Doc. LVII-ter, n. 1-A-bis

RELAZIONE DELLA V COMMISSIONE PERMANENTE

(BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)

Presentata alla Presidenza il 20 dicembre 2016

(Relatore: CARIELLO, di minoranza)

sulla

RELAZIONE AL PARLAMENTO PREDISPOSTA AI SENSI DELL'ARTICOLO 6, COMMA 6, DELLA LEGGE 24 DICEMBRE 2012, N. 243

Presentata dal Presidente del Consiglio dei ministri
(GENTILONI)

Trasmessa alla Presidenza in data 19 dicembre 2016

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  Onorevoli Colleghi ! –La crisi del sistema bancario e finanziario nazionale è riconducibile ad una molteplicità di fattori tra cui, in particolar modo, si distinguono una non corretta gestione delle politiche di investimento e di credito posta in essere dagli organi di amministrazione e controllo delle banche, una carente attività di vigilanza da parte di Banca d'Italia e CONSOB e l'aumento dei requisiti patrimoniali e di vigilanza prudenziale disposto dalle Istituzioni internazionali ed europee senza alcuna valutazione delle peculiarità del sistema economico, produttivo e finanziario italiano. Il principale istituto di credito italiano in difficoltà finanziarie risulta essere il Monte Paschi di Siena e come nel caso di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife, si incorre nel rischio di traslare gli effetti pregiudizievoli della crisi ai risparmiatori – pensionati e famiglie – detentori di strumenti finanziari subordinati. Il valore complessivo degli strumenti finanziari subordinati emessi dal Monte Paschi di Siena è pari a 4,3 miliardi di euro di cui il 50 per cento risulterebbe essere sottoscritto da clienti retail, pari a circa 40 mila risparmiatori. Come dimostrato dalla Procura di Arezzo – la quale ha predisposto il rinvio a giudizio per truffa aggravata per circa 30 direttori di Banca Etruria che hanno ingannato piccoli risparmiatori con la somministrazione di strumenti finanziari subordinati che, per caratteristiche e rischio, dovrebbero essere riservate esclusivamente ad investitori istituzionali – gli organi di amministrazione e controllo delle banche, senza alcun veto di Banca d'Italia e CONSOB, hanno disposto e favorito la sottoscrizione di strumenti finanziari subordinati a clienti retail – pensionati e famiglie – privi di un adeguato profilo di rischio e senza una corretta valutazione della remunerazione rispetto al rischio di perdita del capitale investito. Il valore complessivo degli strumenti finanziari subordinati emessi dalle banche e detenuti da piccoli risparmiatori è pari a diverse decine di miliardi di euro e l'attuale crisi del sistema bancario, generata in particolar modo dai motivi esposti, potrebbe pregiudicare la stabilità del sistema economico italiano. Per tal motivo urge predisporre misure volte a porre fine, in modo risolutivo, alle cause che hanno generato l'attuale crisi bancaria.
  Il Governo, ai sensi dell'articolo 6, comma 6, della legge 24 dicembre 2014, n. 243, ha predisposto una Relazione alle Camere per ricorrere all'indebitamento per realizzare operazioni relative a partite finanziarie al fine di reperire risorse fino a 20 miliardi di euro, a condizioni di mercato, per fronteggiare la crisi del sistema bancario. Ai sensi delle disposizioni di cui all'articolo 6, comma 2, lettera b), della legge 24 dicembre 2014, n. 243, il ricorso all'indebitamento è ammissibile solo al verificarsi di eventi straordinari. La crisi del sistema bancario sembrerebbe essere un evento straordinario solo in base alle valutazioni del Governo. Dalla relazione non si evincono, in alcun modo, le necessarie misure strumentali alla salvaguardia dei risparmiatori, ma al contrario, l'estrema vaghezza o meglio l'assenza totale dell'indicazione delle misure da intraprendere lascia adito al lecito dubbio di un mero «salvataggio» delle banche in crisi, senza un'adeguata tutela dei risparmiatori, ratificando in tal modo la non corretta gestione degli organi di amministrazione e controllo delle banche ed il perpetuarsi della culpa in vigilando della Banca d'Italia, Pag. 3della CONSOB e del Governo. Nella medesima relazione il Governo avrebbe dovuto indicare la misura e la durata dello scostamento, stabilire le finalità alle quali destinare le risorse disponibili e definire il piano di rientro verso l'obiettivo programmatico. Al contrario, il Governo nella Relazione presentata alle Camere non ha provveduto ad indicare compiutamente le misure da intraprendere, non ha indicato nemmeno una mera stima della durata dello scostamento, non ha individuato le modalità con le quali verrà concretamente garantita la stabilità del sistema bancario e soprattutto non ha definito il piano di rientro verso l'obiettivo programmatico che il Governo intende comunque rispettare. L'intervento predisposto dal Governo, seppur pari a 20 miliardi di euro, risulterebbe, altresì, poco efficace se non connesso all'avvio di procedure di commissariamento delle banche in crisi volte, in primis, ad introdurre politiche di investimento e di credito proficue e non destabilizzanti, a tutelare il risparmio dei clienti retail, vietando la somministrazione di strumenti finanziari particolarmente rischiosi e non coerenti con il profilo «MIFID» dei piccoli risparmiatori, e soprattutto ad accertare le carenze nella gestione da parte degli organi di amministrazione e controllo, nonché gli eventuali reati amministrativi e penali compiuti. Per queste ragioni il Movimento 5 Stelle sostiene la necessità di procedere alla nazionalizzazione delle banche in crisi, alla sostituzione degli attuali organi di amministrazione e controllo con commissari individuati dalle competenti Commissioni di Camera e Senato, alla presentazione alle Camere di una relazione semestrale con la quale si provveda a delucidare gli stati di avanzamento del piano di risanamento del sistema bancario italiano.

Francesco CARIELLO,
Relatore di minoranza.