Doc. XVIII, N. 102

COMMISSIONI RIUNITE V (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE) E XIV (POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)

DOCUMENTO FINALE, A NORMA DELL'ARTICOLO 127 DEL REGOLAMENTO, SU:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio e alla Banca centrale europea – Ulteriori tappe verso il completamento dell'Unione economica e monetaria dell'Europa: tabella di marcia (COM(2017) 821 final)

Approvato il 7 febbraio 2018

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  Le Commissioni riunite V e XIV,
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento della Camera dei deputati, la Comunicazione della Commissione europea «Ulteriori tappe verso il completamento dell'Unione economica e monetaria dell'Europa: tabella di marcia» (COM(2017) 821 final);
  premesso che:
   la riforma dell'Unione economica e monetaria è da tempo oggetto di confronto nell'ambito della discussione più generale sulle prospettive future dell'UE;
   la necessità di procedere ad un riassetto normativo dell'UEM discende dal fatto che, attualmente, essa è disciplinata da norme di rango primario (contenute nei Trattati) e da numerose altre norme di rango secondario, a cui nel tempo si sono aggiunti accordi intergovernativi (quali il Trattato cd. Fiscal Compact e il Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità, ESM), nonché misure – anche di natura non legislativa – intese, per un verso, a rafforzare i vincoli di finanza pubblica e, per altro verso, ad introdurre una cornice comune per le politiche economiche degli Stati membri;
   inoltre, da più parti è stato evidenziato che l'attuale assetto dell'UEM non si è rivelato pienamente soddisfacente, anche da un punto di vista sostanziale, giacché non ha consentito di rispondere con tempestività ed efficacia alla più grave crisi economico-finanziaria dal secondo dopoguerra;
   in assenza di efficaci strumenti ordinari, l'UE ha dovuto, infatti, ricorrere a misure eccezionali quali il cosiddetto Piano Juncker e, soprattutto, il programma Quantitave easing della Banca centrale europea, che si sono rivelate utili, ma scontano i limiti della temporaneità e dell'eccezionalità dell'intervento;
   dalla crisi è dunque emerso un quadro tale per cui i divari di sviluppo all'interno dell'UE si sono accentuati e hanno determinato conseguenze negative in termini di distribuzione del reddito, aumento dell'area del disagio sociale e della disoccupazione e crollo verticale degli investimenti;
   il tema dell'aggiornamento e della revisione dell'UEM rappresenta quindi una questione da affrontare il più presto possibile per rispondere alla crescente disaffezione verso la UEM dei cittadini dei paesi più duramente colpiti dalla crisi;
   la Comunicazione in esame prevede, quindi, una scansione temporale degli interventi che la Commissione europea intende porre in essere per aggiornare e riformare l'UEM in base alla quale, in aggiunta al pacchetto in oggetto, entro il 2019 dovrebbero essere approvate in via definitiva le proposte connesse al completamento dell'Unione bancaria e dell'Unione dei mercati dei capitali;
   con riferimento all'Unione bancaria, occorre sottolineare che il negoziato sulla proposta istitutiva di un sistema comune di assicurazione dei depositi bancari risulta bloccato per la pretesa di alcuni Stati membri di modificare preventivamente il regime relativo alla detenzione, nel portafoglio delle banche, di titoli di debito pubblico;
   ulteriori iniziative, già delineate nel documento di riflessione presentato dalla Commissione europea nel 2017, pur essenziali ai fini del rafforzamento dell'UEM, verrebbero addirittura rinviate ad Pag. 3una fase successiva (2019-2025); è questo, in particolare il caso dell'emissione comune di titoli di debito equiparabili ai titoli del Tesoro degli Stati Uniti, della creazione di un Tesoro della zona euro e della semplificazione delle norme del Patto di stabilità e crescita;
  rilevato che:
   la tabella di marcia procrastina eccessivamente l'adozione delle misure che devono ritenersi imprescindibili per assicurare un complessivo riordino dell'UEM che miri a superare le attuali fragilità;
   ciò vale, in particolare, per le proposte connesse all'esigenza di rafforzare la stabilizzazione economico-finanziaria dell'area euro, attraverso strumenti quali l'emissione comune di titoli di debito, l'istituzione di strumenti comuni per sostenere gli investimenti pubblici e per garantire un'assicurazione contro la disoccupazione in caso di shock imprevisti, nonché la creazione di un bilancio specifico per la zona euro, cui si accompagnerebbe l'istituzione di un Tesoro nella stessa area euro;
   il differimento ad una fase successiva di queste misure rischia di produrre un ulteriore irrigidimento delle regole già vigenti e, conseguentemente, una maggiore difficoltà ad attivare strumenti flessibili ed efficaci in risposta a shock imprevisti, accentuando in tal modo i difetti e i limiti emersi in questi anni;
   con riferimento agli obiettivi a lungo termine della tabella di marcia, in particolare le proposte di semplificazione del Patto di stabilità e l'istituzione di un Tesoro della zona euro, appaiono ancora eccessivamente indeterminati finalità e modalità di attuazione degli obiettivi prospettati;
   presenta forti criticità anche l'ipotesi di modificare il trattamento regolamentare dei titoli di Stato, attualmente considerati a rischio zero, a prescindere da regole più generali da adottare sulla base di un accordo globale, volto a garantire parità di condizioni nell'ambito del settore finanziario internazionale e che escluda conseguentemente che si determinino situazioni più gravose a carico del settore finanziario europeo;
   rilevata, altresì, la necessità che il presente documento finale sia trasmesso tempestivamente alla Commissione europea, nell'ambito del cosiddetto dialogo politico, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio,

