Doc. XVIII, N. 75

COMMISSIONI RIUNITE XI (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO) E XII (AFFARI SOCIALI)

DOCUMENTO FINALE, A NORMA DELL'ARTICOLO 127 DEL REGOLAMENTO SU:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa all'istituzione di un pilastro europeo dei diritti sociali, corredata dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Quadro di valutazione della situazione sociale (COM(2017) 250 final e SWD (2017) 200 final e SWD (2017) 201 final e la proposta di proclamazione interistituzionale sul pilastro europeo dei diritti sociali (COM(2017) 251 final)

Approvato il 18 luglio 2017

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Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Istituzione di un pilastro europeo dei diritti sociali, corredata dai relativi documenti di lavoro dei servizi della Commissione (COM(2017) 250 final, SWD (2017) 200 final e SWD (2017) 201 final)

Proposta di proclamazione inter-istituzionale sul pilastro europeo dei diritti sociali (COM (2017) 251 final)

DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni riunite XI (Lavoro pubblico e privato) e XII (Affari sociali),
   esaminate, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento della Camera dei deputati, la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, relativa all'istituzione di un Pilastro europeo dei diritti sociali (COM(2017) 250 final) e la proposta di proclamazione inter-istituzionale sul Pilastro europeo dei diritti sociali (COM (2017) 251 final);
   premesso che:
    l'impatto della globalizzazione, della rivoluzione digitale, del mutamento dell'organizzazione del lavoro e degli andamenti demografici, con particolare riferimento all'aumento della speranza di vita, all'invecchiamento della popolazione e all'incremento dei flussi migratori, hanno modificato significativamente gli scenari sociali;
    la crisi economico-finanziaria più grave dal secondo dopoguerra e l'aumento della concorrenza delle cosiddette economie emergenti hanno innescato dinamiche recessive dalle quali molti Paesi europei, specie dell'area dell'euro, faticano ad uscire;
    tali processi hanno aggravato i divari tra i diversi Stati membri, accentuando allo stesso tempo le diseguaglianze all'interno di ciascuno di essi e ampliando l'area della precarietà e del disagio sociale;
    particolarmente allarmante è l'andamento dei dati relativi alla quota di popolazione a rischio povertà. Si stima, infatti, che quasi un quarto della popolazione dell'Unione europea sia a rischio di povertà o di esclusione sociale, nonostante gli obiettivi prospettati al riguardo dalla Strategia Europa 2020;
    per fronteggiare efficacemente le difficoltà e i disagi sociali che tanta parte dei cittadini europei stanno affrontando è in primo luogo necessario recuperare tassi di crescita più consistenti e creare le condizioni per un'occupazione di qualità e tendenzialmente stabile, in particolare investendo nel capitale umano attraverso la formazione e l'educazione, in modo da consentire alle persone di sviluppare appieno il loro potenziale;
    circa la parità di genere, nonostante i progressi realizzati, persistono significativi divari con riferimento alle retribuzioni e al tasso di occupazione della popolazione femminile;
    l'iniziativa della Commissione europea si compone di una comunicazione e di una proposta di proclamazione inter-istituzionale: quest'ultima dovrebbe costituire un atto solenne diretto a valorizzare, attraverso l'impegno condiviso delle varie istituzioni europee, la natura strategica del Pag. 3Pilastro europeo dei diritti sociali (di seguito «Pilastro»), sul modello della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
    con l'iniziativa in oggetto, la Commissione europea stabilisce un quadro orientativo di riferimento per l'azione futura degli Stati membri partecipanti, ai quali è demandata in via prioritaria l'attuazione del Pilastro, che si basa, in particolare, su venti principi e diritti fondamentali suddivisi in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; condizioni di lavoro eque; protezione sociale e inclusione;
    la Commissione europea afferma che per l'attuazione del Pilastro si potranno utilizzare il Fondo sociale europeo, così come i programmi operativi 2014-2020 nell'ambito dei Fondi strutturali e di investimento e di altri programmi finanziari (l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, Erasmus plus, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e il Fondo di aiuti europei agli indigenti); il Pilastro costituirà, inoltre, un riferimento per la programmazione finanziaria dell'Unione europea successiva al 2020;
    il Pilastro è concepito principalmente per gli Stati dell'eurozona, ma è applicabile a tutti gli Stati membri dell'Unione europea che desiderino aderirvi;
    merita apprezzamento la scelta di accompagnare il Pilastro con un quadro di valutazione di indicatori chiave per vagliare i risultati occupazionali e sociali degli Stati membri partecipanti, attraverso un documento di benchmarking, il cosiddetto Social scoreboard, che sarà, inoltre, strettamente collegato al Semestre europeo e confluirà nel Rapporto congiunto sull'occupazione (JER), pubblicato insieme all'Analisi annuale per la crescita (AGS);
    richiamato il documento finale (Doc. XVIII, n. 55), approvato il 21 dicembre 2016, a conclusione dell'esame della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Avvio di una consultazione su un pilastro europeo dei diritti sociali» e relativo allegato «Prima stesura del pilastro dei diritti sociali» (COM(2016) 127 final e COM(2016) 127 final – Annex 1);
    rilevata la necessità che il presente documento finale sia trasmesso tempestivamente alla Commissione europea, nell'ambito del cosiddetto dialogo politico, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio,
   esprimono una

VALUTAZIONE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) la costruzione di un'Europa più attenta ai profili sociali, correggendo alcune delle gravi iniquità accentuatesi negli ultimi anni, rappresenta una priorità fondamentale, anche per rafforzare la legittimazione del processo di integrazione europea e fronteggiare il crescente euroscetticismo; a tal fine, il Pilastro non deve ridursi a una mera elencazione di enunciazioni di principio prive di conseguenze di carattere giuridico e di misure da assumere in futuro, sia da parte degli Stati membri che delle Istituzioni europee, a seconda delle rispettive competenze;
   b) è necessario che il Pilastro assuma, all'interno delle politiche dell'Unione europea, una valenza e un'efficacia pari a quelle delle regole relative alla finanza pubblica. In particolare, i parametri e gli indicatori sociali in materia di riduzione della percentuale di popolazione a rischio di povertà e del tasso di disoccupazione, ovvero di miglioramento delle competenze e di sviluppo della formazione e dell'istruzione, dovrebbero acquisire, nell'ambito delle procedure del Semestre europeo, valore vincolante al pari degli obiettivi di finanza pubblica, avvalendosi a tal fine del quadro di valutazione che accompagna il Pilastro, volto a monitorare i progressi compiuti;Pag. 4
   c) occorre anche introdurre un obbligo di procedere a valutazioni di impatto sociale per i pacchetti di riforme proposti dai programmi nazionali di riforma (PNR), per le raccomandazioni specifiche per Paese (RSP) e per le iniziative più rilevanti adottate dall'Unione europea suscettibili di produrre conseguenze sul piano economico-sociale;
   d) occorre valutare, in questo contesto, l'opportunità di introdurre un meccanismo redistributivo da utilizzare in caso di shock asimmetrici, che contempli le conseguenze sociali delle attuali politiche economiche ed eviti che le ripercussioni siano interamente a carico dei singoli Stati membri, verificando in tale ambito la proposta italiana di costituzione di un «Sussidio europeo di disoccupazione» (European Unemployment Benefit Scheme), volto a sostenere la tenuta sociale nei Paesi colpiti da gravi crisi economiche, al fine di limitarne gli effetti, ovvero la proposta di un fondo di adeguamento avanzata da alcuni Stati;
   e) occorre applicare un regime favorevole agli investimenti sociali nell'ambito delle regole del Patto di stabilità e crescita e della valutazione dei disavanzi pubblici individuando ambiti e obiettivi di investimento in cui far valere una vera e propria golden rule circa gli obiettivi sociali qualificanti il Pilastro, tra i quali il contrasto della povertà e la disoccupazione di lungo periodo, la formazione, l'occupabilità giovanile e femminile;
   f) si rende necessario integrare il Pilastro con obiettivi più stringenti e qualificanti circa l'accoglienza e l'integrazione dei rifugiati e, più in generale, dei migranti, assicurando un approccio europeo comune e politiche coerenti a livello nazionale, superando l'attuale carenza di risorse finanziarie e di solidarietà tra gli Stati membri;
   g) per quanto riguarda i fondi e i programmi finanziari indicati dalla Commissione europea nella proposta di Pilastro, occorre valutare se essi siano adeguati agli ambiziosi obiettivi del Pilastro stesso, insieme alle risorse che eventualmente saranno stanziate dagli Stati membri, cui compete in larga parte provvedere in tal senso. Un'autonoma, distinta e adeguata capacità di finanziamento del Pilastro da parte dell'Unione europea è, infatti, cruciale, considerando che le disponibilità dei diversi Stati membri non sono omogenee e che proprio i Paesi che presentano più marcate difficoltà a garantire non solo gli standard corrispondenti alle migliori pratiche, ma anche valori prossimi a quelli medi dell'Unione europea, dispongono di minori risorse e di spazi di manovra ridotti sul piano finanziario a causa degli stringenti vincoli di bilancio che li riguardano; occorre valutare, in sostanza, se, in assenza di queste precondizioni relative allo stanziamento di risorse nell'ambito del bilancio dell'Unione europea e alla definizione di spazi finanziari per i bilanci dei singoli Stati, non si corra il rischio di andare nella direzione di un'accentuazione dei divari tra i diversi Paesi, piuttosto che di una tendenziale e progressiva armonizzazione delle condizioni registrate a livello nazionale.