Doc. LVII, n. 2-bis-A

RELAZIONE DELLA V COMMISSIONE PERMANENTE
(BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)

Presentata alla Presidenza il 14 ottobre 2014

(Relatore: MISIANI)

sulla

NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2014

(Articoli 7, comma 2, lettera b), e 10-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196, e successive modificazioni)

presentata dal presidente del consiglio dei ministri
(RENZI)

e dal ministro dell'economia e delle finanze
(PADOAN)

Trasmessa alla Presidenza il 1o ottobre 2014  

I N D I C E

RELAZIONE ... 5

PARERI AI SENSI DELL'ARTICOLO 118-BIS DEL REGOLAMENTO ... 17

I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) ... 19

II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia) ... 20

III COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri e comunitari) ... 22

IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa) ... 24

VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze) ... 26

VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione) ... 28

VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici) ... 30

IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni) ... 31

X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo) ... 34

XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato) ... 38

XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali) ... 42

XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura) ... 44

XIV COMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell'Unione europea) ... 46

COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI ... 46

Pag. 5

  Onorevoli Colleghi ! — La legge di contabilità pubblica n. 196 del 2009 dispone, in relazione al calendario previsto nell'ambito del cosiddetto Semestre europeo, che il processo di programmazione economica inizi il 10 aprile, data di presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza (DEF), al fine di consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) che sono contenuti nel DEF.
  Per quanto riguarda il PNR e il Programma di Stabilità contenuti nel DEF 2014, inviati agli organi dell'Unione europea il 22 maggio 2014, la Commissione europea ha approvato il 2 giugno 2014 le raccomandazioni di politica economica e di bilancio per ciascun Paese dell'UE, che il successivo 8 luglio sono poi state approvate dal Consiglio ECOFIN, anche sulla base degli orientamenti espressi dal Consiglio Europeo del 26-27 giugno. Per l'Italia è intervenuta, sulla base della Raccomandazione della Commissione COM (2014) 413 final, la Raccomandazione 2014/C 247/11 da parte del Consiglio ECOFIN.
  Anche al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, la legge di contabilità prevede la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno, di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.
  A seguito dell'adozione del nuovo Sistema europeo dei conti nazionali (SEC2010), che ha sostituito il precedente SEC95, la Nota di aggiornamento del DEF 2014 è stata presentata il 1o ottobre, al fine di tener conto della revisione dei conti nazionali e del valore del prodotto interno lordo determinata dalle innovazioni metodologiche introdotte dal SEC2010, diffusa dall'ISTAT il 22 settembre 2014. Nella Nota viene tuttavia precisato che i nuovi dati diffusi dall'ISTAT su cui sono basate le previsioni contenute nella medesima Nota sono da considerarsi provvisori. Difatti, qualora a seguito del rilascio dei dati trimestrali, previsto per il prossimo 15 ottobre, vi fossero delle modifiche di rilievo nei tassi di crescita trimestrali dei vari aggregati, tali da portare a modifiche significative anche nelle proiezioni, il Governo presenterà al Parlamento una Relazione ad hoc per rivedere le previsioni e di conseguenza gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, come previsto dalla legge di contabilità pubblica.
  L'articolo 10-bis della legge di contabilità pubblica prevede che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza contenga:
   l'eventuale aggiornamento delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il periodo di riferimento, nonché le eventuali modifiche e integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo relative al Programma di stabilità e al PNR;
   l'eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea;
   l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale;
   il contenuto del Patto di stabilità interno e le sanzioni da applicare in caso di mancato rispetto del Patto medesimo, nonché il contenuto del Patto di convergenza, e le misure volte a realizzare il percorso di convergenza previsto dall'articolo Pag. 618 della legge n. 42 del 2009 di attuazione del federalismo fiscale;
   l'indicazione di eventuali disegni di legge collegati.

  Alla Nota di aggiornamento del DEF 2014 sono allegate:
   sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, le relazioni programmatiche sulle spese di investimento per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e le relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali (Doc. LVII, n. 2-bis – Allegato I);
   l'aggiornamento del Programma delle infrastrutture strategiche previsto dalla legge obiettivo – già presentato in allegato al Documento di economia e finanze di aprile 2013, come previsto dall'articolo 10 della legge di contabilità nazionale – predisposto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (Doc. LVII, n. 2-bis – Allegato III).

  Unitamente alla Nota di aggiornamento è inoltre stato prodotto, in attuazione dell'articolo 6 del decreto-legge n. 66 del 2014, il Rapporto sulla realizzazione delle strategie di contrasto all'evasione fiscale, sui risultati conseguiti nel 2013 e nell'anno in corso, nonché su quelli attesi, con riferimento sia al recupero di gettito derivante da accertamento dell'evasione che a quello attribuibile alla maggiore propensione all'adempimento da parte dei contribuenti. Tale documento sostituisce il Rapporto sui risultati conseguiti in materia di contrasto all'evasione fiscale previsto dell'articolo 2, comma 36, del decreto-legge n. 138 del 2011 (Doc. XXVII, n. 13).
  Alla Nota viene inoltre allegata la Relazione prescritta dall'articolo 6 della legge di attuazione del pareggio di bilancio n. 243 del 2012 , prevista qualora il Governo chieda alle Camere di autorizzare scostamenti dall'obiettivo programmatico strutturale di bilancio (Doc. LVII, n. 2-bis – Allegato II). Nella Nota viene infatti esposto – in conseguenza dell'eccezionalità del prolungarsi del deterioramento delle previsioni di crescita per l'anno in corso e per gli anni successivi – un percorso di risanamento e crescita più graduale di quello contenuto nella Documento di economia e finanza 2014, che si riflette necessariamente sul raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali, che viene ora previsto nel 2017, con un allungamento di un anno rispetto a quanto stabilito nel DEF 2014, ivi riferito all'anno 2016, ed anche in tal caso, si rammenta, con uno slittamento del conseguimento dell'obiettivo in questione, che la precedente Nota di aggiornamento (2013) aveva indicato per il 2015.
  Il posticipo dell'obiettivo del pareggio di bilancio si riflette tuttavia sulle regole di bilancio stabilite, in coerenza con i principi europei, dalla legge di attuazione del pareggio di bilancio n. 243 del 2012, in cui si prevede (articolo 6) l'eventualità di scostamenti temporanei del saldo strutturale dagli obiettivi programmatici in presenza di eventi eccezionali, tra i quali sono contemplati anche i periodi di grave recessione economica. In tali circostanze la norma dispone che il Governo – qualora come nel caso in esame ritenga necessario discostarsi da tali obiettivi –, sentita la Commissione europea, presenti alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, una Relazione ed una specifica richiesta di autorizzazione in cui siano indicate l'entità e la durata dello scostamento e definisca un piano di rientro verso l'obiettivo programmatico. La deliberazione con la quale ciascuna Camera autorizza lo scostamento ed approva il piano di rientro deve essere approvata a maggioranza assoluta dei propri componenti. Ricordo che tale procedura ha già trovato attuazione in occasione del posticipo dell'obiettivo del pareggio operato con il Documento di economia e finanza 2014, che recava la connessa Relazione ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012: sulla base della stessa ciascuna delle due Camere, con propria risoluzione del 17 aprile 2014 , ha autorizzato lo scostamento in questione, unitamente al piano di rientro.
  Per quanto concerne l'indicazione dei disegni di legge collegati, a completamento Pag. 7della manovra di bilancio 2015-2017, il Governo considera collegati alla decisione di bilancio:
   il disegno di legge recante misure in tema di riorganizzazione della pubblica amministrazione (A.S. 1577);
   un disegno di legge recante misure in tema di revisione della spesa e per la promozione dell'occupazione e degli investimenti nei settori del cinema e dello spettacolo dal vivo, nonché un disegno di legge delega in tema di revisione dell'ordinamento degli enti locali. Entrambi tali disegni di legge non risultano ancora presentati alle Camere.