  esprimono una

VALUTAZIONE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   a) siano rimodulati i termini della tabella di marcia in modo da assicurare la stessa priorità anche alle proposte connesse all'esigenza di rafforzare la stabilizzazione economico-finanziaria dell'area euro, attraverso strumenti quali l'emissione comune di titoli di debito, l'istituzione di strumenti comuni per sostenere gli investimenti pubblici e per garantire un'assicurazione contro la disoccupazione in caso di shock imprevisti; la creazione di un bilancio specifico per la zona euro e la connessa istituzione di un Tesoro nella stessa area euro che agisca in maniera trasparente e sotto pieno controllo democratico;
   b) sia considerato assolutamente imprescindibile un rapido completamento dell'Unione bancaria, con la creazione di un backstop del Single Resolution Fund e l'istituzione di uno schema europeo di assicurazione dei depositi (EDIS);
   c) siano riviste le regole fiscali dell'Eurozona, in particolare le regole elaborate nel 2011, per far sì che esse forniscano i giusti incentivi ad una politica favorevole alla crescita e stimoli adeguati agli sforzi di riforma portati avanti di singoli Stati membri;
   d) si modifichino, in questo contesto, le regole vigenti in materia di disciplina di bilancio per incentivare gli Stati membri a privilegiare gli investimenti rispetto alla Pag. 4spesa corrente, prevedendo lo scorporo dal calcolo del deficit di categorie concordate di investimenti in settori strategici, come il digitale e la ricerca;
   e) sia promossa una più ambiziosa politica degli investimenti a livello europeo, prendendo le mosse dai meccanismi stabiliti dall'EFSI (Piano Juncker), e mettendo a punto un ampio piano di investimenti sociali;
   f) sia prospettata la possibilità di concordare fra Stati membri e UE nuovi partenariati di legislatura per le riforme condivise, la crescita sostenibile e una riduzione sostenibile, graduale e concordata del debito pubblico, con incentivi anche europei per promuovere le riforme (more for more);
   g) sia affrontato il tema del trattamento regolamentare dei titoli di Stato solo previa definizione di regole più generali da adottare sulla base di un accordo globale, volto a garantire parità di condizioni nell'ambito del settore finanziario internazionale, in modo da escludere che si determinino situazioni più gravose a carico del settore finanziario europeo.