Doc. XVIII, N. 49

COMMISSIONI RIUNITE IX (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI) E X (ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

DOCUMENTO FINALE, A NORMA DELL'ARTICOLO 127 DEL REGOLAMENTO SU:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Iniziativa europea per il cloud computing – Costruire un'economia competitiva dei dati e della conoscenza in Europa (COM(2016)178 final)

Approvato il 28 settembre 2016

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DOCUMENTO FINALE APPROVATO

   Le Commissioni IX e X,
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento della Camera dei deputati, la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni – Iniziativa europea per il cloud computing – Costruire un'economia competitiva dei dati e della conoscenza in Europa (COM(2016)178 final),
  considerato che:
   il cloud computing può offrire molteplici vantaggi ai consumatori, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni, in termini di riduzione dei costi, più agevole accesso alle informazioni e ai contenuti online, possibilità di condividere contenuti, gestione di progetti in collaborazione e offerta di servizi e prodotti innovativi e di qualità;
   la capacità di analizzare e utilizzare i big data ha un notevole impatto sull'economia e sulla società, offrendo opportunità di innovazioni in campo industriale e sociale; in tale ottica, un aspetto fondamentale è rappresentato dal cambiamento nell'approccio alla ricerca scientifica, che si avvia rapidamente versa la realtà di una scienza aperta;
   basandosi sui risultati della Strategia europea per il cloud computing, la Commissione europea stima che l'attuazione di politiche a sostegno del cloud pubblico potrebbe comportare un aumento del PIE europeo di 250 miliardi di euro nel 2020, a fronte di una previsione di 88 miliardi di euro in assenza di tecnologie cloud, con una ricaduta positiva anche in termini di 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro;
   l'UE presenta gravi ritardi rispetto ad altre regioni a livello mondiale, in particolare nei confronti di Stati Uniti, Cina, Giappone, Russia e India, che stanno progredendo rapidamente sul versante dell'offerta di infrastrutture ad alte prestazioni e di potenza di calcolo, e corre il rischio di arretratezza e carenza di know-how strategico;
   in conseguenza di tali ritardi, i dati prodotti dalla ricerca e dall'industria dell'UE sono spesso trattati altrove, per cui i ricercatori europei sono spesso spinti verso luoghi in cui disporre in tempi brevi di elevate capacità di dati e di calcolo;
   l'iniziativa in oggetto è volta alla creazione di un Open Science Cloud europeo, ossia uno spazio di archiviazione accessibile via internet, per offrire a ricercatori e professionisti un ambiente virtuale aperto e fruibile gratuitamente per l'archiviazione, la gestione, l'analisi e il riutilizzo dei dati della ricerca, a livello trasversale tra paesi e discipline scientifiche;
   attraverso l'iniziativa in esame si intende rendere più semplice, meno costoso e più efficiente l'accesso ai dati scientifici e si pongono le basi per la creazione di nuove opportunità di mercato e nuove soluzioni anche in altri settori, come la sanità, l'ambiente e i trasporti;
   l'obiettivo finale prospettato dalla comunicazione è mettere a disposizione di ogni centro di ricerca, di ogni progetto e di ogni ricercatore nell'UE una capacità di supercalcolo, di archiviazione e di analisi dei dati competitiva a livello mondiale, fattore indispensabile per avere successo nel sistema innovativo globale basato sui dati;Pag. 3
   il cloud europeo per la scienza intende conferire all'UE un ruolo guida nella infrastrutturazione per i dati scientifici e può rappresentare un'opportunità per rivitalizzare il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e di incoraggiare la concorrenza in un settore dominato dalle grandi compagnie americane;
   in tale ambito, è fondamentale creare un ambiente sicuro e affidabile, in cui devono essere garantite la tutela della vita privata e la protezione dei dati fin dalla fase di progettazione, sulla base di norme tecniche riconosciute;
   l'estensione della base di utenti del cloud europeo per la scienza aperta e dell'infrastruttura europea dei dati al settore pubblico costituirà il presupposto per l'adozione di servizi basati sul cloud computing da parte delle pubbliche amministrazioni europee;
   gli investimenti pubblici e privati necessari per realizzare l'iniziativa europea per il cloud sono stimati in 6,7 miliardi di euro, di cui 2 miliardi nel quadro di Horizon 2020 e 4,7 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati aggiuntivi, nell'arco di cinque anni;
   la proposta della Commissione europea ha carattere sperimentale, in vista di una più ampia diffusione del cloud, a tal fine saranno oggetto di valutazione con gli Stati membri disposizioni supplementari volte a estendere il sostegno al cloud europeo per la scienza aperta oltre Horizon 2020;
   la Commissione stima che, nel tempo, l'iniziativa consentirà di generare entrate proprie in corrispondenza della sua diffusione nella comunità scientifica, nelle start-up innovative e nel settore pubblico;
   rilevata la necessità che il presente documento finale sia trasmesso tempestivamente alla Commissione europea, nell'ambito del cosiddetto dialogo politico, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio,
   esprimono una valutazione positiva,
  con le seguenti osservazioni:
   a) tenuto conto degli ingenti costi che l'iniziativa in esame comporta sia a carico del bilancio UE sia dei singoli Stati membri, nonché di soggetti privati, appare opportuno disporre di un'accurata e puntuale valutazione comparata degli oneri non irrilevanti e dei vantaggi potenziali che gli investimenti prospettati potrebbero comportare, da una parte, in termini d'impatto concreto sulla ricerca scientifica, oltre che sugli altri utenti potenzialmente interessati (consumatori, imprese e pubbliche amministrazioni), e, dall'altra, sul piano dell'innovazione e dell'avanzamento tecnologico dell'economia europea;
   b) allo stesso tempo, occorre effettuare una valutazione della sostenibilità finanziaria del progetto sia per quanto riguarda l'impiego di risorse di Horizon 2020 (considerato che non viene precisato a valere su quali programmi specifici si realizzerebbero gli investimenti necessari al finanziamento dell’European open science cloud) sia relativamente alle altre fonti di finanziamento individuate: il meccanismo per collegare l'Europa (CEF); i Fondi strutturali e d'investimento europei; il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), verificando che non si tratti di risorse già destinate ad altri progetti, che altrimenti correrebbero il rischio di essere definanziati; nel contempo, per la realizzazione del progetto in esame sarebbe opportuno un maggiore utilizzo delle competenze e delle potenzialità della BEI;
   c) l'iniziativa propone di modificare le strutture degli incentivi per il mondo accademico, l'industria e i servizi pubblici, affinché condividano i propri dati, senza però fornire elementi puntuali sulle modifiche che si intendono apportare né sulla natura e le fonti di finanziamento degli incentivi; in merito, sarebbe pertanto utile disporre di un'analisi comparata completa che consenta anche di individuare e valorizzare le best practices.