  A questo riguardo rilevo che, come evidenziato dai pareri resi sulla Nota di aggiornamento dalle Commissioni VIII e X, andrebbero richiamati come disegni di legge collegati anche il disegno di legge C. 2093, recante disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali, e il disegno di legge S. 1328, recante disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività agricole del settore agricolo, agroalimentare e della pesca, già collegati alla manovra di finanza pubblica per il 2014.
  Si ricorda, infine, che in attuazione del Regolamento UE n. 473/2013, gli Stati membri sono tenuti a trasmettere entro il 15 ottobre alla Commissione europea e all'Eurogruppo un progetto di Documento programmatico di bilancio (DPB) per l'anno successivo. Il DPB riprende gli obiettivi programmatici contenuti nella Nota di aggiornamento al DEF ed illustra le misure inserite nella manovra di bilancio.
  Per quanto riguarda il quadro macroeconomico, la Nota 2014 presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per il 2015 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2014, in considerazione dell'andamento recessivo dell'economia italiana nella prima parte dell'anno. Anche per gli anni successivi, la Nota espone una revisione verso il basso delle previsioni, in considerazione delle prospettive meno positive della domanda mondiale, che prefigurano un recupero meno accentuato nel medio periodo.
  Per quanto concerne l'Italia, la Nota di aggiornamento rivede il quadro macroeconomico evidenziando un peggioramento delle stime di crescita dell'economia italiana per l'anno in corso e per l'anno 2015 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2014, in relazione al recente indebolimento congiunturale. Soltanto a partire dal 2017 – prescindendo da ulteriori azioni del Governo – la Nota evidenzia una crescita dell'economia italiana su livelli tendenzialmente superiori all'1 per cento (1,1 per cento nel 2017 e 1,2 per cento nel 2018).
  Segnalo che la Nota di aggiornamento al DEF 2014 presenta per la prima volta due scenari di previsioni macroeconomiche, uno tendenziale e l'altro programmatico che, ferme restando le assunzioni relative al quadro macroeconomico internazionale, coerenti con le più recenti previsioni delle principali istituzioni internazionali, differiscono per le assunzioni relative alle riforme economiche. In particolare, le previsioni del quadro tendenziale incorporano gli effetti sull'economia delle azioni di politica economica, delle riforme e della politica fiscale messe in atto precedentemente alla presentazione della Nota stessa, con riferimento però soltanto a quelle immediatamente efficaci o che siano in fase di realizzazione. Il quadro macroeconomico programmatico, invece, include l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di stabilità per il 2015. Le due previsioni coincidono per l'anno in corso, mentre si differenziano gradualmente negli anni successivi. Il quadro macroeconomico programmatico presenta, peraltro, scostamenti molto limitati rispetto al quadro tendenziale, indicando una crescita del PIL superiore di 0,1 punti percentuali nel 2015 e di 0,2 punti percentuali nel triennio successivo.
  Si ricorda, inoltre, che, per la prima volta, nel rispetto dei regolamenti europei, Pag. 8le previsioni macroeconomiche tendenziali e programmatiche presentate nella Nota di Aggiornamento al DEF 2014 sono sottoposte alla validazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, costituito nell'aprile 2014 secondo quanto previsto dalla legge n. 243 del 2012, di attuazione del principio del pareggio del bilancio. Si ricorda, infatti, che la legge costituzionale n. 1 del 2012 ha previsto l'istituzione presso le Camere, nel rispetto della relativa autonomia costituzionale, di un organismo indipendente al quale attribuire compiti di analisi e verifica degli andamenti di finanza pubblica e di valutazione dell'osservanza delle regole di bilancio. Lo scenario macroeconomico tendenziale per il 2014 e 2015 ha già ottenuto la validazione dell'UPB il 29 settembre. Il quadro programmatico otterrà la validazione entro il 15 di ottobre, in tempo utile per la presentazione del Documento programmatico di bilancio 2015 alla Commissione europea.
  In particolare, per il 2014, la Nota stima una contrazione del PIL italiano pari a -0,3 per cento, rispetto ad una crescita dello 0,8 per cento precedentemente indicata dal DEF. Il peggioramento delle stime di crescita sono da porre in relazione al mutato quadro internazionale, che a fine marzo risultava decisamente più favorevole, e all'andamento negativo dell'economia italiana nella prima parte dell'anno, che, contrariamente alle aspettative formulate ad aprile nel DEF, ha registrato una contrazione del PIL nei primi due trimestri del 2014 (rispettivamente pari a -0,1 e -0,2 per cento).
  A livello interno, permane la debolezza della domanda interna ed in particolare degli investimenti, che hanno registrato una contrazione importante nella prima parte dell'anno. Il dato negativo è ascrivibile oltre che alla dinamica negativa del settore delle costruzioni, che continuano a manifestare, ormai da diversi anni, una grave debolezza, anche alla flessione negli acquisti in macchinari e attrezzature, che riflette la debolezza del ciclo economico ed il persistere di attese negative sugli sviluppi a breve termine dell'economia.
  Dal punto di vista tecnico, come evidenziato nella Nota, la contrazione del PIL per due trimestri consecutivi comporterebbe l'entrata in recessione dell'economia italiana per la terza volta dal 2009. Tuttavia, il documento configura la fase attuale come un periodo di stagnazione più che di recessione, in considerazione del fatto che il processo di contrazione dell'occupazione e del tessuto produttivo, che ha interessato il biennio 2012-2013, è ritenuto dal Governo ormai concluso. Nonostante alcuni segnali incoraggianti (provenienti dalla tenuta dei consumi privati nella prima metà dell'anno, 0,1 per cento per due trimestri consecutivi), la Nota ipotizza una ulteriore contrazione del prodotto interno lordo anche nel terzo trimestre.
  Come già sopra ricordato, la Nota di aggiornamento al DEF 2014 distingue, per la prima volta per le previsioni macroeconomiche, tra uno scenario tendenziale e uno programmatico che, ferme restando le assunzioni relative al quadro macroeconomico internazionale, differiscono per le assunzioni relative alle riforme economiche.
  Con riferimento alle previsioni tendenziali, la Nota evidenzia anche per il 2015 una revisione al ribasso delle prospettive di crescita dell'economia. Pur prefigurando condizioni complessive più favorevoli nei primi trimestri del prossimo anno, la Nota presenta, nel quadro tendenziale, una previsione di crescita del PIL per il 2015 pari a 0,5 per cento, rispetto all'1,3 per cento previsto nel DEF, scontando un effetto statistico di trascinamento negativo di circa 0,2 punti percentuali del 2014 sul 2015. La previsione riflette anche il rafforzamento della congiuntura economica mondiale e il graduale venir meno dei fattori specifici che hanno penalizzato l'evoluzione congiunturale nel 2014. In particolare, la Nota evidenzia i segnali concreti di attenuazione della contrazione del credito al settore privato dell'economia, che dovrebbe cominciare a mostrare una dinamica finalmente positiva nel corso del prossimo anno, anche in virtù degli interventi messi in campo dalla BCE proprio per stimolare il finanziamento del Pag. 9settore produttivo. Dovrebbero, inoltre, risultare sempre più evidenti gli effetti delle misure adottate nel corso degli ultimi anni, volte a favorire l'accesso al credito da parte delle PMI, anche al di fuori del circuito bancario.
  Per gli anni successivi, la Nota evidenzia un rafforzamento progressivo della dinamica del PIL. L'attività economica è prevista crescere, a livello tendenziale, a ritmi più sostenuti, attestandosi a partire dal 2017 al di sopra dell'1 per cento (0,8 per cento nel 2016, 1,1 per cento nel 2017 e 1,2 per cento nel 2018), beneficiando, secondo il Governo, sia del miglioramento della domanda mondiale che degli effetti positivi determinati dalle riforme già messe in atto, attualmente impediti dalla presenza di condizioni di domanda particolarmente debole.
  Il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2015 e successivi, presentato nella Nota, include, come già ricordato, l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di stabilità per il 2015, incluse le clausole di salvaguardia (in particolare, si tratta di una ipotesi di clausola di salvaguardia sulle aliquote IVA ed altre imposte indirette per un ammontare di 12,4 miliardi di euro nel 2016, 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018), nonché gli impegni presi da parte del Governo in termini di realizzazione delle riforme strutturali che non hanno ancora trovato completa attuazione, sebbene, in tale caso, gli effetti sarebbero scontati in termini molto prudenziali. Lo scenario programmatico mostra, peraltro, scostamenti molto limitati rispetto al quadro tendenziale, indicando una crescita del PIL superiore di 0,1 punti percentuali nel 2015 e di 0,2 punti percentuali nel triennio successivo. Sul ridotto scostamento tra quadro tendenziale e quadro programmatico sembra incidere la circostanza che in tale ultimo quadro si incorpora l'efficacia della menzionata clausola di salvaguardia, che ha un effetto riduttivo sul PIL di 0,7 punti percentuali nel triennio 2016-2018.
  Rispetto allo scenario tendenziale, gli effetti delle misure adottate dal Governo per il rilancio dell'economia, volte ad accrescere la competitività e a sostenere la domanda interna, si tradurrebbero in un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,2 per cento nel 2015 e nel 2016, e allo 0,1 per cento nel 2017. I provvedimenti di riforma, volti a migliorare l'efficienza del sistema giustizia e della pubblica amministrazione, nonché a favorire il lavoro, determinerebbero un impatto sull'economia valutato nell'ordine di un aumento complessivo del PIL, a partire dal 2016, dello 0,2 per cento nel 2016 e dello 0,4 per cento negli anni 2017-2018.
  Pertanto, il saldo netto da finanziare programmatico del bilancio dello Stato, al netto delle regolazioni contabili, debitorie e dei rimborsi IVA, è pari a -58 miliardi di euro nel 2015, -27 miliardi nel 2016 e -15 miliardi nel 2017.
  Ponendo a raffronto il quadro macroeconomico tendenziale complessivo esposto nella Nota di aggiornamento, con le previsioni elaborate ad aprile nel Documento di economia e finanza 2014, si rileva che, rispetto alle previsioni contenute nel DEF, tutte le variabili del quadro macroeconomico manifestano un rallentamento. In particolare, per il 2014, la previsione negativa dell'andamento del PIL è da porre in relazione, essenzialmente, alla contrazione degli investimenti fissi lordi. Per il 2015, le previsioni, pur mantenendosi positive, scontano l'effetto del trascinamento negativo ereditato dal 2014. Le previsioni di medio termine presentano, invece, un recupero più accentuato, sebbene comunque inferiore a quanto ipotizzato ad aprile.
  Per quanto concerne il dettaglio delle proiezioni sulla crescita del PIL, la Nota stima i consumi finali nazionali in rallentamento rispetto alle previsioni di aprile. Soltanto alla fine del periodo i consumi tornerebbero su valori di crescita intorno all'1 per cento (0,6 per cento nel 2016, 0,9 per cento nel 2017 e 1,0 per cento nel 2018, comunque inferiori rispetto a quanto ipotizzato ad aprile). In tale ambito, la spesa delle famiglie residenti manifesta un andamento positivo. A partire dal 2015, infatti, si ipotizza una ripresa Pag. 10( 0,5 per cento nel 2015) via via più accentuata nel medio periodo fino all'1,2 per cento nel 2018. Le decisioni di spesa delle famiglie continuano ad essere frenate dalla debolezza del reddito disponibile e dall'elevata incertezza sulle prospettive del mercato del lavoro.
  Nell'anno in corso si registra una netta contrazione degli investimenti fissi lordi, del -2,1 per cento, rispetto alla crescita del 2 per cento stimata ad aprile. Negli anni successivi, gli investimenti fissi lordi tornerebbero su valori positivi, 0,5 per cento nel 2015 (rispetto al 4,1 per cento previsto per il 2014 nel DEF), per poi risalire al di sopra del 2 per cento nel 2017 e al 2,3 per cento nel 2018, ben al di sotto comunque di quanto ipotizzato nel DEF. La revisione al ribasso delle previsioni è ascrivibile sia alla dinamica degli investimenti nel settore delle costruzioni, che continuano a manifestare, per il settimo anno consecutivo, valori negativi, sia alla flessione negli acquisti in macchinari e attrezzature, che riflette la debolezza del ciclo economico.
  Le esportazioni sono previste crescere anche nell'anno in corso dell'1,9 per cento, sebbene più contenute rispetto a quanto previsto nel DEF, fornendo in tal modo un contributo positivo alla crescita. Una accelerazione si registrerebbe negli anni successivi, in cui la crescita delle esportazioni si attesterebbe a un livello medio del 3 per cento rispetto, tuttavia, al 4,2 per cento ipotizzato nel DEF. Anche le importazioni sono stimate in crescita nell'anno in corso, attestandosi a 1,8 per cento. Per gli anni successivi è prevista una graduale ripresa, intorno ad un valore medio del 3,3 per cento.
  Per quanto concerne l'inflazione programmata, prendendo atto dello scenario attuale con un'inflazione prossima allo zero, questa viene rivista fortemente al ribasso allo 0,2 per cento per il 2014, per poi aumentare allo 0,6 per cento nel 2015.
  Per quanto concerne il mercato del lavoro, la Nota sottolinea come, malgrado l'intensità e l'ampiezza degli interventi dedicati dal Governo al problema occupazionale, esso rimanga un elemento di debolezza per l'Italia. Il mercato del lavoro ha risentito della debolezza dell'economia, con il tasso di disoccupazione ancora prossimo ai massimi storici (12,6 per cento nel secondo trimestre del 2014) e valori preoccupanti per la fascia di età inferiore ai 25 anni (oltre il 40 per cento).
  La Nota di aggiornamento rivede in leggero miglioramento le stime del tasso di disoccupazione, il quale si attesterebbe nel 2014 al 12,6 per cento (un valore più basso di circa 0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni di aprile), mantenendosi stabile anche nel 2015. Nel biennio successivo il tasso dovrebbe tornare a ridursi, più lentamente rispetto alle precedenti previsioni, fino all'11,8 per cento nel 2018. Gli occupati, misurati in unità standard di lavoro (ULA), sono previsti ridursi nel 2014 di -0,9 per cento, un peggioramento consistente pari a 0,7 punti rispetto alla stima di aprile. Il dato dovrebbe poi raggiungere lo zero nel 2015 prima di risalire lentamente negli anni successivi.
  Il peggioramento del quadro macroeconomico rispetto al quadro previsionale contenuto nel DEF 2014 di aprile – con un Pil che oltre a diminuire in termini reali decresce anche in termini nominali – si riflette sull'evoluzione della finanza pubblica.
  Soffermandomi in primo luogo sul quadro tendenziale, rilevo preliminarmente che l'adozione del Sec 2010 da parte dell'Istat dal settembre 2014 ha modificato i criteri di registrazione di alcune poste del conto economico, rendendo poco significativo il confronto tra i dati a legislazione vigente della Nota di aggiornamento e quelli del DEF dello scorso aprile.
  La Nota di aggiornamento prevede per il 2014 un indebitamento netto a legislazione vigente del 3,0 per cento del PIL, pari, quindi, alla soglia definita dalle regole di bilancio europee, mentre le previsioni assunte nel DEF lo collocavano al 2,6 per cento. Il peggioramento scaturisce dalla discesa dell'avanzo primario rispetto alle stime di aprile (dal 2,6 all'1,7 per cento del PIL), solo in parte compensata dalla flessione della spesa per interessi (-0,5 per cento sul PIL, da 82,6 a 76,7 miliardi in valore assoluto). Come accennato Pag. 11sopra, tale confronto è influenzato, e quindi parzialmente inficiato, dall'adozione del nuovo sistema contabile Sec 2010.
