Doc. XVIII, N. 98

COMMISSIONI RIUNITE VIII (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI) E X (ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

DOCUMENTO FINALE, A NORMA DELL'ARTICOLO 127 DEL REGOLAMENTO SU:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell'economia blu nel Mediterraneo occidentale (esame COM(2017)183 final)

Approvato il 15 novembre 2017

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Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell'economia blu nel Mediterraneo occidentale (esame COM(2017)183 final)

  Le Commissioni VIII (Ambiente) e X (Attività produttive),
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, la comunicazione «Iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell'economia blu nel Mediterraneo occidentale» (COM(2017)183);
  premesso che:
   la comunicazione in esame si affianca alla Strategia a lungo termine avviata dalla Commissione europea nel 2012 per una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo (economia blu), la quale registra un valore aggiunto di circa 500 miliardi di euro l'anno. La Strategia individua cinque settori con potenziale elevato per l'occupazione e la crescita (acquacoltura, turismo, biotecnologia marina, energia oceanica, estrazione dai fondali marini) e afferma la necessità di adottare approcci su misura relativamente ai sette bacini marittimi europei (Mar Mediterraneo, Mari Adriatico e Ionio, Oceano Artico, Oceano Atlantico, Mar Baltico, Mar Nero e Mare del Nord), al fine di soddisfare le esigenze di ogni singolo bacino e incoraggiare i Paesi coinvolti a lavorare insieme;
   va sicuramente apprezzato lo sforzo delle istituzioni europee di individuare alcune priorità, sulla base di una logica strategica e sistematica, allo scopo di rafforzare le prospettive di sviluppo di questa area geografica, puntando sulle vocazioni delle realtà territoriali interessate valorizzandone le potenzialità attraverso un uso più razionale delle risorse disponibili e focalizzando gli interventi su specifici obiettivi in modo da evitare la frammentazione e le dispersioni;
   in tale contesto, l'iniziativa in esame è destinata in particolare al sottobacino del Mediterraneo occidentale per il quale la Commissione europea intende promuovere una serie di azioni prioritarie al fine di: garantire maggiore sicurezza e protezione nello spazio marittimo; promuovere una crescita blu sostenibile e la creazione di posti di lavoro; preservare gli ecosistemi e la biodiversità;
   secondo la Commissione europea, l'economia marittima della regione del Mediterraneo occidentale ha un enorme potenziale di sviluppo in diversi settori in quanto comprende importanti poli di attività economica e destinazioni turistiche e dispone di 200 porti e terminali dove transitano quasi il 40 per cento di tutte le merci (in termini di valore) del Mediterraneo. Inoltre, costituisce un hotspot di biodiversità, con 481 zone marine protette e rappresenta una ricca zona di pesca, con oltre il 30 per cento del valore totale degli sbarchi in prima vendita nel Mediterraneo e oltre 36.000 posti di lavoro diretti sui pescherecci;
   ciononostante, la regione del Mediterraneo occidentale si trova ad affrontare una serie di sfide che vanno ad aggiungersi alla sua instabilità geopolitica generale e in particolare: una crisi economica e finanziaria persistente, con un elevato tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile; la crescente urbanizzazione delle zone costiere, che pregiudica la tutela delle coste; l'eccessivo sfruttamento degli stock ittici; l'inquinamento marino; la crisi dei rifugiati;
   secondo la Commissione europea, inoltre, il cambiamento climatico incide pesantemente sulla regione e soprattutto Pag. 3l'innalzamento del livello del mare rappresenta una grave minaccia per gli ecosistemi e per le economie delle zone costiere. Infine, la crescita demografica e l'invecchiamento della popolazione, la migrazione e la crescente globalizzazione potrebbero aggravare lo scenario esistente;
   l'iniziativa è stata lanciata dalla Commissione europea in accordo con l'Unione per il Mediterraneo (UpM) e mira a rafforzare il coordinamento e la cooperazione transfrontaliera nella regione. Coinvolge attualmente dieci Paesi dell'area del Mediterraneo occidentale: cinque Stati membri dell'UE (Francia, Italia, Portogallo, Spagna e Malta) e cinque Paesi terzi (Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia) ed è aperta alla partecipazione di altri partner;
