Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di inchiesta parlamentare è volta a istituire, nella XVII legislatura, una Commissione parlamentare di inchiesta sul rispetto degli articoli 3 e 5 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali nelle attività giudiziarie e di polizia, nonché a verificare le modalità con cui è data pratica attuazione al divieto di tortura e di pene o trattamenti inumani o degradanti e sono tutelate la libertà e la sicurezza dei cittadini di fronte alle autorità pubbliche nonché nei casi di privazione della libertà a qualsiasi titolo disposti dalle medesime autorità.
La frammentarietà con cui singoli casi di presunti abusi in danno di cittadini, ovvero di difficoltà operative incontrate dalle Forze di polizia in attività di tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico o di polizia giudiziaria, vengono a conoscenza del Parlamento e dell'opinione pubblica generano reazioni non documentate, che spesso contribuiscono ad alimentare una sensazione di sfiducia nell'operato delle autorità pubbliche o, simmetricamente, portano a chiusure e diffidenze da parte di tali autorità, impegnate in gravosi compiti quotidiani.
D'altro canto il solo accertamento giurisdizionale di eventuali responsabilità di singoli non esaurisce le necessità di conoscere le dinamiche che hanno portato al verificarsi di fatti comunque oggetto di interesse pubblico.
Compete all'istituzione parlamentare superare questa frammentarietà e contribuire, con piena conoscenza dei fatti e dei fenomeni, particolarmente complessi laddove si verta nella materia sensibile dell'equilibrio tra libertà e sicurezza, alla reciproca fiducia tra cittadini e istituzioni.
La Commissione svolgerà la sua attività raccogliendo in forma sistematica informazioni sulle modalità con cui in concreto gli organi giudiziari e di polizia garantiscono il rispetto degli articoli 3 e 5 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali; norme a cui il nostro ordinamento giuridico si richiama in maniera formalmente e sostanzialmente inequivoca e che sono generalmente rispettate, anche grazie a una legislazione ordinaria del tutto chiara nel delineare poteri e procedure della polizia giudiziaria, della polizia di sicurezza e dell'autorità giudiziaria. Pertanto i singoli casi di violazione ben potranno essere evidenziati come eccezioni su cui indagare per evitare che si possano nuovamente verificare; altrettanto si può affermare per le situazioni eccezionali in cui, nello svolgimento di attività di polizia di sicurezza, di polizia giudiziaria o di attività
giudiziaria, si verifichino casi di morte o gravi lesioni personali dei cittadini ad esse sottoposti, ovvero in cui i cittadini, nell'ambito delle medesime attività, siano sottoposti a trattamenti inumani o degradanti o a tortura ai sensi della Convenzione, e fatti salvi gli esiti dei lavori parlamentari sull'atto Camera n. 2168. In tal senso la Commissione potrà accertare quali strumenti organizzativi, formativi e disciplinari le autorità giudiziarie e di polizia abbiano utilizzato e utilizzino per prevenire o sanzionare quelle eccezioni e a quali cause siano riconducibili violazioni attuali o potenziali di norme nazionali o sovranazionali a tutela della libertà, dell'integrità fisica e della dignità del cittadino. Un'altra questione che richiede una raccolta omogenea di dati e una valutazione unitaria è quella dei costi risarcitori o ad altro titolo sostenuti da amministrazioni pubbliche, a seguito di fatti di quel tipo;
l'analisi della riconducibilità di tali fatti a carenze organizzative, nella selezione dei soggetti che agiscono, nell'assegnazione degli stessi a compiti specifici, nella loro formazione o, piuttosto, a carenze o limiti normativi, potrà consentire alla Commissione di proporre interventi, anche alla luce di una verifica comparata tra la situazione dell'Italia e quella dei Paesi membri dell'Unione europea e degli altri Stati esteri a ordinamento democratico.
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