  Parte del peggioramento dell'avanzo primario è invece ascrivibile alle previsioni di crescita del PIL, meno favorevoli rispetto al DEF. Nel 2015 l'indebitamento netto tendenziale dovrebbe attestarsi al 2,2 per cento del PIL, a fronte del 2 per cento stimato nel DEF, per effetto delle medesime cause incidenti sul 2014. Successivamente, l'indebitamento netto dovrebbe ridursi all'1,8 per cento del PIL nel 2016 e quindi allo 0,8 per cento nel 2018, beneficiando sempre della riduzione della spesa per interessi, in calo fino al 4,2 per cento sul PIL nel 2018. Tale scenario rifletterebbe una graduale chiusura degli spread rispetto ai Bund tedeschi, dagli attuali valori ormai stabilmente inferiori ai 200 punti base, a 150 punti base e quindi fino ai 100 punti base del triennio 2016-2018.
  L'evoluzione delle entrate finali e della pressione fiscale dovrebbe registrare una sostanziale invarianza alla fine del periodo di riferimento rispetto al 2014, con un picco nel 2016. Tale evoluzione risente anche delle innovazioni contabili introdotte dal Sec 2010, mentre viene ricordato che la riduzione del cuneo fiscale per i redditi da lavoro medio-bassi (il cosiddetto bonus di 80 euro) non incide, essendo stata contabilizzata come maggiore spesa per trasferimenti alle famiglie.
  Le spese diverse dagli interessi beneficiano invece degli effetti di contenimento delle misure varate negli anni precedenti e degli ulteriori risultati attesi dalla ristrutturazione della spesa avviata con la spending review. La spesa primaria è prevista ridursi dal 46,6 per cento del 2014 al 44,8 per cento del 2018, in calo quindi di quasi 2 punti percentuali sul PIL. Nel quinquennio 2014-2018 l'avanzo primario passa dall'1,7 per cento del 2014 al 3,4 (tendenziale) del 2018. Pur permanendo per tutto il periodo su valori ampiamente positivi, per tale saldo si registra tuttavia, rispetto alle previsioni di aprile, un significativo peggioramento (circa 1 punto percentuale di PIL nel 2014 e nel 2015 e 1,5 punti percentuali nel triennio successivo).
  La Nota di aggiornamento prevede, invece, un consistente miglioramento del trend della spesa per interessi dal 2014 al 2018 rispetto a quello riportato dal DEF. Nel periodo in esame il rapporto sul PIL scende di circa mezzo percentuale, passando da 4,7 a 4,2 punti percentuali di PIL.
  Sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, la Nota presenta poi, oltre alle nuove previsioni macroeconomiche ed al nuovo quadro tendenziale di finanza pubblica, un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica.
  L'indebitamento netto programmatico per il 2014 è rivisto al 3 per cento del PIL rispetto al 2,6 per cento fissato nel DEF. Per quanto concerne il 2015, il Governo ritiene di dover finanziare gli impegni di spesa e la riduzione della pressione fiscale che saranno contenuti nella prossima legge di stabilità soltanto in parte mediante riduzioni di spesa: in ragione di ciò l'indebitamento netto programmatico del 2015, fissato in misura pari al 2,9 per cento del PIL, oltre ad essere superiore al livello programmatico previsto nel DEF (1,8 per cento), sarà anche superiore di 0,7 punti percentuali rispetto al valore tendenziale, pari al 2,2 per cento.
  Lo spazio di bilancio in tal modo creato nel 2015 verrebbe impiegato, secondo la strategia di bilancio che il Governo definirà in dettaglio nella legge di stabilità, per la riduzione permanente della pressione fiscale delle famiglie con redditi medio-bassi e delle imprese, al fine di supportare la domanda aggregata e di migliorare la competitività. Per il 2016, l'indebitamento netto nominale programmatico, pari all'1,8 per cento del PIL, non prefigura alcuna correzione coincidendo con quello a legislazione vigente, il quale invece verrà migliorato di 0,4 punti percentuali nel 2017 e di 0,6 punti nel 2018. Sulla base di quanto espone la Nota, il peggioramento dell'indebitamento netto programmatico del 2015 rispetto al tendenziale è interamente riconducibile alla riduzione dell'avanzo primario programmato, mentre la Pag. 12correzione (migliorativa) del 2017 e del 2018 è parzialmente dovuta al più favorevole andamento della spesa per interessi.
  Per quanto concerne l'avanzo primario programmatico del 2014, pari a 1,7 per cento del PIL, questo coincide con il valore tendenziale, mentre nel 2015 i due valori presentano una differenza di 0,7 punti percentuali (1,6 per cento programmatico contro 2,3 per cento tendenziale) corrispondente a quella tra i valori dell'indebitamento netto che, come sopra detto, indica una manovra di orientamento espansivo di pari ammontare. La manovra programmata nel 2017 e nel 2018 torna invece ad assumere una direzione correttiva, con un andamento programmatico dell'avanzo primario superiore – rispettivamente di 0,3 e 0,5 punti percentuali – ai livelli tendenziali per il biennio in questione.
  Per quanto riguarda il pareggio di bilancio strutturale si fa presente che, in considerazione delle circostanze economiche che configurerebbero un evento eccezionale, e del potenziale impatto negativo sulla crescita prodotto dalla manovra correttiva necessaria al raggiungimento dell'Obiettivo di medio termine (OMT – corrispondente, per l'Italia, al pareggio di bilancio strutturale), il Governo ritiene di dover rivedere il percorso di consolidamento di bilancio rispetto a quanto previsto nel DEF di aprile. Per far ciò, il Governo intende avvalersi della possibilità di discostarsi dal percorso di convergenza all'OMT prevista dalla normativa nazionale e da quella europea sia in presenza di eventi eccezionali che in associazione all'attuazione di riforme strutturali che migliorino la sostenibilità delle finanze pubbliche nel lungo periodo.
  Pertanto, in termini strutturali, cioè al netto della componente ciclica e delle misure una tantum, l'obiettivo del pareggio di bilancio viene spostato, rispetto al DEF di aprile, dal 2016 al 2017. Nel 2014 e nel 2015 è programmato un indebitamento netto strutturale pari a 0,9 per cento del PIL (nel DEF erano programmati valori rispettivamente pari a 0,6 per cento e 0,1 per cento negli stessi anni), mentre nel 2016 l'indebitamento strutturale è fissato a 0,4 per cento del PIL, con una variazione rispetto all'anno precedente di 0,5 punti percentuali che, sottolinea la Nota, prefigura una ripresa della convergenza verso l'OMT.
  Per quanto concerne la pressione fiscale a legislazione vigente, essa è prevista nella Nota di aggiornamento costante nel 2014 (43,3 per cento) rispetto al 2013, e in leggero aumento nei due anni successivi (43,4 per cento nel 2015 e 43,6 per cento nel 2016), per poi tornare al livello precedente nel 2017 (43,3 per cento) e quindi diminuire lievemente nel 2018 (43,2 per cento).
  Per quanto concerne l'evoluzione del rapporto debito pubblico/PIL, questo risente in misura significativa delle modifiche apportate per effetto dell'adozione del Sec 2010. Pertanto il 2014 dovrebbe chiudersi con un rapporto debito/PIL (al lordo dei sostegni finanziari agli altri Stati membri dell'UEM e dei debiti pregressi della PA) pari al 131,6 per cento, notevolmente inferiore rispetto a quello programmato nel DEF, 134,9 per cento, in gran parte a causa delle revisioni statistiche che hanno riguardato sia la diversa classificazione delle poste che compongono il livello del debito pubblico sia di quelle che compongono il PIL. Il livello del debito, inoltre, è stato modificato anche in relazione alla diversa definizione del perimetro delle Amministrazioni pubbliche.
  In assenza delle modifiche statistiche introdotte dal Sec 2010, la Nota di aggiornamento stima che si sarebbe avuto un rapporto debito/PIL nel 2014 pari a circa il 136,6 per cento, superiore, quindi, rispetto alla stima del DEF per lo stesso anno, a causa principalmente della minore crescita economica nominale, di un maggiore fabbisogno del settore pubblico e di minori introiti da privatizzazioni rispetto a quanto precedentemente previsto. Motivazioni analoghe spiegano la diversa dinamica del debito negli anni successivi rispetto a quanto programmato nel DEF. Infatti, mentre nel DEF si prevedeva una riduzione del rapporto debito/PIL già a partire dal 2015, nella Nota di aggiornamento Pag. 13tale inizio di riduzione è posticipata al 2016, mentre nel 2015 si avrebbe un aumento di 1,8 punti percentuali di PIL rispetto al precedente anno, soprattutto a causa – spiega la Nota – di una minore crescita del PIL nominale rispetto al previsto, nonché di un maggiore livello del fabbisogno del settore pubblico. Dal 2016 il rapporto debito/PIL inizierebbe a scendere con una dinamica simile a quella prevista nel DEF nonostante il previsto rallentamento della crescita economica, ciò parzialmente grazie alle privatizzazioni da cui il Governo conta di ottenere un gettito pari allo 0,7 per cento annuo dal 2015. Nel 2017 e nel 2018 le buone prospettive economiche (sia in termini di crescita reale che di andamento dei prezzi), il miglioramento dei saldi di cassa della finanza pubblica e gli introiti da privatizzazioni consentirebbero di imprimere al debito una dinamica decrescente fino al livello del 124,6 per cento del 2018.
  Per quanto attiene ai profili patrimoniali, la Nota segnala come, ai fini della riduzione del debito pubblico – nell'ambito del Piano pluriennale di valorizzazione del patrimonio pubblico – a seguito della costituzione, nel maggio 2013, della Società di gestione del risparmio Invimit SGR (sulla base di quanto dispone l'articolo 33 del decreto-legge n. 98 del 2011), nel mese di febbraio 2014 sia stato istituito il «Fondo dei fondi» denominato «i3 Core» e sia stato chiuso il primo periodo di sottoscrizione delle quote. La legge di stabilità 2014, inoltre, ha previsto un programma straordinario di cessione di immobili pubblici allo scopo di conseguire introiti pari ad almeno 1,5 miliardi di euro nel triennio 2014-2016.
  Relativamente al programma di dismissioni di partecipazioni detenute dallo Stato delineato nel DEF di aprile (cessione della quota di minoranza in Poste Italiane, ENAV e cessione dell'intera partecipazione detenuta in STH, holding di controllo della società operativa STMicroelectronics (STM)), due decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri emanati il 16 maggio 2014 prevedono per Poste Italiane la cessione mediante offerta pubblica di vendita (OPV) di una quota non superiore al 40 per cento del capitale sociale e per ENAV la cessione, prioritariamente mediante OPV ed eventualmente mediante trattativa diretta, di una quota non superiore al 49 per cento del capitale sociale.
  Relativamente alla cessione delle quote di società indirettamente controllate dallo Stato prevista dal programma delineato nel DEF, la Nota segnala che nel mese di giugno si è conclusa l'operazione di quotazione di Fincantieri mediante collocamento sul mercato di azioni di nuova emissione per un controvalore complessivo di circa 357 milioni di euro, mentre è in via di perfezionamento la dismissione di circa il 35 per cento, per un controvalore di circa 2,1 miliardi, di CDP Reti da parte di CDP.
  La Nota tratta anche l'applicazione della regola del debito prevista dalla governance economica europea. Ricordo che la regola del debito è stata introdotta nell'ordinamento europeo dal cosiddetto Six pack ed è poi stata recepita dall'ordinamento nazionale con la legge di attuazione del principio del pareggio di bilancio (legge n. 243 del 2012). La regola prevede che il rapporto debito/PIL nel 2015 debba convergere ad un ritmo adeguato verso la soglia limite del 60 per cento e che nel periodo di transizione 2012-2015, prima dell'attuazione della regola, il Governo è tenuto a garantire un aggiustamento del saldo strutturale minimo annuale tale da consentire al debito di raggiungere uno dei livelli di riferimento previsti per il 2015.
  Il Governo calcola che l'aggiustamento del saldo strutturale programmatico del 2015 necessario a rispettare il valore di riferimento (pari a 2,2 punti percentuali di PIL) sarebbe eccessivamente elevato sia in termini di fattibilità che di opportunità in un contesto economico come quello previsto. La Nota segnala che nel caso in cui il rapporto debito/PIL si discosti dal livello previsto dalla regola, la Commissione europea, prima di procedere all'eventuale apertura di una procedura di infrazione, dovrà tener conto di una serie di fattori qualitativi rilevanti ai fini della valutazione complessiva. Nella Nota, il Governo Pag. 14osserva che diversi fattori rilevanti hanno prodotto un impatto sul livello del rapporto debito/PIL nel 2014 e nel 2015, tra i quali la severità del ciclo economico, le variazioni del debito legate alle operazioni di assistenza finanziaria agli altri paesi europei, la liquidazione dei debiti commerciali della pubblica amministrazione. Inoltre, la struttura e la dinamica del debito italiano sono relativamente più favorevoli di quelli di altri paesi (struttura per scadenze lunghe, denominazione in euro della quasi totalità del debito, frazione di detentori stranieri piccola, basse passività implicite). A ciò si aggiunga che il debito totale (pubblico più privato) in Italia è nettamente inferiore a quello di molte grandi economie europee e che le famiglie italiane presentano un'elevata ricchezza netta.
  La Nota di aggiornamento al DEF, come accennato in precedenza, in aggiunta ai contenuti usuali, fornisce una breve sintesi delle azioni già avviate o da avviare in futuro in risposta alle Raccomandazioni rivolte all'Italia l'8 luglio scorso dal Consiglio ECOFIN nell'ambito della procedura del Semestre europeo, a seguito delle valutazioni della Commissione europea sul Programma nazionale di riforma 2014 e sul Programma di stabilità 2014 presentati dall'Italia.
  Ricordo che tali raccomandazioni concernono, in particolare:
   1) il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica previsti per il 2014 e di quelli attinenti al pareggio strutturale di bilancio per il 2015, garantendo nel contempo un incremento dell'efficienza e della qualità della spesa pubblica;
   2) il miglioramento dell'efficienza del sistema fiscale, con riguardo, tra l'altro, al trasferimento del carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, all'attuazione entro marzo 2015 della legge delega sulla riforma, al perseverare nella lotta all'evasione fiscale, anche con riguardo al contrasto dell'economia sommersa e del lavoro irregolare;
   3) in merito alla pubblica amministrazione ed al sistema giudiziario, un aumento dell'efficienza della giustizia civile, il potenziamento delle misure anticorruzione ed una più soddisfacente gestione dei fondi dell'UE, specialmente nelle regioni del Mezzogiorno;
   4) il rafforzamento del settore bancario, anche per ridare impulso all'erogazione di prestiti all'economia reale, e un miglior funzionamento del mercato dei capitali, per promuovere l'accesso delle imprese ai finanziamenti non bancari;
   5) la necessità di monitorare entro la fine del 2014 gli effetti delle riforme del mercato del lavoro, valutando la necessità di ulteriori interventi, anche con riguardo alla tutela sociale dei disoccupati ed al coordinamento ed efficienza dei servizi pubblici per l'impiego. Va anche migliorata l'efficacia dei regimi di sostegno alla famiglia e la qualità dei servizi a favore dei nuclei familiari a basso reddito con figli;
   6) la riduzione dei tassi di abbandono scolastico, rendendo a tal fine operativo il sistema nazionale per la valutazione degli istituti scolastici, e l'accrescimento dell'apprendimento basato sul lavoro, con riguardo alla formazione ed all'orientamento professionale;
   7) la rimozione degli ostacoli e delle restrizioni alla concorrenza che ancora persistono nei settori dei servizi professionali e dei servizi pubblici locali, delle assicurazioni, della distribuzione dei carburanti, del commercio al dettaglio e dei servizi postali, semplificando inoltre le procedure degli appalti pubblici;
   8) la necessità di garantire, con riguardo alle industrie di rete, la piena operatività dell'Autorità di regolazione dei trasporti ed il potenziamento della gestione portuale.

