorta i parlamenti nazionali a chiamare i governi a rispondere pubblicamente delle violazioni degli impegni che hanno assunto nel quadro dell'OSCE, in particolare in questo campo;
  115. Invita i parlamenti nazionali a definire una gamma di strumenti di diplomazia e di cooperazione per sostenere l'attuazione degli impegni nel campo della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto;
  116. Incoraggia gli Stati partecipanti, ivi compresi i loro governi, parlamenti, organi giudiziari e istituzioni nazionali per i diritti umani, a prendere in esame la possibilità di chiedere all'ODIHR di predisporre il controllo giuridico di leggi e progetti di legge per garantire che siano conformi agli impegni assunti nell'ambito dell'OSCE;
  117. Richiede la creazione di un meccanismo di dialogo e comunicazione tra le Commissioni parlamentari sui diritti umani degli Stati partecipanti e la Commissione Generale Democrazia, Diritti Umani e Questioni Umanitarie dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE, al fine di valutare meglio l'attuazione degli impegni nel campo della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto negli Stati partecipanti;
  118. Chiede agli Stati partecipanti di garantire l'attuazione della Convenzione dell'ONU sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio;
  119. Invita i parlamenti nazionali dell'OSCE ad adottare il 9 dicembre come Giornata internazionale della commemorazione e della dignità delle vittime del reato di genocidio e della prevenzione di tale reato, nonché ad assicurare che i loro sistemi d'istruzione e la formazione delle forze di sicurezza in futuro siano orientati alla prevenzione di tali atrocità;
  120. Invita gli Stati partecipanti dell'OSCE, quando sono impegnati a risolvere i conflitti, a concentrare l'attenzione sui diritti umani, sulle libertà fondamentali e sulle sfide umanitarie delle persone nelle zone di conflitto e nei territori occupati e delle persone colpite dai conflitti e dall'occupazione di territori, ivi compresi i rifugiati e gli sfollati interni, e a svolgere valutazioni sulle diverse esigenze di genere di queste persone, a concentrarsi inoltre sugli obblighi, previsti dal diritto internazionale, delle potenze occupanti e dei gruppi armati al loro comando;Pag. 13
  121. Esorta gli Stati partecipanti dell'OSCE a combattere la distruzione del patrimonio culturale e il traffico illecito di beni culturali, aggravati dai conflitti, quale fattore che incide in modo determinante sull'identità dei singoli;
  122. Esorta i parlamenti nazionali a ratificare la Convenzione sui reati relativi ai beni culturali, che considera reati di rilevanza penale il traffico illecito, la distruzione, il furto, gli scavi illeciti, l'importazione e l'esportazione, l'acquisizione illecita e il collocamento sul mercato di beni culturali;
  123. Plaude al lavoro svolto, spesso in circostanze difficili, dalla Missione di monitoraggio speciale in Ucraina e dalle altre missioni dell'OSCE sul terreno per sostenere le esigenze a livello umanitario e dei diritti umani delle persone;
  124. Accoglie favorevolmente il lavoro svolto dai leader della Commissione Generale democrazia, diritti umani e questioni umanitarie durante le recenti missioni in Ucraina, e appoggia le loro richieste di un cessate il fuoco immediato e duraturo e di ulteriori sforzi per rimediare alla tragedia umanitaria nelle regioni colpite dal conflitto, ivi comprese, in particolare, maggiori iniziative di sminamento e misure specifiche per facilitare la libertà di circolazione lungo la linea di contatto;
  125. Chiede al Consiglio Permanente dell'OSCE di approvare i bilanci pluriannuali e i mandati che riguardano la dimensione umana nelle missioni dell'OSCE sul terreno per garantire che possano continuare a operare per la promozione dei diritti umani e della democrazia;
  126. Accoglie favorevolmente i passi compiuti dall'Assemblea Parlamentare dell'OSCE e dal suo Segretariato Internazionale per migliorare le procedure di trasparenza per le missioni di osservazione elettorale, che contribuiscono ulteriormente alla credibilità dell'OSCE in questo campo d'importanza cruciale per lo sviluppo democratico;
