Doc. XVIII, N. 23

X COMMISSIONE
(ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

DOCUMENTO FINALE, A NORMA DELL'ARTICOLO 127 DEL REGOLAMENTO SU:

Comunicazione della Commissione europea «Per una rinascita industriale» COM(2014)14 final)

Comunicazione della Commissione europea «Una prospettiva per il mercato interno dei prodotti industriali» COM(2014)25 final)

Approvato il 24 giugno 2015

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Comunicazione della Commissione europea «Per una rinascita industriale» COM(2014)14

Comunicazione della Commissione europea «Una visione per il mercato interno dei prodotti industriali» COM(2014)25

DOCUMENTO FINALE APPROVATO

  La X Commissione, Attività produttive, commercio e turismo,
   esaminate, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, le comunicazioni della Commissione «Per una rinascita industriale» (COM (2014)14) e «Una visione per il mercato interno dei prodotti industriali» (COM(2014)25);
   preso atto degli elementi di conoscenza e valutazione acquisiti nel corso delle audizioni svolte sul provvedimento insieme alla Commissione politiche dell'Unione europea;
   preso atto del parere espresso dalla XIV Commissione,
   considerato che:
    il settore manifatturiero ha rivestito una funzione decisiva non soltanto ai fini della modernizzazione e della crescita economica del nostro continente, ma anche come fattore di progresso sociale e culturale, per il ruolo fondamentale svolto dall'industria ai fini dell'acquisizione di competenze sempre più sofisticate e del progressivo affinamento delle conoscenze in relazione al continuo aggiornamento delle tecniche di produzione e dei prodotti;
    questa decisiva funzione non può ritenersi esaurita, nonostante il peso preponderante che sta acquisendo il settore dei servizi e l'accelerazione della concorrenza delle economie più dinamiche che registrano un peso preponderante nelle attività industriali;
    non appare accettabile la prospettiva di un'inevitabile marginalizzazione dell'industria in Europa, specie per i paesi, come l'Italia, che si caratterizzano per una consolidata vocazione manifatturiera che ha alimentato un diffuso spirito imprenditoriale, fattore essenziale di dinamismo per le economie mature;
    merita pieno apprezzamento l'obiettivo dell'UE di invertire il declino del settore industriale in Europa, passando dall'attuale 15% del PIL al 20% entro il 2020;
    tale obiettivo risulta tanto più condivisibile in considerazione dei gravi effetti prodotti dalla lunga crisi economica che si trascina dal 2008 e che ha colpito con particolare durezza l'Europa, causando la perdita di circa 3,8 milioni di posti di lavoro nel settore industriale e un drastico ridimensionamento del fatturato e delle capacità produttive;
    nonostante i dati citati, l'industria europea mantiene tuttora la leadership mondiale sul piano della sostenibilità e, in alcuni settori, della innovazione, oltre a produrre un surplus commerciale di 365 miliardi di euro; è inoltre all'origine di più dell'80% delle esportazioni europee e dell'80% delle attività di ricerca e innovazione condotte da privati;Pag. 3
    il rilancio del settore industriale richiede l'adozione di una strategia organica dell'Unione europea, con il coinvolgimento attivo degli Stati membri, in modo da realizzare politiche coerenti ai diversi livelli, superando l'attuale situazione in cui si assiste ad interventi non coordinati dei singoli Stati membri che possono esasperare la concorrenza all'interno del perimetro dell'Unione europea;
    una strategia organica richiede che si individuino preventivamente i diversi fattori di criticità che penalizzano i sistemi produttivi europei nel confronto internazionale e l'individuazione delle misure più idonee a valorizzare le peculiarità dell'industria europea in termini di specializzazioni produttive ad elevato contenuto tecnologico e di patrimonio di conoscenze e competenze;
    a tal fine, il precedente della strategia Small Business Act può risultare particolarmente prezioso in quanto offre il vantaggio di prospettare un complesso di misure che, pur riguardando aspetti diversi e intervenendo in maniera trasversale su vari settori, rispondono ad una stessa finalità;
    la competitività dell'industria europea, sulla quale gravano costi più elevati rispetto a quelli sostenuti dalla concorrenza più agguerrita, da quelli energetici a quelli del personale, per i diversi standard di protezione giustamente riconosciuti ai lavoratori europei, non può essere perseguita attraverso misure di svalutazione interna ma, puntando sulle produzioni a più elevato valore aggiunto, sulla capacità di posizionarsi nei settori merceologici più redditizi e innovativi e sulla qualificazione del personale;
    a tal fine, appare essenziale sostenere l'innovazione e la ricerca, in modo da favorire la costante modernizzazione della base industriale europea;
    appare, inoltre, importante un deciso sostegno verso forme industriali di carattere sempre più sostenibile accompagnato da una spinta significativa verso la digitalizzazione delle filiere e dei relativi servizi complementari nel senso del paradigma «industria 4.0»,
   esprime una valutazione positiva,

  con le seguenti condizioni:
   1. si sostenga e si rafforzi l'approccio delineato dalla Commissione europea, provvedendo il Governo italiano a sostenere tale impegno in tutte le sedi negoziali, per il rilancio del settore industriale, che assume carattere prioritario per il superamento della crisi, la crescita dell'economia europea e per la valorizzazione delle vocazioni specifiche dei diversi sistemi produttivi nazionali. Una strategia coerente volta al rilancio della competitività industriale implica, infatti, l'integrazione di diverse politiche dell'Unione europea, attraverso interventi di carattere sia orizzontale sia settoriale, e il pieno coordinamento tra le iniziative assunte a livello sia europeo sia nazionale utilizzando a questo fine tutti gli strumenti disponibili in seno all'Unione;
   2. si agisca affinché la definizione di coerenti politiche industriali a livello nazionale si accompagni a quella di una compiuta strategia europea. A tal fine, occorre valorizzare la strumentazione comunitaria a disposizione a partire dal Piano nazionale delle riforme, che per l'Italia costituisce parte integrante del DEF, per delineare le linee di indirizzo della politica industriale del prossimo futuro, anche con riferimento al miglior utilizzo delle disponibilità finanziarie, a partire dai fondi strutturali per la politica di coesione, evitando la frammentazione degli interventi e la dispersione delle risorse;
   3. si valorizzi il ruolo del Consiglio Competitività, rafforzandone le responsabilità e la capacità di garantire il coordinamento Pag. 4orizzontale delle diverse politiche che impattano sulla competitività e il rafforzamento dell'industria europea;
   4. si operi affinché gli obiettivi indicati in termini ancora generali nelle comunicazioni in esame si traducano al più presto in un complesso coerente e organico di misure che rimettano al centro delle politiche economiche europee la crescita e la modernizzazione dell'economia reale e dell'industria, con particolare riguardo alle nuove proposte di digitalizzazione e di industria sostenibile, trasformando le condivisibili affermazioni di principio in strumenti concreti e realizzabili;
   5. sia portata a compimento nel più breve tempo possibile, con l'attivo concorso delle autorità nazionali (nel nostro caso sulla base delle caratteristiche del nostro sistema produttivo) e in maniera misurabile la preannunciata tabella di marcia con l'indicazione delle azioni specifiche volte alla realizzazione dei vari obiettivi indicati nella comunicazione sulla rinascita industriale (sostenere la competitività industriale; massimizzare il potenziale del mercato interno; assicurare accesso alle materie prime e all'energia a prezzi abbordabili; migliorare il sistema di istruzione e formazione; definire un quadro normativo e burocratico più favorevole alle imprese; assicurare l'accesso ai mercati finanziari);
   6. si privilegi il sostegno all'innovazione tecnologica e alla ricerca, valorizzando in maniera decisa i profili «qualitativi» dell'industria europea e favorendo lo sua crescita innovativa anche secondo il modello di «industria 4.0», attraverso una adeguata dotazione finanziaria e l'utilizzo sinergico delle risorse disponibili a valere sui diversi programmi di spesa;
   7. si promuova la creazione di specifiche linee di credito presso la Banca europea per gli investimenti al fine di incentivare l'internazionalizzazione e la competitività delle imprese europee nonché di finanziare investimenti in settori industriali chiave;
   8. si proceda rapidamente al completamento del mercato interno, rimuovendo gli ostacoli di natura normativa, tecnica e burocratica, e le resistenze di alcuni Paesi membri alla apertura alla concorrenza, alla integrazione delle reti (materiali ed immateriali) e ad una più dinamica ed efficiente circolazione di beni e servizi all'interno del territorio europeo;
   9. si assuma come prioritario, nell'ambito del progetto «Unione dell'energia», l'obiettivo del contenimento dei costi energetici sostenuti dall'industria nei processi produttivi anche mediante la rimozione di ogni ostacolo fisco e regolamentare alla circolazione dell'energia;
   10. si prosegua il prezioso lavoro già svolto con lo Small Business Act, favorendo il rafforzamento, anche patrimoniale, e la crescita dimensionale delle PMI, asse portante del sistema industriale europeo;
   11. sia dato seguito alle iniziative per il miglioramento della qualità della regolamentazione prospettate nelle comunicazioni in esame e nel pacchetto «Legiferare meglio» al fine particolare di ridurre gli oneri non necessari per il sistema produttivo;
   12. si promuova l'internazionalizzazione delle industrie europee, con particolare riguardo alle PMI, in modo da sostenere la capacità di accesso ai mercati esteri a più rapida espansione;
   13. si attui una seria e coerente politica di riconoscimento del «Made in» a tutela non solo delle produzioni industriali originate in Europa, ma anche dei diritti e della salute dei consumatori;
   14. si difenda costantemente e nella maniera più ampia possibile il concetto di indicazione geografica, per quanto riguarda in special modo il comparto agro-alimentare e la sua capacità esportatrice, Pag. 5nella sede di negoziazioni commerciali sia bilaterali sia multilaterali;
   15. nella redazione di accordi con singoli Paesi al di fuori dell'Unione e nell'ambito degli organi dell'Organizzazione mondiale del commercio, ci si adoperi per prevenire ed evitare che paesi terzi creino barriere tecniche e di fatto agli scambi anche mediante forme di concorrenza sleale basata su standard diversi di rispetto dell'ambiente o dei diritti del lavoro;
   16. si promuova, assicurando un ruolo guida dell'Unione, la definizione di standard internazionali e la convergenza internazionale delle norme tecniche sui prodotti industriali, rafforzando così la competitività dell'industria europea.