  Per ogni Raccomandazione la Nota dà conto degli interventi già posti in essere dal Governo e delle indicazioni programmatiche sulle azioni di riforma previste nei diversi settori. Il Governo presenta, quindi, un quadro di aggiornamento delle Pag. 15iniziative adottate per corrispondere a tali Raccomandazioni ed espone, altresì, nella Nota lo stato di attuazione delle riforme intraprese nei diversi settori.
  Per quanto riguarda la Raccomandazione riferita alla sostenibilità delle finanze pubbliche, nella Nota di aggiornamento, nel prendere atto del consistente deterioramento del quadro macroeconomico e dei conseguenti riflessi negativi che ciò determina sul percorso programmatico di risanamento delle finanze pubbliche previsto nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile, si posticipa di un anno (dal 2016 al 2017), rispetto a quanto esposto dal DEF medesimo, il raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale e, nel contempo, si prevede che il debito pubblico inizi a diminuire dal 2016, anziché dal 2015 come prima ipotizzato.
  Quanto alle privatizzazioni, si prevede che le stesse dovranno produrre proventi pari a 0,7 punti percentuali di PIL per ciascuno degli anni dal 2015 al 2018, mentre per l'anno 2014 in corso tale stima è circoscritta ad un importo pari a poco meno dello 0,3 per cento (il quadro programmatico indica in proposito una quota di 0,28 punti percentuali). Va peraltro rammentato che nel quadro programmatico esposto nel DEF di aprile anche per il 2014 erano stimati proventi pari allo 0,7 per cento del PIL.
  Con riferimento al pagamento dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche, strumento volto anche a dare impulso al rilancio dell'economia del Paese, viene precisato che nel biennio 2013 sono stati stanziati complessivamente 56,8 miliardi di euro, 38,4 dei quali sono stati finora (il riferimento è alla data del 23 settembre, secondo l'ultimo aggiornamento disponibile sul sito del Ministero dell'economia e delle finanze) materialmente messi a disposizione delle amministrazioni richiedenti e, di questi, effettivamente pagati 31,3 miliardi.
  Quanto infine all'Ufficio parlamentare di bilancio, la cui operatività è espressamente prevista nella Raccomandazione in commento, la Nota ne conferma l'intervenuto avvio dello svolgimento dei propri compiti nel mese di settembre 2014, nel corso del quale ha esaminato e validato le previsioni del quadro macroeconomico tendenziale esposto nella Nota stessa. Su tale validazione si è espresso anche il Presidente dell'Ufficio parlamentare nel corso di una audizione tenutasi presso le Commissioni bilancio riunite di Camera e Senato il 24 settembre scorso, che in proposito ha anche segnalato come nel corso del corrente mese – e comunque entro il termine del 15 ottobre previsto per la trasmissione del Documento programmatico di bilancio da parte del Governo alle autorità europee – l'Ufficio procederà alla validazione anche del quadro macroeconomico programmatico, sulla base di quanto verrà ad esso comunicato dal Ministero dell'economia in ordine ai contenti in cui si articolerà la manovra di finanza pubblica 2015.
  Per quanto riguarda la Raccomandazione concernente il sistema fiscale, la Nota di aggiornamento al DEF anzitutto rammenta le misure volte ad incrementare il reddito disponibile dei cittadini, anticipando la loro ulteriore implementazione. Alla riduzione delle tasse sui fattori produttivi concorre in particolare la diminuzione del 10 per cento delle aliquote ordinarie dell'IRAP (articolo 2 del richiamato decreto-legge n. 66 del 2014) per tutti i settori produttivi, dal periodo d'imposta 2014. Si prevede una ulteriore riduzione con la legge di stabilità 2015. Infine, si ricordano le modifiche – operate dal decreto-legge n. 66 del 2014 – alla tassazione immobiliare in agricoltura, con la ridefinizione delle aree i cui terreni agricoli sono da considerarsi esenti ai fini dell'imposta municipale unica (IMU).
  Per quanto riguarda poi l'invito, contenuto nella stessa Raccomandazione, a perseverare nella lotta all'evasione fiscale e adottare misure aggiuntive per contrastare l'economia sommersa e il lavoro irregolare, la Nota di aggiornamento rammenta che l'Italia è tra i promotori dell'iniziativa «early adopters» in materia di trasparenza e scambio automatico d'informazioni Pag. 16a fini fiscali, che prevede l'implementazione del nuovo standard globale approvato a luglio 2014 dal Consiglio OCSE. Per quanto riguarda l'attività del Governo in rapporto all'evasione fiscale interna e gli inviti alla tax compliance, nella Nota di aggiornamento si fa riferimento ad un «piano per la tax compliance» previsto dal decreto-legge n. 66 del 2014, basato su una maggiore collaborazione con le amministrazioni finanziarie nazionali e internazionali e sulla revisione di alcuni degli attuali strumenti di compliance.
  Relativamente alla Raccomandazione relativa al settore bancario e del mercato dei capitali, il Governo dà conto delle misure adottate direttamente dagli istituti di credito: le iniziative intraprese sul piano interno hanno arginato il deterioramento della profittabilità tramite misure di contenimento dei costi (che hanno abbassato il rapporto tra costi e ricavi dal 66,7 al 62,1 per cento); le banche italiane hanno inoltre aumentato le richieste di collaterali ed hanno operato interventi di ricapitalizzazione, per un ammontare complessivo superiore a 10 miliardi di euro. La Nota di aggiornamento menziona altresì gli interventi della BCE e le conseguenti misure adottate dalla Banca d'Italia. Per quanto riguarda invece l'invito della Commissione europea ad adottare misure volte a promuovere l'accesso delle imprese, soprattutto di quelle di piccole e medie dimensioni, ai finanziamenti non bancari, tra le misure regolamentari adottate dal Governo si segnala l'attuazione delle disposizioni dell'articolo 12 del decreto-legge n. 145 del 2013 (DM 5 giugno 2014), che consente di fatto l'accesso al Fondo Centrale di Garanzia anche a favore delle società di gestione del risparmio che sottoscrivano obbligazioni o titoli similari emessi da piccole e medie imprese («mini bond»).
  In conclusione, ritengo che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 presentata dal Governo sia coerente con l'attuale congiuntura economica particolarmente sfavorevole, non solo per il nostro Paese, ma anche per l'Eurozona nel suo complesso, caratterizzata dal rischio concreto di un periodo di stagnazione e deflazione.
  Se, da un lato, sul fronte monetario la Banca centrale europea è di recente intervenuta con la predisposizione di un incisivo programma di misure, concernenti, tra l'altro, il mantenimento di un livello assai basso dei tassi di interesse e l'avvio di un vasto piano di finanziamenti a lungo termine agli istituti bancari, dall'altro, i Paesi dell'Eurozona debbono tempestivamente adottare ogni utile misura finalizzata a superare l'attuale condizione economico-finanziaria. In tale contesto, ritengo indispensabile che le istituzioni comuni assumano a livello europeo un ruolo sempre più attivo, in particolare sul piano del coordinamento tra le politiche di bilancio nazionali.
  Nel caso specifico dell'Italia, particolarmente penalizzata da dati molto negativi fatti registrare nel corso degli ultimi anni dal prodotto interno lordo e dal tasso di disoccupazione, l'adozione per il 2015 di una manovra di finanza pubblica di tipo restrittivo, come prefigurato nello scorso aprile dal Documento di economia e finanza 2014, non appare allo stato una strada più percorribile. Piuttosto, per riavviare un processo di crescita economica occorre perseguire con determinazione un insieme innovativo di politiche di bilancio e di politiche strutturali in settori rilevanti quali la ricerca e l'innovazione, l'amministrazione della giustizia, l'efficienza delle strutture amministrative.
  Auspico, infine, che la discussione sui contenuti della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014, nonché sulla Relazione presentata ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, possa costituire l'occasione per un confronto ampio tra le forze politiche in Parlamento sui temi delle politiche di bilancio, anche in vista della definizione del disegno di legge di stabilità per il 2015.