  127. Accoglie favorevolmente i passi compiuti dall'Assemblea Parlamentare dell'OSCE e del suo Segretariato Internazionale per migliorare il monitoraggio non solo della condotta formale delle elezioni, ma anche dei processi politici nel periodo che precede le elezioni e durante la campagna elettorale;
  128. Ritiene che la Riunione di attuazione della dimensione umana dell'OSCE sia una sede di confronto essenziale per il dialogo sulle tematiche riguardanti i diritti umani, richiede che l'ordine del giorno della riunione sia concordato tempestivamente, ed esprime preoccupazione per i tentativi di alcuni Stati partecipanti di ostacolare l'efficace preparazione della suddetta riunione;
  129. Chiede che si rafforzi il dialogo con le ONG, anche nel contesto delle Riunioni annuali di attuazione della dimensione umana;
  130. Ritiene che l'intolleranza, ivi compresi il nazionalismo aggressivo, la xenofobia, l'antisemitismo, l'islamofobia o la cristianofobia, costituisca una vera minaccia per le società e sia contraria alla fondamentale convinzione dell'uguaglianza di tutte le persone;
  131. Esorta tutti i membri dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE e dei parlamenti nazionali a creare una coalizione del rispetto, denunciando pubblicamente l'incitamento all'odio e le altre manifestazioni di intolleranza e utilizzando l'Assemblea Parlamentare dell'OSCE per condividere buone prassi ed esperienze nell'azione di contrasto a tali fenomeni di intolleranza;
  132. Incoraggia le delegazioni nazionali dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE a collaborare strettamente con il Rappresentante Speciale per l'antisemitismo, il razzismo e l'intolleranza e a fornire informazioni riguardanti le iniziative dei parlamenti per affrontare il problema dell'intolleranza e della discriminazione nei loro rispettivi paesi;Pag. 14
  133. Sostiene l'attività, svolta dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'OSCE, di sensibilizzazione alla discriminazione, ai crimini dettati dall'odio, all'antisemitismo e alle altre forme di intolleranza, anche nei confronti di musulmani e cristiani, ed incoraggia lo svolgimento di ulteriori ricerche e la definizione di orientamenti sul modo in cui protagonisti chiave, ivi compresi i parlamentari, possano prevenire e combattere l'intolleranza;
  134. Esorta gli Stati partecipanti ad assicurare che coloro che denunciano crimini dettati dall'odio e abusi di potere motivati da pregiudizi, anche da parte di funzionari delle forze dell'ordine, non siano oggetto di ritorsioni a causa di tali segnalazioni;
  135. Invita le autorità competenti a garantire la tutela dei diritti umani delle persone appartenenti alla comunità LGBTI in Cecenia che sono esposte al rischio di persecuzione e ad attuare le raccomandazioni del rapporto pubblicato in virtù dell'invocazione, nel 2018, del Meccanismo di Mosca;
  136. Chiede alla Federazione Russa di collaborare con l'OSCE per risolvere tali gravi preoccupazioni;
  137. Invita i parlamenti nazionali dell'OSCE a relazionare meglio e in modo più ampio sull'incitamento all'odio, anche mediante principi di informativa unificati, e a individuare punti di contatto di alto livello per lavorare a livello internazionale a tal fine;
  138. Chiede ai parlamenti nazionali degli Stati partecipanti dell'OSCE di interagire attivamente con il Punto di contatto dell'OSCE per le questioni relative ai Rom e ai Sinti, al fine di promuovere la tutela dei diritti umani dei Rom e dei Sinti, di impegnarsi maggiormente per garantire loro accesso all'istruzione e di creare opportunità per consentire loro una pari partecipazione alla vita sociale, politica, economica e culturale;
  139. Esorta tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE a esercitare la massima moderazione nell'imporre limiti alle libertà fondamentali o ai diritti umani o nell'imporre altre misure straordinarie che hanno effetti sugli impegni democratici o relativi allo stato di diritto, qualora debbano affrontare questioni urgenti di sicurezza nazionale;
  140. Esorta i parlamenti nazionali dell'OSCE a esercitare un pieno controllo sulle misure straordinarie e su tutti i limiti imposti alle libertà fondamentali e ai diritti umani in caso di emergenza e a valutare regolarmente se tali misure si possano considerare legittime tenendo conto dei mezzi di comunicazione moderni;