   il coordinamento operativo sarà assicurato da una task force WestMED dell'Unione per il Mediterraneo e comprenderà punti di contatto nazionali dei ministeri competenti, della Commissione europea e del segretariato dell'Unione per il Mediterraneo. Alla task force potrebbero essere invitati a partecipare anche rappresentanti delle organizzazioni regionali esistenti del Mediterraneo. Inoltre, viene stabilito che i Governi dei Paesi interessati controllino, riferiscano alla task force, valutino i progressi compiuti a livello nazionale e forniscano orientamenti in materia di attuazione;
   l'iniziativa mira inoltre a un uso coordinato e più efficace degli strumenti finanziari, anche avvalendosi della piattaforma di investimento per il vicinato recentemente istituita dall'UE nell'ambito del Piano europeo per gli investimenti esterni (PIE), che si propone di mobilitare investimenti privati combinando strumenti esistenti con una nuova garanzia nel contesto del nuovo Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), che sarà composto da due piattaforme regionali di investimento per l'Africa e per il vicinato dell'UE;
   per quanto riguarda l'obiettivo di uno spazio marittimo più sicuro e protetto, la Commissione europea preannuncia una serie di azioni al fine di raggiungere due obiettivi principali: la copertura completa del sistema di identificazione automatica entro il 2018 per condividere un maggior numero di dati di monitoraggio del traffico marittimo a livello regionale; il rafforzamento della sorveglianza alle frontiere grazie al coinvolgimento dei Paesi vicini nella rete Seahorse per il Mediterraneo entro il 2018;
   per quanto concerne l'obiettivo di un'economia blu intelligente e resiliente, la Commissione europea preannuncia una serie azioni al fine di conseguire quattro risultati principali: includere i Paesi del Mediterraneo occidentale nell'iniziativa BLUEMED e nella sua agenda strategica di ricerca entro il 2017; aumentare del 25 per cento il numero di porti e porti turistici eco-certificati entro il 2022; aumentare del 20 per cento il valore della produzione acquicola sostenibile entro il 2022; aumentare del 20 per cento il numero di presenze turistiche fuori stagione entro il 2022;
   circa l'obiettivo di una migliore governance del mare, la Commissione europea preannuncia una serie di azioni al fine di raggiungere sei risultati principali: garantire che la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere e i relativi meccanismi di attuazione coprano il 100 per cento delle acque soggette a giurisdizione nazionale e il 100 per cento dei litorali entro il 2021; garantire che almeno il 10 per cento delle zone costiere e marine sia coperto da zone marine protette e da altre efficaci misure di conservazione basate sul territorio entro il 2020; ridurre del 20 per cento i rifiuti marini depositati sulle spiagge entro il 2024; includere i Paesi del Mediterraneo meridionale nella rete EMODNET entro il 2020; adoperarsi affinché tutti gli Stati dispongano di un quadro giuridico adeguato e delle capacità umane e tecniche necessarie per far fronte alle loro responsabilità in materia di controllo e di ispezione della pesca in qualità di Stati di bandiera, Stati costieri e Stati di approdo Pag. 4entro il 2020; garantire che il 100 per cento dei principali stock del Mediterraneo sia oggetto di un'adeguata raccolta dei dati e di valutazioni scientifiche periodiche e venga gestito mediante un piano di pesca pluriennale entro il 2020;
   ricordato che nel decreto legislativo n. 145 del 2015 recante «Attuazione della direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e che modifica la direttiva 2004/35/CE», all'articolo 4, comma 7, il Governo ha recepito la condizione formulata nel parere espresso dalle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive nella seduta del 4 agosto 2015, nella quale si chiedeva la previsione di un riferimento alle aree marine protette al fine di assicurare l'effettiva tutela degli ecosistemi marini e costieri e di garantire l'effettiva valutazione delle capacità tecnico-finanziarie degli operatori in caso di grave inquinamento delle aree più sensibili;
   rilevata la necessità che il presente documento finale sia trasmesso tempestivamente alla Commissione europea, nell'ambito del cosiddetto dialogo politico, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio,

  esprimono una

VALUTAZIONE POSITIVA,

  con le seguenti osservazioni:
   a) appare necessario definire con precisione, in modo da evitare incertezze ed equivoci, l'ambito geografico corrispondente al Mediterraneo occidentale, posto che almeno due dei Paesi interessati (Libia e Malta) potrebbero collocarsi più correttamente nel Mediterraneo centrale;
   b) considerata l'ampiezza e la varietà degli obiettivi previsti, appare opportuno corredare la comunicazione di uno studio di impatto che quantifichi anche i fabbisogni finanziari per la realizzazione di ciascuna delle priorità indicate, confrontandoli con le risorse a disposizione e con quelle complessivamente attivabili, anche per valutare poi se esistono margini sufficienti a valere sui fondi e sulle disponibilità finanziarie;
   c) inoltre, poiché in alcuni casi le azioni indicate sembrerebbero non comportare la necessità di individuare nuove risorse finanziarie in quanto realizzabili a valere su disponibilità già esistenti, appare opportuno escludere che la previsione dell'utilizzo di fondi già iscritti a bilancio (Horizon 2020, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE), lo Strumento europeo di vicinato (ENI), lo Strumento per la cooperazione allo sviluppo (DCI), il Meccanismo per collegare l'Europa (CEF), il Programma per la competitività delle imprese e delle PMI (COSME), il Programma per l'ambiente e l'azione per il clima (LIFE), il Fondo verde per il clima (GCF) e i fondi nazionali) possa pregiudicare la realizzazione di programmi già avviati, che andrebbero conseguentemente definanziati;
   d) occorre valutare se la soluzione prospettata di affidare i compiti operativi ad una task force da istituire nell'ambito dell'Unione per il Mediterraneo, che evidentemente si intende valorizzare in quanto partner dell'iniziativa, risponda pienamente all'esigenza di efficacia e di rapidità delle funzioni che tale organismo dovrebbe svolgere. Non appare peraltro chiaro se l'intervento della Commissione europea, che riferirebbe alle altre istituzioni dell'UE, dovrà basarsi sul lavoro istruttorio svolto dalla task force oppure procederà del tutto autonomamente; appare comunque opportuno prevedere nell'ambito della task force il coinvolgimento di tutti i centri di ricerca e delle università di eccellenza che possono fornire un contributo di analisi e di proposte, quali le università di biologia marina e biotecnologia marina;
   e) per quanto concerne il primo degli obiettivi indicati (uno spazio marittimo più sicuro e protetto), occorre procedere in tempi rapidi a tradurre concretamente sul Pag. 5piano operativo alcune delle iniziative recentemente adottate, in particolare dall'UE, quali la costituzione della Guardia costiera e di frontiera europea e la realizzazione di partenariati operativi con i Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo per prevenire e contenere i flussi migratori verso la sponda settentrionale;
   f) occorre, inoltre, assicurare un rafforzamento degli scambi di dati ed informazioni sul traffico marittimo, che appare in molte aree addirittura congestionato, anche al fine di prevenire e ridurre i danni dell'inquinamento marittimo, spesso provocati dagli incidenti occorsi;
   g) per quanto concerne il secondo degli obiettivi indicati (un'economia blu intelligente e resiliente), occorre promuovere la definizione di interventi volti a prevenire e contrastare l'erosione delle coste, individuare e attivare tutti gli strumenti più efficaci e rapidi per promuovere un rinnovo delle flotte, in particolare delle imbarcazioni utilizzate per la pesca, così come aggiornare e modernizzare le strutture per l'accoglienza turistica, anche attraverso forme di partenariato tra le due sponde della regione e la definizione di pacchetti condivisi di servizi turistici;
   h) sarebbe inoltre opportuno individuare programmi specifici, con relative risorse finanziarie, volti a promuovere l'ammodernamento, il potenziamento e la realizzazione di nuovi porti turistici, nel rispetto delle compatibilità ambientali, in modo tale da favorire un aumento delle presenze nelle località di turismo costiero;
   i) con riferimento ai profili di governance del mare, appare sicuramente condivisibile l'obiettivo che la Commissione europea si prefigge di creare un assetto istituzionale che garantisca una maggiore efficacia degli interventi e delle strategie, senza tuttavia pregiudicare le competenze e le conoscenze tecniche specifiche. A tal fine, potrebbe risultare opportuno pervenire ad una semplificazione degli assetti attraverso l'individuazione di moduli organizzativi che promuovano un effettivo coordinamento fra le diverse amministrazioni competenti evitando incoerenze, sovrapposizioni e conflitti.