Antonio MISIANI, Relatore.

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PARERI AI SENSI DELL'ARTICOLO 118-BIS DEL REGOLAMENTO

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I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)

(Relatore: RICHETTI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La I Commissione,
   esaminata, per i profili di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis e Allegati);
   premesso che:
    la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 presenta un quadro di aggiornamento delle iniziative adottate per corrispondere alla Raccomandazione del Consiglio sul programma nazionale di riforma 2014 dell'Italia dell'8 luglio 2014 ed espone lo stato di attuazione delle riforme intraprese nei diversi settori;
    la Raccomandazione si riferisce a otto ambiti di intervento;
    per il settore istituzionale, la Nota collega alla Raccomandazione n. 3 (che riguarda l'efficienza della pubblica amministrazione e giustizia), il processo di iniziativa del Governo di riforma costituzionale, nelle cui more è stata adottata la legge di riforma amministrativa degli enti locali (legge n. 56 del 2014);
  alla medesima Raccomandazione n. 3, che richiede, tra l'altro, la necessità di «un potenziamento degli sforzi intesi a far progredire l'efficienza della pubblica amministrazione», la Nota richiama, in particolare, la nuova disciplina introdotta dal decreto-legge n. 90 del 2014 di riforma della pubblica amministrazione, nonché il rafforzamento dei compiti dell'ANAC (Autorità nazionale anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza);
   ritenuto di condividere le valutazioni espresse dal Governo nella Nota in esame;
   esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)

(Relatore: BAZOLI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La II Commissione,
   esaminato il documento in oggetto;
   condiviso l'impegno del Governo nel riformare la giustizia civile, penale ed amministrativa, in modo coerente con le esigenze e con quanto richiesto dal Consiglio d'Europa;
   ritenuto opportuno continuare a perseguire il rafforzamento delle misure anticorruzione, ritenendo che il fenomeno della corruzione costituisca un ostacolo rilevante per la crescita del Paese;
   ritenuta indifferibile una riforma della giustizia civile che ne riduca i tempi, al fine di garantire un sistema di giustizia che dia agli utenti risposte in tempi adeguati, anche tenendo conto delle esigenze di competitività del nostro sistema economico, che risulta fortemente penalizzato dalla lunghezza eccessiva dei processi;
   condivisa l'azione di riforma della giustizia civile, intrapresa con decisione a fine agosto 2014, tenendo conto non solo del decreto-legge 12 settembre 2014 n. 132, ma anche dei disegni di legge approvati dal Consiglio dei Ministri del 29 agosto 2014, tra i quali in particolare quello inerente la riforma della responsabilità civile dei magistrati, già all'esame del Senato, quello recante disposizioni per l'efficienza del processo civile, quello per la riforma organica della magistratura onoraria e dei giudici di pace;
   apprezzati gli interventi che si intendono effettuare in campo penale sia sostanziale che processuale, come, ad esempio, la riforma del reato di falso in bilancio, l'introduzione del reato di autoriciclaggio, la rivisitazione della disciplina della prescrizione attraverso nuovi casi di sospensione, e le modifiche dell'ordinamento volte a rafforzare le garanzie difensive Pag. 21e la durata ragionevole dei processi;
   ritenuto che l'efficienza del sistema giustizia possa essere garantito dalla integrazione delle nuove misure normative sostanziali e processuali con interventi volti ad assicurare risorse umane e strumentali adeguate alle concrete esigenze degli uffici giudiziari, i quali a loro volta dovranno essere organizzati sulla base di modelli realmente efficienti,

  esprime per quanto di propria competenza

PARERE FAVOREVOLE.

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III COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri e comunitari)

(Relatore: MONACO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La III Commissione,
   esaminata per le parti di competenza la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis) ed i relativi allegati;
   nel quadro di uno scenario macroeconomico internazionale in lenta espansione in cui, a fronte della performance positiva di attori quali Stati Uniti, Giappone, Cina e, in generale, dei Paesi emergenti, l'area euro si caratterizza per una moderata previsione di crescita del PIL pari allo 0,9 per cento nel 2014, all'1,6 per cento nel 2015 e dell'1,9 per cento nel 2016;
   ritenuto opportuno, come anche emerso in occasione dell'audizione del Ministro degli affari esteri del 3 luglio scorso in merito agli ultimi sviluppi di politica estera in relazione al semestre di presidenza italiana dell'Unione europea, il superamento di una visione della politica economica europea incentrata sulla stretta contrapposizione tra rigore e crescita, nonché il riequilibrio dell'approccio europeo alle politiche di investimento;
   preso atto della contrazione del Prodotto interno lordo del nostro Paese per il 2014 pari allo –0,3 – che segna il terzo ingresso in recessione dell'economia italiana dal 2009 – e per il 2015 pari allo 0,6 per cento, mentre il deficit si attesterà, per il terzo anno di seguito, al 3 per cento;
   preso atto, altresì, della decisione, per favorire il compimento del processo di riforme istituzionali e strutturali e senza compromettere il rigoroso rispetto delle regole europee, di attenuare la velocità di aggiustamento di bilancio (che nel 2015 vale circa un decimo del PIL rispetto al 2014) e di riprogrammare il pareggio strutturale per il 2017;Pag. 23
   espresso apprezzamento per il positivo andamento delle esportazioni italiane, in sostanziale ripresa, con una crescita registrata nei primi sette mesi del 2014 pari all'1,3 per cento, ascrivibile all'incremento dei flussi verso i Paesi UE e verso gli Stati Uniti a fronte di una riduzione verso i Paesi OPEC e verso la Russia, e ciò essenzialmente a causa delle tensioni in atto tra Mosca e Kiev, che hanno finito per influenzare la performance commerciale dell'Italia – con una diminuzione dell'8,5 per cento delle esportazioni verso la Russia nei primi sette mesi del 2014 – in misura maggiore rispetto ad altri Paesi europei;
   preso atto con soddisfazione – ai fini delle riforme strutturali da realizzare e delle risposte fornite alle Raccomandazioni formulate dalla Commissione europea – dell'impegno assunto dal Governo in tema di lotta all'evasione fiscale internazionale e per il rafforzamento del grado di ottemperanza agli obblighi tributari, di cui è parte l'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America per l'applicazione della normativa FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act), di cui è in corso di esame il relativo disegno di legge di ratifica;
   manifestata piena disponibilità rispetto alla preannunciata accelerazione del percorso di ratifica di analoghi accordi internazionali aventi per obiettivo lo scambio di informazioni con altri Paesi ai fini della tax compliance e per il contrasto alle frodi fiscali internazionali mediante la previsione di una «corsia preferenziale» in Parlamento;
   valutate, infine, positivamente le iniziative di sostegno all'accesso delle imprese italiane ai mercati internazionali, al rilancio del made in Italy e per attrarre investimenti esteri mediante l'istituzione di un fondo per l'estensione della garanzia dello Stato per rischi non di mercato a favore di operazioni effettuate dalla SACE in settori strategici oppure a sostegno di società di rilevante interesse nazionale, nonché mediante un Piano a sostegno delle imprese italiane all'estero, da attuarsi da parte dell'Agenzia ICE,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa)

(Relatore: Salvatore PICCOLO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La IV Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e Finanza 2014 con i relativi allegati contenenti, rispettivamente, le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali per ogni singolo Dicastero, la relazione al Parlamento ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, nonché il Programma delle infrastrutture strategiche;
   premesso che la suddetta Nota stima, per l'anno corrente, un calo del PIL italiano dello 0,3 per cento, mentre per il 2015 prevede una leggera crescita, pari allo 0,6 per cento, rinviando al 2017, il conseguimento del pareggio di bilancio strutturale, che costituisce per l'Italia l'obiettivo di medio termine di finanza pubblica fissato dalle istituzioni dell'Unione europea;
   preso atto del riconoscimento positivo che la Nota, in riferimento alle iniziative intraprese a seguito delle specifiche raccomandazioni rivolte all'Italia dal Consiglio dell'Unione europea, evidenzia per le nuove procedure finalizzate a valorizzare gli immobili militari, per la rideterminazione dei programmi di investimento pluriennale per la difesa nazionale in vista del conseguimento di una riduzione di spesa pari a 400 milioni di euro per l'anno 2014 e per l'elaborazione in corso presso il Ministero della difesa, di un nuovo «Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa», finalizzato a definire la strategia di evoluzione dello strumento militare nei prossimi 15 anni, secondo un principio di maggiore efficienza;
   rilevato che nella relazione sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali viene auspicata per la missione Difesa Sicurezza e territorio un intervento Pag. 25incrementativo delle quote assegnate all'Amministrazione della difesa al fine di porre in essere un parziale riequilibrio della compressioni di bilancio subite dal Dicastero;
   evidenziato, altresì, che la medesima relazione sottolinea che nella missione Fondi da ripartire permangono prive di finanziamento attività e servizi essenziali per un volume indicativo di circa 800 milioni di euro nel triennio 2014-2016, essendo stato completamente utilizzato il fondo in questione per riequilibrare le diminuite disponibilità finanziarie attuate attraverso progressive misure di riduzione del bilancio della difesa;
   precisato, infine, che anche la relazione predisposta dal Ministero dello sviluppo economico segnala la necessità di risorse aggiuntive per portare a termine i programmi relativi agli investimenti nei settori ad alta tecnologia, con particolare riferimento all'industria aeronautica, e avviarne di nuovi strategicamente importanti
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   la stesura del nuovo «Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa» sia realizzata assicurando il dovuto coinvolgimento delle competenti Commissioni parlamentari, in un'ottica di sempre maggiore collaborazione interistituzionale tra Governo e Parlamento, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, così come auspicato nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma approvato dalla Commissione Difesa della Camera lo scorso 7 maggio;
   sia valutata l'opportunità, nell'ambito del programma per la realizzazione di asili nido presso le caserme del Ministero della difesa, di rendere fruibili i relativi servizi alla più ampia platea possibile, verificando anche l'eventualità di intese con gli enti locali;
   sia assicurato che gli stanziamenti di risorse aggiuntive destinate al finanziamento dei sistemi d'arma siano compatibili con gli obiettivi fissati negli atti di indirizzo e nei documenti approvati dal Parlamento in materia di investimenti pluriennali della difesa.

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VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)

(Relatore: PETRINI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La VI Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis);
   rilevato come l'elemento politicamente più rilevante della Nota di aggiornamento sia costituito dall'aggiornamento, contenuto nell'Allegato II, del piano di rientro verso il pareggio di bilancio, che viene posticipato dal 2016 al 2017, rispetto al quale il Governo chiede l'autorizzazione alle Camere;
   evidenziato come tale scostamento sia determinato dalla particolare gravità della crisi economica, legata in particolare al tasso di crescita negativo atteso per il 2014, nonché ai rischi di deflazione anche per il 2015, che hanno evidenti ricadute negative sugli equilibri di finanza pubblica;
   rilevato in particolare come la Nota preveda per il 2014 un relativo peggioramento del livello dell'indebitamento netto a legislazione vigente rispetto alla previsioni del DEF 2014, comunque entro la soglia definita dalle regole di bilancio europee, derivante principalmente dalla discesa dell'avanzo primario rispetto alle precedenti stime, in parte compensata dalla flessione della spesa per interessi;
   sottolineato come il predetto posticipo del raggiungimento del pareggio di bilancio, che permetterà un incremento dell'indebitamento fino ad un importo massimo di 11,5 miliardi, consentirà di evitare una manovra finanziaria correttiva, nonché di finanziare una serie di misure considerate particolarmente rilevanti per sostenere la crescita economica, rafforzare la coesione sociale e ridurre la pressione fiscale sulle famiglie e le imprese;
   rilevato come tali interventi di sostegno riguarderanno in primo luogo, per Pag. 27quanto attiene ai profili di competenza della Commissione Finanze, la riduzione del prelievo sulle imprese, attraverso ulteriori interventi sull'IRAP, e il rifinanziamento del bonus IRPEF a favore dei redditi medio-bassi, stabilizzando per il 2015 le misure in materia già contenute nel decreto-legge n. 66 del 2014;
   segnalato come le entrate finali e la pressione fiscale dovrebbero registrare, alla fine del periodo considerato dalla Nota di aggiornamento, una sostanziale invarianza rispetto ai dati relativi al 2014, pur segnalandosi un leggero aumento della pressione fiscale nel 2015 e nel 2016;
   evidenziata, in tale ambito, l'esigenza di scongiurare l'applicazione di clausole di salvaguardia di natura automatica che comportino l'incremento della tassazione;
   rilevato come l'evoluzione del rapporto tra debito pubblico e PIL risentirà in misura significativa delle modifiche derivanti dall'adozione delle nuove regole statistiche europee (SEC 2010), con la conseguenza che tale rapporto dovrebbe risultare nel 2014 pari al 131,6 per cento, notevolmente inferiore rispetto al valore del 134,9 per cento programmato nel DEF 2014;
   segnalato, a tale ultimo riguardo, il ruolo degli interventi di valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare pubblico ai fini della riduzione del rapporto tra debito e PIL;
   evidenziato il ruolo centrale attribuito al processo di attuazione della delega fiscale per la riforma del sistema fiscale di cui alla legge n. 23 del 2014 sia dalla Nota di aggiornamento sia dalle raccomandazioni formulate nei confronti dell'Italia dalla Commissione europea, la quale sottolinea, in tale contesto, l'esigenza di operare una revisione delle tax expenditures, di rendere più efficaci le forme di tassazione ambientale e di attuare rapidamente la riforma del catasto;
   rilevate le misure, anche di carattere tributario, volte a ridurre il cuneo fiscale, a incrementare il reddito disponibile dei cittadini, ad alleviare il carico fiscale sui fattori produttivi e a sostenere le imprese, già adottate dal Governo, che dovranno essere ulteriormente rafforzate e implementate nel contesto della prossima legge di stabilità;
   sottolineata l'esigenza, evidenziata anche nelle raccomandazioni indirizzate all'Italia, di perseverare nella lotta all'evasione fiscale e di adottare misure aggiuntive per contrastare l'economia sommersa e il lavoro irregolare;
   sottolineato, a quest'ultimo riguardo, come gli incassi derivanti dall'attività di contrasto all'evasione fiscale assicureranno nel 2014 un gettito pari a circa 11 miliardi, con uno scostamento positivo di 1.194 milioni rispetto alle previsioni iscritte nel bilancio di previsione 2014, a fronte di un gettito nel 2013 pari a 10,688 miliardi, e con un incremento rispetto all'anno precedente di 313 milioni, che saranno destinati al Fondo per la riduzione della pressione fiscale;
   evidenziata la necessità di proseguire nel processo, già avviato, di realizzazione dell'Unione bancaria, in particolare per quanto riguarda i meccanismi di risoluzione delle crisi, al fine di rafforzare la solidità del settore bancario, garantendone la capacità di gestire le attività deteriorate e di rafforzare l'erogazione di credito all'economia reale;
   segnalata altresì l'esigenza di procedere nel processo di ampliamento dei canali di finanziamento alle imprese, facilitando la capacità di queste ultime di accedere ai mercati del capitale, non solo di debito, sia attraverso incentivi fiscali sia mediante semplificazioni finanziarie,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

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VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)

(Relatore: COSCIA)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La VII Commissione,
   esaminata, per le parti di propria competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis) e i relativi allegati per le parti concernenti i Ministeri dell'istruzione, dell'università e della ricerca, e dei beni e delle attività culturali e del turismo;
   valutate positivamente le misure finora adottate per rafforzare il collegamento tra la scuola e il lavoro, con particolare riferimento al programma sperimentale per il triennio 2014/2016 per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda degli studenti degli ultimi due anni della scuola secondaria di secondo grado, nonché all'accordo raggiunto in Conferenza Unificata per la realizzazione del sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi degli ITS;
   valutato altrettanto positivamente l'avvio della valutazione del sistema scolastico, partendo, con l'anno scolastico in corso, dall'autovalutazione delle scuole, per arrivare al termine dell'anno scolastico 2016/2017 al primo rapporto di rendicontazione sociale, con il quale saranno diffusi i risultati raggiunti in relazione agli obiettivi di miglioramento individuati e perseguiti;
   apprezzato il percorso avviato per rinnovare profondamente la scuola italiana, per migliorare la qualità degli apprendimenti e dotare il Paese di un meccanismo permanente di innovazione e di sviluppo, di cui al Piano «La buona scuola»;
   apprezzate le misure adottate per indirizzare sempre più le risorse destinate all'università verso la qualità, grazie al meccanismo di incremento progressivo della quota premiale, nonché la recente emanazione del bando per il rafforzamento della cultura scientifica;Pag. 29
   valutate positivamente le misure per il sostegno della ricerca, con particolare riferimento al credito d'imposta per l'assunzione a tempo indeterminato di personale altamente qualificato in attività di ricerca e sviluppo e al progetto «PhD ITalents»;
   valutata altresì positivamente la già avvenuta definizione, grazie alla circolare dell'Agenzia delle entrate n. 24/E del 31 luglio 2014, del meccanismo applicativo del cosiddetto «Art-bonus», introdotto dal decreto-legge n. 83 del 2014, grazie al quale i privati sono stati incentivati a sostenere i beni e le attività culturali;
   preso atto con piacere dell'emanazione del decreto ministeriale per l'attivazione di tirocini in alcuni luoghi della cultura che, seppur per il momento destinato a 150 giovani, non fa venir meno l'obiettivo dei mille giovani fino a 29 anni, per i quali il fondo è stato istituito, nonché la previsione di contratti di lavoro a tempo determinato per soggetti fino a 40 anni per esigenze temporanee di rafforzamento dei servizi di accoglienza e di assistenza al pubblico negli istituti e nei luoghi della cultura pubblici;
   apprezzata, infine, l'intenzione di collegare alla manovra di bilancio un disegno di legge per la promozione dell'occupazione e degli investimenti nei settori del cinema e dello spettacolo dal vivo;
    esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   occorre intervenire normativamente affinché i fondi destinati alla premialità nell'ambito universitario siano aggiuntivi rispetto al Fondo di finanziamento ordinario;
   occorre che si intervenga più incisivamente per la riduzione del tasso di dispersione scolastica, considerato lo scostamento eccessivo tra l'obiettivo europeo del 10 per cento nel 2020 e l'obiettivo italiano fissato al 16 per cento.

Pag. 30

VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)

(Relatore: PASTORELLI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La VIII Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis e relativi Allegati);
   considerato che è in stato di relazione il disegno di legge di iniziativa governativa n. 2093 recante disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali, collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2014, ai sensi dell'articolo 123-bis del regolamento;
   ritenuto opportuno che il citato disegno di legge possa mantenere la natura di «collegato» anche nell'ambito della manovra per il 2015,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 31

IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)

(Relatore: OLIARO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La IX Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis);
   preso atto che la Nota evidenzia un peggioramento della congiuntura economica e modifica gli obiettivi di finanza pubblica, rinviando al 2017 il conseguimento del pareggio di bilancio strutturale;
   preso atto, altresì, della volontà del Governo di attuare una manovra espansiva attraverso interventi volti a finanziare impegni di spesa nei settori ritenuti più rilevanti per la crescita economica;
   considerato che le misure di potenziamento e razionalizzazione delle infrastrutture di trasporto, così come le misure volte alla digitalizzazione del Paese, rappresentano un incentivo rilevante all'economia, idoneo a sostenere la ripresa del Paese,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
  nel settore dei trasporti:
   1) si pervenga alla approvazione delle riforme, e in particolare di quelle relative al settore dei trasporti, nei tempi indicati nel cronoprogramma, senza ulteriori slittamenti;
   2) si proceda alla realizzazione delle infrastrutture di trasporto indicate nell'Allegato relativo al programma delle infrastrutture strategiche nei tempi previsti, assicurando tutte le condizioni necessarie per permettere l'utilizzo dei Fondi dell'Unione europea;Pag. 32
   3) si adotti, in coerenza con gli obiettivi definiti a livello europeo e nazionale, il piano strategico nazionale della portualità e della logistica, di cui all'articolo 29 del decreto-legge n. 133 del 2014, e si definisca, a livello legislativo, una riforma complessiva del settore della portualità che, con l'obiettivo di accrescerne la competitività, consenta alle Autorità portuali di migliorare l'efficienza, procedendo alla razionalizzazione del loro assetto; si attuino, anche amministrativamente, interventi di semplificazione e accelerazione delle procedure nonché di sburocratizzazione e si superino le sovrapposizioni di competenze tra pubbliche amministrazioni, definendo regole certe atte ad agevolare l'attività degli operatori portuali;
   4) in ambito aeroportuale, si completi la procedura di approvazione del Piano nazionale degli aeroporti e si pongano in essere tutte le misure necessarie per incrementare la competitività degli scali, anche per quanto concerne la certezza normativa in merito alle modalità di determinazione dei diritti aeroportuali e l'esigenza di definire gli ambiti di competenza dei diversi soggetti pubblici che intervengono nel settore, superando sovrapposizioni nell'esercizio delle rispettive funzioni;
   5) si pongano in essere tutte le iniziative opportune per sostenere il trasporto ferroviario, in particolare attraverso l'impegno in sede di Unione europea per la definizione di un quadro normativo adeguato, che faciliti l'integrazione dei servizi, anche in virtù del coordinamento dei soggetti regolatori operanti a livello europeo e nazionale, e permetta un'effettiva apertura del mercato dei servizi di trasporto passeggeri a condizioni di reciprocità; per quanto concerne i servizi di trasporto merci occorre attuare tutte le misure che realizzino una piena concorrenza in condizioni di parità tra gli operatori del settore;
   6) si adottino le misure necessarie per una piena realizzazione della politica definita anche in sede europea in materia di autostrade del mare, in modo da promuovere l'intermodalità e da aumentare il ricorso a forme di trasporto maggiormente sostenibili;
   7) si proceda in tempi rapidi alla revisione della normativa sulla circolazione stradale, mediante la riforma organica del codice della strada, in attuazione del testo unificato di delega predisposto dalla Commissione e in fase di approvazione in prima lettura da parte della Camera, al fine di potenziare la sicurezza stradale, con l'obiettivo prioritario di ridurre il tasso di mortalità stradale, e di semplificare le procedure a carico dei cittadini;
   8) si affronti l'emergenza del trasporto pubblico locale, attraverso la destinazione di risorse adeguate e la definizione, a livello legislativo, anche in coerenza con le conclusioni dell'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione sulla materia e con le proposte di legge all'esame della Commissione stessa, di misure volte a promuoverne l'efficienza e migliorarne i livelli di qualità, in particolare attraverso l'adozione dei costi standard e l'assegnazione dei servizi mediante gare ad evidenza pubblica;
   9) si rafforzino gli interventi finalizzati a promuovere la mobilità sostenibile, in particolare nelle aree in cui si registrano elevati livelli di inquinamento atmosferico;
   10) si attui una politica di rilancio del settore della nautica da diporto, con misure sia di carattere fiscale sia volte alla promozione dei porti turistici, alla valorizzazione delle economie costiere e alla semplificazione della burocrazia, anche attraverso l'utilizzo di strumenti telematici; in particolare, al fine di promuovere l'industria e il turismo nazionale, si attuino le misure previste dal decreto-legge n. 133 del 2014 relative ai «Marina resort» e al registro telematico della nautica da diporto;

  nel settore delle telecomunicazioni:
   si attuino misure volte a promuovere la digitalizzazione del Paese, in particolare con il superamento del digital Pag. 33divide attraverso la realizzazione di reti di comunicazione elettronica a banda larga e ultralarga anche nelle zone a fallimento di mercato, a tal fine adottando, sia per quanto riguarda l'entità delle risorse a ciò destinate, sia per quanto riguarda la semplificazione delle procedure, ulteriori misure rispetto a quelle già contenute nel testo iniziale del decreto-legge n. 133 del 2014.

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X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo)

(Relatore: TARANTO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La X Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis), nonché la Relazione al Parlamento – redatta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 e deliberata dal Consiglio dei ministri il 30 settembre 2014 – con cui si illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Periodo (MTO) indicato nel DEF dello scorso mese di aprile;
   condiviso quanto annotato in sede di Premessa alla Nota circa il fatto che «in assenza di interventi significativi i Paesi europei rischiano di avvitarsi in una spirale di stagnazione e deflazione; una disoccupazione elevata e una crescita nominale piatta rendono più difficili il recupero di competitività e la sostenibilità del debito» e che, dunque, «in tale contesto, il compito del Governo è attuare le riforme strutturali favorendo le interazioni positive con la politica di bilancio, in un'unica coordinata strategia di stimolo e sostegno della domanda aggregata nel breve termine e di aumento del potenziale dell'economia», strategia in cui gli investimenti si collocano come «snodo tra la necessità di sostenere la domanda e quella di irrobustire l'offerta»; conseguentemente condivisa l'esigenza dell'attivazione dello scostamento temporaneo dal percorso di convergenza al MTO – di cui all'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 – a causa di «un output gap molto ampio e un tasso di crescita del PIL negativi nel 2014», nonché in ragione di «prospettive di crescita per il 2015 a rischio di ulteriori revisioni al ribasso con conseguente rischio di deflazione», così scongiurando il ricorso ad una manovra pari a 0,9 punti di PIL nel 2015 e pari a 2,2 punti per il rispetto anche della regola del debito;
   rilevato che, dunque, gli obiettivi di indebitamento netto vengono rispettivamente Pag. 35rivisti, per il 2014 e per il 2015, al 3 per cento e al 2,9 per cento del PIL con un aumento dell'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche pari, per il 2015, a circa lo 0,7 per cento del PIL, destinato – attraverso le scelte che verranno operate con la legge di stabilità per il 2015 – a «supportare la domanda aggregata e la competitività del Paese»;
   rilevato, ancora, che, più in dettaglio, «l'incremento dell'indebitamento, fino ad un importo massimo di 11,5 miliardi» risulterebbe dedicato alle misure per «i. innalzare l'offerta e la qualità del sistema di formazione, finanziando interventi nei settori dell'istruzione e le attività di Ricerca e Sviluppo; ii. sostenere gli investimenti attraverso il superamento del Patto di Stabilità Interno per le regioni e gli enti locali e il passaggio al principio del pareggio di bilancio; iii. ridurre il prelievo sulle imprese, anche attraverso ulteriori revisioni dell'IRAP; iv. aumentare – in correlazione con la riscrittura delle regole relative al mercato del lavoro – gli stanziamenti per gli ammortizzatori sociali (ASPI), estendendo la protezione garantita in caso di perdita di lavoro, con una particolare attenzione alla situazione delle coorti più giovani della forza lavoro; rifinanziare il bonus IRPEF a favore dei redditi da lavoro medio bassi per il 2015, in continuità con quanto già previsto dai provvedimenti normativi approvati in corso d'anno; vi. rifinanziare le cosiddette spese a politiche invariate nel 2015»;
   osservato che, ad avviso del Governo, «ulteriori interventi di riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica contribuiranno al finanziamento delle misure descritte e al miglioramento qualitativo della spesa» con un approccio mirato a «limitare gli effetti negativi sulla crescita e l'occupazione intervenendo sugli sprechi e le rendite di posizione» e che, in particolare, «la riforma introdotta sul public procurement, con la centralizzazione degli acquisti, assieme a un maggiore controllo dei prezzi praticati, consentirà di liberare da subito risorse per una diminuzione significativa e durevole della tassazione»;
   evidenziato che il percorso di piena convergenza verso l'Obiettivo di Medio Periodo prenderebbe comunque già dal 2016 – con la previsione di una riduzione del deficit strutturale di 0,5 punti percentuali di PIL e del raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale nel 2017 – e che, al riguardo, si prefigura l'adozione di specifiche clausole di salvaguardia in sede di legge di stabilità;
   precisato che, più in dettaglio, viene ipotizzata «una clausola sulle aliquote IVA e sulle altre imposte indirette per un ammontare di 12,4 miliardi nel 2016, 17,8 nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018» e che – secondo quanto riportato dalla stessa Nota di aggiornamento – «gli effetti di tale clausola (...) genererebbero una perdita di PIL pari a 0,7 punti percentuali a fine periodo dovuta ad una contrazione complessiva dei consumi e degli investimenti per 1,3 punti percentuali e ad un aumento del deflattore del PIL di pari importo»;
  delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) la Commissione referente solleciti al Governo la più attenta valutazione degli impatti delle richiamate clausole di salvaguardia e l'avanzamento tempestivo, ai fini di scongiurare l'applicazione di dette clausole, di ogni utile processo di razionalizzazione della struttura della spesa pubblica e delle azioni di prevenzione, contrasto e recupero di evasione ed elusione delle basi imponibili, in particolare per quel che riguarda l'IVA e le altre imposte indirette, nonché il più attento monitoraggio dell'atteso concorso del profilo discendente della spesa per interessi al miglioramento dell'indebitamento netto e del previsto contributo del gettito da privatizzazioni al miglioramento del rapporto debito/PIL;
   b) conseguentemente ed in particolare riferimento a quanto riportato in Nota in risposta alla Country Specific Recommendation - CSR in materia di sostenibilità Pag. 36delle finanze pubbliche e di rafforzamento della strategia di bilancio, la Commissione referente rappresenti, tra l'altro, al Governo l'esigenza dell'effettiva implementazione del rafforzamento del «potere contrattuale della pubblica amministrazione attraverso l'aggregazione della domanda d'acquisto di beni e servizi», nonché del programma di razionalizzazione delle partecipate locali volto a ridurne il numero da 8.000 a 1.000 nell'arco di un triennio;
   c) conseguentemente ancora ed in particolare riferimento a quanto riportato in Nota in risposta alla CSR in materia di sistema fiscale, la Commissione referente rappresenti, tra l'altro, al Governo l'esigenza del potenziamento degli strumenti di tax compliance e la centralità del rapporto alle Camere sui risultati del contrasto dell'evasione fiscale;
   d) ai fini del rafforzamento della dinamica attesa della crescita e tenendo particolarmente conto di una previsione di crescita pari, per il 2015, a 0,5 punti percentuali nel quadro tendenziale a legislazione vigente ed a 0,6 punti percentuali nel quadro programmatico, la Commissione referente rappresenti, tra l'altro, al Governo:
    in riferimento alla CSR in materia fiscale, il ruolo propulsivo della detrazione al 65 per cento delle spese per i lavori di efficientamento energetico degli edifici, della detrazione al 50 per cento delle spese per gli interventi di ristrutturazione edilizia, del credito di imposta per l'acquisto di nuovi macchinari ed attrezzature;
    in riferimento alla CSR in materia di strategia di bilancio, l'esigenza della più rapida saturazione degli stanziamenti per 56,8 miliardi disposti, nel biennio 2013-2014, per il pagamento dei debiti commerciali arretrati, delle pubbliche amministrazioni ed effettivamente pagati ai creditori per 31,3 miliardi (55 per cento);
    in riferimento alla CSR in materia di efficienza della pubblica amministrazione e giustizia, il ruolo decisivo di una «riorganizzazione del sistema di governo dei fondi europei volta a migliorarne l'efficienza della gestione e la qualità della spesa», nonché delle funzioni ora attribuite all'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC);
    in riferimento alla CSR in materia di settore bancario e mercato dei capitali, la centralità dell'azione del Fondo Centrale di Garanzia e delle sue sinergie con Cassa Depositi e BEI, nonché di una «finanza per la crescita» mirata al rafforzamento della struttura patrimoniale del sistema italiano delle PMI, anche attraverso lo sviluppo di canali di finanziamento non bancari;
    in riferimento alla CSR in materia di mercato del lavoro, la necessità di un'implementazione del disegno di legge delega in discussione al Senato – recante deleghe in materia di ammortizzatori sociali, di servizi per il lavoro e di politiche attive, di semplificazione delle procedure e degli adempimenti, di riordino delle forme contrattuali e dell'attività ispettiva, di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro – che verifichi la sua capacità di concorrere al perseguimento degli obiettivi della chiusura del circuito della flexicurity, del contrasto della precarietà e dell'innalzamento del tasso di popolazione attiva anche alla luce dei nodi delle risorse mobilitabili sul versante della finanza pubblica e degli oneri a carico delle imprese;
    in riferimento alla CSR in materia di istruzione e formazione, l'esigenza del tempestivo varo del Programma nazionale della ricerca quale architettura di riferimento della Strategia nazionale e delle Strategie regionali di specializzazione intelligente, del Piano operativo nazionale della ricerca, del Piano per le infrastrutture di ricerca, nonché della mobilitazione del Fondo per la crescita sostenibile per lo sviluppo di processi diffusi di ricerca e sviluppo di piccola e media dimensione e più in generale dello strumento del credito di imposta per investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo;Pag. 37
    in riferimento alla CSR in materia di semplificazione e concorrenza, il rilievo della puntuale adozione «dell'Agenda per la semplificazione per il triennio 2015-2017, contenente le linee guida di indirizzo condivise tra Stato e enti territoriali con il relativo cronoprogramma d'attuazione», nonché del rispetto e dello sviluppo dei principi dello Small Business Act europeo e delle previsioni della legge n. 180 del 2011, con particolare riferimento alla valorizzazione dell'opportunità della legge annuale per le micro, piccole e medie imprese;
    in riferimento alla CSR in materia di infrastrutture, la crucialità dell'individuazione delle infrastrutture strategiche in campo energetico – di cui al decreto legislativo n. 93 del 2011 di recepimento del Terzo pacchetto energia e della Strategia energetica nazionale (SEN) – nonché della messa a punto del Piano strategico nazionale della portualità e della logistica e della valorizzazione del ruolo dell'Autorità di regolazione dei trasporti ai fini della realizzazione di un assetto di regolazione economica indipendente del settore.

Pag. 38

XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)

(Relatore: MAESTRI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La XI Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014;
   osservato che il documento registra l'evoluzione del contesto macroeconomico, che presenta tratti fortemente problematici sia per il complesso dell'Unione europea e dell'area dell'euro sia per la specifica situazione del nostro Paese;
   ricordato come il ritmo della ripresa a livello internazionale abbia segnato nel primo semestre del 2014 un graduale rallentamento, mentre per l'economia italiana, contrariamente a quanto previsto fino al periodo primaverile, la prima metà del 2014 è stata caratterizzata da una contrazione del prodotto interno lordo e dall'ingresso in una nuova fase recessiva;
   preso atto che il documento stima una contrazione del prodotto interno lordo nel corso del 2014 dello 0,3 per cento, mentre negli anni successivi i dati tendenziali registrano il ritorno su un sentiero di moderata crescita, quantificata in misura pari allo 0,5 per cento nel 2015, allo 0,8 per cento nel 2016, all'1,1 per cento nel 2017 e all'1,2 per cento nel 2018;
   rilevato come, a fronte di questo difficile contesto, la presidenza italiana dell'Unione europea abbia proposto di incentrare la strategia di intervento dell'Unione sulla crescita e sull'occupazione, mediante il rilancio degli investimenti, delle riforme e del mercato interno;
   osservato che il quadro programmatico per i futuri esercizi, che incorpora gli effetti sull'economia delle misure che saranno individuate puntualmente nell'ambito della legge di stabilità per il 2015, nonché delle riforme già adottate, ma ancora in via di attuazione a livello amministrativo Pag. 39e legislativo, prevede una crescita del prodotto interno lordo dello 0,6 per cento nel 2015, dell'1 per cento nel 2016, dell'1,3 per cento nel 2017 e dell'1,4 per cento nel 2018;
   considerato come, in tale ambito, si riconduce all'insieme dei provvedimenti relativi alla riforma del mercato del lavoro, incluso anche il disegno di legge delega attualmente all'esame delle Camere, un effetto di stimolo della crescita;
   preso atto che, nell'ambito del quadro macroeconomico programmatico, si prevede che il tasso di disoccupazione raggiunga il 12,6 per cento nel 2014, per poi decrescere progressivamente fino al 12,5 per cento nel 2015, al 12,1 per cento nel 2016, all'11,6 per cento nel 2017 e all'11,2 per cento nel 2018;
   segnalato che, sempre sul piano programmatico, il tasso di occupazione si manterrebbe stabile al 55,6 per cento nel 2014, mentre negli anni successivi si registrerebbe una moderata crescita, che porterebbe a raggiungere il 55,8 per cento nel 2015, il 56,1 per cento nel 2016, il 56,3 per cento nel 2017 e il 56,7 per cento nel 2018, risultati ancora distanti, tuttavia, dal target nazionale fissato per l'Italia nell'ambito della Strategia Europa 2020;
   atteso che l'indebitamento netto nell'anno 2014 si attesterà al 3 per cento del prodotto interno lordo e che, sul piano programmatico, gli obiettivi per il deficit pubblico continueranno a mantenersi al di sotto di tale soglia, con la previsione di un rapporto con il prodotto interno lordo pari al 2,9 per cento nel 2015, all'1,8 per cento nel 2016, allo 0,8 per cento nel 2017 e allo 0,2 per cento nel 2018;
   condivisa la scelta del Governo di rivedere gli obiettivi di bilancio, a fronte del quadro macroeconomico fortemente peggiorato, rallentando l'avvicinamento al pareggio di bilancio strutturale, alla luce della possibilità riconosciuta dalla normativa europea e dalla legislazione nazionale di riconsiderare il piano di rientro verso gli obiettivi programmatici in presenza di eventi eccezionali;
   apprezzata l'intenzione, indicata nella Nota, di avvalersi della flessibilità concessa dalle medesime normative per attuare un pacchetto di riforme strutturali, tra le quali si citano, in particolare, gli interventi sul mercato del lavoro, sull'istruzione e sugli incentivi alla ricerca;
   osservato come una ripresa stabile e duratura, sia sul piano economico che su quello occupazionale, richieda un insieme coordinato di politiche industriali ed economiche tese a rilanciare il potenziale produttivo del nostro Paese e a rafforzarne la domanda interna;
   rilevato che, come evidenziato nella relazione trasmessa al Parlamento ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, ed allegata alla Nota di aggiornamento, le misure contenute nella legge di stabilità per il 2015 produrranno un incremento dell'indebitamento netto di 0,7 punti percentuali per il medesimo esercizio finanziario, consentendo di destinare risorse pari a un massimo di 11,5 miliardi di euro a interventi finalizzati a supportare la domanda aggregata e la competitività del Paese;
   espresso apprezzamento per l'intenzione manifestata dal Governo nella medesima relazione di adottare interventi finalizzati all'incremento, in correlazione con la riforma del mercato del lavoro, degli stanziamenti per gli ammortizzatori sociali (ASpI), con l'estensione della protezione garantita in caso di perdita di lavoro ed una particolare attenzione ai lavoratori più giovani; al rifinanziamento del bonus IRPEF a favore dei redditi da lavoro medio bassi per il 2015, in continuità con quanto già previsto dai provvedimenti già approvati in corso d'anno; alla riduzione del prelievo sulle imprese, anche attraverso ulteriori revisioni dell'IRAP;
   considerato che, anche alla luce delle disposizioni del disegno di legge delega in materia di lavoro, che prevedono l'universalizzazione del campo di applicazione dell'ASpI, si rende necessario lo stanziamento, Pag. 40nell'ambito della prossima legge di stabilità, di un congruo ammontare di risorse aggiuntive;
   ritenuto che, in questo contesto, rivestano carattere prioritario anche gli interventi volti ad accrescere la flessibilità nell'accesso al pensionamento e che sia necessario individuare, già nell'ambito della legge di stabilità per il 2015, soluzioni per le situazioni più critiche, nonché puntuali correttivi alla normativa vigente, quale, in particolare, la revisione della disciplina in materia di penalizzazioni per l'accesso al pensionamento e di accesso delle lavoratrici all'opzione per la liquidazione del trattamento pensionistico secondo le regole del sistema contributivo;
   esaminati i contenuti della raccomandazione adottata dal Consiglio dell'Unione europea, nell'ambito del Semestre europeo 2014, in relazione al programma nazionale di riforma 2014 e al programma di stabilità 2014 dell'Italia, con particolare riferimento alla raccomandazione n. 3, in materia di efficienza della pubblica amministrazione e della giustizia, alla raccomandazione n. 5, in materia di mercato del lavoro, e alla raccomandazione n. 6, in materia di istruzione e formazione, nonché le risposte a dette raccomandazioni, contenute nella Nota;
   ritenuto che, tra le misure a salvaguardia dell'occupazione, vada adeguatamente valorizzato il ricorso ai contratti di solidarietà, quale strumento volto a preservare i livelli occupazionali e a garantire che le professionalità acquisite sul luogo di lavoro non siano disperse in caso di crisi aziendali, riducendo altresì il ricorso alla cassa integrazione guadagni,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   provveda il Governo ad assicurare la realizzazione di interventi che si muovano nella direzione, indicata nella Nota, di promuovere una strategia a livello nazionale ed europeo incentrata sulla crescita e sull'occupazione, individuando un complesso organico di misure di politica industriale ed economica che rafforzi la competitività e la produttività delle imprese del nostro Paese e favorisca la ripresa dei consumi delle famiglie, con ciò creando le condizioni essenziali per una stabile discesa del tasso di disoccupazione;
   anche al fine di favorire il ricambio generazionale e l'incremento dell'occupazione, provveda il Governo, nell'ambito della manovra di bilancio per il prossimo triennio, ad avviare un percorso verso la definizione di un intervento strutturale che garantisca maggiore flessibilità nell'accesso ai trattamenti pensionistici, individuando prioritariamente, già nell'ambito della legge di stabilità 2015, interventi puntuali volti a fronteggiare le situazioni di maggiore criticità che interessano specifiche categorie di lavoratori, nonché specifici correttivi alla normativa vigente, quali quelli tesi ad escludere la riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici per i lavoratori che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, prescindendo dal requisito della prestazione effettiva di lavoro, nonché a riconoscere la possibilità di avvalersi dell'opzione per la liquidazione del trattamento pensionistico secondo le regole di calcolo del sistema contributivo per le lavoratrici che maturino i requisiti previsti dalla medesima disposizione entro il 31 dicembre 2015, a prescindere dalla data di decorrenza del trattamento pensionistico;
   in relazione a quanto rappresentato nella relazione presentata ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, di cui all'allegato II della Nota, sia assicurata la destinazione all'incremento degli stanziamenti per gli ammortizzatori sociali di un congruo ammontare di risorse, al fine di garantire l'universalizzazione del campo di applicazione dell'ASpI, in linea con le previsioni della legge delega in materia di lavoro all'esame delle Camere;Pag. 41
   al fine di promuovere la creazione di un'occupazione stabile e di qualità, si individuino misure atte a promuovere, anche sul piano fiscale e contributivo, la costituzione di rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, nonché a rafforzare il ricorso al contratto di apprendistato come forma tipica per l'accesso al mondo del lavoro;

  e con la seguente osservazione:
   con riferimento alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea in materia di mercato del lavoro, si valuti l'esigenza di:
    a) effettuare un monitoraggio circa gli effetti del quadro di contrattazione salariale sulla creazione di posti di lavoro e sulla competitività di costo;
    b) procedere nella direzione di un potenziamento del legame tra le politiche attive e passive del lavoro, al fine di promuovere l'occupabilità dei lavoratori;
    c) introdurre misure volte a semplificare e favorire il ricorso ai contratti di solidarietà difensivi, quale strumento di tutela dell'occupazione e di salvaguardia delle professionalità maturate nelle imprese;
    d) adottare, anche prima dell'attuazione del disegno di legge delega attualmente all'esame delle Camere, interventi che favoriscano l'occupazione femminile e la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, anche attraverso una più ampia ed efficace offerta di servizi alla persona e alle famiglie.

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XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali)

(Relatore: MIOTTO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La XII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis),
   considerato che, per quanto riguarda le politiche sanitarie, la Nota di aggiornamento, nella parte V relativa alle risposte alle raccomandazioni del Consiglio europeo e in particolare relativamente alla raccomandazione n. 1 (Sostenibilità delle finanze pubbliche), registra l'accordo tra Governo, regioni e province autonome sul Patto per la salute 2014-2016, sancito nel luglio 2014;
   rilevato tuttavia che, nella maggior parte dei casi, le misure contenute nel Patto per la salute 2014-2016 e richiamate nella Nota non sono immediatamente applicabili, in quanto per divenire operative richiedono l'adozione di provvedimenti attuativi;
   considerato altresì che, con riferimento alle politiche sociali, la risposta alla raccomandazione n. 5 (Mercato del lavoro) richiama le misure già attivate per la povertà e l'esclusione sociale con la sperimentazione del «Sostegno all'inclusione attiva (SIA)» in 12 grandi città, nonché l'estensione della sperimentazione medesima a tutto il Mezzogiorno e della social card ai cittadini comunitari e stranieri;
   evidenziato che la raccomandazione n. 5 prevede anche che il nostro Paese avrebbe dovuto migliorare l'efficacia dei regimi di sostegno alla famiglia e la qualità Pag. 43dei servizi a favore dei nuclei familiari a basso reddito con figli;
   rilevato tuttavia che la risposta su questo punto appare insufficiente;
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   segnali la Commissione Bilancio l'esigenza che il Governo, nell'ambito delle politiche sociali, in attuazione della raccomandazione n. 5, si impegni ad adottare misure di sostegno alle famiglie, in particolare a favore dei nuclei familiari a basso reddito con figli.

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XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)

(Relatore: CARRA)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La XIII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis);
   preso atto positivamente che il documento in esame dedica una specifica attenzione al comparto agricolo, inserito tra le politiche pubbliche da perseguire per il raggiungimento degli obiettivi di Governo;
   considerato che è in corso d'esame parlamentare il disegno di legge di iniziativa governativa S. 1328, recante disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività agricole del settore agricolo, agroalimentare e della pesca, collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2014, ai sensi dell'articolo 123-bis del Regolamento;
   osservato che appare utile che il citato disegno di legge possa conservare tale qualificazione di «collegato» anche nell'ambito della manovra finanziaria per il 2015,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

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XIV COMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell'Unione europea)

(Relatore: ALBINI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La XIV Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis Governo);
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PARERE FAVOREVOLE

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COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI

(Relatore: RANUCCI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis)

  La Commissione parlamentare per le questioni regionali,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE