Doc. XVIII, N. 6

CAMERA DEI DEPUTATI

Doc. XVIII
N. 6

V COMMISSIONE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)

DOCUMENTO FINALE, A NORMA DELL'ARTICOLO 127 DEL REGOLAMENTO, SU:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Verso un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita. Coordinamento ex ante delle grandi riforme di politica economica previste (COM(2013) 166 def.)

Approvato il 15 ottobre 2013

 

  La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati,
   esaminata la comunicazione della Commissione europea del 20 marzo 2013 «Verso un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita – Coordinamento ex ante delle grandi riforme di politica economica previste» (COM(2013)166 def.);
   vista la tabella di marcia per la realizzazione di un'autentica Unione economica e monetaria (UEM), approvata dal Consiglio europeo di dicembre 2012;
   considerati gli importanti elementi di valutazione e di conoscenza acquisiti nel corso delle audizioni del Vice Ministro dell'Economia, del Vice Presidente della Commissione europea e Commissario per gli affari economici e finanziari, del Vice Direttore Generale della Banca d'Italia e dei rappresentanti del Parlamento europeo;
   ferme restando le considerazioni formulate con riferimento alla comunicazione «Verso un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita – Creazione di uno strumento di convergenza e di competitività» (COM(2013)165 def.),
   premesso che:
    alla luce della stretta interdipendenza tra le economie degli Stati membri appare condivisibile e in linea con quanto disposto dall'articolo 11 del Fiscal Compact che tutte le più importanti riforme economiche che i Paesi medesimi intendono realizzare siano discusse ex ante e, se del caso, coordinate a livello europeo, coinvolgendo le Istituzioni dell'UE;
    è tuttavia necessario che il meccanismo di coordinamento di cui alla comunicazione in esame, nonché in generale la cornice integrata per le politiche economiche, non sia limitato a riforme volte a rilanciare la produttività, completare le liberalizzazioni e le semplificazioni, ma includa anche misure per sostenere l'occupazione e porre rimedio agli effetti sociali della crisi economica;
    è condivisibile la proposta della Commissione di utilizzare quale piattaforma principale per il coordinamento i programmi nazionali di riforma presentati dagli Stati membri nell'ambito del Semestre europeo;
    appare opportuna la previsione dell'attivazione di un dialogo interistituzionale (sul modello del six pack), nel quale la Commissione competente del Parlamento europeo interloquirebbe con la Commissione europea, il presidente del Consiglio dell'UE o il presidente dell'Eurogruppo per discutere sul parere della medesima Commissione europea sui piani di riforme di ciascuno Stato, con il pieno coinvolgimento dei medesimi Stati membri sulle grandi riforme di politica economica;
   esprime una valutazione positiva con le seguenti osservazioni:
    a) andrebbe meglio definito l'ambito delle riforme da sottoporre al coordinamento ex ante, includendovi ovviamente tutte quelle che possono avere ricadute sugli altri Stati membri e/o sulla zona euro e sull'intera UE oltre a quelle, comprese le riforme tributarie, che possono incidere sull'occupazione e sulla crescita nello Stato membro che le pone in essere;
    b) per ragioni di coerenza e tenuta complessiva del sistema, nonché per evitare effetti di spillover, sarebbe opportuno che il coordinamento delle riforme economiche riguardasse anche gli Stati non membri dell'area euro;
    c) considerato che gli Stati membri che seguono un programma di aggiustamento macroeconomico (ai sensi della disciplina introdotta con il two pack), sono già soggetti a obblighi di segnalazione e a un monitoraggio rigoroso da parte della Commissione europea, occorre valutare se non sia preferibile immaginare la partecipazione su base volontaria al meccanismo di coordinamento;
    d) occorre chiarire come si possa conciliare il processo decisionale nazionale con il coordinamento ex ante, tenuto conto che il prospettato dialogo economico, pur attribuendo un ruolo rilevante al Parlamento europeo, potrebbe non apparire sufficiente a garantire la piena legittimazione democratica del processo decisionale;
    e) il Parlamento europeo sia coinvolto, su un piano di parità con il Consiglio, nelle procedure per il coordinamento delle riforme economiche ex ante;
    f) sia assicurato l'intervento effettivo e sistematico dei Parlamenti nazionali nel coordinamento delle riforme ex ante, anche attraverso un dialogo politico diretto, sistematico e strutturato, tra i Parlamenti nazionali ed i rappresentanti della Commissione europea.