Doc. LVII-bis, n. 1-A-bis




Onorevoli Colleghi! - Il Governo ha presentato la Relazione in esame ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, al fine in primo luogo di rivedere gli obiettivi di finanza pubblica relativi agli esercizi 2013 e 2014, già fissati con le risoluzioni approvative della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012, tenendo conto del peggioramento dei valori programmatici dell'indebitamento netto della Pubblica amministrazione. In secondo luogo, registra il peggioramento dovuto alle misure di accelerazione del pagamento dei debiti commerciali che le Pubbliche amministrazioni detengono con i propri fornitori, che saranno contenute in uno specifico provvedimento legislativo da presentare al Parlamento.
Con riferimento all'aggiornamento del quadro macroeconomico previsto dal Governo nella Relazione al Parlamento 2013, le previsioni sulla dinamica del PIL per l'anno in corso sono state riviste, rispetto alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012, mentre quelle per l'anno 2014 sono state corrette al rialzo per due decimi di punto percentuale. Tali stime sono, per l'anno 2013, in larga misura in linea con quelle di differenti analisti privati e della Commissione europea, mentre, per il 2014, risultano più ottimistiche per oltre mezzo punto percentuale, includendo gli effetti positivi derivanti dall'adozione delle misure sui debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche. Tali interventi, immettendo liquidità nel sistema economico, potrebbero consentire alle imprese di realizzare gli investimenti programmati, il pagamento di arretrati al personale, stimolando contemporaneamente i consumi delle famiglie.
Al riguardo, ritengo che sia opportuno che il Parlamento adotti tutte le misure necessarie al fine di verificare nel corso dell'anno l'effettivo impatto sul PIL, monitorando in tal modo la tenuta del quadro macroeconomico.
Ricordo, inoltre, che la suddetta è una manovra una tantum che non tiene conto e non si interroga in merito alla programmazione a medio termine dei saldi di indebitamento e di fabbisogno nonché del debito delle amministrazioni pubbliche.
Tali effetti andrebbero, invece, puntualmente definiti e valutati al fine di tener conto dell'effettivo impatto sui predetti saldi delle misure che saranno adottate in applicazione degli indirizzi formulati nella Relazione e di assicurarne la coerenza con il complessivo quadro di compatibilità finanziaria all'interno del quale le decisioni in esame dovranno inserirsi. Pertanto, in sede di esame parlamentare del provvedimento preannunciato dal Governo, che non esclude lo sforamento della soglia fissata dall'Europa, è necessario che si avvii un tavolo volto a ridiscutere gli impegni sottoscritti nel marzo 2012.
In tal senso è assolutamente necessario aprire urgentemente un tavolo volto a ridiscutere i dannosi impegni presi in termini di obiettivi di finanza pubblica, tra cui il Fiscal Compact e il Fondo salva Stati. Del resto, le stesse disposizioni del Trattato che consentono taluni margini di flessibilità nella sua applicazione dimostrano tutta la loro lacunosità.
Se non verranno rispettati questi impegni, noi come altri Paesi europei, saremmo costretti a misure finanziarie forti e depressive, per recuperare il denaro necessario, pena sanzioni internazionali.
Anche in considerazione del fatto che i provvedimenti già adottati per la riduzione dello stock dei debiti delle Pubbliche amministrazioni hanno dimostrato, sotto il profilo operativo, una efficacia assai limitata, si ritiene opportuno che le nuove misure da adottare siano accompagnate da presidi procedurali e da supporti documentali volti a garantire un miglior funzionamento dei meccanismi di certificazione e il monitoraggio circa l'effettivo adempimento da parte delle amministrazioni delle obbligazioni nei confronti delle imprese creditrici.
Tali meccanismi dovrebbero essere tali da assicurare un efficace controllo anche su impulso delle imprese interessate, con possibilità delle stesse di accesso alla documentazione relativa alla procedura di pagamento. Inoltre, le procedure prefigurate dovrebbero essere accompagnate da un adeguato apparato sanzionatorio per le amministrazioni inadempienti.
Occorre, infine, prestare particolare attenzione all'individuazione della platea dei soggetti pubblici e privati interessati dalle misure in maniera di garantire principi di equità e di solidarietà, tenuto conto che l'entità delle risorse stanziate non è tale da coprire interamente l'ammontare dei debiti commerciali della Pubblica amministrazione e tenuto conto del tessuto produttivo industriale italiano.
Gli interventi delineati all'interno della Relazione non sono destinati a finanziare nuove spese, bensì a chiudere posizioni giuridiche perfezionate in esercizi precedenti. Rappresenta, invece, un'eccezione rispetto alla natura delle misure precedentemente enunciate la previsione dell'adozione di disposizioni, anche in deroga ai vincoli finanziari previsti per il 2013, per i cofinanziamenti nazionali dei Fondi strutturali comunitari.
In particolare, con riferimento alle misure appare opportuno che nel provvedimento legislativo che sarà adottato dal Governo siano salvaguardati, nella erogazione dei pagamenti, il principio cronologico dei debiti e l'esigenza di evitare discriminazioni derivanti dalla collocazione territoriale delle imprese creditrici, al fine di non pregiudicare i creditori degli enti locali meno efficienti.
Sempre con riferimento agli enti locali che saranno interessati dalle misure sopra ricordate, in coerenza con il meccanismo introdotto dall'anno 2012 che prevede che gli obiettivi del Patto di stabilità interno siano attribuiti ai singoli enti in base alla loro virtuosità, sarebbe opportuno che il Governo tenga conto di ulteriori e nuovi criteri qualitativi di selezione connessi, ad esempio, a parametri di sana gestione amministrativa e ad indicatori di sostenibilità ambientale e di qualità della vita nei territori interessati.
Inoltre, con riferimento alla difficoltà di accertare l'entità complessiva dei debiti commerciali della Pubblica amministrazione e la natura, di parte corrente o di conto capitale, delle relative spese, appare indifferibile l'adozione di criteri omogenei di contabilizzazione delle transazioni della Pubblica amministrazione in modo da consentire un miglioramento della qualità e della tempestività dei dati statistici.
Con riferimento, infine, al contributo che tale manovra darebbe nell'allentare le tensioni nell'offerta del credito, appare opportuno che il decreto-legge che il Governo vorrà adottare preveda adeguate direttive e strumenti, oltre all'imprescindibile e attesa moral suasion nei confronti degli istituti di credito, affinché gli effetti positivi dell'erogazione dei 40 miliardi di euro si riversino nell'economia reale promuovendo concretamente il benessere dei cittadini e non confluiscano nei mercati finanziari.
È necessario pertanto introdurre meccanismi di pubblicità delle attività di certificazione dei propri debiti svolte dagli enti locali verso lo Stato in modo tale che il cittadino e l'impresa possano controllare che il proprio ente debitore proceda nella certificazione dei propri debiti e dunque si attivi un controllo virtuoso degli enti da parte dei cittadini.
Per tutte le considerazioni esposte, il Gruppo Movimento 5 Stelle ritiene che il Governo si debba impegnare a mettere in atto qualsiasi iniziativa necessaria per superare la situazione di paralisi negli adempimenti contrattuali delle Pubbliche amministrazioni rimuovendo così uno degli ostacoli alla funzionalità di molte delle nostre imprese e, quindi, al superamento della difficile congiuntura economica coerentemente con le priorità evidenziate.

Azzurra Pia Maria CANCELLERI,
Relatore di minoranza.


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