  141. Chiede al Consiglio Permanente dell'OSCE di definire meccanismi di monitoraggio chiari ed efficaci, da attuare mediante tutte le istituzioni dell'OSCE, per garantire che i diritti umani siano pienamente rispettati in condizioni di stato di emergenza, leggi marziali o altri casi nei quali i governi assumano poteri straordinari;
  142. Osserva con preoccupazione che dall'introduzione dello stato di emergenza e delle successive misure assunte dal governo turco, il numero delle richieste di asilo da parte dei cittadini turchi è aumentato in modo evidente, e invita la Turchia ad attuare efficacemente i propri impegni nel campo della democrazia, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani;
  143. Condanna il ricorso alla tortura e alle altre forme di trattamento crudele, degradante o disumano nella regione dell'OSCE;
  144. Condanna tutte le forme di maltrattamento nelle carceri o durante altre forme di detenzione, e richiede lo svolgimento di indagini efficaci su tali reati;
  145. Chiede agli Stati partecipanti dell'OSCE di cercare di assicurare la liberazione di tutte le persone detenute illegittimamente, Pag. 15ivi comprese quelle detenute senza processo, e dei prigionieri politici;
  146. Esige una tutela efficace per i difensori dei diritti umani minacciati;
  147. Esorta gli Stati partecipanti a combattere l'uso illecito per motivi politici dei sistemi di INTERPOL, rispettando lo stato di diritto e invitando vivamente, mediante gli opportuni canali di INTERPOL, ad applicare fedelmente lo Statuto e il Regolamento di INTERPOL sul trattamento dei dati, contestando richieste illecite di avvisi e diffusioni di INTERPOL, esigendo una maggiore responsabilità in caso di uso illecito, sostenendo la trasparenza in modo che si riveli l'uso illecito, e comunicando in modo efficace ed efficiente con INTERPOL a nome delle vittime di tale uso illecito, in particolare dei rifugiati e dei richiedenti asilo;
  148. Chiede agli Stati partecipanti dell'OSCE di assicurare che non si sacrifichi la tutela dei diritti umani per ricavarne vantaggi politici e di accrescere il dialogo politico sui diritti umani a livello governativo;
  149. Chiede a tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE, tra i cui cittadini vi siano militanti dell'ISIS, di farli tornare in patria e consegnarli alla giustizia, garantendo un giusto processo, a meno che non si possa svolgere un processo equo nel paese nel quale sono stati commessi;
  150. Esorta tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE a raccogliere statistiche a livello nazionale relative a tutte le forme di violenza di genere, ivi comprese le forme emergenti, come le molestie on line, e a lavorare con il Rappresentante speciale dell'OSCE per le questioni di genere e la Sezione dell'OSCE per le questioni di genere al fine di tutelare i diritti delle donne;
  151. Invita i parlamenti nazionali dell'OSCE a passare in rassegna e rivedere le rispettive legislazioni al fine di chiarire che un rapporto sessuale non consensuale è sempre violenza carnale, a prescindere dall'eventuale ricorso a violenze o minacce, ed è perseguibile a norma di legge;
  152. Chiede ai parlamenti nazionali dell'OSCE di vietare i matrimoni forzati e in età infantile introducendo leggi specifiche al riguardo;
  153. Sottolinea che la salute e i diritti sessuali e riproduttivi sono essenziali per la parità di genere e per l'eliminazione della violenza nei confronti delle donne e delle persone LGBTI, e che l'educazione sui diritti sessuali e la salute riproduttiva dovrebbe essere impartita a tutti nella regione dell'OSCE;
  154. Incoraggia tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE a rendere la promozione dei diritti delle donne una priorità di politica estera, anche nelle loro relazioni con paesi al di fuori della regione dell'OSCE;
  155. Si rammarica del fatto che, più di un quarto di secolo dopo che gli Stati partecipanti dell'OSCE abbiano stabilito di garantire la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone con disabilità e di promuoverne la partecipazione al processo decisionale e alla vita pubblica, queste ultime restino ampiamente sottorappresentate nei parlamenti di tutta la regione dell'OSCE;
  156. Reitera il suo appello a tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE affinché si impegnino a promuovere società più inclusive e rappresentative e ad assicurare processi partecipativi per le persone con disabilità in tutte le fasi della definizione di leggi o di politiche nella vita pubblica e in ambito politico, conformemente alla Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità;
  157. Ribadisce il suo appello agli Stati partecipanti dell'OSCE di integrare pienamente l'educazione ai diritti umani nei programmi delle scuole primarie e secondarie al fine di promuovere il rispetto a lungo termine dei concetti e degli impegni relativi ai diritti umani, e propone che i parlamenti nazionali controllino tale processo;
  158. Raccomanda di integrare le strategie per mettere in grado i giovani di resistere alla Pag. 16droga nei rispettivi sistemi scolastici degli Stati partecipanti dell'OSCE;
  159. Nota l'importanza fondamentale della partecipazione attiva dei giovani al processo decisionale per conseguire la stabilità nelle nostre società e nel mondo;
  160. Incoraggia i membri dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE a esplorare e promuovere modalità di coinvolgimento efficace dei giovani ai processi politici e di condivisione delle loro esperienze nell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE;
  161. Invita i parlamenti nazionali dell'OSCE a sostenere le sedi internazionali di dialogo tra i giovani, dedicando particolare attenzione ai diritti umani e alle questioni di sicurezza, in particolare creando un'Assemblea Parlamentare per i giovani sul modello di quella dell'OSCE;
  162. Chiede agli Stati partecipanti dell'OSCE e alle legittime autorità locali di dare priorità alla tutela dei bambini colpiti dai conflitti armati, di prendere tutte le misure possibili per proteggere i bambini dagli incidenti provocati dai resti esplosivi di guerra, di garantire un'assistenza sanitaria e condizioni di vita adeguate ai bambini che vivono nelle zone di conflitto, e di promuovere le scuole come luoghi sicuri nei quali garantire la continuità dell'istruzione;
  163. Chiede inoltre agli Stati partecipanti dell'OSCE di sostenere e tutelare i bambini apolidi entro i loro confini e di prendere tutte le misure possibili per garantire che tutti i bambini apolidi possano godere del diritto alla cittadinanza, conformemente al diritto internazionale;
  164. Invita i parlamenti nazionali a sovrintendere alla creazione di programmi nazionali per la tutela dei bambini;
  165. Esorta i parlamenti nazionali a vietare il servizio militare alle persone al di sotto dei 18 anni;
  166. Sottolinea che il diritto internazionale umanitario e dei diritti umani deve essere difeso durante i conflitti armati e che è applicabile nella sua interezza nelle zone sotto occupazione militare;
  167. Sottolinea che si debba garantire ai rifugiati e agli sfollati interni il diritto di rientrare volontariamente, in condizioni di sicurezza e dignità nelle loro città di origine, nonché di recuperare i loro beni;
  168. Chiede agli Stati partecipanti dell'OSCE che, in violazione del diritto internazionale, abbiano occupato aree di altri Stati, trasformandole in città fantasma, di ripristinare immediatamente i diritti umani degli abitanti legittimi espulsi con la forza da tali regioni;
  169. Dichiara che si debbano tutelare da pregiudizi e discriminazioni sociali le persone che fuggono da persecuzioni;
  170. Incoraggia gli Stati partecipanti a garantire la tutela dei diritti degli sfollati interni sino a quando non sia consentito il loro ritorno;
  171. Esorta i parlamenti nazionali a legiferare al fine di salvaguardare i diritti degli sfollati interni, delle persone scomparse a seguito di un conflitto nonché dei loro parenti e delle altre persone colpite da conflitti;
  172. Incoraggia tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE ad assicurare che le loro agenzie governative che interagiscono con i richiedenti asilo rispettino i diritti umani di questi ultimi, ivi compreso il loro diritto di chiedere asilo;
  173. Chiede a tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE di garantire ai rifugiati e ai richiedenti asilo l'accesso ai sistemi sanitari e d'istruzione al fine di salvare vite umane e di proteggere le popolazioni locali;
  174. Chiede agli Stati partecipanti dell'OSCE che accolgono rifugiati e sfollati interni a causa di conflitti prolungati di offrire loro tutte le opportunità di piena integrazione nelle comunità di accoglienza, in particolare per alleviare lo stress subìto dai figli della seconda e terza generazione che crescono al di fuori delle loro regioni di origine; Pag. 17
  175. Esprime preoccupazione per le notizie riguardanti l'aumento della schiavitù moderna a fini di sfruttamento sessuale o della manodopera, derivante dai conflitti in corso, dall'instabilità e dalla mancanza di opportunità economiche nelle regioni confinanti con la regione dell'OSCE;
  176. Sottolinea che i parlamenti nazionali devono garantire che le autorità competenti nei rispettivi Stati abbiano gli strumenti legislativi, le risorse e la formazione necessari a perseguire efficacemente i trafficanti;
  177. Invita i governi dell'OSCE a valutare regolarmente la situazione generale dei lavoratori migranti, ivi compresi i loro diritti umani, economici, sociali e culturali;
  178. Deplora che la persecuzione dei giornalisti, in particolare dei giornalisti investigativi, e la retorica aggressiva/d'odio nei confronti del loro lavoro, continui a prevalere in tutta la regione dell'OSCE compromettendo la libertà di parola e dei mezzi d'informazione, che costituiscono il pilastro centrale di una società stabile;
  179. Condanna il brutale assassinio di Jamal Khashoggi nel Consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul, giudicandolo un crimine spaventoso e un attacco inaccettabile alle libertà giornalistiche, sottolinea la responsabilità degli Stati partecipanti dell'OSCE di tutelare la libertà d'espressione, e sottolinea inoltre che i colpevoli devono essere consegnati alla giustizia e le decisioni dei tribunali competenti, fondate su un procedimento giudiziario trasparente e credibile, devono essere pienamente rispettate e attuate da tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE;
  180. Invita gli Stati partecipanti dell'OSCE a garantire che le iniziative di tutela dei giornalisti non si limitino ai soggetti formalmente riconosciuti come giornalisti e in possesso delle relative qualifiche, ma dovrebbero anche estendersi al personale di supporto, ai «cittadini giornalisti», ai blogger e alle altre persone attive in questo campo;
  181. Incoraggia i parlamenti nazionali a garantire un efficace controllo parlamentare dell'azione di governo tesa a risolvere tutti i casi di omicidio, carcerazione e/o maltrattamento di giornalisti;
  182. Plaude al forte sostegno dimostrato ai giornalisti dal Rappresentante dell'OSCE per la libertà dei mezzi d'informazione, e chiede a tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE di collaborare attivamente con il suddetto Rappresentante;
  183. Invita tutti gli Stati partecipanti dell'OSCE a definire strategie per eliminare le molestie nei confronti delle giornaliste, che subiscono attacchi sproporzionati sia online sia offline a causa del loro genere, encomia l'Ufficio del Rappresentante dell'OSCE per la libertà dei mezzi d'informazione per la sua Campagna sulla sicurezza delle giornaliste online e incoraggia l'Ufficio a continuare a proseguire il lavoro su questo tema;
  184. Reitera il suo appello agli Stati partecipanti affinché si astengano dal reintrodurre la pena capitale;
  185. Invita tutti gli Stati partecipanti di impegnarsi per un'abolizione completa – prevista dalla legge – della pena di morte e di cooperare in quest'ambito con l'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani per svolgere attività di sensibilizzazione contro il ricorso alla pena di morte, in particolare con i mezzi di informazione, i funzionari delle forze dell'ordine, i decisori e il pubblico in generale;
  186. Invita gli Stati partecipanti che ancora applichino la pena di morte a prendere in esame la possibilità di dichiarare una moratoria immediata a tutte le esecuzioni trasformandole in ergastoli;
  187. Raccomanda vivamente che, in attesa dell'abolizione della pena di morte, nel caso in cui si effettuino esecuzioni, si assumano tutte le misure mediche, psicologiche e pratiche per ridurre, per quanto possibile, la sofferenza dei detenuti e delle loro famiglie;
  188. Ribadisce che si debbano attuare tutte le precedenti risoluzioni dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE.