Doc. XVIII, N. 45

X COMMISSIONE (ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

DOCUMENTO FINALE, A NORMA DELL'ARTICOLO 127 DEL REGOLAMENTO, SU:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa COM(2016) 155 final

Approvato il 19 luglio 2016

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Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa COM(2016) 155 final.

DOCUMENTO FINALE APPROVATO

La X Commissione,
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento della Camera dei deputati, la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti «Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa» (COM(2016) 155);
   considerati gli elementi utili di informazione e di valutazione acquisiti con le audizioni svolte;
   preso atto del parere della XIV Commissione approvato il 29 giugno 2016;

  considerato che:
   il comparto siderurgico continua a costituire uno dei pilastri delle attività produttive, dal momento che l'acciaio è tra i materiali di base più utilizzati nelle costruzioni, nei trasporti, nelle infrastrutture e nell'industria, così come, per quanto riguarda gli sviluppi più recenti, nella realizzazione di impianti energetici da fonti rinnovabili;
   una siderurgia competitiva è di fondamentale importanza per la competitività dell'industria europea e può risultare decisiva per portare il contributo alla formazione del PIL del settore manifatturiero al 20% entro il 2020, in linea con l'obiettivo che l'UE si è data;
   presidiare il comparto siderurgico in Europa appare necessario non soltanto per l'incidenza che l'acciaio riveste nei processi produttivi e per evitare che l'Europa dipenda dalle importazioni dall'estero ma anche per l'elevato contenuto tecnologico che lo contraddistingue, considerato che l'UE è all'avanguardia nelle produzioni di alta gamma;
   la siderurgia europea si contraddistingue anche per gli elevati standard ambientali già conseguiti in comparazione con quelli di altri paesi;
   il progresso tecnologico offre notevoli margini per ridurre ulteriormente l'impatto sull'ambiente della produzione di acciaio, incrementando il riutilizzo dei rottami d'acciaio, che vedono già l'Unione europea leader mondiale del riciclaggio dell'acciaio;
   da questo punto di vista, l'Italia è uno dei paesi più virtuosi dal momento che nel nostro paese soltanto il 35% della produzione scaturisce dal ciclo integrale (che comporta impianti di maggiori dimensioni, disponibilità di minerale e ingenti finanziamenti) mentre la quota maggiore è prodotta con il forno elettrico da impianti più piccoli e flessibili che utilizzano il rottame ed hanno un minor impatto ambientale;
   per il perseguimento degli obiettivi che la Commissione europea si propone di realizzare occorre, quindi, porre in essere tutte le iniziative utili ad invertire la tendenza alla progressiva diminuzione della quota detenuta dall'UE nella produzione mondiale di acciaio: tra il 2004 e il 2015 la quota dell'UE sulla produzione mondiale è passata dal 19% al 10%. Nel periodo compreso tra il 2008 e il 2014 sono andati perduti oltre 80.000 posti di Pag. 3lavoro; al contrario sono enormemente cresciute le quote detenute da Cina, India e Corea del Sud;
   ciò nonostante, l'UE resta, dopo la Cina, il secondo produttore mondiale di acciaio: il settore ha un fatturato annuo di 166 miliardi di euro e genera l'1,3% del PIL europeo, con 328.000 posti di lavoro diretti e 500 stabilimenti in 23 Stati membri;
   il settore subisce le conseguenze, oltre che della sovrapproduzione a livello globale, anche delle pratiche commerciali sleali, in particolar modo dalla Cina, che esporta sottocosto prodotti sovvenzionati;
   a tale proposito, costituisce un significativo progresso l'approvazione del regolamento di esecuzione UE 2016/670 della Commissione del 28 aprile 2016, che prevede l'introduzione di una vigilanza unionale preventiva sulle importazioni di determinati prodotti siderurgici originari di alcuni Paesi terzi;
   per tutti questi motivi merita apprezzamento l'iniziativa adottata dalla Commissione europea di dedicare al comparto una strategia volta ad affrontare coerentemente e complessivamente i diversi profili di criticità;
   rilevata l'esigenza che il presente documento sia trasmesso alle Istituzioni europee nell'ambito del dialogo politico,

delibera di esprimere una valutazione positiva,

con le seguenti osservazioni:
    a) per quanto concerne le politiche commerciali, appare necessario che l'Unione europea assuma un atteggiamento più deciso e incisivo per reagire alla concorrenza sleale e dannosa praticata da alcuni Paesi. L'attuazione delle misure di difesa commerciale deve diventare – oltre che più efficace – anche più rapida, considerando che attualmente si richiedono in Europa tempi molto più lunghi di quelli necessari, per l'adozione di misure analoghe, negli Stati Uniti d'America. A tale proposito, occorre superare la fase di stallo che in sede di Consiglio impedisce l'approvazione della proposta di regolamento sulla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale che la Commissione europea ha presentato nel 2013 e che prevede, tra l'altro, l'imposizione di dazi più elevati sulle importazioni in caso di distorsioni strutturali a livello di materie prime e nei casi di sovvenzioni. Si tratta di eliminare la «regola del dazio inferiore» che le disposizioni OMC non impongono e che altre regioni, quali gli USA, non applicano;
    b) più in generale, si rileva la necessità di una riforma complessiva degli strumenti di difesa commerciale dell'Unione europea per garantire all'industria dell'UE condizioni di effettiva parità con la Cina e con gli altri partner commerciali, in conformità con le norme dell'OMC;
    c) si concorda con l'obiettivo di istituire gruppi di contatto sull'acciaio con tutti i maggiori paesi produttori, al fine di affrontare sistematicamente le questioni della sovraccapacità globale, delle sue cause e degli interventi strutturali necessari nonché le strategie per superare la concorrenza sleale;
    d) per le medesime ragioni, anche con riferimento al comparto dell'acciaio, occorre soprassedere sull'attribuzione alla Cina dello status di economia di mercato finché il paese non dimostri di rispettare le regole del commercio internazionale, in linea con la risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 12 maggio scorso;
    e) per favorire la modernizzazione dell'industria siderurgica europea, sembra necessario il ricorso ad incentivi, cui potrebbe eventualmente accompagnarsi la revisione della disciplina sugli aiuti di Stato, per interventi di ristrutturazione finalizzati all'adeguamento e non alla chiusura di impianti produttivi;
    f) per fare fronte ai considerevoli oneri che possono derivare dai progetti di adeguamento e messa in sicurezza degli impianti esistenti occorre utilizzare tutte Pag. 4le risorse a disposizione – ivi compreso un auspicabile maggiore contributo della BEI – e la riconfigurazione degli aiuti di Stato per promuovere:
  – l'innovazione tecnologica, attraverso le attività di ricerca, lo sviluppo e l'utilizzo di tecnologie più avanzate e gli incentivi alla formazione di competenze tecniche, scientifiche ed ingegneristiche più evolute;
  – l'adozione di tecniche di produzione a minor impatto ambientale, in particolare negli impianti a ciclo integrale (altiforni), molti dei quali risalgono a diversi anni fa;
  – la conversione ovvero la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di acciaio mediante impiego di rottami e materie seconde piuttosto che materie prime, per evitare sprechi e ridurre i costi;
    g) per gli stessi motivi, devono al più presto trovare soluzione i problemi emersi in relazione ai rilievi che la Commissione europea ha avanzato in merito al programma di risanamento e messa in sicurezza ambientale dello stabilimento dell'ILVA di Taranto;
    h) occorre inoltre che la riforma del sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE, attualmente all'esame delle istituzioni europee, non imponga oneri aggiuntivi per il settore siderurgico, che i concorrenti negli Stati senza scambio di quote di emissione non devono sostenere;
    i) l'esigenza di puntare sull'innovazione tecnologica e sul miglioramento dei processi produttivi comporta anche una particolare attenzione alla valorizzazione delle risorse umane, per riconvertire gli occupati e per utilizzare al meglio, attraverso l'aggiornamento e la formazione dei dipendenti, il patrimonio costituito dalla elevata qualità professionale del personale del settore. A tal fine occorre potenziare gli strumenti e gli aiuti ammessi per il settore, con particolare riguardo al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione semplificandone nel contempo l'accesso.

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ALLEGATO

PARERE DELLA XIV COMMISSIONE (POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)

  La XIV Commissione Politiche dell'Unione europea,
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento della Camera dei deputati, la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti «Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa» (COM(2016) 155);

  considerato che:
   il comparto siderurgico continua a costituire uno dei pilastri delle attività produttive e che una siderurgia competitiva è di fondamentale importanza per l'industria europea e può risultare decisiva per portare il contributo alla formazione del PIL del settore manifatturiero al 20 per cento entro il 2020, in linea con l'obiettivo che l'UE si è data;
   la siderurgia europea si contraddistingue peraltro per gli elevati standard ambientali conseguiti in comparazione con quelli di altri paesi;
   inoltre, il progresso tecnologico offre notevoli margini per ridurre ulteriormente l'impatto sull'ambiente della produzione di acciaio, incrementando il riutilizzo dei rottami d'acciaio, che vedono già l'Unione europea leader mondiale del riciclaggio dell'acciaio;
   da questo punto di vista, l'Italia costituisce un modello virtuoso, dal momento che soltanto il 35 per cento della produzione scaturisce dal ciclo integrale (che comporta impianti di maggiori dimensioni, disponibilità di minerale e ingenti finanziamenti) mentre la quota maggiore è prodotta con il forno elettrico da impianti più piccoli e flessibili che utilizzano il rottame ed hanno un minor impatto ambientale;
   per il perseguimento degli obiettivi che la Commissione europea si propone occorre, tuttavia, porre in essere tutte le iniziative utili ad invertire la tendenza alla progressiva diminuzione della quota detenuta dall'UE nella produzione mondiale di acciaio, registratasi nell'ultimo decennio, sebbene l'UE sia ancora, dopo la Cina, il secondo produttore mondiale di acciaio;
   è inoltre necessario, a tal fine, contrastare le pratiche commerciali sleali da parte di alcuni paesi produttori; si auspica a tale proposito che possa essere rapidamente approvata la proposta di regolamento sulla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale che la Commissione europeaha presentato nel 2013 e che prevede, tra l'altro, l'imposizione di dazi più elevati sulle importazioni in caso di distorsioni strutturali a livello di materie prime e nei casi di sovvenzioni;
   merita complessivamente apprezzamento l'iniziativa adottata dalla Commissione europea di dedicare al comparto dell'acciaio una strategia volta ad affrontare coerentemente e complessivamente i diversi profili di criticità;
   occorre in tale quadro prevedere che le politiche relative all'industria dell'acciaio in Europa siano coordinate con le iniziative assunte in sede europea sull'innovazione e la digitalizzazione industriale (cd. «Industria 4.0»), che potranno avere Pag. 6notevole impatto sulla competitività e la sostenibilità ambientale, nonché sulle condizioni di lavoro del sistema industriale europeo, anche consentendo il superamento di modelli di lavoro usurante;
   richiamata infine la necessità, anche alla luce di alcune esperienze negative sotto il profilo della salute pubblica registratesi in passato nel nostro Paese, in modo particolare all'Ilva di Taranto, che le politiche riguardanti l'industria dell'acciaio tengano in considerazione – quale valore primario da tutelare – quello dell'ambiente e della salute dei lavoratori e dei cittadini;
   rilevata l'esigenza che il presente parere, congiuntamente alla relazione approvata dalla X Commissione Attività produttive, sia trasmesso alle Istituzioni europee nell'ambito del dialogo politico,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE